Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile PRIMA SI OPPONE ALL’INVIO DI ARMI ALLA RESISTENZA UCRAINA (PROPRIO LORO!) CON ARGOMENTAZIONI FILO-RUSSE, POI PROVA A USCIRE DALL’IMPASSE CON IL MANIFESTO UFFICIALE PER IL 25 APRILE: “L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA”
La domanda che divide gli antifascisti – in queste settimane di aggressione russa
all’Ucraina – è: l’Anpi, ossia l’associazione nazionale partigiani, eredità di chi ha combattuto la resistenza, perché oggi non sostiene la resistenza ucraina, ossia di un popolo che sta subendo l’occupazione russa e scende in piazza per contestare l’invasore?
Perché l’associazione che ha per riferimento “Bella ciao”, nel quale si parla di chi ha trovato l’invasore e si è ribellato, oggi ha una posizione contraria a sostenere militarmente l’Ucraina mentre i partigiani combatterono anche perché le armi fatte arrivare loro dagli Alleti?
«Il disegno è stato realizzato da Alice Milani, illustratrice e fumettista, che ringraziamo di cuore anche da qui», si legge sul profilo Facebook dell’Associazione, finita in diverse occasioni al centro delle polemiche per la posizione assunta sul conflitto in Ucraina.
Nel manifesto si vedono alcuni partigiani, in cerchio con diversi ragazzi e bambini, ed al centro la scritta «L’Italia ripudia la guerra»
Ovviamente un manifesto del genere non poteva che rinfocolare le polemiche. Che puntuali sono arrivate con le accuse verso l’Anpi di aver assunto una posizione lontana dalla storia stessa dell’Associazione.
E infatti è stata una pioggia di criticheù
’unica cosa che vi rappresenta perfettamente in codesto cazzo di disegnino sono le bandiere ungheresi al davanzale del palazzo.
Orban e l’anpi sono la stessa roba ormai.
Le persone che hanno creato l’ANPI, la guerra l’hanno fatta, per combattere i nazisti.
Se fossero stati tutti come voi, ora parleremmo tutti tedesco.
Estrapolare una frase dal suo contesto è poco corretto. La mia famiglia mi ha insegnato i valori della Resistenza, voi mi confondete.
Niente, scollati dalla realtà e dalla storie che rappresentate. Non c’è pace se c’è un aggressore, mi sembra di capire che sia un problema di dirigenza, va seriamente messa in discussione
La ripudia come strumento di offesa, insomma non possiamo fare i Vladimir Putin della situazione e invadere uno Stato Sovrano per risolvere le varie controversie con gli altri Stati. Ma è consentita la difesa, altrimenti non ci sarebbe nemmeno un esercito.
Io sono rimasto amareggiato dalle vostre posizion
Eppure il rimprovero dolce della Segre non è servito, il richiamo di Smuraglia ex partigiano non è servito, il cazziatone di Flores D’Arcais nemmeno
Il 25 Aprile lo festeggierò senza più ascoltare le vostre vuote parole
Non siamo arrivati alla Liberazione del 25 Aprile con la pace ma con la RESISTENZA.
Anpi,ti sei distratta: la Russia ha invaso un paese confinante,libero ed autonomo e sta massacrando e torturando i civili. Ti ricordi la resistenza?I partigiani (quelli veri,non quelli da operetta come voi) si sono fatti ammazzare per la libertà. E voi ve ne uscite con le minchiate
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile A MARIUPOL I SUPERSTITI DENUNCIANO: “VOGLIONO DEPORTARCI E ASSIMILARCI, COME AVEVANO FATTO AI TEMPI DI STALIN CON ALTRI POPOLI”
«Bambini, perdonateci per il disordine, vivete in pace e studiate bene, dio vi protegga». Firmato «Russi». Il messaggio lasciato sulla lavagna della scuola di Katyuzhanka, nella regione di Kiev, è scritto in una bella calligrafia, senza errori, a differenza di altre scritte sgrammaticate lasciate dagli invasori in molte case saccheggiate delle città ucraine.
Sembra essere fatto apposta per illustrare le buone intenzioni dei soldati russi, e infatti viene diffuso da Margarita Symonian, capa della propaganda del Cremlino, nello stesso giorno in cui alla stazione di Kramatorsk è stata provocata una strage da un missile russo sulla fiancata del quale c’era scritto «Per i bambini»
La difesa dei più piccoli sembra la nuova linea d’attacco dell’ideologia del Cremlino, riesumando un classico della propaganda sovietica, il cui simbolo è la statua del soldato dell’Armata Rossa che tiene in braccio una bambina, a Berlino.
Che le scuole ucraine vengono saccheggiate e devastate, distrutte e imbrattate di scritte insultanti verso gli ucraini, non viene mostrato, così come non si parla delle fosse per seppellire civili uccisi, scavate a poche decine di metri.
I telespettatori russi non vedono nemmeno la bambina ucraina alla giacca della quale la mamma ha cucito un’etichetta plastificata, di quelle che si appendono alle valigie, per poterla identificare nel caso finissero sotto un bombardamento.
I bambini sono vittime della guerra: ieri la commissaria per i diritti umani del parlamento ucraino Lyudmila Denisova ha raccontato che 176 minori sono stati uccisi e 324 feriti, in 44 giorni di guerra
Ma stanno diventando anche un’arma: almeno 1.937 ragazzini ospitati negli orfanotrofi ucraini sono stati portati in Russia dall’inizio della guerra, e alla Duma circola la proposta di approvare un regolamento di adozione semplificato per i piccoli ucraini.
Secondo Denisova, sono già state avviate 289 pratiche di adozioni: «Sono i nostri figli. Restituiteceli», ha detto alla televisione ucraina. E Maryna Lypovizkaya, della Ong Magnolia, che si dedica ai bambini scomparsi, ha raccontato alla Cnn che dall’inizio della guerra sono almeno due mila i minori che mancano all’appello: alcuni sono forse rimasti uccisi nei bombardamenti, altri si sono persi nella fuga dalle città assediate, ma altri probabilmente sono finiti dall’altra parte
Allo stato attuale, sono 131 mila i minori ucraini che sono stati portati in Russia, su un totale di 674 mila cittadini sfollati verso il territorio del Paese nemico. Denisova denuncia una «deportazione forzata», e numerosi ucraini fuggiti da Mariupol hanno raccontato ai giornalisti occidentali che i militari russi non gli avevano lasciato alcuna scelta: «Siamo stati recuperati dalle cantine dove ci nascondevamo dalle bombe e caricati su dei pullman».
Una volta trasferiti nel Sud della Russia, sono stati collocati in tende e palestre, fotografati e schedati con rilevazione delle impronte digitali: «Mi hanno trattato come fossi stata una criminale, una proprietà della Russia», ha raccontato una donna sotto anonimato alla Cnn.
Gli ufficiali dell’Fsb guardano il contenuto dei telefoni dei profughi, li interrogano sulle loro idee politiche, sulle attività svolte dai parenti rimasti in Ucraina e dagli eventuali conoscenti in Russia, li sequestrano i cellulari e i passaporti
«Dobbiamo impedire che in Russia si infiltrino i nazisti ucraini», spiegano queste procedure le autorità russe e, secondo molti testimoni, chi non supera i test, soprattutto gli uomini, sparisce.
Gli altri ricevono 100 euro in rubli, una sim card russa e dei documenti provvisori, e vengono caricati su treni e pullman diretti verso varie regioni della Russia, soprattutto remote e disagiate. Denisova ha denunciato ieri la presenza di centinaia di ucraini – soprattutto donne, ma anche 147 bambini, tra cui diversi neonati – chiusi in un campo recintato a Penza: «Non sanno dove si trovano, né se verranno spostati, non possono uscire e vengono sorvegliati»
Una deportazione che però sembra per ora proseguire in una maniera non sistematica: mentre alcuni gruppi di cittadini ucraini vengono trasferiti in modalità che ricordano un confino, altri sono riusciti a scappare e a raggiungere la frontiera russa, per tornare in Ucraina
Una donna di Mariupol ha raccontato di essere riuscita a viaggiare fino a Pietroburgo e a passare il confine con l’Estonia, nonostante l’assenza del passaporto, sequestrato dai russi proprio per impedire l’espatrio dei profughi forzati: «Vogliono deportarci e assimilarci, come avevano fatto ai tempi di Stalin con altri popoli».
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile ERA UN OBIETTIVO DI PRIMARIA IMPORTANZA PER PUTIN
I fatti sono noti. I russi di Putin entrano in un’area di stoccaggio della base di
ricerca Ecocentre, a Chernobyl, e rubano 133 sostanze altamente radioattive.
Per l’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di esclusione «anche una piccola parte di queste sostanze è mortale se gestita in modo non corretto», aggiungendo che «il posto in cui sono state portate le sostanze rubate è al momento sconosciuto».
Il ministro dell’Energia ucraino German Galushchenko si spinge oltre sostenendo che i soldati che dal 24 febbraio al 31 marzo sono rimasti lì, nella “Foresta rossa” intorno alla centrale di Chernobyl, dove si è verificato il disastro nucleare più importante della storia, avrebbero appena un anno di vita. In quell’area «sono stati registrati livelli anormalmente elevati di radiazioni, che superano di 10-15 volte i normali standard dell’indice di radiazione esterna». L’affermazione sull’anno di vita, però, non può essere ritenuta attendibile.
Anzi, per Francesca Gorzanelli, che conosce bene Chernobyl, e che di professione è fotoreporter, «una sentenza tale la può emettere un medico, dopo una visita accurata dei soggetti in questione. E tali dichiarazioni non sono state emesse né da medici né tantomeno dai medici che avrebbero visitato questi soldati».
Galushchenko aveva parlato addirittura di morte lenta a causa delle sostanze radioattive sottolineando che persino le attrezzature militari sarebbero state contaminate. «L’ignoranza dei soldati russi è scioccante», aveva concluso. «Nonostante scavare trincee e costruire avamposti nella Foresta Rossa sia da premio Darwin, non è letale. I livelli di radiazione nella zona, anche nel punto in cui sono più elevati, non sono assolutamente letali. Ovviamente, non sono nemmeno benefici», continua Gorzanelli che, poi, prova a spiegare sulla sua pagina Facebook anche il motivo che ha spinto i russi a porta via ben 133 sostanze radioattive da Chernobyl. Perché? Cosa cercavano?
Secondo la fotoreporter, per Putin questo era «un obiettivo di primaria importanza» perché doveva essere «la prova provata che l’Ucraina produce armi nucleari e chimica in combutta con la Nato».
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile L’AUTORE DELLA PROTESTA E’ UN CITTADINO UCRAINO
Oggi 11 aprile, intorno alle 6.20 del mattino, l’ingresso dell’Ambasciata russa in Italia è stato imbrattato con della vernice rossa.
Sul posto è subito arrivata la polizia mentre l’autore è stato individuato e fermato. Si tratta di un cittadino ucraino incensurato, come scrive Repubblica, fermatosi davanti l’ambasciata senza tentare la fuga.
Già inviata una nota verbale al ministero degli Affari Esteri con la richiesta di «rafforzare le misure di sicurezza della missione e di condurre un’indagine obiettiva sull’incidente», denuncia poi l’ambasciata di Mosca a Roma su Facebook dove parla di «atto vandalico».
L’autore del gesto avrebbe già spiegato le motivazioni della sua protesta, come precisa RomaToday che ne pubblica la foto dell’atto vandalico. Il rosso della vernice simboleggia, dunque, il sangue versato dall’Ucraina in guerra.
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile MELENCHON CONQUISTA I GIOVANI, MACRON I PENSIONATI
È di oltre quattro punti e mezzo il distacco tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen
secondo i dati definitivi del primo turno delle elezioni francesi.
Il presidente uscente va al ballottaggio del prossimo 24 aprile con il 27,84% (9.785.578 voti), assieme alla sfidante di Rassemblement National che ha ottenuto il 23,15% (8.136.369 voti).
Staccato di appena due punti c’è poi il terzo classificato Jean-Luc Mélenchon che ha raccolto il 21,95% (7.714.949), con un successo particolarmente ampio tra i francesi sotto i 34 anni.
Alta l’astensione con il 26,31%, il dato più alto dal 2002, anno del record al primo turno delle presidenziali con il 28,4%.
Diversi sondaggi e le prime analisi sociologiche del voto restituiscono uno scenario piuttosto diverso da quello delle elezioni del 2017, che avevano visto gli stessi candidati al ballottaggio.
Se cinque anni fa Macron aveva trionfato tra i giovani, a conquistare gli under 35 questa volta è Mélenchon, con un risultato al di sopra delle aspettative.
Secondo il sondaggio Ipsos-Sopra Steria, tra i giovani sotto i 25 anni il candidato di estrema sinistra è in testa con il 31 per cento dei voti, che salgono al 34 nella fascia 25-34, seguito da Marine Le Pen con rispettivamente il 26 e il 25 per cento delle preferenze. Fanalino di coda per Macron, con solo il 20 per cento nella fascia 18-24 e il 23 per cento nella fascia 25-34.
Secondo un altro sondaggio condotto dall’Harris Interactive Institute, più di un terzo dei giovani tra i 18 e i 24 anni (34,8 per cento) ha scelto di votare Mélenchon, assicurando che i minori di 25 anni si rivolgono poi a Emmanuel Macron (24,3 per cento) e solo dopo a Marine Le Pen (18 per cento).
È certa invece la conquista dell’elettorato over 65 da parte del presidente uscente, che ha raccolto tra i francesi più anziani ben il 41 per cento dei voti.
Guardando agli altri indicatori, Macron è largamente preferito dalle famiglie più ricche e i dirigenti, mentre Le Pen riceve maggior sostegno da operai e impiegati, dalle fasce di reddito più basse e dagli abitanti di piccole città o comuni rurali. Anche Mélenchon ottiene tra le famiglie più povere un terzo delle preferenze, raccogliendo il sostegno, oltre che dei giovani, anche di impiegati e dipendenti pubblici.
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile VERREBBERO MENO LE RISORSE
L’economista ed ex consigliere economico dello zar Andrei Illarionov ha rilasciato un’intervista alla Bbc per dire che Vladimir Putin probabilmente fermerebbe la guerra in Ucraina se l’Occidente smettesse di acquistare petrolio e gas russi.
Secondo Illarionov basterebbe un mese o due di embargo per fermare il conflitto. Nell’intervista con Talking Business Ilarionov, che è stato l’uomo più vicino a Putin tra il 2000 e il 2005, ha affermato che il presidente è rassicurato dal flusso di entrate dall’esportazione dei prodotti energetici.
Ma se i paesi occidentali attuassero «un vero embargo sulle esportazioni di petrolio e gas dalla Russia, entro un mese o due le operazioni militari cesserebbero». L’economia russa vedrà una caduta del Pil fino al 15% nel 2022 a causa delle sanzioni, ma sarebbe risparmiata dalla devastazione totale grazie alle esportazioni. Che rappresentano più di un quarto dell’economia russa, visto che oltre a petrolio e gas ci sono anche le vendite all’estero di metalli preziosi e grano.
Per questo, dice Illarionov, «ogni due giorni e mezzo un miliardo di euro finisce nelle sue tasche. E questo aiuta Putin a far funzionare il suo sistema. Una volta interrotto il flusso di valuta Putin dovrà ripensare le sue politiche perché non avrà risorse per finanziare ulteriori aggressioni».
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile UN NUOVO CRIMINE DI GUERRA RUSSO
Cadaveri carbonizzati nelle strade, un uomo sdraiato in un campo con una
pallottola in testa, una fossa comune con due corpi, forse di soldati.
Questo è il racconto di quello che è accaduto a nord ovest di Kiev lungo o vicino all’autostrada M06, che va dalla Capitale a Zhytomyr.
«Il 31 marzo abbiamo trovato una cinquantina di corpi lungo la strada, è stato l’esercito russo. Altre sessanta persone al momento non si trovano», ha detto il capo del villaggio di Buzova Taras Didich.
Il quale poi spiegato al New York Times che i corpi hanno i segni di colpi di fucile e sono rimasti in strada per dieci giorni. Mostrando scatti del suo telefonino delle scene.
Case, ospedali, supermercati distrutti
«Alcuni sono stati bruciati. Altri avevano le mani legate. Altri sono stati colpiti alla testa fuori dalle loro auto», ha detto Didych.
La maggior parte dei corpi sembra essere stata colpita da colpi di arma da fuoco e poi bruciata, sia perché i veicoli su cui viaggiavano hanno preso fuoco, sia perché le auto sono state incendiate intenzionalmente.
«Stavano cercando di fuggire, alcuni non sono riusciti a farcela». La maggior parte dei morti è stata trovata vicino a un hotel chiamato Babushkin Sad.
Altri due corpi, che secondo il sindaco erano soldati ucraini, sono stati trovati in una fossa scavata fuori da una vicina stazione di servizio. Indossavano ancora le loro uniformi, ha detto. Sono quelli ritratti nella foto circolata ieri. Il sindaco ha aggiunto che fino a domenica sono stati trovati 60 corpi nel suo distretto, che comprende 14 villaggi. Le forze russe hanno distrutto almeno 60 case private e tre supermercati, oltre ad altri serbatoi d’acqua municipali e un’ambulanza.
Poi ci sono le testimonianze riportate dall’agenzia di stampa Ansa. «Qui si sono accaniti quattro volte e durante le prime tre c’era ancora gente intrappolata nel rifugio», dice Yarosav. Lui è una guardia di difesa territoriale e da quando i soldati russi se ne sono andati presidia i quattro piani della scuola, che ora ha le mura sventrate, i vetri delle finestre in frantumi e i banchi bruciati o sparpagliati tra corridoi e aule.
Di fronte, a vedere sgretolarsi l’edificio sotto le bombe, c’era Ihor, rimasto da solo in casa mentre invece la sua famiglia è riuscita a scappare: «Si sono salvati perché sono andati via prima», spiega.
L’intelligence Gb
E ancora: «Qui non c’è stata l’occupazione, ma ricordo quando sono arrivati, dicevano dai tank che loro erano ‘venuti finalmente a liberarci’. Ma liberarci da cosa? Sparavano alle ambulanze vuote e intanto ci dicevano di arrenderci». Secondo l’intelligence della Gran Bretagna Buzova potrebbe essere un nuovo crimine di guerra russo.
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile PUTIN IN QUESTI ANNI SI È SPESO (E HA SPESO) MOLTO PER LA CANDIDATA DEL “RASSEMBLEMENT NATIONAL” CON GENEROSI PRESTITI DALLE BANCHE DI MOSCA
A Mosca nessuno si sbilancia e ieri, ai tg della sera, le notizie sulle presidenziali francesi sono state solo un rapido lancio tra servizi sulle sanzioni e reportage sull'”operazione militare speciale”. Eppure è evidente da giorni che si spera.
Ogni dichiarazione rilasciata in campagna elettorale da Marine Le Pen che potesse fare il gioco del Cremlino è stata rilanciata con sottinteso compiacimento.
Come quando la candidata all’Eliseo del Rassemblement National ha definito un eventuale embargo sul petrolio russo «un harakiri » o ha annunciato che, se vincerà, la Ue si trasformerà in «un’alleanza di nazioni europee basata sulla sovranità » e la Francia uscirà dal comando integrato della Nato.
Sin dal suo arrivo nel 2011 alla guida dell’allora Front National, Le Pen non ha mai nascosto di «essere l’unica in Francia a difendere la Russia» e i suoi eurodeputati a Strasburgo hanno sempre votato in blocco in difesa degli interessi di Mosca.
In vista delle presidenziali del 2017 riuscì a strappare un faccia a faccia a Vladimir Putin, dopo aver ricevuto soldi in prestito da banche russe con l’alibi del rifiuto di quelle francesi: 11 milioni di euro solo nel 2014 – due da un oligarca russo, nove dalla Prima Banca Ceco-Russa (Fcrb) – e altri tre nel giugno 2016 dalla banca russa Strategia.
La stampa insinuò che, in cambio del denaro, la Russia avesse comprato il suo ascendente sul partito. «Siamo già da tempo filo-russi! », ribatté Le Pen. Non a torto.
L’ingresso delle truppe russe in Ucraina, l’hanno costretta a clamorose giravolte: ha condannato l’offensiva, chiesto l’espulsione dell’ambasciatore russo e persino mandato al macero i volantini in cui sfoggiava la stretta di mano con Putin del 2017.
Ma ha mantenuto una certa ambiguità. Quando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto in video-collegamento all’Assemblea nazionale si è defilata E quando rivendica una politica estera “equidistante” tra Usa e Russia, non nomina mai Putin.
(da la Repubblica)
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Aprile 11th, 2022 Riccardo Fucile IL PARTITO DI ESTREMA SINISTRA SFIORA IL 22% E ARRIVA A UN PASSO DAL BALLOTTAGGIO
Continua la partita per l’Eliseo. Gli scrutini non sono ancora ufficialmente terminati
(le sezioni scrutinate alle 08:14 dell’11 aprile, secondo il Ministero degli Interni francese, sono il 99%), ma ormai è chiaro che a sfidarsi nel ballottaggio del 24 aprile, dopo il primo turno di ieri, saranno il presidente uscente Emmanuel Macron e Marine Le Pen.
Nel primo turno, secondo i dati ufficiali forniti dal ministero, Macron ha ottenuto il 27,6% dei voti. Le Pen, leader del Rassemblement National, ha raccolto il 23,41% delle preferenze.
Jean-Luc Melenchon ha chiuso al 21,95%.
Staccati Eric Zemmour (7,05%), Valerie Pecresse (4,79%), Yannick Jadot (4,58%), Jean Lassalle (3,16%), Fabien Roussel (2,31%), Anne Hidalgo (1,74%)
Secondo i primi sondaggi dopo il voto di domenica, il presidente uscente potrebbe vincere al secondo turno contro Le Pen con un punteggio compreso tra il 54% e il 51% contro il 46%-49% della candidata di destra
Macron resta il favorito e può contare sul sostegno di buona parte della destra e della sinistra. Ma tutto può tornare in discussione fra 15 giorni
Il panorama delle elezioni francesi vede la definitiva evaporazione della sinistra moderata, guidata da un partito socialista la cui candidata, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, si ferma al 2%. Annunciato dai sondaggi ormai da settimane, Hidalgo già nei giorni scorsi ha anticipato la sua sconfitta proclamando la necessità di una rifondazione del Ps.
Spicca invece il trionfo popolare di Jean-Luc Mélenchon, 70enne ex socialista ora candidato con la sinistra radicale di “France Insoumise”, salito per la prima volta oltre il 20% piazzandosi al terzo posto.
Male gli ecologisti, con Yannick Jadot sotto la soglia del 5% nel pieno di un’emergenza climatica che è stato uno dei temi più ignorati della campagna elettorale.
Le urne non premiano il polemista di estrema destra Eric Zemmour. Se prima del voto era dato al 9,5%, riesce a racimolare uno scarso 7%. Ha pagato le sue affermazioni filorusse delle ultime settimane, ma soprattutto ha perso la scommessa di soppiantare la presidente del “Rassemblement National” come guida dell’estrema destra.
Le Pen ha preso il triplo dei suoi voti nonostante le fallimentari fughe di alcuni suoi dirigenti – fra questi la nipote Marion Maréchal – per raggiungere “Reconquete!”, il movimento creato da Zemmour.
Gli altri risultati descrivono soprattutto clamorose sconfitte, come quella di Valérie Pécresse, prima donna a candidarsi all’Eliseo per i Républicains neogollisti, che sprofonda dal 16-17% iniziale al 5%. Il suo predecessore nella corsa all’Eliseo, Francois Fillon, nonostante fosse azzoppato dallo scandalo dei collaboratori parlamentari, aveva conquistato il 20% cinque anni fa.
Le indicazioni di voto
Dopo i primi risultati dalle urne sono arrivate le indicazioni di voto in vista della sfida del 24 aprile. “Nulla è ancora deciso, quello che succederà nei prossimi quindici giorni è decisivo per la Francia e per l’Europa”, dice Emmanuel Macron ai suoi. “Potete contare su di me”, dice il presidente acclamato dai militanti alla Porte de Versailles di Parigi, lanciando un appello ai connazionali di ogni colore politico affinché sbarrino la strada all’estrema destra.
Mélenchon ha raccolto subito l’invito: “Neppure un voto deve andare a Marine Le Pen!”, ha gridato dal palco per quattro volte, entusiasmando i suoi sostenitori.
Così come Hidalgo, che ha lanciato un appello “a votare contro l’estrema destra di Marine Le Pen e per Emmanuel Macron”.
A favore del presidente uscente si è schierata anche Valérie Pécresse, che ha detto che voterà per lui
Atmosfera opposta in casa Zemmour, che ha invitato il suo 7% a votare per Le Pen
(da agenzie)
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