Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile IL LEGALE DELLA VITTIMA: “CHE SCHIFO VEDERE UN INDAGATO CHE GESTISCE LA SCENA DEL CRIMINE CON LA PISTOLA ANCORA IN MANO COEM SE FOSSE LUI IL CAPO, MENTRE CERCA DI INFLUENZARE UN TESTE E CON IL GIOVANE CHE STAVA AGONIZZANDO”
Le immagini ottenute da LaPresse mostrano l’assessore leghista parlare con un
testimone a colloquio con i carabinieri
Nel video girato lo scorso 20 luglio dietro al Bar Ligure di piazza Meardi, dove Massimo Adriatici ha sparato e ucciso Youns El Boussettaoui, si vede l’assessore parlare con un testimone. «Hai visto che ha fatto per darmi un calcio in testa? L’importante è quello, che hai visto che stava dandomi un calcio in testa», dichiara il politico della Lega all’uomo mentre quest’ultimo viene interrogato dai carabinieri.
Il video è stato ottenuto e pubblicato da LaPresse. Secondo un altro testimone – riporta sempre LaPresse – in quel momento Adriatici avrebbe avuto ancora in mano la pistola.
L’avvocato della famiglia della vittima commenta il video esclusivo di LaPresse: “Si sentono i lamenti del mio assistito, che a breve morirà”
Anche Debora Piazza, legale della famiglia El Boussettaui, commenta le immagini raccolte da LaPresse: “Che schifo vedere un indagato all’interno di una scena del crimine che la gestisce come meglio crede. Non solo parla con gli operanti come se fosse lui il capo, ma si avvicina anche ad un testimone oculare e gli dice quello che deve dire. Il tutto con il mio assistito sdraiato a terra appena attinto da un colpo di pistola che si sta lamentando, perché si sentono i lamenti nel video, mentre a breve morirà. L’unica cosa che posso dire è che schifo”, conclude Piazza.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile TRE ANNI FA L’AZIENDA SI LAMENTAVA: “NON TROVIAMO GIOVANI DISPOSTI A LAVORARE”
«Mi domando che razza di paese sia quello in cui ci si lamenta della disoccupazione ma si rifiuta il lavoro», diceva nel 2018 il capo dell’azienda che stampa, tra gli altri titoli, anche Harry Potter
Scoperto un presunto sistema di caporalato in una stamperia veneta, che solo 3 anni fa criticava i giovani di non reggere i turni più faticosi.
L’amministratore delegato e il direttore dell’area tecnica di Grafica Veneta Spa, azienda che si occupa di stampe di libri e di pubblicazioni – Giorgio Bertan, 43 anni, e Giampaolo Pinton, 60 – sono tra gli 11 arrestati dai carabinieri di Cittadella (Padova) nell’operazione che ha sgominato un’organizzazione di cittadini pakistani che, secondo le accuse, sfruttava lavoratori connazionali.
Secondo quanto riportato dalla Procura di Padova, i dirigenti, ora ai domiciliari, erano a conoscenza della situazione di violenza e sfruttamento dei lavoratori stranieri, dagli incessanti turni di lavoro fino alla sorveglianza a vista a cui erano sottoposti.
Sempre secondo i pm, i dirigenti sapevano delle degradanti condizioni di lavoro a cui erano sottoposti e della mancata fornitura dei Dpi (come scarpe antinfortunistiche, protezioni da rumori).
Sulla base di quanto emerso, la magistratura padovana ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 9 cittadini pakistani, con l’accusa di lesioni, rapina, sequestro di persona, estorsione e sfruttamento del lavoro.
I dipendenti, a causa delle difficoltà linguistiche, non avevano capito da subito di essere sfruttati e derubati. Col tempo, poi, si sono rivolti al sindacato e hanno fatto scattare l’indagine.
L’azienda arrivava a produrre 150 milioni di copie di libri l’anno: tra i titoli di Grafica Veneta anche i casi editoriali di Wikileaks e Harry Potter. Il nome dell’azienda era noto alle cronache non solo per i libri stampati, ma anche per le lamentele, che nel 2018 ebbero discreta eco sui giornali nazionali, riguardo l’impossibilità di trovare dipendenti. Nell’aprile del 2018, il patron dell’impresa Fabio Franceschini aveva detto: «Mi domando che razza di paese sia quello in cui ci si lamenta della disoccupazione ma si rifiuta il lavoro. Su 25 posti aperti ne ho coperti in 3 mesi solo 4». «La situazione è particolarmente critica nella fascia d’età dei ragazzi giovani», continuava Franceschini. «Qualche ragazzotto che dà la disponibilità c’è ma poco dopo rinunciano per via dei turni. “Troppo pesante con i turni”, dicono. Su cinque assunti uno solo è un ventenne, gli altri sono trenta-quarantenni».
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile L’ABBAZIA FINALMENTE RESTITUITA AI CITTADINI
“Riconsegnate le chiavi della Certosa di Trisulti. Ringraziamo tutti i cittadini e le
cittadine, le associazioni, i legali, che hanno fatto si’ che arrivasse questo giorno, facendosi custodi di bellezza e cultura”.
Cosi’ le associazioni di cittadini che si sono battute affinche’ il progetto sovranista di Steve Bannon non approdasse nel monastero della Ciociaria annunciano la restituzione dell’abbazia.
A marzo il Consiglio di Stato aveva confermato la posizione del Ministero della Cultura annullando la concessione della Certosa all’associazione fondamentalista cattolica Dignitatis Humanae Institute. Stamane dunque, riferiscono le associazioni, il direttore dell’associazione Dhi, Benjamin Harnwell ha lasciato l’abbazia restituendo le chiavi.
Finalmente, la Certosa di Trisulti torna a essere bene pubblico, restituito alla collettivita’ e al territorio che lo ospita.
Una vicenda opaca, quella della Certosa, affidata per anni alla scuola sovranista di Bannon, sprovvista dei requisiti richiesti dalla concessione e in mora per il versamento della quota dovuta di manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura di soli 100 mila euro
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile L’OPERATORE SANITARIO SPIEGA PERCHE’ HA CAMBIATO IDEA E HA DECISO DI VACCINARSI
Qualcuno è uscito allo scoperto dopo aver pagato gli errori di determinate scelte. “Io e molti miei colleghi eravamo no vax, perché in tanti pensavamo che questo vaccino fosse dannoso, sperimentale con effetti collaterali”.
Con queste parole Paolo Viviano, operatore sanitario no vax, ha spiegato perché ha cambiato idea sulla vaccinazione.
“Ho visto in rianimazione persone di 40-45 anni in pericolo di vita, ho visto gente morire intubata e allora mi sono deciso. Ho ritenuto opportuno per me e per gli altri mettermi in sicurezza” ha continuato Paolo, che ha commentato anche le manifestazioni di piazza dei giorni scorsi: “Mi dissocio da queste iniziative, perché l’unica soluzione è vaccinarsi subito per fermare il virus”.
Poi l’appello: “Vaccinatevi tutti. Mettiamo in sicurezza questo Paese per noi e i nostri figli, se no non ci sarà futuro perché questa pandemia non si fermerà”.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile “CE NE SONO UN PAIO PER SQUADRA”…. BENE, METTETELI FUORI ROSA E CHIEDETE LORO I DANNI
Enrico Castellacci, presidente della Libera associazione dei medici italiani del
calcio, propone il Green pass obbligatorio per gli agonisti
Il campionato di calcio italiano, a meno di un mese dalla sua ripresa – la prima partita del calendario è fissata il 21 agosto – è a rischio, prima di cominciare, per l’insorgenza di cluster Covid.
In ogni squadra, scrive il Quotidiano Nazionale, ci sarebbero almeno due giocatori no vax. L’allerta è già alta, dopo i focolai di 15 positivi nello Spezia e i sei nell’Empoli, club che nel proprio organico contano calciatori dichiaratamente anti-vaccino.
Non si sa se i cluster siano partiti da loro, ma il risultato è che l’Empoli, ad esempio, ha dovuto sospendere la preparazione in ritiro e mandare a casa tutti i giocatori per limitare la diffusione del virus.
Enrico Castellacci, già responsabile sanitario della Nazionale e oggi presidente della Libera associazione dei medici italiani del calcio, spera in una norma più severa per i calciatori professionisti: «Noi proponiamo – dice – il Green pass per gli agonisti, perché permetterebbe di circoscrivere quanto sta succedendo in cluster tipo Spezia ed Empoli. Serve una presa di posizione forte, difficile. Non so se spetti alla Federcalcio o debba arrivare da un livello più alto, ma così le garanzie sarebbero maggiori».
La Figc, in realtà, qualche iniziativa di questo tipo l’aveva già presa in vista degli Europei, disponendo la vaccinazione per tutti quei calciatori in lizza per la maglia azzurra. Inoltre, con il Comitato tecnico scientifico, ha siglato un protocollo di partecipazione agli eventi sportivi preferenziale per quei calciatori in possesso del Green pass.
Diversa la situazione dei giocatori che non vogliono vaccinarsi: le autorità prevedono che questi ultimi siano sottoposti a un tampone settimanale più uno di controllo da eseguirsi due giorni prima di ogni partita, anche se. amichevole.
In attesa di una presa di posizione dei massimi vertici della Serie A, il presidente della Lazio Claudio Lotito, ad esempio ha obbligato tutti i suoi tesserati a vaccinarsi durante il ritiro ad Auronzo di Cadore, con la collaborazione del presidente del Veneto Luca Zaia.
Anche i calciatori del Milan hanno completato la vaccinazione, mentre l’Udinese e l’Inter stanno avendo problemi con dei giocatori che hanno detto espressamente di essere no vax.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile LA ASL SI DISSOCIA, MA IL PERSONALE SANITARIO E’ GIUSTAMENTE STANCO DI RISCHIARE LA SALUTE PER SALVARE QUATTRO COGLIONAZZI
Due dipendenti dell’Asl Toscana Nord Ovest hanno pubblicato dei post su Facebook contro i No Vax. L’azienda ospedaliera le ha segnalate e ha preso le distanze dalle loro parole
Due post. Tutti e due pubblicati su Facebook, entrambi contro i No Vax. A pubblicarli due infermiere che lavorano nell’Asl Toscana Nord Ovest. Lo scambio è stato iniziato da una delle due infermiere: «Tra poco ce li troveremo in reparto e qualche sassolino dalla scarpa me lo voglio togliere… sai bucare una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla? Ecco e poi mi verrà in mente altro, vedrai che le corse per montare i macchinari la sottoscritta non le farà più». E qui la collega ha risposto: «Io non faccio le corse per nessuno. Si arrangiassero pure, mi sono rotta e tanto pure». L’Asl Toscana ha preso le distanze dalle parole delle sue dipendenti: «Ovviamente, la direzione aziendale e quella dell’ospedale Versilia si dissociano da queste affermazioni e ribadiscono che il proprio personale, a cui va un ringraziamento per la sua attività quotidiana, presta cura e assistenza a tutti i cittadini, con professionalità e impegno, senza alcun tipo di distinzione, secondo i principi di universalità, uguaglianza ed equità che ispirano il sistema sanitario regionale e nazionale».
E non solo, le due sono state segnalate alla direzione dell’azienda ospedaliera per le loro parole. Secondo i dati pubblicati dell’Università di Milano la quota di popolazione scettica per quanto riguarda i vaccini anti Covid nel dicembre del 2020 era attorno al 6%. Al momento questa cifra si colloca attorno al 3%.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile LAMORGESE RISPONDE A INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DICENDO CHE “LE MANIFESTAZIONI NO VAX NON ERANO AUTORIZZATE”… E ALLORA SI SCIOLGONO CON LA FORZA, COSI’ DICE LA LEGGE, LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI SI STA ROMPENDO I COGLIONI
Dopo le aggressioni verbali e fisiche subite dal giornalista di Fanpage Saverio
Tommasi durante la manifestazione dei No Green pass a Firenze – avvenuta sabato 24 luglio- un gruppo di senatori (Ruotolo, De Petris, Errani, Grasso, Buccarella, Laforgia, Cerno, Cirinnà, Fedeli, Mirabelli, Parrini, Pittella, Valente e Verducci) ha presentato un’interrogazione alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.
«Mentre svolgeva il suo lavoro il giornalista è stato oggetto di ripetute aggressioni, insulti e minacce», scrivono nel testo inviato alla ministra. «Il cronista era intento a documentare le fasi e le ragioni della protesta di piazza contro l’introduzione del Green pass, il provvedimento varato dal governo per contenere la pandemia». Per questo i senatori si chiedono se la ministra sia «a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare affinché vengano identificati e puniti gli aggressori del giornalista Saverio Tommasi».
Lamorgese si è espressa condannando quanto accaduto nelle piazze nei giorni scorsi: «Guardiamo con attenzione alle manifestazioni dei No vax, che ricordo non erano autorizzate, anche perché sono stati usati simboli ormai passati come la stella di David».
La ministra ha ribadito che non esiste «nessuna dittatura sanitaria», e che «tutti i provvedimenti del governo sono stati presi per tutelare la salute pubblica, e perché la vera libertà è poter andare dove si vuole senza danneggiare gli altri».
Ma è possibile che un ministro risponda che “le manifestazioni non erano autorizzate” (come sempre) e poi si permetta di svolgerle?
Che ci stanno a fare le forze dell’ordine? A fare fotografie per poi multare il giorno dopo chi ha messo in pericolo la salute degli Italiani?
Per distribuire un volantino ci vuole l’autorizzazione della Questura e questi che diffondono il virus senza distanziamento e mascherina possono fare i cazzi che vogliono?
Le manifestazioni non autorizzate si sciolgono, due minuti per disperdersi e poi si carica e volano manganellate.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile NELLE LOCALITA’ PIU’ GETTONATE DAL TURISMO GIOVANILE AUMENTANO VERTIGINOSAMENTE I CASI DI COVID
Il timore di una risalita dei contagi, provocato dal diffondersi della variante Delta, si sposta dalle città alle località di vacanza, soprattutto nelle mete più gettonate del turismo giovanile, scenario della movida estiva.
Rimini, da sempre una calamita per i giovani, contende ora a Bologna il primato dei nuovi casi di contagio nell’intera Emilia Romagna ( 90 rispetto ai 104 del capoluogo, ma sabato era al primo posto con 81 contagiati).
Rimini è inoltre l’unica provincia della regione a registrare un nuovo ingresso in terapia intensiva.
Sono preoccupanti anche i dati sulla pandemia in Puglia, in particolare la provincia di Lecce, che comprende le principali località del Salento: 72 i nuovi casi contro i 43 registrati a Bari, che occupa il secondo posto. Per prevenire e limitare i danni i sindaci dei centri della movida rispolverano obblighi e divieti che sembravano ormai archiviati: mascherine anche all’aperto e limitazioni sulla vendita e il consumo di alcool.
La paura è palpabile anche nelle Eolie e in particolare a Stromboli, dove tutto è cominciato sabato scorso con l’arrivo di una turista che qualche giorno dopo è risultata positiva al Covid 19. In una settimana i contagi sono saliti a 14.
Colpiti dal virus anche quattro camerieri di un ristorante, chiuso per precauzione. La preoccupazione dilagante è rappresentata dalle file crescenti per i tamponi di isolani e vacanzieri.
A Salina, dove la situazione è però al momento migliore di quella di Stromboli, è risultato positivo un giovane ma decina di persone sono in quarantena. “Mi raccontano di feste partecipatissime e sfrenate in giro per l’isola – dice l’ex presidente dell’associazione dei commercianti Luca Chiofalo- Comprensibile la voglia di divertirsi, solo spero siano rispettate almeno le precauzioni minime per evitare contagi di massa”.
Alcuni sindaci si sono mossi per tempo.
A Otranto, presa anche quest’anno d’assalto dai turisti nonostante la pandemia, dall’inizio della stagione è tornato l’obbligo di mascherina all’aperto per chi passeggia negli stretti vicoli del centro storico, adottato anche l’anno scorso.
La stessa misura è stata appena reintrodotta , dopo la stagione scorsa, nell’isola di Ponza e a San Felice Circeo, mete di riferimento per la movida soprattutto dei giovani del Lazio e della Campania. Da ieri sono inoltre entrate in vigore anche altre restrizioni anti-Covid, con limitazioni per la vendita e il consumo di alcolici.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile MANIFESTAZIONI E CORTEI IN 400 CITTA’: UN PRESIDENTE CHE HA SULLA COSCIENZA 500.000 MORTI PER COVID
Decine di migliaia di brasiliani sono scesi di nuovo in piazza in centinaia di località
del Paese per chiedere l’impeachment del presidente Jair Bolsonaro per la sua gestione della crisi sanitaria del coronavirus, con il bilancio della pandemia che supera il mezzo milione di morti.
Quella di ieri è stata la quarta giornata di protesta organizzata dalla fine di maggio contro il presidente, che è anche oggetto di un’indagine su possibili irregolarità nella negoziazione dei vaccini da parte del governo.
Mentre i suoi avversari marciavano, Bolsonaro guidava la sua moto, accompagnato da diversi ministri, per le strade della capitale Brasilia, salutando i suoi sostenitori. A San Paolo, migliaia di persone si sono radunate nel centro città, sorreggendo cartelli con scritte come “destituzione ora” e “fuori Bolsonaro”.
Anche a Rio, migliaia di persone con indosso mascherine hanno marciato gridando slogan come “Fuori il criminale corrotto”.
Nella città, come nelle altre 400 in cui si sono svolte le mobilitazioni, i manifestanti hanno denunciato il ritardo dell’inizio della campagna di vaccinazione in Brasile e hanno chiesto maggiori aiuti per le popolazioni povere che affrontano la pandemia.
La stampa brasiliana ha riportato manifestazioni in 20 dei 26 stati brasiliani.
(da agenzie)
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