Aprile 16th, 2022 Riccardo Fucile
LA DIRETTRICE DI RT, FIORE ALL’OCCHIELLO DEL PUTINISMO: “NESSUNA GRANDE NAZIONE PUÒ ESISTERE SENZA IL CONTROLLO SULLE INFORMAZIONI”
«All’interno di Russia Today ci sono delle regole che ho stabilito io», disse nel 2018 Margarita Simonyan, direttrice di RT, la ex Russia Today, un tempo fiore all’occhiello del putinismo, ampiamente rilanciata in Europa, specie nelle reti social populiste, oggi sanzionata e bandita da tutta l’Unione europea. «So che non mi crederete, ma ho proibito ad esempio di invitare persone che possano promuovere strane teorie, a me non piacciono».
E a proposito di strane teorie, ieri l’altro Simonyan, parlando nello show tv serale di Rossiya-1, ha esposto la più incredibile e clamorosa teoria di Stato russa sulla necessità delle censura sui media. Non le è scappato, l’ha teorizzato, anche in maniera provocatoria, con battutine e risolini. Un po’ come Jack Nicholson nelle vesti del generale cattivo del film Codice d’onore, che al processo dice incredibilmente la verità: sì, l’ho fatto pestare io quel soldato. Simonyan ha esposto questo ragionamento: «Abbiamo avuto due periodi nella nostra storia di censura limitata o assente, dal 1905 al 1917, ricordiamo come è finita, e durante la Perestrojka e gli anni ’90 successivi, ricordiamo come è finita, è finita con il crollo del Paese».
Poi ha proseguito: «Nessuna grande nazione può esistere senza il controllo sulle informazioni. Chi ci ha fatto aggiungere alla nostra costituzione che la censura è vietata, lo ha capito benissimo». La tirata contro l’occidente e la sua “libertà” è continuata così: «Loro che ci hanno insegnato per decenni, no no no, la società deve essere libera, un’economia sviluppata non può esistere senza un sistema politico sviluppato o un sistema politico libero, tutto questo è spazzatura totale». E ha concluso memorabile: «Guardate solo la Cina, vi piace l’economia cinese? A me piace. Hanno qualche libertà? Nella vita politica del loro Paese, nella vita informativa del Paese? No, non ce l’hanno e non l’hanno mai avuta. Forse non è male, forse è una buona cosa». Viva la censura.
Detto dalla direttrice di una tv.
È bizzarro – dopo il mare di propaganda russa con cui hanno spinto e sostenuto tutti i partiti populisti in Europa, anni e anni di fake news e disinformazione in Occidente – ma tocca ora ai propagandisti russi dire incredibilmente la verità. Perché non si trattengono più.§Comparendo nel talk show di Vladimir Solovyov, Simonyan ha anche descritto le operazioni segrete della Russia per continuare nella infowar del Cremlino aggirando vari blocchi da parte di YouTube e di altre piattaforme in Europa e Stati Uniti: in sostanza, continuando a diffondere propaganda russa in Occidente ma nascondendo il fatto che si tratta di propaganda russa: «Stiamo diffondendo i nostri contenuti – ha detto – non col nostro brand, in strade faziose. Ottiene tre milioni di audience, tre giorni dopo l’intel se ne accorge e lo chiude. Non divulgherò altri dettagli, per non aiutare la loro intelligence».
L’Occidente per anni l’ha quasi coccolata, come tutto quello che aveva a che fare col putinismo: un mix di repulsione e attrazione. La ragazza povera di Krasnodar. La figlia di un operaio. Ha studiato in America. Ha lavorato al mercato. Nel 2018 fu inserita da Forbes nella lista delle donne più potenti del mondo, anche in ottima posizione, cinquantaduesima, dietro a Hillary Clinton e a Beyoncé. Nientemeno.
La realtà è che, dietro questi servizi patinati, Simonyan diffondeva e organizzava quella che per l’Ue adesso è una formidabile macchina di bugie e propaganda, dall’assedio di Beslan alla Cecenia, dall’invasione della Crimea all’abbattimento (da parte dei russi) dell’aereo malese in Donbass. Aveva appena 25 anni (oggi ne ha 42) quando fu scelta come prima direttrice donna di Russia Today. Il presidente francese, Emmanuel Macron, in faccia a Putin la definì un’agenzia di «propaganda bugiarda».RT, che negli anni ha eretto a suoi miti e presenze fisse Julian Assange, ha avuto ospiti sistematici Jeremy Corbyn e Nigel Farage, in Italia Beppe Grillo e Di Battista, in America il generale trumpiano Michael Flynn. Nel 2017 fu declassificato un report dell’intelligence americana che sosteneva che RT era stata strumento di ingerenza del governo russo nelle elezioni presidenziali americane per ribaltare il voto a favore di Donald Trump. Simonyan è stata sanzionata nella prima tornata delle nuove sanzioni a ufficiali russi per la guerra di Putin all’Ucraina, assieme a Maria Zakharova, la portavoce di Serghey Lavrov.§Cosa che non l’ha trattenuta dal sostenere tesi come questa: «Con mio orrore, con mio rammarico, una parte considerevole del popolo ucraino si è rivelata inghiottita dalla follia del nazismo» (7 aprile, talk show trasmesso sul canale NTV). L’11 aprile, all’indomani di una cena offerta a Mosca dal ministro degli Esteri Lavrov, Simonyan postò la foto del bigliettino che era sul tavolo accanto al menù di ogni commensale, con su scritto «sanzionato: sì», o «sanzionato no». Che «umorismo», commentò Margarita.
(da La Stampa)
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Aprile 16th, 2022 Riccardo Fucile
LA PROTESTA SULLA FIANCATA DELLA NAVE CON I COLORI DELL’UCRAINA
A bordo di due gommoni, gli attivisti di Greenpeace, hanno protestato contro una petroliera di fronte alla baia di Santa Panagia, vicino a Siracusa.
La petroliera “Scf Baltica“, secondo quanto riporta l’organizzazione ambientalista, sarebbe salpata l’1 aprile dal porto russo di Primorsk con un carico di 110 tonnellate di greggio.
I manifestanti oggi pomeriggio hanno scritto “Peace not oil” (Pace non petrolio) sulla fiancata della nave con i colori blu e giallo dell’Ucraina.
I responsabili hanno scritto sui propri canali social: «Bisogna abbandonare tutte le fonti fossili che alimentano guerre e cambiamenti climatici». La manifestazione si è svolta con l’aiuto della nave “Rainbow warrior III“. Non è la prima azione della Rainbow warrior, anche lo scorso mese aveva manifestato contro la stessa petroliera nel mar Baltico.
«La dipendenza energetica da petrolio, gas fossile e carbone alimenta conflitti e guerre in tutto il mondo oltre che – ha dichiarato Federico Spadini, della campagna clima di Greenpeace Italia – essere la principale causa dei cambiamenti climatici e della devastazione ambientale del nostro Pianeta». Spadini ha poi denunciato quella che a suo avviso è l’ipocrisia dell’Unione Europea: «Da un lato condannano l’invasione russa dell’Ucraina, dall’altro continuano a finanziare il conflitto attraverso l’acquisto di combustibili fossili, che significa nuove entrate per le casse del governo di Putin».
Secondo le stime di Greenpeace, infatti, gli stati membri hanno speso dall’inizio della guerra oltre 33 miliari di euro per importazioni di gas fossile, petrolio e carbone dallo stato russo. Secondo Spadini «l”Unione europea deve investire in una transizione energetica basata su fonti rinnovabili, infrastrutture di distribuzione efficienti, risparmio energetico per le abitazioni e il settore industriale »
(da agenzie)
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Aprile 16th, 2022 Riccardo Fucile
“NON PUO’ SBARCARE AD ODESSA”
Il professor Michael Petersen, direttore del Russia Maritime Studies Institute al dipartimento studi strategici dello US Naval War College, in un’intervista rilasciata oggi a Repubblica spiega che Vladimir Putin e la Russia rischiano altre umiliazioni dopo l’affondamento della Moskva: «È dall’inizio della guerra che la Russia sottovaluta le forze ucraine. Adesso ne paga le conseguenze».
Anche se gli ucraini temono rappresaglie, sarà difficile ora per Mosca organizzare uno sbarco a Odessa: «Chi ha in mente un’operazione tipo sbarco in Normandia deve ricredersi: servono molti uomini per una missione simile a Odessa e la Russia non ne ha abbastanza. Potrebbe utilizzarne al massimo 3-4 mila da bordo delle sue navi e ci sarebbero enormi difficoltà logistiche per sostenerli dopo lo sbarco. L’avanzata lungo la costa sembra essersi bloccata a Cherson. E il grosso delle forze è stato spostato nel Donbass».
Secondo Petersen la data del 9 maggio non sarà quella della proclamazione della vittoria: «Ne dubito. Gli piacerebbe, per spacciarlo come una vittoria, ma mancano appena tre settimane, in cui l’Ucraina continuerà a ricevere armi dall’Occidente. E le forze di Kiev sembrano ringalluzzite».
Infine, sul rischio di una risposta armata: «Non sappiamo cosa gli dicono i suoi generali, ma non avranno potuto addolcire una pillola così amara. Può darsi che Putin sia tentato da una escalation. Ma è una mossa che rischia di provocare risposte anche da parte occidentale, procurandogli ulteriori umiliazioni».
(da agenzie)
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Aprile 16th, 2022 Riccardo Fucile
TRE LEONI DA TASTIERA IDENTIFICATI
Sono stati individuati grazie a un’indagine della Polizia coordinata dalla Procura di Roma i presunti autori di minacce contro il ministro degli Esteri Luigi Di Maio
Tre persone risultano coinvolte a Milano, Vicenza e Udine: la Polizia di Stato, nell’ambito di un’indagine avviata dal Servizio Polizia Postale e coordinata dalla Procura di Roma, con gli operatori dei compartimenti Polizia Postale di Milano, Trieste e Venezia, insieme a personale delle Digos di Milano, Vicenza e Udine hanno eseguito tre perquisizioni delegate a carico di internauti nei cui confronti sono stati riscontrati elementi indiziari tali da farli ritenere autori della pubblicazioni di messaggi minatori rivolti al ministro degli Esteri.§
In particolare, in seguito alla pubblicazione su Twitter da parte del titolare della Farnesina di dichiarazioni in merito al conflitto in atto, è stata riscontrata la presenza di vari messaggi di risposta: “Muori male, e magari per mano del popolo.”, “Si dai, armateci e decideremo poi a chi vogliamo sparare”, “Non ci sono parole per descrivere, vai solo buttato nel rusco”.
E ancora, all’interno di canali riservati Telegram e pagine social VK, la Polizia Postale ha individuato ulteriori messaggi minatori tra i quali, ad esempio, quello pubblicato all’interno di un canale di propaganda filo russa che recita: “Ma un cecchino…che ci ammazzi i 4 distruttori dell’Italia, non ce lo possiamo mandare?
Le perquisizioni sono state eseguite nelle città di Milano, Vicenza e Udine e hanno permesso di riscontrare sui telefoni la presenza degli account anonimi utilizzati per l’inoltro dei messaggi oggetto delle indagini.
(da NextQuotidiano)
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Aprile 16th, 2022 Riccardo Fucile
DUE PERSONAGGI DI MERDA
“Vai, non preoccuparti, stupra le donne ucraine. Però usa il preservativo”: grazie al lavoro investigativo della piattaforma indipendente russa Radio Svoboda è stato possibile risalire ai due protagonisti della telefonata intercettata dalle autorità ucraine e resa pubblica dai servizi segreti di Kyiv lo scorso 12 aprile in cui un soldato russo e sua moglie scherzavano sugli stupri compiuti in Ucraina.
Lui, Roman, 26 anni, chiedeva ironicamente l’autorizzazione alla compagna. Lei, Olga (l’età non è nota) gli dava il benestare ridacchiando. Vivono in Crimea dal 2018 e hanno un figlio di 5 anni.
Per risalire a loro i giornalisti di Radio Svoboda hanno confrontato i numeri di telefono ottenuti dall’intelligence ucraina con quelli presenti sul social network russo VKontakte, trovando corrispondenza con i loro account.
A quel punto hanno telefonato ad entrambi, ottenendo conferme sui loro nomi e confrontato le voci con quelle dell’intercettazione incriminata, notando una perfetta sovrapposizione. Roman ha anche dichiarato di essere in ospedale, mentre Olga ha parlato di un “marito ferito”.
A una specifica domanda sull’intercettazione, entrambi hanno negato. L’uomo non ha più risposto alle telefonate, la donna ha cancellato il suo account su VKontakte. “Ok, amore, va bene, vai e stupra le ucraine. Poi non raccontarmi niente, d’accordo?”, diceva Olga al marito che stava combattendo nella zona di Kherson. “Non devo raccontartelo?”, domandava lui. “No. così io non ne so niente”. “Ma davvero posso?”, domanda ancora Roman. “Sì — conferma Olga — ma mi raccomando, usa il preservativo”.
Non è chiaro se Roman abbia poi dato effettivamente seguito a quanto chiesto dopo aver avuto l’autorizzazione di sua moglie, colpisce però la semplicità con la quale i due affrontano un argomento che costituisce nient’altro che un orribile crimine di guerra.
(da NextQuotidiano)
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Aprile 16th, 2022 Riccardo Fucile
L’UOMO DI 84 ANNI HA GUIDATO PER GIORNI PER SCAPPARE DALLA CASA DI ZAPORIZHIA
Sta facendo il giro del mondo dopo essere stato condiviso dagli account social di Unicef Ucraina il video che mostra Valentyn Mykolayovych, nonno di 84 anni, mentre culla la sua nipotina Isabelle, di sei mesi. Ora si trovano entrambi in un posto sicuro, a Ivano-Frankivsk, ma l’ultimo mese lo hanno trascorso nel bunker sotterraneo della loro casa a Stepove, nell’Oblast di Zaporizhia.
Loro due, insieme al figlio, la nuora, tre nipotini e un cane, hanno resistito finché hanno potuto, ma dopo essersi accorto che le provviste stavano terminando Valentyn ha deciso che sarebbe stato meglio fuggire. Così lui, unico in grado di guidare, ha caricato tutti in auto e guidato per giorni verso una località più sicura. “Da bambino giocavo con le munizioni ma non voglio che i miei nipoti abbiano la mia stessa infanzia”.
Non sanno se e quando potranno fare ritorno a casa, mentre la minaccia si avvicina di più a loro e sembra rincorrerli. Nella notte infatti le sirene d’allarme antiaereo hanno suonato a lungo a Kyiv e in altre città, nelle regioni centrali e occidentali del Paese: a Leopoli, Rivne, Volyn, Khmelnytsky, Vinnytsia e Zhytomyr. In precedenza l’allarme era scattato anche in diverse città dell’Ucraina centrale, orientale e meridionale tra cui Dnipropetrovsk, Kryvyi Rih, Zaporizhzhia, Cherkasy, Donetsk, Odessa, Kharkiv, Poltava e Mykolaiv. E anche a Ivano-Frankivsk, dove si trovano adesso Valentyn e il resto della sua famiglia.
(da NextQuotidiano)
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