Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
L’UOMO DANNEGGIAVA MONOPATTINI E HA ANCHE PICCHIATO L’AGENTE FUORI SERVIZIO CHE POI NON HA POTUTO ENTRARE IN QUESTURA PER COMPILARE GLI ATTI
Il poliziotto che avrebbe dovuto compilare gli atti del suo arresto non poteva
entrare in questura per sbrigarli, perché privo di Green Pass.
Solo per questo il vandalo sorpreso a danneggiare monopattini in via Pietro Cossa, alla periferia di Torino, ha evitato le manette.
Un colpo di fortuna, deve aver pensato lui, che qualche sera fa, ubriaco, si è visto avvicinare da un uomo che gli ha impedito di continuare la sua opera distruttrice.
Quell’uomo era un agente di polizia, libero dal servizio, che si è visto anche aggredire dal suo interlocutore con una scarica di calci e pugni.
Quando sono arrivate le volanti di supporto, chiamate dall’agente fuori servizio, sembrava scontato che per il danneggiatore di monopattini sarebbe scattato l’arresto per resistenza.
Senza il Green Pass, però, l’agente che lo aveva fermato e che era stato aggredito non avrebbe potuto compilare gli atti dall’ufficio della questura. Ogni altra soluzione alternativa – come quella, ipotizztata, che fossero i colleghi ad andare a casa sua per raccogliere la denuncia – sembrava troppo complicata e così, dopo aver sentito anche gli uffici della questura, l’agente ha rinunciato all’arresto limitandosi a denunciare i fatti agli altri poliziotti, proprio come un normale cittadino. Per l’aggressore, quindi, è scattata solo una denuncia a piede libero.
(da agenzie)
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Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
FDI 20% (-0,4%), PD 19% (+0,5%) , LEGA 17,9% (-1,8%), M5S 14,8% (-1,3%), FORZA ITALIA 7,7% (+ 0,6%)
Fratelli d’Italia perde consensi ma resta il primo partito, avanza il Pd, crollano Lega e M5S: è quanto emerge dagli ultimi sondaggi politici elettorali elaborati da Emg per il programma Cartabianca.
Secondo la rilevazione, infatti, Fdi resta il primo partito con il 20 per cento dei consensi pur registrando, rispetto al sondaggio precedente realizzato un mese prima, un calo dello 0,4%.
Ne approfitta il Partito Democratico che, guadagnando mezzo punto percentuale, si porta al 19%, a un punto di distanza dal partito di Giorgia Meloni.
Crolla la Lega, che registra un calo dell’1,8 per cento con il partito di Matteo Salvini che ora è accreditato al 17,9%.
Non va meglio al Movimento 5 Stelle, che dal 16,1% scende al 14,8 per cento, con un calo dell’1,3%.
Forza Italia guadagna lo 0,6 per cento ed è ora al 7,7%.
Ma è Italia Viva il partito che guadagna più di tutti secondo questo sondaggio: il partito di Matteo Renzi, infatti, cresce dello 0,9 per cento e sale al 4,1%.
Anche Azione è tra i partiti che guadagnano consensi, lo 0,4 per cento per la precisione, ed è ora accreditato al 3,9%.
(da agenzie)
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Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
E LA CASSAZIONE STABILISCE CHE I MIGRANTI PASSATI DALLE PRIGIONI LIBICHE VANNO TUTELATI… UN GIORNO L’INTERNAZIONALE SOVRANISTA DOVRA’ RISPONDERE DI CRIMINI CONTRO L’UMANITA’
Dopo la richiesta di archiviazione per Mare Jonio, arriva il definitivo
proscioglimento anche per Sea Watch. Non bastasse, la Corte di cassazione ha bocciato, con una sentenza che farà giurisprudenza, la mancata concessione della protezione internazionale a un migrante che, secondo la corte, meritava di essere tutelato come chiunque sia sopravvissuto ai campi di prigionia in Libia.
Il caso della nave Sea Watch, dopo oltre due anni di indagini della procura di Agrigento, è stato chiuso con l’archiviazione disposta dal giudice delle indagini preliminari su richiesta degli inquirenti.
Era uno dei salvataggi avvenuti nel complicato maggio 2019. Il comandante Arturo Centore, assistito dai legali Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, portò la nave a Lampedusa, dove venne sequestrata per ordine della procura.
Ma anche quella volta la condotta di una motovedetta libica appare oggi «in contrasto con quanto normalmente previsto in tutto il Mondo per l’attività Sar, cioè per l’attività di ricerca e salvataggio in mare, nella quale – si legge nel dispositivo del giudice – di solito gli Stati si avvalgono di ogni mezzo a disposizione (pubblico o privato) presente nell’area dell’evento per individuare il natante in difficoltà e per salvare le persone a bordo».
Il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il pubblico ministero Cecilia Baravelli, dopo avere iscritto l’equipaggio sul registro degli indagati, sono arrivati alla conclusione che «i soccorritori agiscono, infatti, perché costretti dalla necessità di salvare le persone che si trovano a bordo delle precarie imbarcazioni con le quali effettuano le traversate nel Mar Mediterraneo».
Perciò gli indagati hanno adempiuto «ai doveri previsti dalle fonti nazionali e sovranazionali, che impongono agli Stati e ai comandanti delle imbarcazioni tutte, pubbliche e private, il salvataggio delle vite umane in mare».
E’ come se di colpo la dottrina Minniti, confermata e aggravata poi da Matteo Salvini e infine mai del tutto riformata dai governi successivi, si infrangesse di colpo.
«Le considerazioni sulla certificazione rafforzano il caso Sea Watch rimesso alla Corte di Giustizia Ue dal Tar di Palermo, che chiarirà se l’Italia possa imporre standard su navi straniere – osserva Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch –. Se i pm di Agrigento concludono che non possa farlo su quelle italiane, a maggior ragione la Guardia costiera non può imporre regolamenti, per altro inesistenti come sottolineato dagli inquirenti, su navi battenti bandiera estera».
Una volta sbarcati a terra i richiedenti asilo devono poi misurarsi con il percorso a ostacoli verso il riconoscimento della protezione internazionale.
La Corte di Cassazione è intervenuta accogliendo il ricorso di un giovane senegalese, a lungo segregato e seviziato nei campi di prigionia libici, ma che non si è visto accogliere la domanda d’asilo.
La corte ha rinviato il caso ai giudici di secondo grado, perché, oltre alla minore età il tribunale che aveva respinto i precedenti ricorsi «ha del tutto trascurato» specialmente «le violenze subite nel campo di detenzione in Libia».
(da Avvenire)
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Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
PROSCIOLTO L’EQUIPAGGIO CHE AVEVA SALVATO 65 MIGRANTI IN MARE
Il salvataggio in mare non solo non viene ascritto come reato, ma è definito come un dovere. Il caso della Sea Watch si chiude dopo due anni di indagini con il proscioglimento dalle accuse per il comandante Arturo Centore e per l’equipaggio della nave della Ong tedesca che nel maggio 2019 soccorse in mare 65 migranti.
Ad anticipare la decisione presa dal giudice per le indagini preliminari è Avvenire che riporta parte del dispositivo della sentenza secondo cui “i soccorritori agiscono perché costretti dalla necessità di salvare le persone che si trovano a bordo delle precarie imbarcazioni con le quali effettuano le traversate nel Mar Mediterraneo”.
Non solo, nel testo viene ribadito che le persone coinvolte nelle indagini in questi due anni avrebbero adempiuto “ai doveri previsti dalle fonti nazionali e sovranazionali, che impongono agli Stati e ai comandanti delle imbarcazioni tutte, pubbliche e private, il salvataggio delle vite umane in mare”.
Il reato ipotizzato per gli iscritti nel registro degli indagati, compreso il capitano Arturo Centore, era quello di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La nave della Ong tedesca nel maggio del 2019 aveva soccorso 65 migranti a circa 30 miglia dalle coste libiche e su indicazione di Centore si era diretta verso le acque italiane, fermandosi a Lampedusa dove le persone a bordo furono fatte sbarcare e l’imbarcazione fu messa sotto sequestro e perquisita dalla Guardia di Finanza.
Centore fu interrogato per ore, ribadendo che avrebbe rifatto le stesse scelte senza batter ciglio: “Per salvare vite umane rifarei tutto quanto”, aveva detto. Oggi, il proscioglimento dalle accuse e la conseguente archiviazione delle indagini gli hanno dato ragione.
Una storia che si intreccia con quella della Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea anch’essa sequestrata nel 2019 dopo un’operazione di salvataggio in mare.
Ieri dalla Procura di Agrigento è arrivata la richiesta di archiviazione motivata in base al fatto si sarebbe “adempiuto il dovere di salvataggio di persone in pericolo di vita in mare”. Anche la Mare Jonio, dopo aver salvato trenta migranti si diresse verso le coste di Lampedusa, ignorando l’indicazione del Ministero dell’Interno di sbarcare in Libia. Da lì, le indagini per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico del comandante Massimiliano Napolitano e dell’armatore Beppe Caccia.
(da Fanpage)
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Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
SI’ A SEMPLICI ORDINI DEL GIORNO SIA DEL CENTROSINISTRA CHE DEL CENTRODESTRA CHE IMPEGNANO IL GOVERNO A FARE COME GLI PARE…UN GIORNO QUALCUNO CI DIRA’ CHI LI PROTEGGE
L’impegno richiesto è di “valutare le modalità per dare seguito al dettato
costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione fascista, artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”: a distanza di 12 giorni dalla manifestazione a Roma contro il Green Pass, culminata con l’assalto della formazione di estrema destra guidata da Roberto Fiore e Giuliano Castellino alla sede nazionale della Cgil, il Senato ha approvato ieri l’odg unitario nel quale sono confluite le 4 mozioni proposte da Pd, Leu, M5s e Italia viva sullo scioglimento dei movimenti neofascisti
L’ordine del giorno sottoscritto anche dal gruppo delle Autonomie, che resta un atto di indirizzo al governo, è stato riformulato però in maniera differente rispetto ai testi di partenza, quello del Pd, ad esempio, impegnava il governo “a dare seguito al dettato costituzionale” e non “ a valutare”.
Stesso discorso per il dispositivo del centrodestra, che a sua volta aveva presentato una mozione sull’impegno a contrastare tutte le forze eversive (mentre un’altra di FdI contro il fenomeno dei totalitarismi è stata ritirata e sarà ripresentata la prossima settimana): rivista e corretta dopo una pausa dei lavori richiesta dalla capogruppo dem Simona Malpezzi, alla fine, entrambi i testi sono stati approvati dall’Aula per alzata di mano, con la Malpezzi che però ha rimarcato il fatto che rispetto alle terribili violenze compiute da Forza nuova, il Parlamento aveva la possibilità di approvare con una voce sola un atto di indirizzo politico al governo, chiedendo l’applicazione della nostra Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista.
“Sull’antifascismo dovremmo essere tutti d’accordo, tutti uniti senza nessuna ambiguità o distinzione – ha spiegato -. Mi sarei aspettata unità. Non abbiamo mai chiesto lo scioglimento di un partito di destra, ma di un partito che si dichiara apertamente fascista e che agisce con metodi violenti e sovversivi”.
Chiara in questo senso anche la posizione del segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini che ieri a Porta a Porta su RaiUno ha ricordato che “Forza Nuova ha assaltato la Cgil e prima la sede dell’Espresso, ha menato giornalisti, si richiama espressamente al fascismo non solo in termini di idee e pratica apertamente la violenza, è sotto gli occhi di tutti” e che la famosa legge Scelba “permetterebbe al governo di fare un atto molto preciso: la richiesta di Cgil, Cisl e Uil è chiara e lo chiedevamo già da anni, ricordiamo che i loro capi sono arrestati e in galera. Cosa altro serve? Lo Stato – sottolinea il leader sindacale – deve essere forte quando viene attaccata la democrazia, ne va della sua credibilità”.
Come d’intesa con Lega e Forza Italia, FdI non ha partecipato al voto
Sulla mozione del centrodestra, invece, ad astenersi sono stati Pd, M5S, Iv e Leu. Oggi la palla passa alla Camera dove l’Aula esaminerà a sua volta le mozioni presentate dal centrosinistra sullo scioglimento di Forza Nuova.
(da La Notizia)
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Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
“HO USATO IL MEGAFONO PER CERCARE DI BLOCCARE L’ASSEDIO AL SINDACATO”… “ERO LI’ MA SONO ENTRATO DOPO GLI ALTRI”
L’interrogatorio di Lorenzo Franceschi ci ha restituito una serie di stranezze che la metà ne basterebbero. “Ho usato il megafono per cercare di bloccare l’assalto al sindacato”. Hanno respinto le accuse gli ultimi due arrestati per l’assalto alla Cgil avvenuto a Roma dello scorso 9 ottobre, accusati di devastazione aggravate e resistenza pluriaggravata.
“Sono entrato per curiosità” ha detto Lorenzo Franceschi, 58enne di Arezzo, all’interrogatorio di ieri mattina. Entrambi hanno detto che Forza Nuova non è più operativa e che avevano preso contatti per la manifestazione “tramite le chat no green pass. Ho portato con me una bandiera, ma è legittimo alle manifestazioni”
Interrogato anche Massimiliano Ursino, 44 anni, leader di Palermo del movimento di estrema destra.
“Conosco sia Roberto Fiore, sia Giuliano Castellino, sia Luigi Aronica, scendiamo in piazza come semplici manifestanti”, ha affermato Ursino, difeso dall’avvocato Enrico Sanseverino. Ricordando la manifestazione di sabato 9 ottobre, Franceschi ha spiegato che aveva “il megafono in mano per invitare i manifestanti a non entrare alla Cgil”: “Ho usato il megafono per cercare di bloccare l’assalto al sindacato” ha detto al gip.
Eppure era stato lo stesso giudice delle indagini preliminari ad evidenziare condotte ben diverse negli scorsi giorni,
“Alcune immagini mostrano la carica distruttiva degli occupanti e documentano la piena compartecipazione dell’Ursino il quale, da organizzatore e promotore della iniziativa, lasciava che gli altri scatenassero la rabbia all’interno dei locali. Ursino, dunque, forniva il proprio supporto logistico – si riporta nell’ordinanza – perché entrava dalla finestra nella sede della Cgil e poi provava a forzare il portone spintonandolo insieme agli altri, nonché offriva, compiaciuto, il proprio sostegno morale sia alla devastazione della sede della Cgil che alle violenze perpretate ai danni delle forze dell’ordine”.
(da agenzie)
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Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
IL VIMINALE SPIEGHI PERCHE’ AI NO VAX E’ PERMESSO TUTTO, GUAI A CARICARLI E SCIOGLIERE LE MANIFESTAZIONI NON AUTORIZZATE MENTRE A DEI RAGAZZINI NON E’ PERMESSO ENTRARE A SCUOLA… LA DENUNCIA DI UNA RAGAZZA: “UN AGENTE MI HA PALPEGGIATA, IL SUO SUPERIORE L’HA FATTO ALLONTANARE”
Manganellate agli studenti del liceo artistico Ripetta. Momenti di tensione e di
violenza davanti ai cancelli della scuola. La Polizia di Stato ha caricato un nutrito gruppo di giovani. Le forze dell’ordine sono intervenute in occasione dell’occupazione del centralissimo liceo di via Ripetta.
Stamattina, numerosi studenti si erano radunati davanti al cancello della sede centrale per un presidio di solidarietà ai circa cento ragazzi che ieri hanno occupato la scuola. L’obiettivo era quello di raggiungere i compagni di scuola all’interno dell’istituto per unirsi alla protesta e partecipare all’occupazione.
Davanti all’ingresso, però, ad attenderli, c’erano le camionette della Polizia di Stato. Ma i manifestanti non hanno desistito. Si sono messi davanti ai poliziotti con le mani alzate. Sono seguiti attimi di concitazione, poi sono partite le cariche degli agenti. Uno studente ha riferito a Fanpage.it che un ragazzo di 17 anni è rimasto ferito dopo aver ricevuto un colpo di scudo al volto da un poliziotto.
La situazione resta tesa: i ragazzi all’esterno continuano a rivendicare il diritto di unirsi agli occupanti. Intanto, una delegazione di studenti è riuscita ad ottenere un colloquio con il Prefetto, che si sta svolgendo in questi minuti.
Ma niente, per ora, sembra destinato a sbloccarsi. Le camionette del Reparto Celere restano a presidiare il cancello della scuola e gli studenti sembrano decisi a restare.
Il confronto con il Dirigente Scolastico non ha dato finora buoni frutti. L’occupazione è scattata ieri alle 13: i giovani protestano contro il modello scolastico del ministro Bianchi, per l’abolizione degli orari scaglionati e per ottenere maggiori spazi di socialità negli ambienti scolastici.
Una studentessa, in un video Instagram postato dal profilo di un collettivo studentesco del liceo Ripetta, ha dichiarato: “Ero in prima linea quando è iniziata l’agitazione tra le due parti. Ero davanti a questo poliziotto che ha iniziato a toccarmi i fianchi, a stringerli, a salire sul corpo, a dirmi ‘piccolina non ti fare male, ci penso io’. Ha iniziato a salire con la mano e a mettermela sul seno”. E ha aggiunto: “Sono riuscita a prendergli la mano e a levarla. Dopo un poliziotto gli ha detto ‘forse è meglio che te ne vai’ e l’hanno portato via”.
(da Fanpage)
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Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
IL FOTOMONTAGGIO PUBBLICATO E’ SOLO L’ULTIMO ANELLO DI UN DELIRIO
Scoppia la polemica sulla garante dei detenuti di Ivrea, Paola Perinetto, che su Facebook ha paragonato Mario Draghi al terrorista Cesare Battisti facendo leva sulla somiglianza fisica.
«Nella foto – aveva scritto nel post prima di rimuoverlo – possiamo osservare un caso di estrema somiglianza. Uno è un criminale senza scrupoli. L’altro è Cesare Battisti». Il post era stato pubblicato lo scorso mercoledì, come scrive il Corriere della Sera, ma Perinetto non è nuova ad attacchi contro il governo soprattutto per la sua netta contrarietà al Green pass obbligatorio.
Durissima anche la sua reazione contro le forze dell’ordine, dopo lo sgombero del presidio al porto di Trieste, che avrebbero: «calpestato la Costituzione», definendo la protesta triestina: «la Tiennanmen italiana».
Aveva anche condiviso un fotomontaggio con Benito Mussolini e il poliziotto che aveva dato il via allo sgombero di Trieste.
Perinetto, che sui social non nasconde le sue posizioni No vax, aveva rilanciato l’appello ad aderire allo sciopero generale del 15 ottobre, per il quale qualche giorno prima lanciava un’idea: «Riusciamo a farci sentire bloccando l’Italia? Vale la pena fare qualche sacrificio».
Dal garante nazionale dei detenuti è partito poi l’appello al sindaco e al Consiglio comunale di Ivrea perché rimuovano Perinetto dal suo incarico, ricevuto nel 2018: «per l’inqualificabile parallelo da lei proposto e le valutazioni espresse».
(da agenzie)
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Ottobre 21st, 2021 Riccardo Fucile
L’ASSASSINO DI YOUNS TEME VENDETTE E ORA LO STATO GLI GARANTISCE ANCHE LA SORVEGLIANZA: A QUANDO UNA MEDAGLIA?
Dopo il ritorno in libertà, per Massimo Adriatici, l’ex assessore alla sicurezza del
Comune di Voghera (Pavia) in quota Lega indagato per eccesso di legittima difesa, scatta la sorveglianza.
La Prefettura di Pavia, su indicazione del ministero dell’Interno, ha disposto il servizio quando ieri, 20 ottobre, sono scaduti gli arresti domiciliari durati 3 mesi.
La notizia era già stata annunciata ieri.
La sera dello scorso 20 luglio in piazza Meardi, Adriatici sparò un colpo che uccise Youns El Boussetaoui, marocchino 38enne.
Il regime di sorveglianza da parte delle forze dell’ordine potrebbe essere una misura preventiva per quanto da tre mesi respira a Voghera, come la serie di manifestazioni contro l’avvocato. Un clima che preoccupa i suoi legali.
Nonostante Adriatici non abbia mai ricevuto minacce dirette, gli attacchi all’ex assessore sono arrivati spesso via social: l’ultimo nella giornata di ieri, con un post in arabo che contestava il suo ritorno in libertà e con la sua immagine a testa in giù.
(da agenzie)
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