Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
“ME NE INTENDO, AVEVANO L’ESPRESSIONE ALTERATA TIPICA DI CHI USA COCAINA”
“Mi hanno lasciato dei segni indelebili, ho un buco dove mi hanno manganellato, in corrispondenza della ferita dell’operazione al cuore. Non riesco più a respirare. Sto ‘nguaiat“.
A parlare a TPI è Vincenzo Cacace, ex detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere che racconta senza peli sulla lingua tutto quello che ha vissuto quel 6 aprile 2020, quando nella struttura detentiva è scoppiato il caos.
Le immagini pubblicate dal quotidiano Domani, e che riprendono le terribili violenze ai danni dei detenuti, sono ormai virali e hanno scatenato accesse polemiche anche sul piano politico.
Un caso – quello del carcere di Santa Maria Capua Vetere – divenuto il centro dell’inchiesta della procura omonima che ha disposto 52 misure cautelari.
L’inchiesta era stata avviata a seguito delle denunce, da parte di alcuni detenuti, di violenze avvenute nei loro confronti come “punizione” per la rivolta scoppiata il 6 aprile 2020 a seguito di alcuni casi di positività al Covid in carcere. Tra loro anche Vincenzo Cacace, in sedia a rotelle già all’epoca delle violenze subite. Centoquarantasei i capi di imputazione per quattro persone. Un insieme di reati che vanno dall’abuso di potere alla tortura.
Cacace racconta di aver trascorso quasi 29 anni in carcere, per reati che vanno dallo spaccio all’associazione a delinquere. La sua versione dei fatti dovrà, ovviamente, essere verificata dalle indagini.
Si ricorda come è scoppiata la violenza?
Quando è scoppiato il Covid, ci hanno avvertito che non avremmo più potuto avere i colloqui con i familiari. Allora abbiamo organizzato una piccola protesta, una battitura ( rito che consiste nel percuotere le sbarre con oggetti di metallo per fare rumore) e basta. Loro (le guardi ndr.) ci avevano promesso che non ci avrebbero toccato. Abbiamo messo delle brande dietro alle sbarre, poi abbiamo smesso. Dopo un’ora ci hanno buttato fuori dalle celle e ci hanno rovinati.
In che senso?
È iniziata la mattanza. Io mi ero operato da poco al cuore, un intervento a cuore aperto. All’inizio l’ispettore e la direttrice davano degli ordini, i primi a dare le manganellate sono stati loro.
E che ordini davano?
Accirl‘. (uccideteli).
Come vi colpivano?
Con i manganelli, quelli di gomma. Ci hanno distrutto. Io, a distanza di mesi, ho ancora i segni addosso.
Dopo quanto tempo è uscito?
Il 2 settembre.
Perché non ha denunciato?
Temevo per i miei amici in carcere, per la mia famiglia, avevo paura che se denunciavo facevano qualcosa a loro, non avevo le prove, era la mia parola contro la loro.
Non pensavano alle telecamere che li riprendevano?
Hanno spento quelle di sotto, ma si sono dimenticati di quelle di sopra. Un appuntato mi avvertì della cosa, ma io non gli credetti. Invece diceva la verità. Era bravo, le ha prese anche lui le manganellate.
Non c’era nessuno che diceva “che state facendo”?
No. E voglio dire una cosa: per me non stavano bene.
In che senso?
Sono un vecchio utilizzatore di cocaina, capisco subito quando qualcuno fa uso di droga, mi hanno dato l’impressione che fossero sotto effetto di stupefacenti. Avevano gli occhi spiritati. Erano indemoniati.
Gli altri detenuti non reagivano?
Nessuno, chiamavano la mamma. Erano 300 di loro (le guardie). Poi è arrivata la squadra in tenuta antisommossa. Hanno iniziato a dire: “abbiamo preso il carcere in mano, mo so ca**i vostri, vi ammazziamo a tutti”.
Quanto è durato il tutto
Quasi 5 ore. Nel mentre hanno fatto una pausa e poi hanno ricominciato.
Nessuno vi ha medicato poi?
Non ci hanno pensato proprio. Un ragazzo aveva pure una ferita alla testa.
Cosa è successo nei mesi successivi?
Ci sono state piccole minacce velate, andavano in giro come i boss, con la testa alzata, comandavano loro. Io mi ero chiuso in me stesso, sono stato duro, mi sono tenuto le botte, sono stato zitto.
Quanti anni di carcere ha fatto?
Quasi 29, per droga, associazione a delinquere e altri reati. Ho pagato la mia pena, ma non con la mia pelle. Ho sbagliato ma non è che devo pagare con la mia vita.
Quanti anni è stato detenuto presso il carcere di S.m.c.v.?
Cinque anni e mezzo, quasi sei.
Era già successo qualcosa di simile?
No, ma è un carcere dove non si può stare. Il fatto che ci fossero pure persone alte in grado mi fa pensare che circolasse droga.
Testimonierà se glielo chiederanno?
Non ho paura di nessuno, testimonierò se mi chiameranno. Ci saranno altre persone che parleranno. Io sono stato in varie carceri, ma non ho mai vissuto scene simili. La verità è che certe cose non le dimentichi, prendo il Valium per calmarmi, questa esperienza non la dimenticherò. Ho l’ansia, le crisi di panico. Mi hanno distrutto. Sono ingrassato, ora sono un quintale e mezzo sulla sedia.
(da TPI)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI, ECCO COME
A Beppe Grillo forse non conveniva consumare lo strappo con Giuseppe Conte. Se l’ex premier, infatti, dopo l’addio ormai certo al Movimento Cinque Stelle, mettesse in piedi un proprio partito, i pentastellati subirebbero un’emorragia di consensi.
Secondo i dati riportato da Antonio Noto in un sondaggio pubblicato sulle colonne del Giorno, un partito autonomo di Giuseppe Conte varrebbe tra il 16 e il 18 per cento.
Contestualmente, una formazione politica dell’ex premier toglierebbe un considerevole numero di voti sia al M5s che al Pd.
I grillini scenderebbero infatti al 12 per cento dei consensi, mentre i dem al 15.
Che l’avvocato sia ancora molto apprezzato tra i cittadini italiani lo conferma anche l’indice di gradimento dei leader: in questa speciale graduatoria, Conte è attualmente al terzo posto con il 44 per cento di gradimento, dietro solo a Mattarella (62 per cento) e al premier Draghi (53 per cento) e davanti a tutti i leader delle principali forze politiche.
QUANTO INCIDEREBBE IN CASO DI ELEZIONI
Se un potenziale partito di Conte ottenesse anche solo il 16% porterebbe quindi via al Pd un 3-4% e al M5S un altro 3-4%, quindi un totale del 6-8%.
Il che vuol dire che un altro 8-10% Conte lo pescherebbe altro.
Non solo: la somma dei tre partiti (16%+ 15%+ 12%) arriverebbe al 43% a cui aggiungere almeno Sinistra, Leu e Verdi, toccando quindi un 48%, ponendosi alla pari con il centrodestra.
E tra una Meloni e un Conte candidato premier la sfida sarebbe molto incerta.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
“AVEVO PREVISTO DI ILLUSTRARLO AGLI ISCRITTI”
“Ho sempre rispettato e continuerò a rispettare Beppe Grillo ma non dica falsità sul mio conto”. E’ quanto ha detto Giuseppe Conte lasciando la propria abitazione romana e commentando l’intervento del fondatore del M5S affidato a un video pubblicato questa sera sul suo Blog.
“C’è tanto sostegno dei cittadini – ha detto l’ex premier -, per questo progetto politico ho lavorato quattro mesi e non vedevo l’ora di condividerlo. Se non l’ho fatto prima io era per il rispetto di Grillo, avevamo previsto di illustrarlo agli iscritti per raccogliere anche dei rilievi, era un progetto in piena trasparenza e condivisione. Il progetto politico non rimane nel cassetto per la contrarietà di una persona sola”.
“Ho agito sempre in trasparenza. Sono pronto a pubblicare lo scambio di mail che ho avuto con Grillo se lui mi autorizza” ha detto ancora Conte riferendosi ai rapporti con Grillo. “Ha chiesto più che una diarchia politica – ha aggiunto -, perché quando viene chiesto la rappresentanza internazionale, quando viene chiesta il coordinamento della comunicazione, quando viene chiesto di condividere tutte le scelte degli organi politici, quando finanche viene chiesto di poter concordare, e quindi autorizzare, i contratti allo staff di segreteria, io credo che sia più di una diarchia, ed è umiliante. Lo statuto quindi non è seicentesco – ha detto Conte -, ma è medievale da questo punto di vista”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
LA REPLICA DI CONTE: “NON DICA FALSITA’ SU DI ME”
Beppe Grillo in serata irrompe nella nuova riunione dei senatori cinquestelle con un video di sei minuti pubblicato sul suo blog, in cui fa un appello ai suoi e torna ad attaccare Conte, riepilogando la parabola del suo rapporto con l’ex premier:
“Non sono un padre-padrone, ma il papà del Movimento. Ho agito col cuore. Ho fatto delle cose straordinarie con chi oggi mi sta disprezzando”.
E continua: “Io ho solo chiesto di avere la mia garanzia di avere le condizioni e la struttura del garante identica allo statuto che c’è adesso. Non ho chiesto altro”.
Poi rivolto a Conte aggiunge: “Dammi questa possibilità di essere il visionario, il custode dei valori, di essere anche il custode dall’attività politica. Custode non significa entrare nella dinamica tua, che sei un uomo straordinario – aggiunge Grillo riferendosi all’ex premier -, ma lasciami vedere un attimo, sono io che parlo di transizione, sono io che sono andato ad imporla quasi al governo”.
E, a proposito dell’interlocuzione avuta con Conte, continua: “Fino all’ultimo abbiamo fatto una trattativa. Ho detto falla con i parlamentari, ma la faceva con me e io ho cercato di farla fino in fondo”.
“Ho sempre rispettato e continuerò a rispettare Beppe Grillo ma non dica falsità sul mio conto”, replica Conte lasciando la propria abitazione romana. “Ho agito sempre in trasparenza. Sono pronto a pubblicare lo scambio di mail che ho avuto con Grillo se lui mi autorizza”.
Poi chiarisce: “Grillo ha chiesto più che una diarchia politica, è umiliante. Lo statuto quindi non è seicentesco ma medievale da questo punto di vista”.
E aggiunge: “C’è tanto sostegno dei cittadini: ho lavorato per 4 mesi. Ho aspettato Grillo in piena trasparenza. Il progetto politico non rimane nel cassetto per la contrarietà di una persona sola”.
Il comitato di garanzia sta con Conte
L’opposizione di Crimi, che oltre ad avere un ruolo formale ne ha un altro politico di grande peso, al volere di Grillo è quindi un ennesimo e clamoroso colpo di scena. Ad oggi il Comitato di garanzia (ne fanno parte anche Roberta Lombardi, la quale anche lei ha pubblicato un post durissimo parlando di “presa in giro che offende l’intelligenza e l’onestà intellettuale”, riferendosi alle scelte di Grillo, e Giancarlo Cancelleri) di fatto sta dalla parte di Giuseppe Conte. Il quale stamani ha commentato i fatti di ieri dicendo che “la svolta autocratica è una mortificazione per tutti”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
LICENZIARE ORA PER POI ASSUMERE CON CONTRATTI PRECARI E LAVORATORI SOTTO RICATTO
In fondo è la sua natura. La natura di questo governo che poggia sulla formazione economica di Mario Draghi, l’appoggio entusiasta e incondizionato di tutti gli ultra- liberisti e su un arco parlamentare che comprende sovranisti, destra economica e sinistra farlocca.
Che il governo Draghi corra per eliminare il cashback, l’unica iniziativa presa negli ultimi anni per evitare i pagamenti in nero pur con tutte le sue lacune, è un messaggio politico che non può che rassicurare i furbi orfani di quel Berlusconi che senza remore si proclamo loro leader.
Che Confindustria sia diventata un’irrinunciabile partner di Draghi e del suo governo è una soddisfazione perfino inaspettata: una riabilitazione così repentina senza passare dalle elezioni era qualcosa che albergava solo nei loro sogni più remoti (e quelli di Renzi).
Ma soprattutto siamo in dirittura d’arrivo di quel blocco dei licenziamenti pensato per evitare di rovesciare il costo della crisi sui lavoratori e che ora si dissolve sotto le martellate del “governo dei migliori”.
Per farlo ovviamente hanno dovuto adottare una narrazione contraddittoria che sostengono senza nemmeno vergognarsi: mesi e mesi passati a dirci che la ripresa sarà fortissima e sarà bellissima, Confindustria che da settimane ci racconta che siamo alle porte di un miracoloso boom economico, eppure licenziare diventa un passaggio obbligato. Perfino il più analfabeta in economia si chiederebbe come sia possibile che in un periodo presumibilmente florido la libertà di licenziare sia un’urgenza da sostenere con foga.
La motivazione è semplice semplice: una parte del Paese vuole che la ripresa vada tutta a favore dei margini di profitto per le imprese che ora sono libere di licenziare per poi riassumere con contratti con salari da fame, più precari, senza garanzie e per riuscirci non c’è niente di meglio che mettere i lavoratori nelle condizioni di essere facilmente ricattabili.
Per aumentare il ricatto ovviamente si lavora anche all’eliminazione nel più breve tempo possibile dei sussidi e degli ammortizzatori sociali. A proposito di sussidi: quelli arriveranno direttamente nelle tasche delle aziende, solo che li chiameranno investimenti.
Così il gioco è fatto. Sullo sfondo resta la narrazione dei lavoratori che non hanno voglia di lavorare. Il che li rende ancora più fragili, per poterli pagare meno.
(da TPI)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
SLITTA A FINE ANNO IL RIMBORSO PER IL PRIMO SEMESTRE CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE PAGATO ENTRO AGOSTO: ENNESIMA PRESA PER I FONDELLI
E’ noto che il cashback favorisce il contrasto dell’evasione fiscale perché traccia i pagamenti. E’ un ragionamento ripetuto più volte anche dalla Bce, così come dalla Banca d’Italia e da Confindustria.
E’ altrettanto noto che il cashback ha avuto successo. Basta leggere i dati contenuti nella piattaforma di PagoPa: hanno aderito al programma più di 8,9 milioni di persone per un totale di 806 milioni di transazioni elaborate, mentre gli strumenti di pagamento attivati sono stati 16,5 milioni.
Sappiamo che molti (circa uno su cinque) sono piccoli pagamenti, tra i 25 e i 50 euro (in particolare, lo scontrino medio di chi acquista partecipando al cashback è di 35,6 euro)
Il governo Conte 2 ha stanziato 4,75 miliardi per finanziare il cashback quest’anno e il prossimo: 233 milioni sono già usciti dalle casse dello Stato per le transazioni di Natale, mentre 1,36 miliardi sono quelli previsti in erogazione per i rimborsi relativi ai primi sei mesi dell’anno.
Qui intervengono i primi correttivi.
Draghi non solo sospende il programma fino al prossimo gennaio, ma i rimborsi del primo semestre, che possono arrivare a un massimo di 150 euro, saranno erogati più tardi: non entro due mesi, ma entro cinque, quindi entro il 30 novembre.
Il governo che condona gli evasori fiscali non ha 150 euro da restituire agli italiani e abolisce una misura che, caso strano, tracciando i pagamenti, contribuisce alla lotta all’evasione, come riconosciuto in tutto il mondo civile.
Ma non finisce qua.
Il miliardo e mezzo sottratto alle famiglie italiane servirà a finanziare la sedicente “riforma degli ammortizzatori sociali” a partire dal prossimo anno.
Significa dare soldi a 3 milioni di lavoratori autonomi che prima della pandemia non erano coperti dagli ammortizzatori. Categoria non a caso dove, lo dicono le statistiche, è più elevata l’evasione fiscale.
E il cerchio si chiude per chi vuol capire.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DELL’IMMUNOLOGO DELL’HUMANITAS: “MANCA UN PROGRAMMA NAZIONALE DI SEQUENZIAMENTO DELLE VARIANTI”
L’immunologo e direttore scientifico dell’Humanitas di Milano Alberto Mantovani, in un’intervista a La Stampa, ha parlato dell’attuale situazione Covid in Italia e delle modalità con cui, secondo lui, dovrebbero concedere il Green Pass.
“Con la variante Delta il Green Pass va dato dopo due dosi di vaccino e ai guariti con una dose”.
Secondo Mantovani ”la Delta è la quarta variante che preoccupa, ma ce ne sono state tante e altre ne arriveranno. Bisogna prepararsi”. Per questo motivo è necessario modificare anche le regole per il Green Pass. L’immunologo ribadisce ancora una volta l’importanza dei vaccini, soprattutto per combattere la variante Delta.
″I vaccini sono come la cintura di sicurezza in auto: non è che perché l’abbiamo allora passiamo col rosso o superiamo i limiti. Mascherina e distanza non vanno dimenticati, ma usati quando servono – ha affermato l’immunologo – Riguardo la variante Delta, come Paese siamo in ritardo, perché manca un programma nazionale di sequenziamento delle varianti con studi di funzione per capire se e quanto siano pericolosi. Abbiamo un nemico che cambia e non possiamo non conoscerlo″.
Secondo l’immunologo e direttore scientifico dell’Humanitas di Milano ″dobbiamo sequenziare, vaccinare tutti e i 400mila italiani vulnerabili di tumore, con insufficienza renale, immunodepressi e con malattie neurodegenerative. Humanitas ha un programma con altri centri di ricerca per seguire questi casi″.
″Due dosi proteggono molto dall’ospedalizzazione – ha proseguito Mantovani – 96 per cento sul campo con i vaccini a Rna e 93 con AstraZeneca. E riducono la trasmissione, anche se non si sa di quanto. Resta un 20-25 per cento di persone che risponde poco alla vaccinazione e può ammalarsi, quasi sempre senza finire in ospedale”.
Mantovani si esprime anche sull’utilizzo o meno della mascherina, che lui, personalmente, continuerà ad usare,” perché si può incontrare qualcuno che non ha risposto al vaccino o una persona fragile”.
Quanto ad AstraZeneca, secondo il professore “la seconda dose va fatta assolutamente, i guariti hanno bisogno di una sola dose, è un vaccino efficace con un effetto collaterale rarissimo per cui basta non farlo sotto i 40 anni come in Regno Unito o 60 da noi”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
ANCHE LE UNIVERSITA’ SI SVUOTANO DI STUDENTI UE…SCOPERTI 188.000 POSTI, GLI INGLESI NON VOGLIONO FARE QUEI LAVORI
E adesso chi cucina? La domanda non è banale a Londra, dove prima della pandemia l’85% degli chef erano immigrati e il 50% della forza lavoro nel settore ospitalità era europea.
Per colpa del Covid, molti lavoratori europei sono rientrati nei loro paesi lasciando la Gran Bretagna a corto di cuochi, camerieri, baristi, muratori e braccianti agricoli.
La capitale britannica sta scontando anche il post-Brexit. Alcune stime prevedono che il 50% dei lavoratori europei non rientrerà più sull’isola per scelta mentre altri, anche volendo, non potranno farlo, visto che con la fine della libera circolazione ora l’ingresso alle frontiere anche per gli europei è regolato da un rigido sistema a punti sul modello australiano così per passare la dogana servono un visto, un contratto in mano e soldi in tasca per provare di potersi mantenere.
E proprio oggi è l’ultimo giorno in cui è permesso ai cittadini europei di iscriversi al cosiddetto Settlement Scheme, per il riconoscimento dei diritti di residenza in Gran Bretagna negli anni a venire.
Londra, cercasi pizzaioli disperatamente
Tra i ristoranti la competizione per il personale si combatte a colpi di incentivi e aumenti salariali. Ma è difficile colmare una carenza di 188mila lavoratori nell’ospitalità. Gianluca D’Angelo ha aperto a Londra la rinomata pizzeria Zia Lucia e Pasta Berto e sta ampliando la sua attività. Ma è la Brexit a dargli filo da torcere. “C’è un po’ di timore per le implicazioni di lungo periodo nelle sue varie sfaccettature – dice -. Facciamo fatica a reperire figure specializzate come chef e pizzaioli che è difficile trovare tra la popolazione inglese. L’afflusso di italiani che sta arrivando a Londra è diminuito moltissimo. Una volta, quando mettevamo un annuncio per una posizione aperta, ricevevamo 100 curricula di cui l’80% erano italiani, adesso per la stessa posizione e con uno stipendio significativamente aumentato magari ne arrivano 15. Quindi abbiamo creato una scuola per insegnare l’arte del pizzaiolo. Abbiamo già assunto un ragazzo inglese e vogliamo replicare il modello su scala più ampia anche se questo ovviamente è un costo aggiuntivo per noi perché dobbiamo dedicare risorse a formare personale che prima trovavamo sul mercato”.
Dalle pizzerie all’iconico The Ritz, frequentato anche dalla Regina Elisabetta, il problema è lo stesso. A servire il tradizionale afternoon tea troviamo la maggior parte dei camerieri italiani. “Gli inglesi non vogliono indossare la livrea e fare lunghi turni di lavoro per la stessa paga di un pub – ci dicono -. Assumerli dall’Italia non è più così facile perché con le restrizioni alle frontiere dovremmo farli entrare già con un contratto, senza fare una prova”.
Il problema è avvertito dai sindacati, come Unite, che sta spingendo il sindaco Sadiq Khan a risolvere l’endemico problema dei minimi salariali e dei contratti flessibili cosiddetti a ‘zero ore’ (cioè che paga soltanto le ore effettivamente lavorate) che scoraggiano gli inglesi ad accettare posizioni nell’ospitalità.
La stessa situazione investe però molti comparti essenziali, a partire dall’agricoltura dove mancano circa 30mila braccianti per lavori stagionali come raccogliere frutta e verdura, fino al settore delle costruzioni che ha visto l’esodo del 42% di europei e conta solo un 4% di lavoratori inglesi, 500mila dei quali però in età prepensionabile.
Tutti a Oxford e Cambridge
Le restrizioni per Covid e post-Brexit stanno avendo un impatto significativo anche sui programmi universitari. Le iscrizioni di europei per settembre 2021 a gennaio erano già sotto del 40% (26mila studenti in meno, secondo Ucas) mentre un modello elaborato dal governo britannico ha stimato che la Brexit costerà alle università nazionali fino al 57% degli studenti europei, o in soldoni, oltre 70 milioni di euro all’anno.
Tutte eccetto due, le eccellenze di Oxford e Cambridge che continueranno a rimanere mete d’eccellenza con un incremento in rette pari a 5 milioni di euro annui.
“Tra gli studenti italiani ho avuto una riduzione di oltre il 50% – spiega Jessica Ganino, direttrice dell’agenzia EU Students in the UK – il problema maggiore è come mantenersi a studiare a Londra visto che ora agli studenti europei è permesso lavorare solo 20 ore la settimana, ma c’è anche la sensazione che il paese sia meno aperto rispetto a prima”.
Chi è dentro è dentro?
Non è solo una sensazione. Mentre chiudono le frontiere sulla Manica, oggi scadono i termini per i cittadini europei che vivono già in Regno Unito da cinque anni per presentare domanda di residenza permanente e vedersi garantiti gli stessi diritti degli inglesi. Dal primo luglio anche chi ha vissuto nel paese da tutta una vita ma non ha il cosiddetto Settlement Status diventerà un immigrato irregolare.
E tra questi soggetti per cui decadrà l’accesso all’assistenza sanitaria, o alla pensione, potrebbero esserci persone malate, minori, anziani con il passaporto scaduto e poca dimestichezza con le procedure digitalizzate per esempio.
Oltre 5 milioni e mezzo di europei e più di 500mila italiani hanno fatto domanda ma si stima che all’appello manchino ancora migliaia di europei e che solo nella cosmopolita Londra 100mila europei stiano ancora aspettando una decisione sul proprio status.
“Il governo ha dato direttive su chi può continuare a fare domanda di regolarizzazione anche dopo il 30 giugno ma il diavolo è nei dettagli – spiega Monique Hawkins dell’organizzazione The 3 Million, che si occupa di tutto quello che riguarda i cittadini europei che vivono in Uk -. Ci vorranno mesi prima che i ritardatari possano ricevere lo status di residenza permanente visto che il governo ha un arretrato di oltre 300mila domande da smaltire. Siamo preoccupati di come potranno fare queste persone nel frattempo a dimostrare i propri diritti per fare domanda di lavoro o affittare casa, per esempio”.
(da Il Fatto Quotidiano)
argomento: Politica | Commenta »
Giugno 30th, 2021 Riccardo Fucile
NEL RIONE MONTI, A ROMA, E’ APPARSO IL MURALE DEL FAMOSO STREET ARTIST
L’artista Harry Greb ha realizzato un altro murale nelle strade di Roma dal titolo “Do The Right Thing”. La nuova opera dello street artist è apparsa su un muro di via dei Neofiti nel rione Monti e ha come tema il comportamento dell’Italia ad Euro 2020 e la posizione azzura sul movimento “Black Lives Matter”.
Il murale rappresenta un giocatore di colore dell’Italia, o meglio un omino del Subbuteo con la maglia azzurra staccato dalla sua piccola base semisferica che caratterizza le pedine del celebre gioco del calcio da tavolo, e su cui è scritto FIGC, inginocchiato con il pugno chiuso in omaggio al movimento ‘Black Lives Matter’.
Sulle spalle della maglietta del giocatore si legge la scritta “Do the right thing” ovvero “Fa’ la cosa giusta”, una citazione del film del regista Spike Lee da sempre paladino della lotta contro il razzismo.
Con questa opera l’artista ha voluto così dire la sua in merito alla polemica che imperversa da giorni in Italia circa l’atteggiamento dei giocatori della Nazionale agli Europei di calcio.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »