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SONDAGGIO SWG LA7: IL PD PRENDE IL VOLO, CALANO FDI, LEGA, M5S E FORZA ITALIA. CENTROSINISTRA+ M5S A POCO PIU’ DI UN PUNTO DAL CENTRODESTRA

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

PD 20,8% (+ 0,5%), FDI 19,8% (-0,4%), LEGA 18,4% (-0,3%), M5S 15,7% (-0,4%), FORZA ITALIA 6,8% (-0,1%), AZIONE 4% (+0,1%), SINISTRA 2,5%, VERDI 2,4%, ITALIA VIVA 2,4%, MDP 2,2%, + EUROPA 2,1%

Oggi sono stati diffusi i dati del nuovo sondaggio SWG durante l’ultima edizione del Tg La7, riguardante le Intenzioni di voto.
Rispetto allo scorso lunedì crescono soltanto il Partito Democratico (+0,5) e Azione (+0,1).
Calano invece Fratelli d’Italia e il Movimento 5 Stelle, che cedono quattro decimali. Giù anche la Lega (-0,3).
Rispetto ad una settimana fa crescono i Verdi (+0,3), Italia Viva (+0,2) e Più Europa (+0,2). Cala invece Mdp Articolo 1 che perde due decimali.
Questa la situazione aggiornata sulle coalizioni:
Cdx: 45% (-0,8)
Csx: 43,6% (+0,2)
Centro: 8,5% (+0,5)
La novità è che l’alleanza Pd-M5S-Sinistra ha ridotto lo svantaggio che fino a qualche mese fa era di 6-7 punti a poco più di un punto nei confronti del Centrodestra.
Mentre il Centro ipotetico di Azione e + Europa avrebbe circa il 6% (con Renzi l’8,5%) di consenso

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UNA REPUBBLICA AFFONDATA SUL LAVORO

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

DALLA WHIRLPOOL DI NAPOLI ALLA GAS JEANS DI VICENZA, PASSANDO PER MARCHI COME PALUANI, PASTA ZARA E STIGE… LA MAPPA DELLE AZIENDE A RISCHIO CHIUSURA IN ITALIA

L’eterno caso Whirlpool di Napoli, con il licenziamento di 320 lavoratori sul tavolo. Ma anche la ristrutturazione della catena di supermercati Carrefour, che prevede qualcosa come oltre 700 esuberi e la chiusura di vari punti vendita.
E la questione SaGa Coffee di Gaggio Montano, nel Bolognese, che mette in bilico il futuro di 220 persone, di cui circa l’80 per cento di donne.
Mentre la politica va in fibrillazione sulla Legge di Bilancio e ancora di più sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il Paese reale è attraversato da una serie di crisi aziendali, che surriscaldano il clima sociale.
Toccando da vicinissimo il tessuto del Nord-Est, cuore produttivo dell’Italia. Con il ministero dello Sviluppo economico, guidato da Giancarlo Giorgetti spesso in disaccordo con la sua vice grillina, Alessandra Todde, chiamato a intervenire per evitare un bagno di sangue.
La manifattura Riese di Carpi in Cig fino al 31 ottobre
Dietro alle storie più rumorose, ci sono decine di altre realtà produttive, che – messe insieme – coinvolgono migliaia di posti di lavoro. Un esempio? La manifattura Riese di Carpi (Modena), produttrice del marchio di abbigliamento Navigare, ha scongiurato il licenziamento di 82 dipendenti, come previsto inizialmente, solo grazie alla cassa integrazione. Almeno fino al 31 ottobre 2022, insomma, la situazione è congelata dagli ammortizzatori sociali. «Dopo mesi di dure trattative, con fasi di dialettica anche aspra, si è addivenuti ad un accordo che di certo non rilancia nell’immediato un’azienda detentrice di un marchio storico, ma salvaguarda i 58 dipendenti ancora in forza all’azienda», hanno fatto sapere le sigle sindacali. Sempre a Carpi, la Migor, storico brand di produzione delle camicie (fondato nel 1931), sta pagando dazio alla pandemia, che ha peggiorato un quadro instabile: 36 lavoratori scrutano con preoccupazione il futuro, nonostante l’impegno di sindacati e istituzioni che stanno cercando una soluzione.
Nel Vicentino a rischio Gas Jeans e Forall Pal Zileri
Più a nord, in Veneto, le acque sono molto agitate per l’Abb, società del settore della plastica con sede a Marostica (Vicenza), dove sono in ballo almeno un centinaio di posto, tra diretti e indiretti. La decisione di chiudere lo stabilimento «è maturata a causa della mancanza di competitività delle produzioni ivi realizzate che non sono più ritenute sostenibili», riferisce un comunicato del Mise. Sempre nel Vicentino, un altro marchio di abbigliamento, la Gas Jeans di Chiuppano, vede avvicinarsi lo spettro della distruzione di 200 posti di lavoro. Negli ultimi giorni si stanno manifestando possibili acquirenti e c’è un pizzico di ottimismo su una possibile svolta. Nella stessa area provincia, e sempre nell’ambito della moda, resta incerto il futuro di Forall Pal Zileri, con 200 dipendenti che attendono risposte. E non da oggi.
Paluani potrebbe chiudere nell’anno del suo centenario
Anche la Paluani, nota produttrice di dolci, sta vivendo una situazione difficile, proprio mentre celebra i suoi cento anni di vita. Si teme che potrebbe essere l’ultimo Natale in cui i pandori Paluani saranno sulle tavole degli italiani. I lavoratori assunti stabilmente sono una settantina, a cui si aggiungono, durante le festività, almeno 500 stagionali. Il Tribunale di Verona ha accolto l’istanza di concordato preventivo. Si vedrà. Del resto gli appassionati di sport erano consapevoli delle difficoltà del proprietario, Luca Campedelli, che in estate ha vissuto il fallimento del Chievo, ex favola del calcio italiano. L’auspicio è che Paluani possa ricalcare le orme della Melegatti, che anni addietro visse una storia simile, rialzandosi anche grazie a un cambio di proprietà e una mirata campagna di comunicazione.
In liquidazione la Stige di Torino
Non saranno festività serene nemmeno per gli 81 dipendenti dello stabilimento di Rovato, a Brescia, in cui si produce la pasta Zara. La notizia non è stata certo un fulmine a ciel sereno, i problemi erano emersi da tempo. I bilanci si sono infatti appesantiti negli ultimi due anni e l’aumento dei prezzi delle materie prime, come il grano, ha favorito la decisione di chiudere la sede. Si spera che a Rovato qualche altro marchio rilevi lo stabilimento. L’azienda, tuttavia, resterà attiva a Riese Pio X, in provincia di Treviso. A Torino, invece, la Società torinese industrie grafiche editoriali (Stige) è stata messa in liquidazione, facendo traballare ottanta posti di lavoro. L’azienda fa il conto con il calo della stampa di volantini pubblicitari da parte della grande distribuzione, che per decenni è stata fonte di fondamentali introiti. Oggi, con i banner che circolano sul web e principalmente sui social, la Stige non riesce a far quadrare i conti.
Alla Vetrya di Orvieto licenziamenti collettivi
Più a Sud, in Umbria, c’è un altro scenario di crisi, come quello della Treofan di Terni, che produce film in polipropilene. «L’azienda ha mostrato disimpegno e non ha tenuto fede agli impegni presi nell’Accordo siglato tra le parti ad agosto con l’intermediazione del Mise», ha denunciato il ministero in una nota del 5 novembre. Un clima non proprio positivo. Nel frattempo si lavora al rinnovo della cassa integrazione, per individuare eventuali sbocchi garantiti da nuovi investitori. Dall’industria tradizionale a quella più innovativa, i timori sono gli stessi. A Orvieto preoccupa la situazione di Vetrya, società di innovazione tecnologica definita addirittura in passato la “Google italiana”. Al di là di paragoni impropri, oggi la società mette in bilico 137 lavoratori. Di sicuro è partita la procedura di licenziamento collettivo per 35 dipendenti. Una delle tante storie di crisi, che morde un Paese mediaticamente in altre faccende affaccendato.
(da tag43.it)

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LA COMMISSARIA UE ALLA SALUTE DICE QUELLO CHE IN ITALIA I POLITICI HANNO PAURA DI DIRE: “I NO VAX OGGI SONO I PRINCIPALI RESPONSABILI DELLA PANDEMIA”

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

“SERVONO MISURE RESTRITTIVE COORDINATE TRA STATI MEMBRI”

«Oggi stiamo affrontando una pandemia guidata principalmente dai non vaccinati».
A dirlo è la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, che ha affrontato la questione della quarta ondata della pandemia di Coronavirus nel corso del suo intervento al Parlamento europeo, oggi 22 novembre.
«Numerose persone in tutta l’Ue, giovani e meno giovani, si sarebbero trovate in una situazione molto peggiore se non fosse stato per il lancio record dei programmi di vaccinazione contro il Covid-19», ha aggiunto Kyriakides.
La vaccinazione, ha detto, «funziona e rimane lo strumento più efficace che abbiamo per proteggere le persone. Non ci sono dubbi che i nostri vaccini siano efficaci contro malattie gravi, inclusi i ricoveri ospedalieri e la morte».
La commissaria europea alla Salute ha poi parlato delle restrizioni applicate negli ultimi giorni da alcuni Paesi: «Molti Stati membri hanno iniziato a reintrodurre alcune misure restrittive, facendo spesso affidamento» sul Green pass «per consentire l’accesso sicuro alle aree pubbliche. Dobbiamo evitare la frammentazione, è fondamentale un forte coordinamento. Per questo motivo stiamo preparando un aggiornamento delle Raccomandazioni del Consiglio relative alla libera circolazione nell’Ue». Kyriakides ha quindi specificato che, «anche se abbiamo compiuto i nostri massimi sforzi da inizio pandemia, non possiamo imporre il coordinamento in un’area in cui la competenza spetta esclusivamente agli Stati membri».
(da agenzie)

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VACCINI E ANTICORPI, BURIONI BOCCIA IL LEGHISTA BORGHI IN VIROLOGIA: “NON L’HA STUDIATA, TORNI A SETTEMBRE”

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

“UN MIO STUDENTE CHE CONFONDE LIVELLO ANTICORPALE CON PROTEZIONE NON SI PRESENTA NEANCHE ALL’ESAME, STUDI PRIMA DI PARLARE”

Claudio Borghi, deputato della Lega, bocciato in virologia. A emettere la sentenza è Roberto Burioni, virologo e professore del San Raffaele di Milano. «Lei non ha capito. Non so quale sia il suo lavoro, il mio -da professore universitario- è quello di decidere se una persona sa o non sa la virologia, e se non la sa bocciarla. Lei non la sa (non l’ha studiata) ed è bocciato. La scienza non è democratica. Studi e torni a settembre. Un mio studente che confonde livello anticorpale con protezione non si presenta neanche all’esame», è il tweet di Burioni che chiude il botta e risposta con Borghi relativo al tema della protezione ricevuta dal vaccino in confronto all’immunità naturale conseguente alla guarigione Covid.
Nel corso della sua solita apparizione da Fazio domenica sera nel corso di Che Tempo Che Fa il virologo aveva spiegato la differenze scientifica che intercorre dalla risposta immunitaria tra vaccino e guarigione, sottolineando come il primo sia in grado di garantire uno scudo contro il Covid nettamente superiore rispetto al secondo.
«Si ma se Roberto Burioni ospite in tv dice cose che sono negate dalla più recente ricerca (citando uno studio su Nature Communications) è una sua opinione, può sempre dire che lui segue altri studi. Diverso è se la trasmissione stessa che presenta come veri dei dati falsi», è l’obiezione del deputato della Lega.
«Borghi deve ringraziare solo di non essere (e non essere stato) un mio studente – la risposta immediata del virologo – Non si illuda di potere discutere di virologia con me. Se vuole, io spiego, lui ascolta e poi ringrazia. Oppure continua nella sua totale ignoranza. Contento lui, contenti tutti».
«Buongiorno. Forse non ha capito, io sono un Deputato della Repubblica e lei è un ricercatore di non eccelso successo accademico – ha insistito Borghi – È lei che deve convincere me, non il contrario. Se dissente da Nature sulla durata dell’immunità naturale vs quella da vaccino scriva a David Eyre (l’autore dello studio precedentemente citato, ndr.)».
A questo punto ecco la bocciatura definitiva da parte di Burioni: «Lei non ha capito. Non so quale sia il suo lavoro, il mio -da professore universitario- è quello di decidere se una persona sa o non sa la virologia, e se non la sa bocciarla. Lei non la sa (non l’ha studiata) ed è bocciato. La scienza non è democratica. Studi e torni a settembre. Un mio studente che confonde livello anticorpale con protezione non si presenta neanche all’esame».
(da agenzie)

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EMERGENZA COVID ROMANIA, OBITORI AL COLLASSO E CADAVERI AMMASSATI NEI CORRIDOI: “ONDATA IMPLACABILE”

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

IL DRAMMATICO SERVIZIO DELLA CNN… VACCINATO SOLO IL 36% DELLA POPOLAZIONE

Tra i Paesi maggiormente colpiti dalla quarta ondata della pandemia di Covid-19 c’è senza dubbio la Romania, dove nelle ultime settimane si sta assistendo ad una impennata mai vista prima di contagi e morti.
A Bucarest, in particolare, la situazione appare fuori controllo: gli obitori sono pieni e al collasso e nei corridoi degli ospedali si ammassano decine di cadaveri che non possono essere spostati altrove.
È quanto ha raccontato l’emittente americana Cnn, che con le sue telecamere è entrata nel nosocomio dell’Università della Capitale. “È implacabile”, ha detto Claudiu Ionita, infermiera, davanti a una serie di barelle su cui sono adagiati i cadaveri avvolti in sacchi neri.
L’obitorio dell’ospedale universitario, che è la più grande struttura medica per la cura dei pazienti Covid di tutto il Paese, ha una capacità massima di 15 corpi, ma il giorno in cui la Cnn lo ha visitato, ne aveva ricevuti ben 41. I cadaveri in eccesso vengono sistemati lungo corridoi esterni.
“Non avrei mai pensato, quando ho iniziato questo lavoro, che avrei vissuto una cosa del genere”, ha detto ancora Ionita ai microfoni dell’emittente Usa. “Non avrei mai pensato che potesse accadere una tale catastrofe, che avremmo finito per mandare intere famiglie al cimitero”. In questo stesso ospedale, tutti i posti in terapia intensiva sono occupati, tranne uno.
In Romania i vaccinati sono circa al 36% della popolazione, tra le percentuali più basse di tutta l’Unione europea, anche se la campagna vaccinale è cominciata quasi un anno fa.
I reparti Covid degli ospedali sono pieni. Gli operatori sanitari e i funzionari attribuiscono il basso tasso di vaccinazione a una varietà di fattori, tra cui il sospetto nei confronti delle autorità, credenze religiose profondamente radicate e una forte disinformazione che si diffonde attraverso i social media.
“Ci sono molti medici, me compresa, che lavorano con i pazienti Covid e stiamo cercando di dire alle persone che questa malattia esiste davvero”, ha detto alla Cnn la dottoressa Alexandra Munteanu, mentre il collega, Valeriu Gheorghita, medico dell’esercito che gestisce la campagna nazionale di vaccinazione, ha sottolineato che il 90% dei decessi si è verificato tra soggetti che non erano stati vaccinati.
(da Fanpage)

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IL NOBEL PARISI: “OGGI FORTI TENDENZE ANTI SCIENZA, ANCHE IN PARLAMENTO RISCHIANO DI PASSARE LEGGI DA STREGONI”

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

LA RISPOSTA DI MATTARELLA

«Ci sono forti tendenze antiscientifiche nella società attuale». Così Giorgio Parisi nel corso della lectio magistralis di oggi, 22 novembre, all’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza di Roma.
«Il prestigio della scienza e la fiducia in essa stanno diminuendo velocemente. Insieme ad un vorace consumismo tecnologico si diffondono largamente le pratiche astrologiche, omeopatiche e antiscientifiche e sta per essere riconosciuta da una legge dello Stato italiano una pratica francamente stregonesca come l’agricoltura biodinamica», ha detto il Premio Nobel.
Tra i responsabili dell’onda antiscientifica, secondo Parisi, ci sono quei «cattivi divulgatori» che «presentano i risultati della scienza quasi come una superiore stregoneria le cui motivazioni sono comprensibili solo agli iniziati». A suo avviso, «per affermare la scienza come cultura bisogna rendere la popolazione consapevole di cosa è la scienza».
In conclusione, Parisi ha spiegato: «Abbiamo il dovere di promuovere una cultura basata sui fatti e impedire che si diffonda una pseudoscienza»; «non basta capire, trovare la strada, ma bisogna anche a riuscire a comunicare» per «poter essere convincenti in maniera duratura».
E se il Premio Nobel aveva bocciato l’agricoltura biodinamica – considerata una pratica pseudoscientifica – Sergio Mattarella, che dialogava con lui a distanza durante la conferenza, ha assicurato: «non posso pronunciarmi sull’attività del Parlamento ma posso dire che prima che diventi legge vi sarebbero ancora alcuni passaggi parlamentari che rendono lontana questa ipotesi».
(da Huffingtonpost)

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RIANIMATORI: “LE INTENSIVE RISCHIANO L’INTASAMENTO IN UN MESE”

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

L’ALLARME DEL PRESIDENTE DELLA CATEGORIA

Il raggiungimento dei 10mila nuovi casi di persone contagiate dal Covid-19, con un +95% di ricoveri ed un + 8% di presenze in terapie intensive sono segnali sempre più gravi e importanti che indicano ormai che siamo all’interno della “quarta ondata” della pandemia da SARS-CoV2.
“Con queste cifre e con questa tendenza preoccupante, che cade nel periodo autunnale e invernale in cui le aree critiche sono già sotto pressione, nel giro di un mese il sistema ospedaliero delle terapie intensive rischia pericolosamente l’intasamento”.
E’ l’allarme lanciato dal Antonino Giarratano, presidente Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva-SIAARTI.
“Occorre sicuramente dire che per fortuna non ci troviamo nella situazione drammatica che abbiamo vissuto l’inverno scorso: oggi abbiamo i vaccini che stanno difendendo in maniera importante la salute di milioni di italiani. Questo significa che oggi i ricoverati sono soprattutto persone che hanno rifiutato la vaccinazione e altre che invece – anche se vaccinate – presentano condizioni di particolare fragilità ed alti fattori di rischio e stanno uscendo dopo 10 mesi dalla copertura piena dal contagio. Ma questa situazione si andrà presto a sommare all’influenza stagionale che causa circa 8.000 morti tra i pazienti più fragili e che nelle prossime settimane inizierà a circolare nel nostro Paese conducendo ad un affollamento di ricoveri pericoloso e probabilmente insostenibile”.
Prosegue Giarratano: “Occorre ripeterlo in forma chiara: a seguito del ricovero in terapia intensiva i pazienti hanno una possibilità di decesso che va dal 30 al 75%. Dobbiamo evitare il più possibile questo tipologia di ricoveri. Il nostro appello come Società scientifica degli anestesisti-rianimatori, e quindi dei professionisti che più di chiunque ha vissuto e vive la pandemia in prima linea, è pertanto chiaro e preciso: chiediamo a tutti gli italiani di vaccinarsi e ai vaccinati da più di 6 mesi di fare la terza dose – ricordando che ancora alcuni milioni di italiani non hanno ancora fatto neppure la prima per motivi diversi, a volte ideologici, altre volte per paure – e di attenersi con estrema attenzione alle norme di prevenzione, mi riferisco all’uso delle mascherine ed alla frequente disinfezione delle mani. Chiediamo al governo di mettere in atto già da subito la manovre necessarie per una maggior attenzione socio-sanitaria, senza non attendere il colore ‘GIALLO’ che significa già 15% di ricoveri in più e nuovi morti”
“In presenza di numeri sempre più alti di ricoveri noi dovremo riservare posti in terapia intensiva per i ricoverati COVID.19, riducendo quindi i posti letto disponibili per pazienti cronici riacutizzati, chirurgici anche oncologici, cardiopatici, politraumatizzati e tutti quelli con sindromi acute che compromettono funzioni vitali”, conclude il presidente SIAARTI, “Noi tutti siamo investiti della responsabilità organizzativa, personale e sociale che questa situazione sia evitata. Per questo speriamo che in tutto il Paese siano velocizzati i tempi delle decisioni sul potenziamento della campagna di vaccinazione anche con terza dose: non possiamo permetterci oggi di vanificare tutto l’immenso lavoro che, in particolare in Italia, i sanitari e le organizzazioni sanitarie sul territorio hanno compiuto sino ad ora. Consideriamo con grande attenzione un fatto preoccupante: con le terapie intensive intasate, l’anno prossimo potremmo essere costretti alla tragica conta di tanti decessi avvenuti tra pazienti non COVID.19 per ritardata o mancata assistenza”.
(da agenzie)

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“CERCO POSITIVO CON COVID ORIGINALE. PAGO”: NELLE CHAT DOVE NASCONO I COVID PARTY

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

IL DELIRIO DEI NO VAX CHE, PER EVITARE IL VACCINO, PREFERISCONO CONTAGIARSI PER POI OTTENERE IL GREEN PASS DA GUARITI

“Cercasi positivo Covid-19, zona basso Piemonte o Liguria, disposto a immunizzarmi con Covid originale, anche a pagamento, da concordare. Se interessati passo il mio cell privatamente. Mi serve per lavorare. Attualmente sono sospeso senza paga”. L’annuncio si legge in un gruppo Telegram, ora rimosso.
Utenti No-vax si riversavano qui alla ricerca di qualcuno che potesse infettarli, così da riuscire a ottenere il Green Pass, senza passare dall’appuntamento con l’iniezione. Sotto il nome di “Covid party” si cercavano incontri con contagiati, con cui bere un caffè, una birra, trascorrere del tempo in compagnia e al chiuso, nella speranza di risultare positivi al tampone e usufruire dei sei mesi di Pass, destinati ai guariti.
“Cerco su Milano”, “Puglia chi c’è?”, “Tra Lazio e Abruzzo c’è qualcuno?”, “Qualcuno a Catania?”. Da Nord a Sud, passando per il Centro: le richieste attraversavano l’Italia intera. Ottenere un aiuto in zona non è semplice, molti utenti si dichiarano quindi disposti a spostarsi in treno per raggiungere l’infetto.
“Qua si organizzano Covid party? Devo prendere sto cazzo de virus per avere il nazipass”, si legge in uno dei messaggi. Il termine “Covid Party” è stato ripetuto spesso negli ultimi giorni: la denuncia è arrivata soprattutto da Bolzano, tra le zone dove si registra una maggiore resistenza all’iniezione contro il virus.
Qui è stata denunciata la pratica importata dall’Austria e dalla Germania. “Ci sono giovani ragazzi, anche di età scolare, che si incontrano con positivi e cercano di acquisire l’infezione, non rendendosi conto che il virus è pericoloso anche nei bambini e nei giovani”, ha dichiarato Patrick Franzoni, vice coordinatore dell’unità Covid di Bolzano.
Incontri mirati con positivi sono avvenuti nelle scorse settimane nei pressi di Bolzano e, sembra, anche in altre zone dell’Alto Adige.
La pratica ha delle conseguenze: in Austria un uomo di 55 anni è morto, dopo essersi infettato durante uno di questi eventi.
Il fenomeno è presente anche altrove: nella Repubblica ceca tanti non vaccinati l’infezione da Covid stanno cercando di comprarsela. Aumenta infatti il fenomeno delle inserzioni su internet, messe da chi spera in un contatto con persone affette dal virus per contagiarsi e rientrare nelle categorie di persone che non vengono coinvolte in prima battuta dalle misure restrittive. Dei vaccini non si fidano e per l’infezione sono disposti a pagare
Nella chat Telegram i toni sono chiari. Nonostante i vincoli imposti dal Green Pass, gli utenti non sono in alcun modo disposti a cedere sulla vaccinazione.
Ma rinunciare alla certificazione ha un costo, per qualcuno solo in termini di vita sociale, per altri significa dover rinunciare al lavoro o sottoporsi a un numero di tamponi economicamente difficile da sostenere.
“Non ho nessun vaccino da quando sono nato. Non sarà questo il primo vaccino che mi farò. Andrò avanti a pagarmi tamponi ogni 48 ore perché altrimenti non posso lavorare”, dice un utente.
“Mia madre lo ha avuto, sono stata a contatto con lei e non sono risultata positiva neanche una volta” scrive un altro, “Non vorrei fare i chilometri per prenderlo. Sto andando al cinema e al ristorante per provare a prenderlo. Che sfiga che funzioni tutto”
(da agenzie)

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IL MINISTRO DELLA SALUTE IN GERMANIA: “A FINE INVERNO TUTTI I TEDESCHI SARANNO VACCINATI, GUARITI O MORTI”

Novembre 22nd, 2021 Riccardo Fucile

I MEDICI: “PANDEMIA FUORI CONTROLLO”

I contagi quotidiani di Covid-19 in Germania continuano a segnare livelli allarmanti, visto che solo ieri 21 novembre i nuovi casi sono stati oltre 30mila e si prevede che la curva crescerà ancora, soprattutto senza una concreta accelerazione nella campagna di vaccinazione.
Un’ urgenza ribadita dal ministro della Salute, Jens Spahn, che ha lanciato un drammatico appello per spingere i tedeschi a vaccinarsi: «Quasi tutti i tedeschi alla fine dell’inverno saranno vaccinati, guariti o morti. Questo con la variante Delta è molto probabile. Le persone non vaccinate con grande probabilità contrarranno il virus».
Intanto, in Sassonia la situazione sanitaria è talmente grave che gli ospedali rischiano di dover scegliere quali pazienti curare.
Lo ha spiegato il presidente della camera dei medici regionale, Erik Bodendieck: «Se la situazione non cambia, bisognerà decidere chi debba essere trattato e chi no».
Di certo, secondo il presidente dell’associazione dei medici di terapia intensiva Divi, Gernot Marx: «La situazione della pandemia non è sotto controllo». Secondo Marx, la categoria medica: «è molto preoccupata». Ma ha assicurato che: «ogni paziente Covid sarà curato».
Sono stati 30.643 i nuovi casi registrati da Robert Koch Institut nelle ultime 24 ore. Un dato molto superiore a quello della settimana scorsa, in cui erano stati rilevati 23.607 contagi. Secondo quanto ripotato dal bollettino, l’incidenza settimanale su 100 mila abitanti è stata di 386,5.
I morti sono stati 62 e il tasso di ospedalizzazione nelle terapie intensive è stato di 5,34 si 10 mila abitanti.
A preoccupare di più è il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale, che in alcune regioni come Sassonia, Turingia e Baviera è già molto alto e in alcuni casi si sono dovuti trasferire i pazienti in altre strutture. Anche la Merkel non nasconde la sua preoccupazione: «Le attuali misure anti-Covid non sono sufficienti. E neanche le norme che escludono i non vaccinati da parte della vita pubblica basteranno a fronteggiare la pandemia – ha affermato la cancelliera parlando al direttivo della Cdu – Abbiamo una situazione che sovrasterà tutto quello che abbiamo fatto finora».
Per evitare il peggio, il governo non sta lasciando nulla di intentato. Dal 20 dicembre saranno disponibili 2,4 milioni di dosi di vaccino Biontech-Pfizer per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni.
Il ministro della Salute ha spiegato che l’autorizzazione dell’Ema arriverà questa settimana, ma nel frattempo è meglio accelerare i tempi: la Germania ha una quota di vaccinati ancora troppo bassa, solo il 68% della popolazione è coperto dalle due dosi. Il presidente dell’associazione pediatri, Jakob Maske, ha invitato comunque medici e genitori ad aspettare prima una indicazione della commissione indipendente Stiko, generalmente cauta.
«Mi aspetto che un’indicazione per i bambini arriverà soltanto l’anno prossimo, e prima ci sarà quella per chi è affetto da patologie gravi e croniche», ha spiegato. «I numeri del contagio crescono anche nell’infanzia, e con questo anche la pressione per fare qualcosa contro. Tuttavia la politica non dovrebbe esercitare di nuovo pressione sui genitori», ha aggiunto, ricordando che i casi di decorso grave durante l’infanzia sono molto rari.
(da agenzie)

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