Aprile 1st, 2022 Riccardo Fucile
HANNO SPARATO SENZA MOTIVO CONTRO L’AUTO DELLA GIOVANE
E’ morta una studentessa dell’Università pedagogica “Dragomanov” di Kiev “mentre portava aiuti umanitari a Chernihiv“. Lo rende noto l’ateneo sulla propria pagina Facebook.
La notizia è stata riportata anche dall’agenzia ucraina Unian, che su Telegram ha scritto: “Gli occupanti russi hanno sparato contro l’auto di una studentessa del secondo anno dell’Università pedagogica ‘Dragomanov’.
Secondo quanto riportato dall’ateneo, la studentessa è morta il 30 marzo poco prima di arrivare a Chernihiv. “Siamo vicini alla sua famiglia e siamo convinti che i colpevoli saranno puniti. Ricorderemo sempre la nostra brava e bella ragazza” è quanto scritto su Facebook dallo staff dell’ateneo.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Aprile 1st, 2022 Riccardo Fucile
“SE C’E’ POSSIBILITA’ DI NEGOZIATO E’ GRAZIE ALLA EROICA RESISTENZA DEL POPOLO UCRAINO CHE NON SI ARRENDE. CHI SIAMO NOI PER DIRE LORO DI INGINOCCHIARSI?“
Il segretario del Partito democratico Enrico Letta dedica una lunga lettera a Michele Santoro, giornalista ed ex europarlamentare, intervenuto ieri sera a PiazzaPulita per parlare della guerra in Ucraina.
Il suo punto di vista nell’intervista di Corrado Formigli era sintetizzabile così: continuare a fornire armi all’esercito di Kyiv farà sentire Putin messo all’angolo, e a quel punto potrebbe fare ricorso alle armi atomiche visto che i soldati di Mosca sono poco addestrati e mal equipaggiati.
Un invito, quindi, a cercare il dialogo con Putin: “Questo è il momento migliore per fare un accordo con lui, perché non ha realizzato i suoi obiettivi. È in difficoltà, la guerra può finire solo se noi gli offriamo una via d’uscita”.
“Se per il popolo ucraino oggi oppresso proprio ora sotto le bombe e i missili c’è anche solo una possibilità di negoziato – scrive Letta – lo si deve a un atto di resistenza fiera e senza compromesso. Lo si deve alla ribellione di chi non si consegna, non si arrende, non si inginocchia. Chi siamo noi per dire loro di inginocchiarsi? La lista degli errori dell’Occidente non può essere un argomento sufficiente per persuaderli alla resa”.
Il segretario dem critica il mancato riferimento alla “resistenza”, “il valore fondante della nostra Repubblica, il segno distintivo della vicenda della sinistra in Italia”, che caratterizza il popolo invaso a scapito dell’esercito invasore. E sulle critiche mosse verso l’Unione europea: “Dici che non esiste, l’Europa. Io dico che esiste eccome e che anzi sta dimostrando, come diceva Jean Monnet, di trovare dentro la crisi le ragioni più profonde della propria unità. È accaduto con la pandemia, con un piano di ricostruzione finanziato con debito comune. Accade oggi, con la guerra. Questo sono le sanzioni. Questo è il sostegno alla resistenza ucraina. Questo è il sì, finalmente senza ambiguità, all’accoglienza di milioni di profughi. Questa è anche, per inciso, la reazione ferma e unitaria agli accenti troppo marcati di Biden sul cambio di regime, che in tanti in Europa abbiamo stigmatizzato, me compreso”.
(da NetQuotidiano)
argomento: Politica | Commenta »
Aprile 1st, 2022 Riccardo Fucile
IL BIGLIETTO AEREO DI TOTI È COSTATO LA BELLEZZA DI 4.852 EURO
Toti non ha voluto dircelo. Nemmeno tv e giornali hanno risposto (come dire, le notizie si scrivono quando riguardano gli altri). Alla fine i costi della gloriosa spedizione a Dubai del Presidente e dei giornalisti al seguito ce li siamo andati a scovare noi: totale 140.370 euro per un viaggio di tre giorni e un convegno. Un record.
Ma le vere chicche le trovi andando a spulciare tra le singole voci di spesa.
Il BIGLIETTO AEREO di Giovanni Toti è costato la bellezza di 4.852 euro! Sì, avete letto bene. Mentre il povero assessore Andrea Benveduti ha speso 982 euro (deve aver viaggiato appeso a un’ala o nel vano bagagli), il mega Presidente Toti ha speso cinque volte tanto. Viene il dubbio che abbia viaggiato in first class, quella che, reclamizza la linea aerea Emirates, ha una spa a bordo.
Le spese spensierate non finiscono qui. Toti si è portato in gita praticamente tutto il suo STAFF: otto persone, per un totale di 23.169 euro per aereo e albergo. Ecco allora il fido Matteo Cozzani – ma che diavolo ci sarà andato a fare a Dubai il capo di gabinetto e sindaco di Portovenere? – e l’altro inseparabile Iacopo Avegno.
Poi un ufficio stampa degno di Biden: Jessica Nicolini, Federica Costella, Arianna Abbona e Francesca Licata, quella che si occupa soprattutto dei social. Non sia mai che Toti vada a Dubai senza social!
Gli alberghi sono costati da 982 euro per il povero Benveduti (solo 300 euro a notte, praticamente l’hanno messo in mansarda) ai 1.400 di Toti e ai 1.690 della signora Abbona (più di 560 euro a notte).
E passiamo all’allegra brigata di GIORNALISTI AL SEGUITO.
Altri 18.849 euro (9.541 euro di volo e 7.098 di alberghi, più spese per il bus). Due per Primocanale (noblesse oblige), uno per Telenord, uno per SanremoNews, un free lance per conto del Secolo XIX, uno per Riviera 24 e uno per Ivg (gli ultimi due, va detto, sono gli unici che ci avevano risposto per dire che andava).
Ma non basta: perché Primocanale, oltre ad avere il viaggio pagato, ha ottenuto un contratto da 15mila euro per coprire la spedizione a Dubai.
La Manzoni spa, che gestisce la pubblicità del gruppo Gedi (Secolo, Stampa e Repubblica) ha ottenuto 30mila euro per pubblicità varie e per l’organizzazione da parte del Secolo XIX di un convegno dedicato appunto a Dubai.
Secondo voi un giornale o una televisione che ricevono viaggio pagato e decine di migliaia di euro in pubblicità sull’operazione Dubai possono poi essere credibili quando ne parlano?
Noi non siamo contro la presenza della Liguria a Dubai. Per esempio è positivo il lavoro realizzato dalla società Liguria International e sono importanti gli accordi stretti dall’Università di Genova con alcuni atenei arabi. E’ utile, anche, la pubblicità della Liguria sui giornali arabi.
Noi non vogliamo che siano spese decine di migliaia di euro pubblici per il biglietto aereo di Toti e per far andare in gita tutto il suo staff.
Siamo contrari al fatto che si paghino con i nostri soldi le trasferte dei giornalisti liguri. E ci chiediamo che senso abbia pubblicizzare la Liguria in Liguria spendendo 30mila euro per il convegno e la pubblicità sul Secolo XIX, più altri 15mila euro per Primocanale ecc.
Chissà se l’Ordine dei Giornalisti, al quale abbiamo segnalato più volte la questione del fiume di denaro pubblico speso da Toti in pubblicità su TV e giornali liguri, vorrà dire qualcosa.
Toti la chiama operazione di marketing. Noi, ironicamente, saremmo tentati di aggiungere una “T” e chiamarlo MARKETTING.
Ferruccio Sansa
(da Fb)
argomento: Politica | Commenta »
Aprile 1st, 2022 Riccardo Fucile
DODICI UFFICIALI LICENZIATI FANNO CAUSA… L’AVVOCATO CHE LI DIFENDE: “CONTATTATO DA ALTRI MILLE SOLDATI CHE RIFIUTANO DI COMBATTERE GLI UCRAINI“
Dodici ufficiali della Guardia Nazionale di Krasnodar hanno ricevuto l’ordine di andare a combattere in Ucraina. Ma hanno detto no.
E oggi, difesi dall’avvocato Mikhail Benyash, hanno impugnato il licenziamento arrivato da Mosca in risposta al rifiuto di obbedire agli ordini.
La storia l’ha raccontata per prima la rivista Meduza, uno dei pochi media indipendenti della Russia. E la motivazione illustrata non fa una grinza: quella nei confronti di Kiev non è una guerra, ma un’”operazione speciale” come l’ha definita lo stesso Vladimir Putin. Quindi gli ordini di andare in guerra non valgono.
La causa contro Putin
Benyash racconta che il 25 febbraio la Rosgvardia, ovvero la Guardia Nazionale Russia, ha ordinato di andare in territorio ucraino mentre stavano partecipando a un’esercitazione in Crimea. Quando loro si sono rifiutati è partito un procedimento disciplinare e il primo marzo hanno ricevuto la lettera di licenziamento per non aver obbedito agli ordini.
«In caso di conflitto armato o situazione di emergenza i termini contrattuali possono essere modificati unilateralmente per un massimo di sei mesi», spiega Benyash. «Ma qui non ci sono conflitti armati o guerra, ma soltanto un’”operazione militare speciale”. La legge non dice nulla a riguardo».
Se le stesse autorità russe si rifiutano di definirlo un conflitto armato, allora non è una guerra e non possono arrivare ordini. Si può partire come volontari ma non si può essere costretti, è il ragionamento. «E se invece è una guerra, allora chi l’ha iniziata? Nessuno vuole rispondere a questa domanda, purtroppo».
Nel colloquio con Vladimir Sevrinovsky l’avvocato sostiene che i russi stanno rifiutando “in massa” di partecipare alle Operazioni Speciali di Putin.
E ora, grazie a questa causa, sapranno che c’è una base legale per farlo. In molti non si muovono perché sono spaventati da quello che si potrebbe dire di loro quando le storie finiranno sui media.
Li spaventano con accuse di tradimento della patria. «Sento storie di rifiuti a partire che arrivano dalla Siberia al Caucaso settentrionale», sostiene Benyash, «ho ricevuto 200 richieste in tutto. Ma molti si rivolgono a me in rappresentanza di un gruppo. Vengono da me perché la gente non vuole uccidere o essere uccisa. Quando sono stati assunti, le regole d’ingaggio erano diverse. Per quanto riguarda la Rosgvardia, chi è coscritto non ha ricevuto preparazione militare. Questi ragazzi non possono sparare missili terra-aria, non possono portare in giro carri armati. Cosa gli succederebbe se incontrassero un esercito addestrato?».
Secondo l’avvocato rifiutarsi di uccidere non è un crimine: «Non è una vergogna, è giusto. Se qualcuno risponde di no a un ordine di uccidere qualcuno, può contare sulla nostra protezione».
Poi rivela di aver ricevuto a sua volta pressioni: «Due settimane fa hanno buttato giù la porta di casa mia. Dovresti vedere cosa c’era in casa. È come se fosse passato di lì un ippopotamo».
E non finisce qui. Repubblica, che ha raccontato oggi la storia della Guardia Nazionale di Krasnodar, fa sapere che il team di Alexei Navalny ha diffuso l’audio di un colloquio tra truppe russe intercettato forse in Ucraina. E che testimonia il rifiuto di andare a combattere da parte delle forze speciali russe a Irkutsk, Omsk e Novosibirsk. Anche loro hanno ricevuto dai superiori accuse di vigliaccheria e tradimento.
E ieri l’Ufficio delle comunicazioni strategiche delle forze armate dell’Ucraina ha sostenuto che i soldati dell’Ossezia del Sud hanno rifiutato di entrare in guerra al fianco della Russia contro l’Ucraina
Pochi giorni fa quasi tutto il personale di uno dei gruppi tattici del battaglione (due compagnie di fucili motorizzati e una batteria di mortai) della 4a base militare delle forze armate russe (unità militare 66431 Tshinval, Ossezia del Sud), si è rifiutato di «partecipare all’aggressione militare contro l’Ucraina».
Quasi tutti gli abitanti della regione hanno passaporto russo. Per l’Ossezia Mosca vuole un referendum per l’annessione dell’intero territorio alla Russia. Potrebbe tenersi già a maggio o a giugno.
1.000 altri soldati pronti alle cause
Il Financial Times aggiunge che nel frattempo sono arrivati a un migliaio i soldati che hanno contattato l’avvocato Benyash per farsi patrocinare cause contro lo stato russo. La Rosgvardia, considerata in Russia come l’esercito personale di Putin, interviene spesso a Mosca durante le proteste di piazza. Ed è considerato lo spauracchio degli oppositori.
Ma alcuni video hanno mostrato i veicoli targati Guardia Nazionale anche in Ucraina. Spesso abbandonati o rimasti senza benzina. Mercoledì lo stesso Putin ha conferito onoreficenze ai membri della Guardia che si sono distinti sul campo durante l’”Operazione Speciale”. Intanto però nove delle 12 guardie patrocinate da Benyash hanno ritirato la causa dopo aver ricevuto pressioni.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Aprile 1st, 2022 Riccardo Fucile
“FA MALE, DOPO 11 ANNI ANDRO’ VIA DA QUI“
Non è la prima volta che accade: il 25 marzo gli avevano lasciato anche un limone attaccato con del nastro adesivo
«Oggi sono tornati. Psicologicamente non è facile. Sicuramente dopo 11 anni dovrò andare via da quella che ho definito casa».
A scriverlo è Vincent Ligorio, 35 anni, professore associato presso l’Accademia presidenziale russa dell’Economia nazionale e della pubblica amministrazione. Ligorio – che è anche vice rettore per le relazioni internazionali all‘University of Psichoanalysis di Mosca – in un primo momento aveva detto che non avrebbe voluto lasciare Mosca, dove risiede con la famiglia.
Ora, alla luce di un nuovo atto intimidatorio, potrebbe mollare tutto per tornare nella sua città di origine, Brindisi. Restare in Russia potrebbe non essere più sicuro.
Ieri, 31 marzo, infatti, ha denunciato su Twitter, con tanto di foto in cui si vede disegnata una Z dietro la sua porta, l’ennesimo attacco: «Lo hanno fatto in modo più artistico. Oggi fa più male anche per altre cose che ho ricevuto in questi giorni».
Il simbolo della Z, dal primo attacco russo, è un richiamo alla lettera impressa sui mezzi dell’esercito di Putin che il 24 febbraio ha invaso l’Ucraina.
Per Ligorio, dunque, non è la prima volta. Il docente universitario, che abita in Russia da ben 11 anni e che adesso non sa più cosa fare, è già stato oggetto di intimidazioni. L’ultima risale al 25 marzo quando, sempre dietro la porta del suo appartamento, gli era stato lasciato un foglio bianco con la lettera Z e persino un limone, interpretato in questo caso come un invito a stare zitto.
Forse qualcuno potrebbe non aver apprezzato le sue interviste, rilasciate ai media italiani, o i suoi numerosi tweet sulla situazione che stanno vivendo i russi, ma anche tutti gli stranieri (compresi gli italiani), rimasti in Russia dopo le sanzioni dell’Occidente e dopo la guerra scatenata in Ucraina che ha, di fatto, isolato il Paese guidato da Vladimir Putin.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Aprile 1st, 2022 Riccardo Fucile
TRA I SUOI MEDICI ANCHE UNO SPECIALISTA IN CANCRO ALLA TIROIDE
Un media russo, specializzato in giornalismo investigativo, ha pubblicato la lista di dottori che hanno accompagnato Putin nei suoi viaggi. Ecco cosa ha scoperto
Saltano fuori nuove indiscrezioni sullo stato di salute del presidente russo Vladimir Putin. Su di lui, negli anni, sono state avanzate diverse ipotesi: dalla demenza al Parkinson, da tumori a problemi alla colonna vertebrale.
Di fatto, però, non è mai stato resa nota la malattia, o presunta tale, di cui soffrirebbe. Prova a fare chiarezza, oggi, un media russo indipendente, specializzato in giornalismo investigativo, che si chiama Proekt, ma è noto anche come Agentstvo, che fa il punto della situazione mettendo nero su bianco tutte le volte in cui il presidente è “sparito”.
Per risalire ai suoi problemi di salute – visto che le autorità russe hanno sempre provato a nascondere tutto, facendo trasparire solo l’immagine di un uomo forte, un un maschio alfa, sportivo e mai malato – hanno scoperto, e poi pubblicato, la lista dei medici che, in questi anni e soprattutto nell’ultimo periodo, lo hanno accompagnato nei suoi viaggi.
Il 7 ottobre Putin compirà 70 anni: il suo addetto stampa ha sempre definito eccellente la sua salute, anche quando il presidente aveva avuto banali incidenti, o meglio infortuni legati allo sport. Più volte, ad esempio, si è parlato di problemi alla schiena. Ma, a quanto pare, potrebbe non essere così.
Solo una volta Putin si è lasciato sfuggire una notizia sul suo stato di salute. Era il 2021. Non riusciva «nemmeno a stare in piedi». Poi è stato curato a lungo. Il motivo? Una caduta, pare, da cavallo. In un’altra occasione, invece, alcuni filmati lo hanno mostrato zoppicante.
Quelle immagini sono state subito vietate dal servizio stampa del Cremlino che ha chiesto di pubblicare solo le foto e non i filmati di quella giornata.
I casi documentati di “sparizione” di Putin sarebbero quelli di novembre 2012, marzo 2015, agosto 2017, febbraio 2018 e settembre 2021. In quest’ultimo caso il presidente russo è andato in auto-isolamento per Covid con tutti gli eventi che si sono svolti in collegamento video. Infine, è stato rilevato che nel 2016-2017 Putin sia stato accompagnato nei suoi viaggi da ben 5 medici, poi in alcuni casi diventati addirittura 13 contemporaneamente. Alcuni di questi erano neuro-chirurghi, altri rianimatori. C’erano specialisti in riabilitazione ma anche in lesioni spinali e persino medici specializzati in oncologia.
Uno di loro è noto, invece, per le sue ricerche sul cancro alla tiroide (è andato a trovarlo 35 volte a Sochi, città della Russia meridionale). La malattia di Putin, ammesso che ci sia, non è stata resa nota in via ufficiale. Queste, dunque, restano al momento solo delle ipotesi.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Aprile 1st, 2022 Riccardo Fucile
LA RIVELAZIONE DELLA SPIA BRITANNICA FLEMING
I soldati russi in Ucraina, presi dallo sconforto per l’andamento negativo della guerra, avrebbero abbattuto accidentalmente un jet della propria flotta aerea.
Lo ha svelato la spia britannica Sir Jeremy Fleming, capo della GCHQ (la principale agenzia di spionaggio del Regno Unito), che ha poi aggiunto che molti dei militari di Putin si stanno rifiutando di eseguire gli ordini assegnati.
In un clima di paura e tensione, i consiglieri hanno paura a riferire al presidente le difficoltà sul campo di battaglia.
«Si ritiene che il gruppo Wagner, la compagnia militare privata con sospetti legami con il Cremlino, sia pronto a inviare un gran numero di personale in Ucraina per combattere al fianco dei russi – ha aggiunto la spia britannica -. È probabile che i mercenari Wagner vengano usati come “carne da cannone” per cercare di limitare le perdite militari russe».
«Sembra sempre più chiaro che Putin abbia valutato male la situazione» in Ucraina, ha detto Fleming. Lo zar avrebbe sottovalutato le conseguenze economiche dovute alle sanzioni dei Paesi occidentali e sopravvalutato le capacità dei suoi militari di assicurarsi una rapida vittoria.
(da Il Messaggero)
argomento: Politica | Commenta »