Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
IN REALTÀ L’ESERCITO RUSSO È EQUIPAGGIATO CON MEZZI RISALENTI ALL’ERA SOVIETICA NON PARAGONABILI A QUELLI DELLA NATO… L’INDUSTRIA TECNOLOGICA DI MOSCA È ARRETRATA, E COMPLETAMENTE INCAPACE DI ADEGUARSI ALL’ERA DELL’ELETTRONICA
Oggi davanti a Vladimir Putin sono sfilati soldati sconfitti e una grande domanda: possibile che l’esercito russo si sia rivelato una “tigre di carta”?
Molti dei mezzi che si incolonneranno per celebrare la sconfitta del Terzo Reich non si sono mai visti sul fronte ucraino.
Sono come le lussuose corazze che i nobili del ‘500 sfoggiavano nei cortei reali: temibili nell’aspetto ma inutili sul campo di battaglia.
Prendiamo i tank Armata T 14, presentati dal 2015 come “i più potenti del mondo”. La loro apparizione ha scosso gli osservatori occidentali: un cannone da 125mm in grado di sparare 10 colpi al minuto; automatizzazione per ridurre l’equipaggio a tre persone; un radar per gestire contromisure a prova di missile.
In 7 anni però Mosca non è riuscita ad avviare la produzione: non funzionano. E cresce il sospetto che la fiducia accordata ai costruttori, la fabbrica Uralvagonzavod, nasca solo dalla gratitudine per il sostegno che gli operai diedero a Putin, offrendosi di «sgomberare le strade dai manifestanti» che contestavano il Cremlino.
Stessa cosa per il suo derivato T 15, un blindato dalle forme futuristiche per portare in combattimento una squadra di otto fanti. La sua torretta telecomandata ha un volume di fuoco insuperabile; il sistema di difesa e le corazze in materiali speciali sulla carta non temono i missili Javelin.
Quello di cui i russi avrebbero bisogno nel Donbass ma che resta da 7 anni alla fase di prototipo: serve solo per la parata.
Un altro habitué è il cannone semovente 2S35 Koalitsiya- SV: gli è stata attribuita una gittata di 80km, tale da annichilire gli obici forniti dall’Occidente agli ucraini. Ma l’ingresso in servizio viene rinviato di anno in anno.
Questi progetti incompiuti dimostrano i limiti nell’industria hi-tech russa, incapace di convertire la tradizione meccanica sovietica nell’era dell’elettronica. Un deficit così profondo da essere arrivato persino nei talk show delle tv statali.
L’ex colonnello Mikhail Khodaryonok, un esperto sempre allineato con l’entourage putiniano, sabato ha criticato la situazione, sostenendo l’inutilità di mobilitare nuove reclute: «Non dovremmo mandare uomini con equipaggiamenti del passato in una guerra del ventunesimo secolo per affrontare le dotazioni della Nato.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
ENNESIMA MORTE MISTERIOSA: L’EX AMMINISTRATORE DELEGATO DI LUKOIL È DECEDUTO IN SEGUITO A UN TRATTAMENTO CON VELENO DI ROSPO, DURANTE UNA SEDUTA CON UNO SCIAMANO
Un’altra misteriosa morte tra i miliardari russi: l’ex ad di Lukoil, il
miliardario Alexander Subbotin, è morto dopo essersi sottoposto ad un trattamento con veleno di rospo, durante una seduta con uno sciamano a Mytiszcze.
Lo riporta il sito polacco Onet, citando una notizia del Moscow Times. Subbotin sarebbe morto lo scorso weekend sottoponendosi, con la moglie, ad un trattamento – cui faceva regolarmente ricorso – che prevedeva delle ferite, provocate da tagli, in cui iniettare veleno di rospo per rafforzare il sistema immunitario.
Dopo che si era sentito male lo sciamano e la moglie non hanno voluto chiamare i soccorsi – riportano i media – decidendo di ricorrere ad un sedativo a base di erbe naturali.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
TRE INTERVENTI SOTTO LA LENTE… NON CI VOLEVANO I SERVIZI PER CAPIRLO
Per il Copasir c’è il sospetto che gli opinionisti che vanno in tv a parlare di Russia siano a libro paga di Putin.
Ovvero che la presenza di giornalisti e opinion leaders che parlano delle ragioni di Mosca nell’invasione dell’Ucraina faccia parte di «un’operazione di disinformazione organizzata e pensata a monte da uomini del governo russo».
Per questo il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha programmato le audizioni del direttore dell’Aisi Mario Parente (l’11 maggio), dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes (il 12) e del presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella (il 18).
La Repubblica racconta oggi l’allarme del Copasir in un articolo a firma di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini. E che punta il dito prima di tutto su Nadana Fridrikhson, presenza fissa in alcuni programmi (è stata recentemente a Carta Bianca), che lavora per la tv del ministero della Difesa russa. Ma non c’è solo lei sotto la lente.
Il punto di partenza è il bando di Russia Today e Sputnik, fonti di informazione e propaganda russa: «Se si è deciso di chiuderli per una questione di sicurezza nazionale, per quale motivo permettiamo che altre persone pagate da Mosca vengano a portare gli stessi concetti alle nostre tv», è il ragionamento di una fonte dell’intelligence italiana riportato nell’articolo.
Per il momento l’audizione punterà l’attenzione sul management e sulle presunte liste di contatti che qualcuno, magari in Ambasciata, offre alle televisioni italiane.
Sotto la lente c’è poi una circostanza che riguarda proprio i palinsesti: il primo maggio scorso sono andate in onda due interviste. Una è quella famigerata di Sergej Lavrov a Rete 4. L’altra è quella del giornalista amico di Putin Vladimir Solovyev su La7. Entrambi attualmente sanzionati dall’Unione Europea.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
L’AZIONE DI PROTESTA DEI GIORNALISTI DELLA TESTATA RESTA DIVERSE ORE IN LINEA
Per diverse ore, il sito russo aveva pubblicato e lasciato in libera
consultazione diversi articoli contro Putin e l’invasione in Ucraina, per poi sostituirli con gli articoli concordati con la direzione
A mezzanotte e un minuto, a poche ore dalla parata del 9 maggio a Mosca e dal discorso di Vladimir Putin, sul sito del media russo Lenta.ru compare un corposo articolo dal titolo «”La guerra rende più facile coprire i fallimenti dell’economia”. Putin deve andare. Ha scatenato una guerra insensata e sta portando la Russia nell’abisso» con un disclaimer chiaro ed evidente dove i giornalisti dichiarano che il materiale pubblicato non è stato concordato con la direzione, invitando dunque gli utenti a salvare il contenuto prima che venga cancellato.
L’intero sito, inclusa l’homepage, ha mantenuto per diverse ore i messaggi contro Putin e l’invasione russa in Ucraina, per poi tornare alla “normalità” imposta per legge dal Governo.
Si tratta di una critica pesante nei confronti del Presidente russo. Secondo i giornalisti che hanno effettuato il blitz, Putin «ha la totale responsabilità dell’insensata e sanguinosa guerra contro l’Ucraina», sostenuta da «pretesti inverosimili sulle minacce contro la Russia».
L’affondo prosegue definendolo un dittatore arcaico, famigerato e sanguinario, riportando il numero dei soldati russi deceduti durante l’invasione. L’articolo pubblicato alle 0:01 del mattino è stato successivamente sostituito con quello evidentemente concordato con la direzione: «Vittoria straniera. Perché alla vigilia del 9 maggio nei paesi dell’ex URSS hanno demolito monumenti e cancellato eventi festivi».
In fondo all’articolo viene riportata una lunga lista dei responsabili del blitz, tra questi i responsabili del dipartimento Economia Egor Polyakov e Alexandra Miroshnikova, con un annuncio in allegato: «Cerchiamo un lavoro, un avvocato e probabilmente asilo politico».
§Alle 7:01 compare un altro articolo dove Lenta.ru denuncia le autorità russe per aver vietato ai giornalisti di parlare in negativo del loro operato. Secondo gli autori, che sostengono i colleghi del media russo censurato Meduza, negli ultimi anni è stata messa in atto una politica a favore dell’introduzione di un’informazione a favore del regime. Per farlo citano un esempio: non si può parlare di “caduta del PIL”, ma di “crescita negativa”.
«L’élite russa si è rivelata debole» titolava un altro articolo pubblicato alle ore 1:22 del 9 maggio, estremamente critico nei confronti della élite russa che nonostante la sua insoddisfazione per la guerra e le sanzioni, non è stata in grado di fare nulla per impedire al presidente Vladimir Putin di invadere l’Ucraina.
Per i giornalisti di Lenta.ru, coloro potevano fermarlo si sono rivelati degli «smidollati» e che «non hanno più diritto di esprimere la propria opinione se non in accordo con le politiche del leader».
L’articolo è poi cambiato, titolando «I paesi del G7 hanno dichiarato la loro intenzione di “impedire la vittoria” della Russia in Ucraina».
Anche la homepage del sito riportava una serie di titoli contrari all’invasione in Ucraina e contro il Presidente russo: «L’Ucraina ha rovinato i piani di Putin» titola un articolo delle 9:13, seguito da quello delle 9:17 «Vladimir Putin ha mentito sui piani della Russia in Ucraina». «La Russia lascia i cadaveri dei suoi soldati in Ucraina» denuncia il pezzo delle 8:39 insieme a un altro precedente (delle 8:34) dove accusano il Ministero della Difesa di aver «mentito ai parenti delle vittime dell’incrociatore Moskva».
Nella colonna destra del sito, nella sezione delle “Notizie più importanti“, leggiamo titoli come «Zelensky si è rivelato migliore di Putin», «Putin ha scatenato una delle guerre più sanguinose del 21° secolo», «Vladimir Putin si è trasformato in un patetico dittatore paranoico», «La Russia minaccia di distruggere il mondo intero» e «Il tribunale attende Putin e i suoi collaboratori».
Secondo il sito Zona.media, non si tratterebbe di un attacco informatico (comunemente e maldestramente definito “hacking”), ma di una vera e propria azione di protesta da parte dei giornalisti e dipendenti della testata russa. A fornire questa informazione sarebbe una fonte del sito Zona.media, al momento anonima.
(da Open)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
DURANTE LA COMMEMORAZIONE DEL 9 MAGGIO A VARSAVIA LANCIO DI VERNICE ROSSA COME IL SANGUE DEI BAMBINI UCRAINI UCCISI DAL CRIMINALE
L’ambasciatore della Federazione russa in Polonia, Sergey Andreyev, è stato contestato da alcuni manifestanti anti-Putin e contro la guerra in Ucraina che gli hanno lanciato della vernice rossa. Andreyev stava partecipando a una commemorazione al cimitero dei soldati sovietici a Varsavia, portando dei fiori in ricordo dei caduti della seconda guerra mondiale. Due video, uno dei quali pubblicato da Ria Novosti, mostrano l’ambasciatore nel momento in cui viene colpito dalla vernice, simbolo del sangue dei civili ucraini uccisi dai militari russi in questi mesi di invasione.
Andreyev è arrivato al cimitero con un’auto diplomatica con sopra una bandiera russa. Dopo essere sceso dall’auto, è stato circondato da una folla di manifestanti che si era precedentemente radunata fuori dal cimitero con bandiere ucraine, lenzuola dipinte di rosso e slogan anti-russi.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
A CONSEGNARE IL PREMIO ALLA STILISTA AL CENTRO DELLE POLEMICHE FU LA SANTANCHE’
Le frasi pronunciate dall’imprenditrice Elisabetta Franchi su donne e
lavoro sono il mix perfetto tra un racconto di Dickens sull’Inghilterra dell’800 e un epigramma medievale.
Ma – e non è scontato dirlo – non si tratta di un’opinione isolata e marginale, purtroppo. Un certo mondo dell’imprenditoria italiana dimostra di avere ancora un atteggiamento padronale e paternalistico nei confronti dei dipendenti.
Questa visione trova sponde importanti anche nel mondo della politica e un esempio è proprio quello di Giorgia Meloni che nel 2021 ha celebrato la stilista bolognese ad Atreju, premiandola come “eccellenza italiana nel campo della moda”.
A consegnarle il riconoscimento è stata Daniela Santanché, una delle maggiorenti di Fratelli d’Italia e anch’essa imprenditrice: “E’ stato per me un grande orgoglio quando Giorgia Meloni mi ha chiamata per dare il premio ad Elisabetta Franchi. La sua è una storia bellissima da raccontare: si è fatta da sola, nasce da una famiglia non abituata al lusso e moda. Ha avuto forza, resilienza, coraggio, visione, che fanno per me di Elisabetta un mito come persona”, ha detto la senatrice di Fratelli d’Italia nel corso della premiazione.
Non è un episodio irrilevante, perché FdI secondo tutti i sondaggi sarebbe il partito che riscuote maggiori consensi nel Paese. Nel 2023 ci saranno le elezioni politiche e Giorgia Meloni potrebbe essere la leader del Centrodestra riunito e candidarsi quindi a governare l’Italia.
Una visione del mondo del lavoro come quella emersa dalle parole di Elisabetta Franchi non è compatibile con il modello di sviluppo economico che si è cercato di costruire negli anni, anche attraverso battaglie sindacali per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e delle donne.
Una presa di distanza netta e chiara dalle parole della stilista sarebbe quanto meno opportuna da parte della leader di FdI. Non c’è spazio su questi temi per distinguo di comodo e ambiguità.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
UNA BRUTTA PAGINA CHE ANDAVA MONITORATA
Fischi, molestie, aggressioni. La 93esima adunata nazionale degli Alpini – che quest’anno si è tenuta a Rimini dal 5 all’8 maggio – non è decisamente ‘filata liscia come l’olio’.
Molte donne hanno dichiarato di aver subito molestie e aggressioni da qualcuno delle 90mila penne nere (circa) che hanno preso parte al raduno nella città Romagnola.
Le testimonianze sono diverse: da chi denuncia di essere stata inseguita mentre tornava a casa a chi è stata vittima di cat-calling.
“Ieri sera mentre andavo in bici mi hanno fermata cercando di farmi entrare in un capannone, io sono scappata pedalando più veloce”. Oppure: “Ieri sera stavo facendo il sottopassaggio di viale Principe Amedeo e c’era questo gruppo di alpini ubriachi, mi sono sentita in pericolo”.
E ancora: “Ieri nel tardo pomeriggio rientrando a casa a piedi sono stata molestata da alcuni alpini che mi ha urlato: ‘ciao bella figa perché non vieni con noi’ con gesti eloquenti rispetto a quello che avrebbero voluto fare”.
Atteggiamenti sessisti e nocivi che hanno portato, in meno di due giorni, ben 36 donne a denunciare l’accaduto sull’account Instagram di Non una di meno.
Tanto che le attiviste hanno deciso di lanciare un sondaggio sulla loro pagina, dal titolo: ”Ti sei sentita molestata dagli alpini?’; come spiega un’attivista, ci sono state 57 risposte: tra queste ci sono 36 ‘si’ e 21 ‘no’ (ma tra questi, quindici sono in realtà uomini).
Sulla vicenda è intervenuta anche la vicesindaca della città romagnola, Chiara Bellini, che, come riporta Il Corriere della Sera, ha dichiarato che le molestie sono sempre “da condannare”, invitando però “a non fare di tutta l’erba un fascio”.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
MODIFICATI TUTTI I PALINSESTI CON LA SCRITTA: “LE TUE MANI SONO COPERTE DI SANGUE DALLA MORTE DI MIGLIAIA DI UCRAINI E BAMBINI, LE TV E LE AUTORITA’ MENTONO”
Un attacco informatico coordinato che ha colpito i palinsesti di tutte le
tv russe. I siti online di diversi canali televisivi, infatti, sono stati presi di mira dai pirati informatici che hanno modificato i nomi dei programmi in onda lanciando un messaggio contro Vladimir Putin e l’esercito russo che da oltre due mesi e mezzo ha invaso l’Ucraina provocando la guerra. Il tutto è avvenuto pochi istanti prima dell’inizio delle celebrazioni per la “festa della vittoria”, il 77esimo anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale.
Anonymous ha pubblicato il video condiviso dal giornalista della BBC Francis Scarr. Non una vera e propria rivendicazione ufficiale per questo attacco, ma i precedenti fanno pensare alla possibilità di un ruolo attivo del collettivo di hacker (o di una costola) in questa operazione contro le tv russe. Sugli schermi, al posto dei nomi dei programmi in onda (e di quelli che saranno trasmessi nel giro di poche ore) appare questo messaggio: “Le tue mani sono coperte di sangue dalla morte di migliaia di ucraini e bambini. La TV e le autorità mentono. No alla guerra”.
E ci sono molte testimonianze che, in questi minuti, stanno arrivando scorrendo sui palinsesti dei vari canali delle emittenti russe.
Il giorno della “festa della vittoria”, quindi, si è rivelato il giorno della beffa.
Perché mentre quasi tutti le emittenti televisive russe si accingevano a trasmettere le immagini del discorso di Putin alla nazione e ai suoi militari impegnati in ucraina (prima di mostrare quelle dell’imponente parate in corso per le strade di Mosca), sui canali russi i telespettatori hanno letto quel messaggio per affossare la propaganda del Cremlino.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
IL DISCORSO NELLA PIAZZA ROSSA: COSA HA DETTO (E NON HA DETTO) LO ZAR
Davanti alla Piazza Rossa, con la parata organizzata per celebrare il 77esimo anniversario del giorno della vittoria dell’Unione sovietica sul nazismo, Vladimir Putin ha ricordato per un attimo le perdite che questa nuova guerra: “La morte di ciascuno dei nostri soldati e ufficiali è un dolore per tutti noi e una perdita irreparabile per parenti e amici… Daremo un sostegno speciale ai figli dei compagni morti e feriti. In merito ho firmato oggi un decreto”.
Davanti al ricordo dei soldati morti, di cui non ha fornito numeri, il presidente russo ha ribaltato la realtà, cercando di tratteggiare la storia di una guerra nata non per aggredire un paese vicino, bensì per difendere il territorio di una Russia che il resto del mondo vuole aggredita e isolata.
Il 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’invasione, Putin aveva parlato di un’operazione speciale per denazificare l’Ucraina. Oggi, 9 maggio, la guerra è diventata una lotta in difesa della “patria” nel Donbas.
Quello di Putin nella Piazza Rossa era un discorso rivolto soprattutto ai russi, per dire loro: siamo un popolo unico, forte, indipendente, ne dobbiamo subire le conseguenze, le morti e dobbiamo difenderci. Lamentele e sacralità al servizio della propaganda e per continuare a giustificare una guerra alla quale non ha intenzione di mettere fine: le accuse agli Stati Uniti e la dichiarazione seconda la quale la Nato punta al territorio russo lo dimostrano.
(da agenzie)
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