Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile TOTI LA DIFENDE: “LA GIORNALISTA CHE STATE INSULTANDO VI HA SOLO RACCONTATO LA REALTA’, QUELLA CHE VI OSTINATE A NEGARE, PER FORTUNA SIETE SEMPRE MENO”
In un servizio andato in onda la sera del 25 novembre, una giornalista della Rai ha provato a immaginare come sarà la vita di una persona che non ha fatto il vaccino dal prossimo 6 dicembre
«La giornata comincia con un caffè al bar. Non posso più sedermi al tavolo». Davanti alle telecamere del Tg1 la voce della giornalista Giorgia Cardinaletti guida lo spettatore dentro quella che potrebbe diventare la giornata di un No vax a partire dal 6 dicembre.
Da questo giorno dovrebbe entrare in vigore il Super Green pass, un certificato potenziato che sarà rilasciato solo a chi avrà fatto il vaccino contro il Coronavirus o sarà guarito dalla malattia.
Il Super Green pass, come annunciato dal nuovo decreto, diventerà necessario per accedere a diversi servizi, dai ristoranti ai cinema passando per i teatri. Tutti luoghi a cui i No Vax non potranno accedere nemmeno con il Green pass base. Lo spiega Cardinaletti nel suo servizio:
«Le mie opzioni per la serata sono limitate, quindi niente cene. Le mie opzioni per la serata sono limitate: al ristorante non posso andare, quindi niente cene. Non posso scegliere nemmeno uno spettacolo a teatro o un film al cinema. Sarà questa dal 6 dicembre la giornata di un No vax, con una certezza: la tappa in farmacia».
Su Twitter è partito l’account #VergognaTg1 in cui diversi utenti, soprattutto di area No vax, hanno attaccato il servizio e la giornalista che lo ha realizzato: «Il servizio di stasera del Tg1 sulla ‘giornata tipo del NoVax è un misto di livore, sadismo e arroganza. Da vomito». O ancora: «Meglio una vita di privazioni ma con dignità, che da pecora e put*ana del padrone».
Non mancano gli insulti sessisti, come quello di @apota_I: «Una volta le puttane passeggiavano sui marciapiedi o aspettavano i clienti nei bordelli. Oggi lavorano in Rai e non hanno più la dignità di un tempo».
In difesa del Tg1 e della giornalista è intervenuto Giovanni Toti, governatore della Liguria: «La giornalista che state insultando vi ha solo raccontato la realtà. Quella che vi ostinate a negare. Per fortuna siete sempre di meno».
(da agenzie)
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Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile L’ANALISI DI MILENA GABANELLI SUL CORRIERE DELLA SERA
Ieri, 25 novembre, l’Ema ha dato il via libera in Europa alla vaccinazione sui bambini
fra i 5 e gli 11 anni. E ora la domanda che assilla tutti i genitori è: conviene vaccinarli?
Dal bollettino dell’Istituto superiore di Sanità risulta che da inizio epidemia al 17 novembre, su 3,2 milioni bambini dai 6 agli 11 anni (fascia di età disponibile dai report Iss) se ne sono contagiati 241.739, sono stati ricoverati 1.407, e sono finiti in Terapia intensiva in 36. Nove i deceduti.
Fare due conti può aiutare a pesare meglio i dati: vuol dire che tra chi è risultato positivo al Covid tra i 6 e gli 11 anni, 6 su mille sono andati in ospedale, 1 su 10 mila in Terapia intensiva e 4 su 100 mila sono morti.
Come effetto collaterale della malattia può comparire, poi, a settimane di distanza la sindrome infiammatoria multi-sistemica, caratterizzata da febbre alta, sintomi gastrointestinali (dolore addominale, nausea e vomito), insufficienza cardiaca e alterazioni neurologiche: 239 i casi di giovanissimi colpiti secondo il Gruppo di studio di reumatologia della Società italiana di pediatria.
Rispetto alla fascia di età dei loro genitori se non vaccinati, i bambini tra i 6 e gli 11 anni rischiano di essere ricoverati 10 volte in meno, 70 volte in meno di finire in Terapia intensiva e 50 volte in meno di morire. Su 2,9 milioni di 40-59 enni oggi non ancora vaccinati, solo negli ultimi 30 giorni si sono contati 19.051 contagi, 1.055 ricoveri, 126 in Terapia intensiva, 46 decessi.
BAMBINI E ADOLESCENTI: QUAL È IL RISCHIO DI RICOVERO
Per avere un quadro ancora più preciso i numeri vanno messi in relazione alla platea da cui provengono, ossia bisogna vedere cosa succede su ogni 100 mila bambini e ragazzi di una determinata fascia d’età. Dai 20 anni in giù: su 100 mila fra i 19-16 anni, 89 finiscono ricoverati e 3 in Terapia intensiva. Fra i 15 e i 12, i ricoverati sono 57, e 2 in Terapia intensiva. I bambini fra gli 11 e i 6 anni: 44 vengono ricoverati e 1 finisce in Terapia intensiva.
LE REAZIONI AVVERSE NEGLI ADOLESCENTI
Adesso vediamo cosa succede su 100 mila ragazzi vaccinati con Pfizer/BioNTech. Il vaccino è stato sperimentato su 1.100 12-15 enni e su 300 16-17 enni.
Nel dossier Pfizer non compaiono il rischio di miocardite (un’infiammazione del cuore) e di pericardite (un’infiammazione della membrana che avvolge il cuore). Gli effetti collaterali si sono visti dopo la somministrazione su larga scala, partita a maggio negli Usa e a giugno in Europa: su 100 mila vaccinati da 1 a 4 miocarditi e pericarditi, colpiti nel 70% dei casi i maschi. Per Moderna fino a 10-13 su 100 mila (fonte Ema). Nessun decesso noto.
IL VACCINO PEDIATRICO
E siamo al vaccino per la fascia tra i 5 e gli 11 anni. È stato sperimentato con dose pediatrica, cioè un terzo rispetto agli over 12, su 3.116 bambini, e con il placebo su 1.500. L’efficacia riscontrata contro il contagio è del 90,7%. Contro il rischio di ricovero e di finire in Terapia intensiva la protezione è verosimilmente più alta (come dimostra il vaccino sugli adulti).
L’Fda ha dato il via libera il 29 ottobre, scrivendo: «Il numero di partecipanti all’attuale programma di sviluppo clinico è troppo piccolo per essere rilevato qualsiasi potenziale rischio di miocardite associato alla vaccinazione.
Il vaccino Covid-19 nei partecipanti di età compresa tra 5 e <12 anni sarà studiato in 5 studi sulla sicurezza post-autorizzazione, incluso uno studio di follow-up di 5 anni per valutare a lungo termine le sequele di miocardite/pericardite post-vaccinazione». Sempre l’Fda specifica poi: «I database di sorveglianza sulla sicurezza dei farmaci israeliani suggeriscono che i tassi di incidenza di rari casi post-vaccinazione di miocardite raggiungono il picco negli individui di età compresa tra 16 e 19 anni, maschi, e diminuiscono negli adolescenti, dai 12 ai 15 anni. Inoltre, la dose per i bambini di età compresi tra 5 e <12 anni è 1/3 della dose somministrata ai vaccinati più adulti (10 mg contro 30 mg). Sulla base di queste informazioni, è ragionevole prevedere che i tassi di miocardite post-vaccino saranno probabilmente ancora più bassi tra 5 e <12 anni di età, rispetto a quelli osservati negli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni».
NEGLI USA VACCINATI 2,4 MILIONI DI BIMBI
Negli Usa hanno iniziato l’8 novembre e finora hanno vaccinato 2,4 milioni di bimbi tra i 5 e gli 11 anni.
Al momento le uniche informazioni disponibili sono quelle del Vaers, il dataset americano sugli eventi avversi: a ieri risultavano 607 miocarditi/pericarditi tra i 5 e i 17 anni, che vorrebbe dire all’incirca un caso ogni 10 mila vaccinati. Ma si tratta di dati ancora tutti da verificare e validare, poiché il sistema statunitense si basa sulle segnalazioni spontanee, anche dei singoli individui, e pubblicate in tempo reale. In Israele l’autorità sanitaria HMOs l’ha autorizzato il 15 novembre, e le prime somministrazioni sono partite il 23 novembre. In Europa bisogna attendere l’arrivo delle dosi con formulazione pediatrica e poi distribuirle. Verosimilmente la campagna vaccinale sui 5-11 enni sarà avviata attorno alla metà di dicembre, e i vari Paesi inizieranno prima dai bambini a rischio, per poi scendere fino alla prima elementare.
COME PENDE LA BILANCIA NELLE ALTRE VACCINAZIONI
Come sempre vanno messi sul piatto della bilancia i problemi che i bambini rischiano di avere contraendo la malattia con le reazioni avverse che può dare il vaccino. È il rapporto rischi-benefici che nelle altre vaccinazioni, sperimentate sempre all’incirca su tremila bambini e poi somministrate a centinaia di migliaia, è da tempo ben definito.
Chi s’ammala rischia di morire nell’1% dei casi con la pertosse, nel 5% con l’haemophilus influenzae di tipo B, nel 2-10% con la poliomielite (che orami è quasi totalmente eradicata), nel 5-10% con la difterite, nel 10-20% con il tetano, fino al 25% con l’epatite B.
La difterite contratta in maniera naturale può dare complicanze neurologiche nel 20% dei casi e cardiache nel 10-25% dei casi, la poliomelite un rischio paralisi dell’1%, mentre l’epatite se contratta nel primo anno di vita può cronicizzarsi nel 90% dei casi. Per quel che riguarda le reazioni avverse alla vaccinazione esavalente sono: convulsioni in 1 caso su 200 mila, shock anafilattico in 1-6 su 1 milione e infiammazione dei nervi della colonna cervicale 5-10 casi su un milione. Il morbillo e la rosolia possono causare una grave diminuzione dei trombociti in uno su 3 mila, le stesse conseguenze si riscontrano come reazione avversa del vaccino in un bambino su 30 mila.
CONCLUSIONI
Dai dati disponibili finora per il vaccino contro il Covid tra i 5 e gli 11 anni è comprovato il rapporto rischi-benefici a livello di comunità. L’immunizzazione dei più piccoli permetterà di raggiungere un importante obiettivo di Sanità pubblica: dare una botta alla circolazione del virus visto che oggi tra tutti i bambini in età scolare che si contagiano, la metà appartiene proprio a questa fascia di età.
L’Istituto superiore di Sanità e la Fondazione Bruno Kessler sottolineano: «Un ritorno completo alla vita pre-pandemia potrebbe essere raggiunto in sicurezza solo se più del 90% della popolazione, compresi i bambini dai 5 anni in su, sarà vaccinato utilizzando vaccini mRNA sviluppati nel 2020». In attesa di risultati sulle reazioni avverse su larga scala, ogni genitore dovrà consultarsi con il proprio pediatra. Ma serviranno anche altre risposte, prima tra tutte se ci dovranno essere eventuali modifiche al calendario vaccinale tradizionale: rispetto ai richiami per le vaccinazioni obbligatorie previste in questa fascia d’età come si inserisce quella contro il Covid? Intanto il beneficio certo è che vaccinando i più piccoli si andranno a proteggere anche tutti gli adulti che il vaccino non lo hanno fatto.
(Milena Gabanelli e Simona Ravizza – da corriere.it)
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Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile PD 20,3%, FDI 19,5%, LEGA 18,4%, M5S 15,8%, FORZA ITALIA 7,3%
Il Partito Democratico è primo nei sondaggi elettorali. I dem, sotto la guida di Enrico Letta, hanno recuperato campo e voti virtuali settimana dopo settimana e, ormai stabilmente, sono la prima forza politica del Paese. Almeno nei sondaggi.
Anche perché non si andrà a votare prima del 2023 – fatta salva l’ipotesi elezioni anticipate dopo l’incarico del nuovo Presidente della Repubblica – e fino ad allora le intenzioni di voto potrebbero cambiare nuovamente.
Basta guardare al fatto che dall’inizio di questa legislatura nel 2018 si sono alternati quattro diversi partiti in testa ai sondaggi: prima il Movimento 5 Stelle, poi a lungo la Lega, poi per poco Fratelli d’Italia e ora il Partito Democratico.
Nella Supermedia di Youtrend e Agi di questa settimana, che tiene conto dei sondaggi elettorali dei principali istituti demoscopici, in testa c’è ancora il Partito Democratico, che non perde e non guadagna nulla e resta stabile al 20,3%.
A seguire c’è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che perde lo 0,1% e cala al 19,5%, a quasi un punto dai dem.
Crollo verticale, invece, per la Lega di Matteo Salvini, che perde un altro 0,2% e scende al 18,4%.
Staccato dai primi tre partiti c’è il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che dopo una risalita nelle ultime settimane fa un passo indietro enorme: meno 0,6% e scende al 15,8%.
Forza Italia di Silvio Berlusconi è sempre il primo partito sotto quota dieci punti. Gli azzurri sono al 7,3%, con una leggera flessione dello 0,1%, percentuale su cui sono ormai cristallizzati da anni.
A seguire c’è Azione di Carlo Calenda, che è cresciuto fino alla soglia di quattro punti e ora è stabile al 3,8%.
Italia Viva di Matteo Renzi è altrettanto stabile, ma al 2,6%, seguito da Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni che risale dello 0,1% e arriva al 2,2%.
Mdp – Articolo 1 cresce altrettanto e sale al 2,1%, stessa percentuale raccolta dai Verdi che però guadagnano lo 0,2%. Chiude +Europa con il più 0,2% a quota 1,7%.
(da agenzie)
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Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile DALL’ALTO DELLE NOSTRE TERZE DOSI E DEI BREVETTI PROTETTI MENTRE IN MEZZO MONDO NON HANNO ANCORA PROTEZIONE AL VIRUS
Abbiamo un bel coraggio a chiamare sudafricana la nuova variante del Covid, la
peggiore che abbiamo mai visto, con decine di mutazioni, un altissimo grado di contagiosità e – pare – un’alta possibilità che possa eludere i vaccini.
Abbiamo un bel coraggio, dall’alto delle nostre terze dosi, dei nostri brevetti protetti, dei nostri acquisti compulsivi di nuove fiale, mentre in mezzo mondo – quello povero, ça va sans dire – la stragrande maggioranza della popolazione, dopo un anno e mezzo di pandemia, non ha ancora mezza protezione contro il Covid.
Qualche numero? Fatte 100 le dosi per persona inoculate in Europa, l’Africa sta a otto. Meno di un decimo. Perché non ci sono i soldi, non ci sono i medici, non ci sono le siringhe. Perché in fondo va bene così, l’importante è che ci vacciniamo noi. Il resto è lontano.
Abbiamo un bel coraggio a invocare la chiusura delle frontiere verso i Paesi africani – anzi: a chiuderle proprio – come prima misura precauzionale contro una variante che è già a Hong Kong e in Israele, con cui i confini restano tuttavia ancora aperti, come se chiudere i confini alle persone e fosse l’unica soluzione possibile di fronte a un virus che altrove continua a circolare e mutare furiosamente.
Abbiamo un bel coraggio, e siamo pure tanto ingenui e stupidi, se pensiamo che tutto questo ci possa salvare. Se ancora non abbiamo capito che i virus non li fermi coi muri, e di sicuro non è coi muri e con l’egoismo che impedisci loro di circolare e di mutare.
Abbiamo un bel coraggio, e siamo ancora più ingenui e stupidi, se ancora non ci siamo inchiodati in testa che o ne usciamo tutti – nord, sud, bianchi, neri, ricchi, poveri – o non ne esce nessuno.
Abbiamo un bel coraggio, e adesso abbiamo pure una bella variante che ci chiuderà in casa e darà un altro bel colpetto a quella nostra ricchezza che cerchiamo in tutti i modi di tutelare, a quell’egoismo che più alimentiamo e più ci ucciderà.
(da Fanpage.it)
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Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile UNA LETTERA ANONIMA, UN ESPONENTE RENZIANO CHE PORTA IL CASO IN COMMISSIONE VIGILANZA RAI: TUTTO PER FAR TACERE IL GIORNALISMO D’INCHIESTA
Una lettera anonima, senza alcun riferimento, ma ricca di accuse (di vario tipo) nei confronti di Sigfrido Ranucci.
Questo “dossier” è stato reso noto dal parlamentare di Italia Viva Davide Faraone, sostenuto dal deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri, durante l’ultima Commissione di Vigilanza Rai.
Il conduttore di Report ha respinto ogni addebito – si parla di presunti ricatti sessuali e mobbing proprio all’interno della redazione della trasmissione di RaiTre – e parla di “fango mediatico” nei suoi confronti e contro il suo programma. E gli stessi giornalisti e operatori che collaborano con lui lo difendono a spada tratta.
Ranucci parla di politica e a certi politici non piace: ecco perché lo ricoprono di fango
Sigfrido Ranucci è accusato delle peggiori oscenità senza nemmeno un sussulto in suo difesa, senza provare un po’ di vergogna nel vivere in un Paese in cui un unico giornalista sia stato accusato praticamente di tutto, spesso sempre dalla stessa parte politica, con la placida differenza della politica sempre famelica in cerca di nuovi eroi (mi raccomando, non disturbanti).
Si passa dalla vecchia storia di presunti 45mila euro pagati a una società lussemburghese tirata fuori dal renziano Luciano Nobili per insinuare che Report avesse pagato una fonte per ordire un complotto contro Matteo Renzi.
Nobili in quell’occasione si era addirittura superato: aveva sbagliato a indirizzare l’interrogazione parlamentare (il ministero dell’Economia non è competente in materia), si era beccato una minaccia di querela dalla società accusata (Tarantula) e poi ha ci ha deliziato con un mirabile dietrofront al grido di «forse mi hanno detto una stupidaggine». Eh già, l’importante è spargere l’ombra del dubbio.
Poi c’è stato un esilarante impegno per raccontare che esistessero presunte mail complici tra Ranucci e l’ex portavoce di Giuseppe Conte, Rocco Casalino, sempre per inoculare il dubbio che Ranucci fosse “al soldo” di qualcuno. Il fango, anche in quel caso, è durato ben poco vista l’inconsistenza della diceria ma intanto il ventilatore ha sparso un po’ di macchi in giro, ancora.
Poi c’è stato il tentativo di bollare Ranucci come stupido no vax per una puntata di Report. Sono tempi così: permettersi di criticare alcune decisioni o di indagare alcune responsabilità sulla pandemia derubrica tutto al “complottismo” e le tensioni sociali rendono ancora più semplice il trucco.
Ora gli onorevoli Davide Faraone (guarda un po’, sempre della scuderia di Renzi) e Andrea Ruggeri di Forza Italia estraggono dal cilindro una lettera che accuserebbe Ranucci di essere un molestatore.
Pensate la coincidenza: tutto accade proprio nella giornata contro la violenza sulle donne quando è molto più semplice entrare in tendenza sui social.
Peccato che chiarezza su quella lettera Sigfrido Ranucci l’abbia chiesta già da tempo presentando l’estate scorsa una denuncia alla magistratura.
«Credo che il nobile esercizio della funzione di controllo da parte di un parlamentare dell’istituto della vigilanza, mai abbia toccato un livello così basso», dice Ranucci e in effetti viene difficile dargli torto.
In tutto questo, vale la pena ricordarlo, Ranucci è anche sotto protezione per minacce di mafiosi che lo vorrebbero volentieri ammazzare. Minacce, queste sì, verificate e riscontrate dalla magistratura.
(da agenzie)
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Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile E POI SPARA LA BUFALA: “RACCOGLIERANNO DATI DALLA SPERIMENTAZIONE SUI NOSTRI BAMBINI”
Francesca Donato torna all’attacco: l’europarlamentare ex leghista, nota negazionista
del Covid e No Vax, si scaglia contro la decisione dell’Ema di approvare il vaccino per i bambini dai 5 agli 11 anni e su twitter usa parole durissime:
“Se questi non sono dei CRIMINALI, allora tutto è lecito. Hanno valutato SOLO la risposta immunitaria, non l’EFFICACIA REALE! E ovviamente NON gli effetti avversi , specie a lungo termine… tranne quelli GIÀ NOTI PER GLI ADULTI (trombosi, infarti e miocarditi incluse)! Raccoglieranno dati dalla SPERIMENTAZIONE SUI NOSTRI BAMBINI. È semplicemente AGGHIACCIANTE che la comunità scientifica nazionale non alzi la voce compatta contro questa inaccettabile sperimentazione sui minori. Ne moriranno migliaia, lo sanno e tacciono”.
Donato ha praticamente accusato l’Ema (e di conseguenza anche l’Aifa e di rimando il Governo italiano) di essere degli assassini di bambini. Un’accusa molto grave che rientra nel complottismo più becero e ignorante.
La Covid-19 ha fatto più morti tra i bambini della varicella, in un lasso di tempo minore: tra ottobre 2020 e ottobre 2021, sono stati 66 i bambini morti per Covid-19. Tra il 1990 e il 1994, la varicella ha ucciso 16 bambini, 4 all’anno contro gli oltre 60 del Covid. Inoltre, negli Stati Uniti sono stati già vaccinati circa 4 milioni di bambini, senza alcuna conseguenza.
Francesca Donato diffonde fake news e terrore: vaccinare i bambini è fondamentale per la tutela soprattutto delle fasce a rischio che non possono ricevere il vaccino per motivi di salute, per i parenti anziani e per gli insegnanti, che sono stati in prima linea in classi spesso affollate circondati da bambini che non avevano ricevuto alcun vaccino e non hanno nemmeno l’obbligo di mascherina.
(da Globalist)
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Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile E’ ACCADUTO NELLA STAZIONE DELLA STAZIONE DELLA METRO DI PIAZZA GARIBALDI… L’UOMO HA FATTO DENUNCIA ALA POLIZIA
Stava aspettando che la calca sulla scala mobile si diradasse, così da poter salire rispettando il distanziamento anti covid, ma è stato urtato da dietro da un uomo con il trolley che gli ha poi rivolto insulti omofobi.
È successo nella stazione della metropolitana di Piazza Garibaldi a Napoli: la vittima è Marco Maria Taglialatela, insegnante di una scuola di Poggioreale , che ha voluto raccontare l’accaduto sui social.
Il professore ha sposato alcuni anni fa Carlo Cremona, referente dell’associazione I – Ken. “Erano circa le dieci di mattina – ha raccontato – ed ero appena uscito dal treno. Attendevo ai piedi della scala mobile che si diradasse la calca per rispettare il distanziamento anti Covid. Sono stato urtato da un tipo sui cinquanta anni con un trolley. Ho protestato, ho fatto presente che ero in attesa, che c’ero prima io e che stavo aspettando per salire”.
A quel punto è partita una raffica di insulti nei suoi confronti: “Mi ha detto – racconta il professore – ‘sto ricchione di merda, già nel treno hai rotto il ca**o. Si riferiva al fatto che sul vagone avevo invitato una signora a scendere dalla porta giusta. Poi è stato un crescendo. Mi ha urlato che faccio schifo, che se non avessi smesso di rispondere mi avrebbe piantato un coltello nella pancia. Tutto in dialetto e con atteggiamento molto aggressivo e minaccioso”. Nel frattempo, l’omofobo ha anche provato a farlo cadere “infilando i suoi piedi sotto le mie gambe, quasi a mettermi lo sgambetto”.
La scena spiacevole è proseguita durante la risalita dei due lungo le scale mobili. “Nessuno è intervenuto a darmi man forte ed a ricondurre quell’energumeno alla ragione”, si è rammaricato l’insegnante.
“Quando siamo arrivati in superficie – ha aggiunto – ho chiesto agli addetti di Trenitalia di darmi una mano. Quello continuava a insultarmi ed a canzonarmi, imitando la mia voce in falsetto, poi finalmente si è allontanato”. Taglialatela ha infine denunciato l’accaduto alla polizia ferroviaria.
(da agenzie)
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Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile LO SPECCHIO DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA’ DEL PAESE SCANDINAVO E’ UNO SCHIAFFO AI BIGOTTI
La scelta è simbolica e arriva in occasione del 50esimo anniversario della
depenalizzazione dell’omosessualità in Norvegia.
Lo spot natalizio scelto dal servizio postale del Paese nordico è uno schiaffo ai bigotti e agli omofobi e rientra in pieno all’interno dello spirito del Natale, in tutte le sue sfaccettature.
E così Posten Norge ha deciso di pubblicizzare i propri servizi raccontando la storia d’amore tra un uomo, Harry, e Babbo Natale gay. Una scelta che è molto in linea con quei principi di libertà tipici del Paese scandinavo.
“Quando Harry incontra Babbo Natale”, questo è il titolo della storia raccontata da Posten Norge. Harry, il protagonista di questa pubblicità, incontra per la prima volta Babbo Natale mentre quest’ultimo sta consegnando i regali in casa.
Un incontro fugace, con uno scambio di sguardi che si conclude con Santa Claus che si allontana risalendo per il camino.
Una scena che si ripete anche nelle notti di Natale degli anni successivi. I due si incontrano, sempre davanti a quel comignolo, e si scambiano qualche veloce parola. Poi la promessa di rivedersi anche l’anno dopo.
Ed è lì che Harry rompe gli indugi: scrive una lettera – quella che, per tradizione, viene spedita al Polo Nord per chiedere regali di Natale – in cui confessa a Babbo Natale di essersi innamorato di lui.
E la notte tra il 24 e il 25 dicembre arriva in fretta. Questa volta, però, Santa Claus non ha con sé la sacca con i doni. Questa volta è lì solo per Harry, con cui scambia qualche parola prima di lasciarsi andare in un bacio, simbolo dell’amore nato tra i due.
Ovviamente l’intento pubblicitario è presente. Santa Claus, infatti, spiega che i regali saranno consegnati non più da lui, ma da Posten Norge, il servizio postale norvegese. Ma la costruzione della storia e della narrazione è in linea con quel concetto di diritti e libertà tipici del Paese scandinavo. E così quel Babbo Natale gay diventa il simbolo, anche a Natale, di uno Stato liberale in cui, da anni, le discriminazioni sono state messe al bando.
(da NetQuotidiano)
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Novembre 26th, 2021 Riccardo Fucile IL DELIRIO DELL’ATTORE DIVENTATO RIVOLUZIONARIO DA OPERETTA: “NON FATE ACQUISTI PER NATALE”
Cita il celebre discorso di Giorgia Meloni, Enrico Montesano, per rivolgersi alla platea dei No Green Pass, di cui è diventato via via leader partecipando alle manifestazioni. “Cari amici – scrive – sono Enrico Montesano, sono romano e a tempo perso pure Italiano. Sì, italiano! Per fortuna o purtroppo lo sono! Amici veri, amici rimasti, scremati, amici dalle affinità elettive, smettiamola di inviarci messaggi. Io sono stufo, non accetto questa situazione. Sono incazzato nero e tutto questo non lo sopporto più! Iniziamo una individuale, ferma, ostinata, disobbedienza civile”. Il suo sfogo arriva subito dopo la stretta ulteriore del governo e l’entrata in vigore del Super Green Pass.
“Tanti rivoluzionari in solitaria – incalza l’attore e regista – fanno una grande massa rivoluzionaria! Cosi facendo, singolarmente sfuggiremo, e colpiremo nei suoi interessi economici questo stato traditore, questo governo iniquo e questo sistema che non ci rappresenta”. Montesano propone quindi una rivolta dal basso chiamando a raccolta i “consumatori” e invitandoli a non acquistare più nulla per far arrivare meno soldi allo Stato tramite le tasse.
“Colpiamoli nel portafoglio. Niente più uso della carta di credito e/o bancomat, niente consumi superflui, non ricorrere alle multinazionali tipo Amazon (oggi, peraltro, è il giorno del Black Friday, ndr), niente acquisti nei centri commerciali, utilizziamo prodotti italiani e negozi di vicinato”.
Non è chiaro il legame con i prodotti italiani visto che l’iva si applica a tutto. Il popolare attore spiega ancor più nel dettaglio: “Niente banca, ritiro liquidità dai conti correnti, scorporare quota abbonamento canone e disdire abbonamento Rai. Non vedere canali generalisti. Non consumare, non seguire più programmi. Il potere lo abbiamo noi consumatori ed utenti. Niente spese a Natale. Stiamo tra noi e facciamo un Natale come facevano i nostri nonni. Mandiamo a cag** i negozi, i ristoranti battenti greeeeeen passsss. Disobbedire, sparire come consumatori”.
Tutto, nell’ottica di Montesano, per andare contro governo, giornali e tv: “Devono schiattare, senza risorse e senza ascolti. Vediamo se noi segregati , maltrattati, siamo così inutili, insignificanti e ininfluenti! Questo super greeeen cazzz è un’offesa alla dignità. Non siamo affatto pochi! Gli possiamo fare molto male. 30 giorni!! Teniamo duro, lo so è un gran sacrificio ma ne va della nostra libertà e dignità! Possiamo ficcarglielo in quel posto! Volete farlo? Se siete convinti diffondete questo messaggio. Grazie. Resistenza Verità Libertà”.
(da agenzie)
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