Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile COSI’ FANNO RINVIARE TERAPIE E INTERVENTI SALVAVITA
I complottisti colpiscono ancora. Stavolta se la prendono con le associazioni di
raccolta del sangue, in particolar modo con Avis (ente che opera nel nostro Paese nell’ambito della donazione di sangue, ndr) diffondendo, con tanto di logo contraffatto, informazioni false, anzi delle vere e proprie bufale che non hanno alcun fondamento scientifico e che rischiano di far del male soprattutto ai pazienti più fragili, ai malati che hanno continuamente bisogno di sangue.
Avis, tra l’altro, sta già affrontando un periodo particolarmente difficile con una raccolta del sangue che è calata drasticamente (si parla del 37 per cento in meno da inizio gennaio, secondo il Centro nazionale sangue, ndr) a causa della diffusione della variante Omicron che, per forza di cose, da una parte ha visto calare il numero di operatori disponibili, dall’altra dei donatori, molti positivi o comunque in isolamento per contatti con persone infette dal Covid.
«Presto quasi tutti i vaccinati avranno bisogno di sangue di persone non vaccinate. E questo perché il sangue dei vaccinati avrà problemi di trombi e alterazioni dei globuli rossi e bianchi, dei granulociti e alterazioni della viscosità», scrivono sulle chat dei No vax invitando tutti a disertare le donazioni così da costringere il governo a intervenire e, dunque, a revocare il Green pass e l’obbligo vaccinale per gli over 50.
Le notizie false sulla raccolta di sangue
«Se tutte le persone non vaccinate appartenenti all’Avis smetteranno subito di donare il sangue vedrete che prima o poi il governo e il sistema sanitario crolleranno e saranno costretti ad ammettere la verità e a fermare questa dittatura nazista in atto», aggiungono.
Su un altro gruppo, sempre di No vax, si invitano i non vaccinati, o come li chiamano i No vax i «donatori di sangue non sierati», a rifiutare di «donare finché non verrà ripristinato lo stato di diritto in Italia».
Sostengono persino che le associazioni di donatori rivenderebbero le sacche di sangue dei non vaccinati perché i No vax avrebbero «sviluppato il plasma iperimmune», utile – proseguono loro – per «la cura del Covid». In questo modo starebbero «facendo affari d’oro». Tutte accuse senza prove.
C’è persino chi, citando presunte «amiche infermiere», sostiene che in Avis «ci sia stata un’impennata di sacche di sangue buttate in seguito alla formazione di coaguli». Insomma, il sangue di chi si è sottoposto al vaccino si «coagulerebbe», quindi sarebbe del tutto inutile (meglio quello dei non vaccinati, dicono loro); mentre quello di chi ha avuto la dose booster addirittura sarebbe praticamente acqua. Si tratta di notizie false, deliranti, non verificate
La donazione di sangue evita il «rinvio di terapie e interventi salvavita»
Per il presidente di Avis Gianpietro Briola diffondere false informazioni rischia di essere «pericoloso e destabilizzante per la salute e la sicurezza del nostro Paese». I No vax, tra l’altro, non sanno forse che la donazione serve – da sempre e non da quando è arrivato il Covid – per assicurare scorte di sangue e plasma agli ospedali così da «proseguire nelle loro regolari attività» senza dover «rinviare terapie e interventi salvavita». Serve, dunque, a salvare la vita delle persone. Niente di più. Tra le persone più attive, su Twitter, salta fuori una donna che, tra un articolo di gossip e l’altro, dispensa notizie sul Covid. «Il sangue dei triplodosati è maionese nera», dice. In un altro tweet si spinge oltre: «Propongo Norimberga 2 per tutti coloro che hanno collaborato a questo genocidio: medici, infermieri, giornalisti, virostar, politici e vip. Non basteranno le scuse, sappiatelo». Frasi gravissime.
I tweet della vergogna
«Il Covid non si trasmette per via trasfusionale»
Avis, a seguito della diffusione di queste notizie, si è vista costretta a intervenire con una nota ufficiale segnalando, ad esempio, che tra le notizie circolate c’era quella secondo cui «la nostra associazione richiederebbe solo il sangue di chi non è in possesso del Green pass».
Una fake news che nasce probabilmente da una circolare del ministero della Salute con cui «si è stabilito che non vi è obbligo di Green pass per accedere alle strutture di raccolta». Questa decisione è stata presa dal momento che i donatori si recano nei servizi trasfusionali «per sottoporsi a una prestazione sanitaria». Falso anche che il Covid possa essere trasmesso «per via trasfusionale»: «Mai segnalati episodi di sangue donato da persone vaccinate che si sarebbe coagulato», conclude Avis.
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile LE RICHIESTE DI FAVORI DA MOBY… IL FATTO PARLA DI “COLPA POLITICA INDIFENDIBILE“
Nelle carte dei pm che indagano su Beppe Grillo e Moby ci sono le chat con 10 parlamentari del MoVimento 5 Stelle.
Tra questi anche l’allora ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli e il suo vice Stefano Buffagni. Oltre a Danilo Toninelli, che ieri ha sostenuto di aver messo a gara le tratte che interessavano a Vincenzo Onorato. Che però vennero in realtà messe al bando dalla sua successora Paola De Micheli.
Intanto i pubblici ministeri concentrano l’attenzione sul contratto tra il fondatore del M5s e la compagnia: due anni, 240 mila euro totali da pagare in dieci rate mensili da 10 mila euro da accreditare presso la filiale di Nervi della banca Passadore. Troppi, visto che sul blog alla fine è uscito un articolo al mese.
La trattativa
I contenuti redazionali che avrebbe realizzato Beppegrillo.it per Moby alla fine ammontano a quattro in totale. Il Fatto Quotidiano racconta oggi che il contratto prevedeva, come si legge a pagina 2, di mettere a disposizione di Moby uno «sky banner 300×500 (…) da utilizzarsi per inserimenti pubblicitari e la cui grafica potrà essere modificata non più di due volte al mese».
Secondo il contratto la società di Grillo si sarebbe impegnato «su richiesta di Moby all’inserimento sul blog per un determinato periodo di tempo di contenuti redazionali che siano al massimo di uno al mese».
Gli inquirenti scrivono nelle carte che durante la stesura del contratto «Grillo ha ricevuto da Onorato richieste di interventi a favore di Moby che ha veicolato a parlamentari in carica appartenenti» al suo «movimento politico, trasferendo al privato le risposte della parte politica o i contatti diretti con quest’ultima».
Mentre nell’unico articolo sul tema firmato dall’ex comico si parla della legge sugli sgravi fiscali per i marittimi. È intitolato «Siamo un popolo di navigatori, disoccupati» e si legge: «Onorato si sta battendo anima e cuore per salvaguardare i diritti dei nostri marittimi».
Ma quando all’inizio del 2019 uno dei dirigenti di Moby scrive a Onorato perché non è convinto di rinnovare il contratto considerato troppo oneroso, la risposta del patron è inequivocabile: «Procedi con il rinnovo, è importante». E senza discussioni sulle possibili richieste di sconti.
La Stampa ricorda oggi che tra le richieste su cui Onorato avrebbe insistito di più, c’era quella relativa al rinnovo della concessione per la continuità territoriale dei collegamenti con la Sardegna da 72 milioni di euro l’anno, «ossigeno» per il gruppo vicino al crac (oggi è prevista un udienza importante davanti al Tribunale Fallimentare).
Il ministro dei Trasporti dell’epoca, Toninelli, si era pubblicamente opposto sostenendo la necessità di indire una nuova gara. Ma alla fine il rinnovo è arrivato. E anche su questi 72 milioni di euro pubblici hanno acceso un faro gli investigatori.
Le chat di Grillo con gli eletti
Le chat in cui Grillo parla con gli eletti M5s sono dodici, i messaggi singoli molti di più. Tutte riguardano richieste o lamentele di Grillo sul settore. Un episodio chiave lo racconta oggi Repubblica e risale al 2020: in pieno lockdown, mentre il mondo marittimo vive come tutti una crisi profondissima per il crollo dei passeggeri: i ricavi scendono anche del 90% ma i costi rimangono.
E Beppe telefona, a volte non riceve risposta e manda messaggi: «Dobbiamo fare qualcosa per il settore», scrive. Ma a volte è ancora più diretto: «Il gruppo Tirrenia sta fallendo, possiamo intervenire?». Tanto impegno ha ottenuto risultati? L’ultimo giorno di marzo 2020 si svolge una conference call tra i commissari di Tirrenia, i vertici di Tirrenia Cin, la (nuova) ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli e proprio Patuanelli. Il vertice riguarda il blocco dell’operatività delle navi.
Dopo 24 ore salta fuori una soluzione. Ovvero lo sblocco della liquidità sequestrata a Tirrenia (cioè a Onorato). Che pubblicherà una nota per ringraziare i commissari, il Mit e il Mise per aver favorito la conclusione dell’accordo.
Poi c’è il caso Toninelli. Che l’altroieri aveva spiegato di non aver mai favorito il gruppo: «Su Onorato ho detto che si fanno le gare e non le proroghe delle convenzioni». Ma a febbraio 2020 è Paola De Micheli che si rivolge a Domenico Arcuri di Invitalia per le indagini di mercato preliminari. La stesura dei bandi arriva subito dopo. E Onorato smette di pagare le inserzioni sul blog di Grillo e interrompe la collaborazione con la Casaleggio.
La convenzione viene stipulata a maggio: delle sei tratte andate in gara, Cin ne ottiene una: mezzo milione di euro all’anno. Dai 72 che incassava regolarmente come contributi pubblici. I ricorsi di Onorato per non bandire la gara vengono entrambi bocciati. Le altre tratte se le aggiudicano Grimaldi e Nlg. Le casse pubbliche risparmiano 40 milioni.
Il fallimento della Casaleggio Associati?
Intanto il Corriere della Sera riporta una serie di voci che riguardano la Casaleggio Associati, che sarebbe in una fase finanziaria talmente negativa da considerare l’ipotesi di liquidazione. Negli ultimi mesi si è verificata una riduzione del personale mentre la sede di Corso Monterone a Milano è in via di dismissione.
Il bilancio del 2020 ha un saldo negativo di oltre 320 mila euro. E Davide Casaleggio ha perso l’appoggio del MoVimento 5 Stelle durante la guerra su Rousseau. Per questo, si legge nel rendiconto d’esercizio depositato alla Camera di Commercio, la pandemia «ha imposto l’esigenza di contenere il più possibile lo sviluppo del contagio, comportando la modifica di procedure e attività». A Roma i parlamentari si dicono dispiaciuti della situazione: «Nonostante tutto, la Casaleggio rappresenta una parte importante del nostro percorso, speriamo si possa riprendere al più presto».
Una colpa politica indifendibile
Intanto, sempre sul Fatto Quotidiano, è Marco Lillo a parlare di «colpa politica indifendibile» a proposito di Beppe. Secondo il vicedirettore del quotidiano di Marco Travaglio «quei soldi sporcano la sua battaglia». Lillo parla della petizione per i lavoratori marittimi lanciata da Grillo e si interroga: «Chi ha sottoscritto la petizione su richiesta di Grillo, lo avrebbe fatto se avesse saputo che la società del comico incassava 120 mila euro all’anno? Forse no».
Secondo Lillo è stata una questione di soldi: la Beppegrillo srl ha portato a casa ricavi per 240 mila euro nel 2019 e 230 mila euro nel 2018. E quindi senza i soldi di Onorato probabilmente avrebbe faticato a chiudere i bilanci. Nel 2020, a causa anche della pandemia, la società ha avuto ricavi per 58 mila euro con una perdita di 12 mila euro contro un utile lordo di 89mila euro del 2019 e di 101 mila nel 2018.
La conclusione: «Proprio nel 2018 Grillo aveva diviso i destini del suo sito da quelli del M5s. Sarebbe stata dura ammettere che il sito faticava a mantenersi. L’orgoglio probabilmente è stato la molla che lo ha spinto a commettere il più grave errore politico della sua vita: errore che non pagherà solo lui».
(da NetQuotidiano)
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Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile QUATTROMILA EURO AL GIORNO IN TERAPIA INTENSIVA
Quanto costa curare un No vax? Mentre cominciano a scarseggiare i farmaci
utilizzati contro Covid-19 e metà dei preparati finisce nella cura ai non vaccinati, c’è chi fa i conti in tasca alle terapie intensive e ai reparti ordinari degli ospedali.
Per scoprire che oggi il ricovero in rianimazione di un non immunizzato arriva a costare fino a 4 mila euro al giorno.
E la distinzione non è casuale, visto che nei vaccinati che finiscono in nosocomio il decorso della malattia è invece più breve e benigno (e quindi meno costoso).
«Usiamo molte risorse per i non vaccinati, completamente esposti al virus – dice oggi a La Stampa il dottor Sergio Livigni, coordinatore dell’area sanitaria ospedaliera del Dirmei e direttore del dipartimento Dea Asl Città di Torino -: monoclonali, antivirali, antinfiammatori. Va da sé che dobbiamo trattare tutti, senza eccezioni».
Il prezzo di un ricovero
Il ricovero di un non immunizzato in rianimazione costa fino a 4 mila euro al giorno, spiega Livigni. Ma è una cifra variabile in base a una sommatoria di fattori: «Se si tratta di intubarlo, o di ricorrere alla Ecmo, la circolazione extracorporea, i costi lievitano in misura sensibile».
Per chi è immunizzato invece «il decorso è più breve e benigno, rari i ricoveri in terapia intensiva».
Dei 142 ricoverati nelle terapie intensive piemontesi oltre il 70%, dunque più di 100 – è senza vaccino. Il loro costo, calcola il quotidiano, si aggira intorno ai 450 mila euro al giorno. Per la sola regione Piemonte, s’intende. Mentre scarseggiano anche i medicinali: Sotrovimab, l’unico anticorpo monoclonale che agisce contro Omicron, arriva con il contagocce.
Altrimenti ci sono gli antivirali, che comunque non hanno valore preventivo e vanno somministrati entro pochi giorni dalla comparsa dei sintomi: «La prima indicazione è sempre il Sotrovimab, le seconda è il Remdesivir, per i profili a basso-medio rischio prescriviamo il Molnupiravir», dicono i dottori piemontesi.
Da ultimo, si lavora a un anticorpo monoclonale con impiego preventivo, alla pari dei vaccini, che aprirebbe nuove prospettive. Un altro contributo arriverà dal vaccino aggiornato che Pfizer sta mettendo a punto contro Omicron: «In tutti i casi, nel prossimo futuro si tratterà di capire in chi e come questa variante può fare danni. Sarà l’elemento condizionante».
Il prezzo indirett
Nell’ottobre scorso anche Altems, ovvero l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica, aveva calcolato il costo dei ricoveri dei non vaccinati ricoverati per il Sistema Sanitario Nazionale.
Il prezzo giornaliero di un ricovero in area medica si stimava in 709 euro, quello in terapia intensiva in 1.680. In totale, il no al vaccino costava fino a 70 milioni di euro al mese.
Alessandro Vergallo, presidente di Aaroi-Emac, a cui fanno capo i medici anestesisti e rianimatori, aveva stimato che la spesa corre a causa di costi diretti e indiretti: «C’è un costo di default, che è una sommatoria di logistica, reparti che fanno da supporto, personale, numero di posti letto occupati. In linea generale possiamo calcolare circa mille euro a paziente al giorno. Ma parliamo solo di costi diretti, riferiti a un sistema sanitario non in affanno. Poi ci sono quelli indiretti, dovuti a rallentamenti, trasferimenti, attivazione di nuovi posti letto, aumento delle liste d’attesa».
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile LA QUARANTENA NON RISPETTATA TRA LE PROVE PER CACCIARLO
La Corte federale dell’Australia ha pubblicato le motivazioni della sentenza che ha
confermato la revoca del visto a Novak Djokovic. Il giudice capo James Allsop, il giudice Anthony Besanko e il giudice David O’Callaghan hanno affermato che la decisione del ministro dell’Immigrazione Alex Hawke di annullare il visto di Djokovic non è irrazionale o illogica.
Citando, tra le altre prove a sostegno, le volte in cui il tennista non ha rispettato la quarantena dopo il test positivo al Coronavirus che lui stesso ha utilizzato per cercare di ottenere l’esenzione vaccinale.
Ovvero l’evento pubblico a Belgrado di cui ha parlato Open (lui aveva affermato di non sapere all’epoca di essere positivo, ma nonostante tutto ha preferito mettere a rischio gli altri) e, soprattutto, l’intervista rilasciata al giornalista de l’Équipe da positivo per la quale lo stesso Djokovic si era scusato.
Le motivazioni della sentenza
Il ministro Hawke aveva spiegato che Nole era un «rischio trascurabile per coloro che lo circondavano», ma che era «percepito da alcuni come un talismano per la comunità anti-vaccino: ritengo che la presenza del signor Djokovic in Australia possa portare a un aumento del sentimento anti-vaccinale, portando potenzialmente a un aumento dei disordini civili del tipo precedentemente sperimentato in Australia con raduni e proteste che potrebbero essere essi stessi un fonte di trasmissione del virus».
E la Corte ha spiegato che le motivazioni di Hawke erano solide: «Un’iconica stella del tennis mondiale può influenzare persone di tutte le età, giovani o meno giovani, ma forse soprattutto i giovani e gli impressionabili».
Nella sua difesa su Instagram Djokovic aveva parlato dell’intervista rilasciata al giornale francese a Belgrado il 18 dicembre ed aveva ammesso di averla fatta sapendo di essere positivo al Coronavirus.
E il ministro Hawke ha avuto buon gioco nell’affermare che il comportamento del campione è stato irresponsabile e Djokovic quindi rappresentava un pericolo per la salute e l’ordine pubblico: «I temi dell’incoraggiamento e dell’imitazione dell’eroe sportivo e dell’icona attraversano ragioni di preoccupazione per la salute e l’ordine, l’interesse pubblico», si legge nella sentenza. Il Parlamento, conclude il Tribunale, ha chiarito nell’articolo 116 che un ministro può revocare un visto se ritiene che la presenza del suo titolare in Australia possa rappresentare un rischio. Per questo la Corte ha dato torto a Djokovic.
(da Open)
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Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile ROBERT JOHNSON GIOCA IN A2
La Pallacanestro Cantù ha risolto il contratto con Robert Johnson. Il giocatore che
non aveva voluto vaccinarsi dal 10 gennaio non poteva allenarsi con i suoi compagni e giocare le partite in campionato per le nuove norme sul Green pass.
L’americano viaggiava a oltre 19 punti di media in A2: si accaserà in Polonia, nel Legia Kosz. Dopo la guardia, il prossimo giocatore No vax a salutare l’Italia potrebbe essere l’esterno di Forlì Kenny Hayes.
In A1 infatti valgono invece le regole degli sportivi professionisti. E quindi ad oggi basta il Green pass base per scendere in campo: un tampone 48 ore prima e si gioca. Ma per Johnson, spiega oggi La Stampa, non sono state ammesse deroghe: «Per tre settimane l’abbiamo messo di fronte alla realtà dei fatti e soprattutto gli abbiamo fatto presente che su di lui avevamo fatto un grosso investimento economico, spendendo la cifra più alta della mia gestione – spiega al quotidiano il presidente Roberto Allievi -. Per non parlare del rispetto dovuto ai tifosi e ai compagni. Robert però è stato irremovibile».
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile NEL PC DEL LIBERO PROFESSIONISTA 300.000 FILE PEDOPORNOGRAFICI
Una condanna pesante, il massimo possibile: 20 anni di carcere in abbreviato, al pari delle atrocità da lui commesse.
Era un orco insospettabile, e quello che ha fatto ha destato lo sconcerto di chiunque abbia affrontato il suo caso. Il giudice Giacomo Marson ha inflitto oggi una pena equiparabile a quella per omicidio al libero professionista della Torino bene che ha plagiato e violentato due bambini per almeno due anni, portandoli spesso nelle abitazioni che erano nella sua disponibilità, fuori città e in montagna.
Ha prodotto foto e filmati terrificanti, usando quelle immagini come merce di scambio nel dark web, senza mai destare sospetti.
Nel corso delle indagini della pm Lisa Bergamasco, erano poi emerse anche altre tre vittime, sempre a lui molto vicine, che avrebbero ricevuto attenzioni morbose.
Il professionista era stato arrestato il 12 aprile dagli agenti della polizia postale che sono riusciti a risalire alla sua identità con un’indagine delicatissima partita da Roma. Quando era scattata la perquisizione nella sua abitazione, era stata trovata un’impressionante quantità di materiale pedopornografico celata nel computer: oltre 300 mila file di cui circa 9000 filmati e immagini auto prodotti, suddivisi in cartelle classificate anno per anno.
Il pedofilo era riuscito a creare un legame insidioso con i bambini, un maschietto e una femminuccia abusati, secondo l’accusa, quando avevano tra i sei e gli otto anni. Immagini devastanti così esplicite che la procura di Torino non aveva nemmeno avuto bisogno di ascoltare i minori in audizione protetta.
Era poi emerso anche il sospetto che i piccoli venissero narcotizzati o comunque sedati, visto che erano stati trovati farmaci di quel tipo in casa sua e nei video autoprodotti a volte le vittime sembravano incoscienti. Il cinquantenne, difeso dallo studio Zancan, era così sicuro di non essere individuato da riprendersi in volto nei suoi filmati terrificanti. Cambiava server e identità, utilizzando nickname: lo faceva in continuazione.
Un nickname per proteggersi
Era poi riuscito a comprare il silenzio dei bambini rendendosi una figura di riferimento per loro. Creando un legame di fiducia così forte da far sì che loro non rilasciassero confidenze a nessuno su quello che stava succedendo. Li portava in montagna e si offriva di tenerli quando i genitori erano impegnati. I genitori, assistiti dall’avvocato Alberto De Sanctis, dopo l’arresto dell’uomo avevano immediatamente avviato un percorso di sostegno psicologico per i loro figli.
Nessuno si era accorto di nulla, mai un segnale di sofferenza e disagio raccontato o espresso da parte dei bambini è stato colto all’esterno. L’orco usava lo stratagemma del gioco per plagiarli e violentarli, per poi riversare tutto l’orrore commesso sul dark web diventando in poco tempo quotatissimo nella rete dei pedofili.
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile L’UOMO FERMATO A CAPODICHINO E PERQUISITO
Era sceso baldanzoso da quell’aereo partito dalla Germania e arrivato all’aeroporto
Capodichino di Napoli per partecipare alla manifestazione no vax e non green pass andata in scena sabato 15 gennaio a Roma.
Ma ad attenderlo nello scalo partenopeo non ha trovato solamente i familiari, ma anche gli uomini della Polizia postale e della Digos che hanno proceduto alla sua perquisizione.
Perché l’uomo, dopo una lunga indagine telematica, è il gestore di uno dei più “frequentati” gruppi Telegram anti-vaccinisti. E in quel canale, oltre a contenuti di propaganda no vax, c’erano anche esplicite minacce a Mario Draghi.
Come riportato da AdnKronos, l’uomo vive da anni in Germania per motivi professionali. Il suo ritorno nella sua Napoli, prima di fare tappa a Roma per quella manifestazione, è stato accolto dalle forze dell’ordine. L’uomo, di cui non sono stati diffusi i dettagli sulla sua identità, era finito nelle mirino delle indagini dopo che nel suo canale Telegram non erano state diffuse solamente minacce a Draghi, ma anche al Presidente americano Joe Biden e al fondatore e proprietario di Microsoft Bill Gates. Ma anche altri rappresentanti delle istituzioni erano finite nel mirino delle intimidazioni.
Ma non finisce qui. Su Telegram erano presenti anche le più classiche e paradossali teorie del complotto sulla pandemia, sulle mascherine e sui vaccini. E i deliri non si fermavano alla mera propaganda no vax: tra i contenuti finiti sotto l’attenzione della Polizia postale c’erano anche espressioni di incitamento all’odio e alla violenza.
Si invitavano, infatti, i manifestanti a insorgere – in modo bellicoso – durante i vari eventi di piazza che si sono ripetuti (quasi a cadenza settimanale) nel corso degli ultimi mesi. E per non farsi mancare nulla, a tutto ciò va aggiunta quell’ideologia anti-semita che condiva il tutto.
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile AUMENTANO DEL 50% I DECESSI
La recente introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 “spinge le prime dosi” e “inizia a mostrare i primi effetti”: nella settimana 12-18 gennaio in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono stati 128.966, pari a +28,1% rispetto alla settimana precedente.
Complessivamente, nello stesso arco di tempo i nuovi vaccinati sono stati 510.742 rispetto ai 496.969 della settimana precedente (+2,8%) e sono stabili le nuove vaccinazioni nella fascia 5-11 anni (pari a 240.920), che rappresentano quasi la metà delle prime dosi. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. Ancora scoperte 8,1 milioni di persone di cui oltre 2 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione. Sulle terze dosi il tasso di copertura è al 70,8% con nette differenze regionali.
In 7 giorni si registra un aumento del numero totale dei tamponi totali effettuati (+10,8%), passati da 6.926.539 della settimana 5-11 gennaio a 7.672.378 della settimana 12-18 gennaio, con un incremento dei tamponi rapidi (+856.687 pari a +17,8%) a fronte di una leggera flessione di quelli molecolari (-110.848 pari a -5,3%).
La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari si riduce ulteriormente (dal 25,4% al 21,2%), mentre rimane stabile (14,4% vs 14%) per gli antigenici rapidi.
Emerge anche una stabilizzazione del numero di nuovi casi (1.243.789 vs 1.207.689) e un aumento dei decessi (2.266 vs 1.514). Crescono gli attualmente positivi (2.562.156 vs 2.134.139), le persone in isolamento domiciliare (2.540.993 vs 2.115.395), i ricoveri con sintomi (19.448 vs 17.067) e, in misura minore, le terapie intensive (1.715 vs 1.677). L’incidenza supera i 2.000 casi per 100.000 abitanti in 58 province.
L’83,7% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 79,6% ha completato il ciclo vaccinale. “Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione – si è registrata una sostanziale stabilizzazione dei nuovi casi intorno a quota 1,2 milioni, con un incremento del 3% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che passa da 174.576 del 12 gennaio a 177.652 il 18 gennaio (+1,8%). Una frenata nazionale della curva che risente di situazioni regionali molto diverse”.
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2022 Riccardo Fucile IL PROVVEDIMENTO GIUDIZIARIO DI SEQUESTRO EMANATO DA TEMPO
Alle 6 di mattina del 20 gennaio a Roma, durante lo sgombero, emesso dall’autorità
giudiziaria, dei locali del circolo futurista di Casapound In via degli Orti di Malabarba, in zona Casalbertone, decine di persone, per lo più con i volti coperti, hanno aspettato l’arrivo dei poliziotti.
Lancio di fumogeni, cariche da parte dei manifestanti, decisi a non allontanarsi dall’ingresso dello stabile, e respingimenti da parte degli agenti, due dei quali sono stati feriti e portati in ospedale.
“Quello che è successo è gravissimo: ogni forma di dissenso viene repressa a suon di lacrimogeni e manganelli”, ha dichiarato Luca Marsella, già consigliere di Casapound a Ostia. “La motivazione è ovvia: la decisione di questo sgombero lampo arriva dopo le proteste contro il governo Draghi. Siamo stati gli unici a scendere in piazza e questa è la conseguenza”.
Secondo quanto precisano fonti della prefettura, sull’immobile del Circolo Casapound “gravava un provvedimento di sequestro preventivo emanato già mesi fa dall’autorità giudiziaria che si è deciso di portare ad esecuzione anche tenuto conto che nello stabile non risiedevano persone”.
L’immobile, sottolineano le stesse fonti, oltre alla funzione di circolo culturale, serviva anche da locale per lo stoccaggio di materiale di un’attività imprenditoriale.
(da agenzie)
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