Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
IN PIAZZA DEL POPOLO MENO DI MILLE PERSONE NONOSTANTE IL TRAINO DI PARLAMENTARI LEGHISTI
Fiaccole accese in piazza del Popolo a Roma “per accendere una speranza”, come
spiegano i manifestanti. E slogan scanditi come “il vaccino siamo noi, il virus siete voi”, “libertà” e “giù le mani dai bambini”.
Ma le proteste che hanno animato dodici città d’Italia contro le norme sul Green Pass decise dal governo e la campagna vaccinale, da Milano a Palermo sono state un flop.
Meno di 200 persone stasera a Milano, Bologna e Torino, annullate a Genova e Napoli.
Nella Capitale sono meno di mille, dal pomeriggio fino a poco prima delle 22, quelli che si sono dati appuntamento in piazza del Popolo dove c’è stata anche la Lega ma senza Matteo Salvini. Che però non ha negato il via libera ai parlamentari del Carroccio. Oltre ai leghisti Simone Pillon, Alessandro Pagano, Armando Siri, Claudio Borghi, Alberto Bagnai, hanno partecipato Vittorio Sgarbi e l’eurodeputato della Lega, Antonio Maria Rinaldi. Presente anche l’attore Enrico Montesano.§
Cori contro Draghi sono stati scanditi più volte.
Promotore della manifestazione l’avvocato Edoardo Polacco, “penalista al servizio del cittadino violentato dallo Stato”. È stato lui a mettere a punto una serie di denunce contro Roberto Burioni, Matteo Bassetti, Ilaria Capua e il presidente dell’ordine nazionale dei medici Filippo Anelli, rei di disinformare sul Covid.
“Ne stiamo preparando una anche per Draghi”, assicura mentre i partecipanti hanno lasciato documento e firma raccolti dalla deputata ex M5S, Sara Cunial, conosciuta per le sue posizioni no-Vax.
Vicino staziona Davide Barillari, Carlo Martelli, senatore ex grillino, che prende il megafono tra la folla per tracciare il parallelo tra la discriminazione degli ebrei e quella dei non vaccinati. E nella piazza, anche oggi come sabato, spuntano stelle di David esibite dai manifestanti.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
“ACCORDO COLLUSIVO TRA LUI E IL COGNATO”
Alla fine, a dare il “colpo di grazia” al governatore Attilio Fontana è stato un suo uomo di fiducia: l’ex dg di Aria Fabrizio Bongiovanni.
Nel corso di un lungo interrogatorio, il pomeriggio di martedì 25 maggio, quando le indagini della Gdf erano agli sgoccioli, a sorpresa Bongiovanni ha raccontato ai pm che, dopo una riunione al Pirellone del 19 maggio 2020, «l’ordine» di trasformare il contratto dei camici in parziale donazione «arrivò da Pier Attilio Superti», il vicario del segretario generale della Regione Lombardia.
E che Superti sottolineò che si trattava della «diretta volontà del presidente Fontana, alla quale si doveva dare esecuzione».
Anche per questo, i pm Luigi Furno, Carlo Scalas e Paolo Filippini, nell’avviso di conclusione delle indagini notificato ieri, tra gli altri, al governatore della Lombardia, parlano a chiare lettere di un «accordo collusivo» intervenuto tra Fontana e il cognato Andrea Dini, titolare della Dama spa, società in cui la moglie del governatore, Roberta Dini (non indagata) detiene il 10 per cento delle quote.
Un accordo che «anteponeva all’interesse pubblico, l’interesse e la convenienza personali del presidente della Lombardia». Il caso oramai noto è quello dei 75 mila camici e 7 mila set per gli ospedali che la centrale unica degli acquisti regionali Aria, nel bel mezzo dell’emergenza sanitaria, il 16 aprile 2020, aveva commissionato alla Dama per 513 mila euro.
A cui era anche seguita, da parte della società con sede a Varese, una proposta di fornitura di altri 200 mila camici per un milione e 200 mila euro. Sul contratto stipulato inizialmente tra Dini e Aria nessun ruolo viene attribuito dall’accusa al governatore. Che però, secondo i pm, «una volta emerso il conflitto di interessi derivante dal rapporto di parentela con il fornitore», quando Dini aveva già consegnato i primi 50 mila camici, si sarebbe prodigato per trasformare il contratto di fornitura in donazione, e per spingere Aria a rinunciare ai 25 mila camici non ancora ricevuti dal cognato «al fine di contenere il danno economico per Dama spa».
Per i pm coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli, l’obiettivo sarebbe stato uno soltanto: «Tutelare l’immagine politica di Fontana», che rischiava di venire travolto dalla polemiche in un momento delicatissimo della sua gestione. Sulla mancata consegna di quei 25 mila camici si fonda ora l’accusa di frode nelle pubbliche forniture contro tutti gli indagati che rischiano di finire sotto processo: Fontana, il cognato Dini, l’ex dg di Aria, Bongiovanni, l’ex direttrice acquisti di Aria, Carmen Schweigl, e il vicario del segretario generale della Regione, Superti (tirato in ballo da Bongiovanni).
«Sono molto amareggiato per le questioni di carattere morale e politico che emergono da questa vicenda e che rappresentano esattamente il contrario della verità», è il commento del governatore, difeso da Jacopo Pensa e Federico Papa. «Dimostrerò che la teoria dei pm è errata. Volevo evitare che la Regione avesse un esborso per dispositivi che ho sempre pensato fossero oggetto di donazione».
A dare il via alle indagini, condotte dal Nucleo speciale della polizia valutaria della Gdf, a maggio dello scorso anno, la «segnalazione di un’operazione sospetta» di Bankitalia. Una volta emersa la questione e – per l’accusa – chiesto al cognato di trasformare la fornitura in donazione, Fontana aveva provato a rimborsare a Dini il valore dei quasi 50 mila camici già consegnati alla Regione.
Ma il bonifico di 250 mila euro, partito da un conto svizzero del governatore, non era andato a buon fine «per mancanza di sufficiente provvista e di un’idonea fattura giustificativa». E la segnalazione della sua fiduciaria, attraverso Bankitalia, era arrivata sulla scrivania dei pm. Dando vita, tra l’altro, anche a un altro filone d’inchiesta, che resta aperto: quello sui 5 milioni di euro che Fontana avrebbe ereditato dalla madre su conti svizzeri, in cui è indagato per autoriciclaggio e falso in disclosure.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
URSO E’ SOLO PRESIDENTE DI UNA BICAMERALE E NON HA IL RANGO DI UN PREMIER… E CHI PRESIEDE IL COPASIR DOVREBBE AVERE UN APLOMB ISTITUZIONALE, NON DI PARTITO
Dalla cybersecurity alla green economy, fino alle banche e all’antiriciclaggio, il
presidente del Copasir, Adolfo Urso, ieri è salito in cattedra.
Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, incaricato del controllo dei servizi segreti italiani, è da sempre un organo improntato alla massima discrezione.
Il vertice del Comitato, una figura che dovrebbe essere quasi invisibile, ha invece organizzato una vera e propria visita ufficiale in Sicilia, dall’amico governatore Nello Musumeci, e ha cercato di dettare la linea su temi sensibili.
Tutto, in base a quanto denunciato dal dem Enrico Borghi, senza uno straccio di via libera neppure dallo stesso Copasir.
Ieri, al PalaRegione di Catania, si è tenuta la visita ufficiale di Urso a Musumeci. Un faccia a faccia di circa un’ora, in cui i due esponenti di centrodestra hanno parlato di immigrazione, sviluppo infrastrutturale ed imprenditoriale dell’isola e degli stessi temi legati alla sicurezza di cui si occupa il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
“Il presidente Draghi – ha detto Urso, riuscito alla fine, seppure a fatica, a ottenere l’ambita poltrona a cui si era incollato il leghista Raffaele Volpi – ha indicato l’agenda digitale come presupposto per l’ulteriore crescita economica del Paese e la tecnologia e l’innovazione sono tematiche certamente interconnesse con la sicurezza e la politica estera in Italia. I progetti innovativi per l’energia rinnovabile, l’economia digitale, e una rete infrastrutturale che consenta gli investimenti dall’estero sono l’obiettivo a cui puntare e la Sicilia ha tutte le carte in regola per questa ambizione. Per questo – ha aggiunto – deve però avere il supporto forte e convinto di Roma e Bruxelles sulla lotta alla criminalità, per sconfiggere appetiti mafiosi, per le tematiche legate alla immigrazione clandestina. Non può esserci sviluppo se non c’è sicurezza e viceversa”. Musumeci ha poi sostenuto che la grande attenzione che l’Occidente, gli Stati Uniti e l’Europa, hanno avuto verso la Sicilia dal dopoguerra ad oggi è stata dettata da esigenze di natura strategica e militare e che lui spera che la Sicilia possa essere al centro del loro interesse anche in termini economici.
Un confronto che ha portato però appunto Urso anche a discutere dei temi di competenza dello stesso Copasir.
“Noi siamo consapevoli – ha dichiarato tra l’altro – che la Sicilia è la regione di frontiera rispetto a quello che sono le principali questioni di rischio o minacce per l’Italia e l’Europa, ma anche per quelle che sono le principali potenzialità di sviluppo e le opportunità”.
Ancor più esplicito: “In Italia con Enel abbiamo la principale azienda energetica che ha sviluppato l’economia Green. Ed è punto nevralgico per quanto riguarda l’economia digitale: economia verde e digitale trovano, dunque, in Sicilia, un punto di partenza favorevole per l’intero sviluppo del Paese. Di questi argomenti si occupa anche il Copasir”.
A sottolineare l’inopportunità di quell’incontro di Urso è stato il dem Borghi, deputato e membro del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
“Leggo che il presidente del Copasir oggi ha incontrato il presidente della Regione Sicilia “in visita ufficiale”. Non sapevo che il presidente di una bicamerale avesse pari rango del Presidente della Repubblica o del premier. In ogni caso l’incontro non è stato deliberato dall’ufficio di presidenza del Comitato”, ha denunciato l’esponente del Partito democratico con un tweet.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
I CDC NON L’HANNO MAI DETTO, MA I SOLITI CAZZARI NO VAX LO FANNO GIRARE SUI SOCIAL
La falsa notizia sui tamponi che scambierebbero i virus influenzali per virus Covid che sta girando sui test PRC (ovvero i tamponi nasofaringei) è stata già chiarita ma continua a girare sui social, soprattutto in lingua inglese.
Partiamo dal principio: i CDC sono i Centers for Disease Control and Prevention, ovvero Centri per il Controllo e la Gestione delle Malattie. Il comunicato stampa dei CDC americano è stato manipolato – ovvero ne sono stati estratti gli stralci che servivano allo scopo – per creare una bufala tamponi Covid influenza ad hoc che fa e continuerà a fare danni visto il clamore che ha generato.
La notizia rimbalza ovunque, tra no vax e complottisti, e anche digitando le parole “test Covid” su Twitter si nota quanto il dibattito in merito sia pieno di interventi da parte di chiunque. Dibattito che, lo ripetiamo, si basa su una notizia manipolata. In Italia ne ha parlato Databaseitalia – come già precisato da David Puente su Open – amplificando la narrazione falsata della cosa.
Per capire i toni dell’articolo ne citiamo alcuni frammenti, da «la più alta autorità sanitaria del governo americano per il monitoraggio delle malattie ed in particolare di quelle infettive, ha lanciato un allerta che assume la portata di un missile nucleare contro il muro di gomma della narrazione internazionale sull’emergenza causata dal virus SARS-Cov-2» a «afferma tra le righe qualcosa di ancor già scioccante, anticipato da Gospa News già l’anno scorso: ovvero il rischio che i tamponi rinofaringei PCR, soggetti a cicli di amplificazioni variabili, possano non distinguere il Covid-19 da una semplice influenza».
La vera notizia qual è?
Il comunicato dei CDC non parla in alcun modo di test falsati ma comunica che uno specifico test che rileva solamente il Sars-Cov-2 e che è stato autorizzato nel 2020 non dovrà più essere utilizzato.
La ragione? Ad esso dovranno essere preferiti altri test PRC già attualmente in uso – autorizzati sempre dalla Food and Drug Administration – che sono in grado di identificare non solo il coronavirus ma anche il virus dell’influenza.
Tutto questo, comprensibilmente, per l’interesse comune a tutti di comprendere non solo – tra chi arriva dal medico con sintomi influenzali – chi abbia il Covid ma anche chi sia stato colpito dal virus dell’influenza. Virus che, come ogni anno, tornerà a presentarsi con l’arrivo del freddo e che deve essere comunque tracciato per tenere sotto controllo la classica influenza.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
L’INCONTRO DI STAMANE A PALAZZO CHIGI
Matteo Salvini continua a navigare in direzione opposta rispetto alla rotta indicata
da Mario Draghi per il suo governo. Lo si evince dalle sue posizioni sui vaccini, sul Green Pass e anche sul suo appoggio – testimoniato anche dalle fotografie – al movimento “Io apro” che, dopo aver “lottato” per la riapertura dei ristoranti (e non solo), adesso scende in piazza per dire no all’estensione della certificazione verde per consentire di mantenere i locali aperti e in sicurezza.
Il leader della Lega, una settimana dopo la conferenza stampa del Presidente del Consiglio, ancora non ha mandato giù quel messaggio rivolto proprio a lui (e agli altri politici che continuano ad ammiccare all’universo dei no vax e degli scettici sul vaccino anti-Covid).
Questa mattina, a Palazzo Chigi, la resa dei conti. Il capo del governo ha incontrato il senatore e segretario della Lega per affrontare diversi temi sull’agenda dell’esecutivo. Si è parlato di migranti – ça va sans dire –, di riforma della giustizia, di vaccini (con annessa discussione sugli obblighi per alcune categorie) e di Green Pass.
Poi, come sottolineato dallo stesso Salvini, i due hanno affrontato anche quell’attacco diretto in conferenza stampa della scorsa settimana.
“C’è stato un chiarimento, ma chiedetelo a lui. Io non parlo per interposta persona. Ho sottolineato il rammarico, come Lega stiamo lavorando come matti per tenere insieme tutto, certe considerazioni sono ingenerose”.
Così il segretario del Caroccio all’uscita dall’incontro a Palazzo Chigi. Un chiarimento sulla risposta di Draghi della scorsa settimana quando, replicando all’osservazione di un giornalista che aveva riportato il pensiero di Salvini che sconsigliava le vaccinazioni agli under 40, aveva detto:
“L’appello a non vaccinarsi è appello a morire, sostanzialmente, non ti vaccini, ti ammali e muori, non ti vaccini e contagi. Senza vaccinazione si deve chiudere tutto”.
E già il giorno dagli ambienti leghisti trapelava un certo malcontento di Matteo Salvini per quelle parole. Oggi l’incontro chiarificatore, ma di chiaro c’è solo che il leader del Carroccio non sembra voler fare autocritica. Anzi, ha accusato il capo del governo di aver fatto “considerazioni ingenerose”.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
“SE SCENDI IN PIAZZA CONTRO LE SCELTE DEL GOVERNO DI CUI LA LEGA FA PARTE SII COERENTE E CHIEDI LE DIMISSIONI DEI TUOI MINISTRI”
Questa sera in piazza del Popolo, a Roma, ci sarà la manifestazione organizzata dal comitato “Libera Scelta” contro il Green Pass per accedere ai ristoranti (al chiuso, perché la norma prevede limitazioni solamente per i posti interni e non all’esterno).
Tra i partecipanti ci sarà anche un deputato della Lega che negli ultimi giorni è tornato a far parlare di sé per molte posizioni che vanno contro quello stesso governo che ha sostenuto (con il voto di fiducia iniziale) e sostiene tutt’ora.
Una situazione che sembra essere incoerente e quasi distopica tra quel che si dice e quel che poi, fattivamente, si fa. Il tutto è stato messo in evidenza dal tweet di Stefano Bonaccini contro Claudio Borghi.
“Se Claudio Borghi ha un minimo di coerenza, manifestando domani contro il green pass, chiederà immediatamente le dimissioni dei ministri leghisti al governo – ha scritto su Twitter il Presidente della Regione Emilia-Romagna -. Pur vero che, a proposito di coerenza, è passato da ‘No Euro’ e ‘fuori dall’Euro’ alla fiducia a Mario Draghi”.
Una biografia, politica, scritta utilizzando solamente 267 caratteri (spazi inclusi).
Perché il deputato della Lega, ex Presidente della Commissione Bilancio alla Camera durante il governo Conte-1 (e anche nel primo anno del Conte-2), era salito agli onori della cronaca per le sue posizioni contro l’euro, ammiccando a più riprese verso quel concetto di ItalExit tanto caro ai Paragone&Co. Poi non se ne fece nulla (almeno per il momento) e le posizioni anti-europeiste e anti-moneta unica si tramutarono in un voto di fiducia al governo Draghi, ex Presidente della Banca Centrale Europea e forte sostenitore dell’euro. Da sempre. Come un serpente che, stagionalmente, muta la sua pelle in superficie.
E proprio partendo da ciò, il tweet di Bonaccini contro Borghi è molto sintetico, ma efficace. Questa sera, infatti, il deputato della Lega sarà al fianco dei ristoratori che protestano contro il Green Pass, come sottolineato in più occasioni sul suo attivissimo profilo Twitter, costantemente aggiornato come una radiocronaca di “Tutto il calcio minuto per minuto”.
(da NextQuotidiano)
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Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
DA SETTEMBRE CHI NON SI VACCINA RISCHIA LO STIPENDIO
Non solo ristoranti e locali: adesso anche l’azienda Sterilgarda ha dovuto subire gli
attacchi no-vax per un comunicato che ha inviato ai propri dipendenti. Da settembre chi è senza green pass rischia lo stipendio
Sterilgarda, una delle più importanti aziende del settore agroalimentare del Mantovano, è il quarto produttore di latte in Italia e conta circa 350 dipendenti, ha inviato ai suoi lavoratori una lettera che annunciava la linea dura sul green pass: da settembre chi non ne è in possesso perché non vaccinato sarà destinato a mansioni differenti in modo “da escludere rischi di contagio per contatti con altri dipendenti”.
E se non fosse possibile “il lavoratore non verrà ammesso in azienda con sospensione della retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa”. Insomma potrebbe rimanere senza stipendio.
“È convinzione della società — si legge nella lettera — che gli strumenti di contenimento della pandemia, in primis i vaccini, siano e saranno fondamentali per evitare la reintroduzione di misure restrittive. Tutelare l’azienda dai rischi biologici rientra tra gli obblighi del datore in tema di sicurezza sul posto di lavoro. La normativa in vigore prevede già, per molte categorie di lavoratori, la somministrazione obbligatoria di vaccini quali quello contro il tetano, contro l’epatite B o il vaccino antitubercolare. A ciò si aggiunga che la sottoposizione alla vaccinazione costituisce anche uno strumento etico di rispetto e tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, oltre che di tutti coloro che si trovano a dover già convivere con situazioni patologiche incompatibili con la somministrazione del vaccino, rimanendo pertanto soggetti esposti al contagio in ambiente lavorativo”
Il passaggio sulla sospensione è diventato oggetto dell’ira no-vax. I contrari al vaccino hanno tradotto sospensione con licenziamento invitando a boicottare l’azienda e inondandola di messaggi negativ
“L’Azienda mira a salvaguardare solo la salute e il posto di lavoro dei propri dipendenti, con l’impegno ad aprire un tavolo di confronto con Sindacati e Medico del Lavoro, senza alcuna imposizione né minaccia”
Nessuno ha mai parlato di licenziamento. E nonostante la shitstorm l’azienda sta Ricevendo il plauso di tantissime persone
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
CINQUE ARRESTI TRA TITOLARI E DIPENDENTI… UNA VERGOGNA PER UN PAESE CIVILE
Scoperto ospizio lager a Caltanissetta. Brutta sorpresa per i Carabinieri che hanno eseguito cinque ordinanze cautelari nei confronti di titolari e dipendenti di una struttura assistenziale per disabili psichici.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di violenza sessuale aggravata, maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione di infermiere. Le indagini del Nas di Ragusa hanno documentato casi di violenze sessuali, percosse, malnutrizione, abbandono di incapaci e somministrazione abusiva di farmaci.
Al centro delle indagini è finita una struttura formalmente divisa in due comunità, ma di fatto accorpate. Visto il degrado e lo stato di abbandono degli anziani, i pazienti sono stati ricollocati presso altre strutture.
Dagli accertamenti sono emerse gravi anomalie nella gestione delle due comunità, in relazione alle condizioni strutturali, igienico sanitarie, funzionali e organizzative che facevano dedurre la non appropriata assistenza sanitaria degli ospiti.
Successivamente, sono emersi casi di maltrattamento fisico nei confronti mediante percosse, schiaffi e pugni. I pazienti sarebbero stati vessati con ingiurie, abbandonati, malnutriti e alimentati solamente con riso o con pane raffermo.
Emblematico è l’episodio in cui uno degli ospiti, cieco, viene picchiato brutalmente da un operatore, poiché colpevole di aver orinato al di fuori del water. Raccapriccianti le immagini delle telecamere che riprendono l’operatore che conduce per mano il disabile, tra l’altro non vedente, lo fa sedere e poi si accanisce sulla mano destra applicando una leva sulle dita dell’anziano, facendolo inginocchiare. In tale contesto, le telecamere hanno anche svelato casi di violenza sessuale, da parte di uno solo degli indagati, nei confronti di una anziana.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2021 Riccardo Fucile
IN ALTERNATIVA TEST REGOLARI, DISTANZIAMENTO, MASCHERINA E RESTRIZIONI NEI VIAGGI
Tempi duri per i no vax coccolati da Trump: il presidente degli Stati Uniti Joe Biden
sta considerando l’idea di richiedere a tutti i dipendenti federali civili di vaccinarsi obbligatoriamente contro il coronavirus, una circostanza che rappresenterebbe un significativo cambio di passo dell’amministrazione Usa.
In alternativa, i dipendenti federeli sarebbero costretti ad effettuare test regolari, rispettare il distanziamento sociale, indossare la mascherina e sottoporsi a restrizioni sulla maggior parte dei viaggi, hanno detto fonti dell’amministrazione citate dal New York Times.
Biden, che potrebbe prendere una decisione entro la fine di questa settimana, ha già annunciato che domani terrà un discorso sui “prossimi passi nello sforzo” degli Stati uniti “per vaccinare più americani”.
L’eventuale scelta di Biden riflette la crescente preoccupazione tra i massimi funzionari sanitari federali per la diffusione della variante Delta del coronavirus, altamente contagiosa, considerata una minaccia soprattutto per i bambini, gli anziani e gli immunodepressi.
Rispondendo a un giornalista, che ieri gli ha chiesto un chiarimento su un’eventuale richiesta di vaccinazione per i quasi due milioni di lavoratori federali della nazione, Biden è stato schietto. “Questo tema è in esame in questo momento. Ma se non sei vaccinato, non sei così intelligente come pensavo che fossi”, ha risposto.
Biden non ha fornito dettagli, ma i funzionari dell’amministrazione citati dal Nyt hanno affermato che l’idea in discussione è simile a quanto annunciato lunedì dalle autorità della città di New York, che richiederanno a tutti i 300.000 dipendenti locali di essere vaccinati o di sottoporsi a test settimanali.
(da agenzie)
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