Destra di Popolo.net

L’IMPERDIBILE RICETTA DI SALVINI CONTRO LE BABY GANG: “PER CHI SI COMPORTA MALE, NIENTE PATENTE A 18 ANNI”

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

SI SCATENA LA SATIRA: “GUARDA CHE QUELLA DEL MOTORINO LA PRENDI A 14 ANNI”… “VANNO A PIEDI O GUIDERANNO SENZA PATENTE”

Che la campagna elettorale in corso si stia trasformando in una gara continua a chi la spara più grossa lo confermano alcune proposte che, come funghi, spuntano all’improvviso tra lo stupore generale. L’ultima l’ha lanciata il leader della Lega Matteo Salvini su Instagram: “Niente patente a 18 anni per chi si comporta male”.
Proprio così: è questa l’arma sfoderata dal Carroccio per arginare il fenomeno delle baby gang.
Sul profilo del segretario leghista si legge: “Proporremo di ritardare il conseguimento della patente per i giovani coinvolti negli episodi di violenze. Se ti comporti male, non avrai la patente a 18 anni. Così a qualcuno passerà la voglia di fare il cretino”.
La proposta della Lega è stata immediatamente commentata da centinaia di utenti di Instagram, che hanno sollevato legittime perplessità in merito.
“Esistono le bici e altri mezzi, non è molto utile come cosa”, riflette un ragazzo. Mentre un altro fa notare: “Non potranno guidare la macchina, ma la patente del motorino si prende a quattordici anni quindi…”.
“Ma che senso ha…si faranno portare da altri o andranno in giro senza patente”, sottolinea invece un utente mettendo in luce la potenziale inefficacia della proposta della Lega.
E ancora: “Le baby gang procedono anche a piedi e senza macchina, quindi penso che tutto questo non li toccherà particolarmente”.
(da agenzie)

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SALVINI TURBA IL SONNO DI GIORGIA MELONI: FA DI TUTTO PER FAR PERDERE LA LEGA E IL CENTRODESTRA?

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

IL LEADER LEGHISTA SI TRASCINA IN UNA CAMPAGNA ELETTORALE SEMPRE PIÙ RIPETITIVA E DISASTROSA… UN SALVINI CHE SI AUTODISTRUGGE AFFONDA OGNI SPERANZA DI VITTORIA PER TUTTI: “E SE QUELLO PRENDE MENO DEL 10 PER CENTO PERDIAMO LE ELEZIONI”. PIÙ SI AGITA PIÙ CALA”

Sono proprio i grandi sconfitti coloro che turbano di più il sonno dei vincitori. E così mercoledì sera Giorgia Meloni dissimulava e glissava, su Rete 4, mentre le veniva chiesto di Matteo Salvini
Il leader leghista si trascina dal nord al sud in una campagna elettorale sempre più ripetitiva e dunque sempre più disastrosa.
Si sta mettendo d’impegno per fare perdere il centrodestra? C’è chi lo pensa. A destra. Perché davvero Salvini sembra il più acerrimo nemico di se stesso, e di tutta la coalizione. Altro che Enrico Letta. Il terrore è che la Lega tracolli. Un Salvini ridimensionato dal voto è un Salvini governabile, sì, pensa Meloni.
Ma un Salvini che si autodistrugge è un Salvini che affonda ogni speranza di vittoria per tutti.
“E se quello prende meno del 10 per cento perdiamo le elezioni”. Gli ultimi sondaggi sono quello che sono, impietosi: -0,2 poi -0,4… Più si agita più cala. Per fortuna la campagna elettorale è corta, breve, nemmeno lui può riuscire nel miracolo di disintegrare il suo partito.
Quello dice “flat tax per tutti”, con una foga di enumerazioni e parole che ha il potere di trasportare chi ascolta in una dimensione irreale (“guardate questo nuovo copriletto salmone, bellissimo, tessuto cangiante”), mentre Meloni immagina un’operazione verità sui conti pubblici da fare prima del voto, prima del 25 settembre.
I suoi consiglieri l’hanno battezzata due diligence Italia , perché “il debito pubblico è oltre il livello di guardia”.
E insomma promesse mirabolanti non si possono fare. Al contrario bisogna raccontare agli italiani come stanno le cose. Perché al governo saranno guai. Se ci si arriva. Salvini permettendo.
(da il Foglio)

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SALVINI A LAMPEDUSA NON L’HA CONSIDERATO NESSUNO

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

IL TURISMO E’ PURE AUMENTATO DEL 10% E NESSUN TURISTA HA VISTO UN MIGRANTE PERCHE’ SONO NELL’HOTSPOT DA DOVE VENGONO TRASFERITI IN ALTRI CENTRI

Al supermercato la cassiera distratta taglia corto: «Campagna elettorale». La visita di Matteo Salvini a Lampedusa sembra non avere alterato gli umori di nessuno. «Non è la prima volta che viene qui» balbetta un vecchio pescatore, «perché viene oggi? Lo avevo sentito dire, ma sapevo domani», si intromette un altro.
Mentre la fila per pagare si accorcia, l’argomento che doveva essere del giorno pare importare solo ai giornalisti. Che dalle 15 sfrecciano in sella agli scooter facendo la spola tra l’aeroporto e il Comune. Il volo proveniente da Catania è in ritardo. Lo sa il sindaco Filippo Mannino, 38 anni, eletto da appena 40 giorni.
Arriva in municipio un quarto d’ora prima del leader leghista, con il tricolore piegato in mano, indossato poi solo per la foto. È lui il primo ad accogliere Salvini ufficialmente sull’isola dopo che il suo vice leghista, Attilio Lucia, gli ha scritto che lo aspettava.
Agli arrivi, in aeroporto, il movimento di forze dell’ordine e le auto coi lampeggianti destano un po’ di curiosità tra i vacanzieri in transito. «Pensavamo fosse Baglioni» ridacchia una siciliana che alza il telefonino per riprendere la scena dall’altro lato della zona controlli. Parte un timido applauso, ma una breve contestazione di fischi lo mette a tacere («È Salvini. Baglioni è già qui»).
Breve quanto il tempo di raggiungere le auto e fermare la corsa davanti al Comune. Non una parola con i giornalisti, che non fanno in tempo neppure a immortalare il suo ingresso al Comune, camuffato com’ è apparso nella sua camicia bianca: niente t-shirt, né scritte, né provocazioni per il leader del Carroccio.
Dopo il colloquio con il gotha della politica locale in carica, si concede un selfie (uno solo) con una fan, riuscita a farsi largo tra una folla – un centinaio, per lo più curiosi – che in tre quarti d’ora si è radunata sotto l’edificio.
«Tanti sono del nord, non sentite l’accento?» dice Maurizio, ormeggiatore, che seduto nella piazzetta antistante ha visto allargarsi il capannello di persone che attendevano di vedere Salvini prima di dirigersi verso l’hotspot.
«Qui i migranti manco li vediamo – aggiunge un commerciante -. Adesso possiamo iniziare a sistemare tavoli e sedie per la cena». La zona off limits è finalmente libera.
«Non tutti sanno che quando i naufraghi arrivano vengono trasferiti subito al centro di accoglienza. Sono operazioni invisibili, che si svolgono soprattutto quando cala il buio». «Due vite lampedusane parallele» dice Laura Casano, che si scoprirà più tardi essere il vice presidente del consiglio comunale.
«L’hotspot è un’isola nell’isola, i suoi abitanti non vedono nulla di ciò che accade oltre quel cancello. Ma non chiamatela indifferenza, siamo un popolo accogliente, schietto e lo abbiamo dimostrato durante le tragedie passate alla storia». Intanto l’arrivo di Salvini nella contrada Imbriacola che ospita la vita dei migranti continua a interessare solo ai cronisti, un centinaio assieme alle forze dell’ordine.
«Era prevista una protesta alla Porta d’Europa – sussurra Giuseppe, operatore addetto alle pulizie dentro l’hotspot -. Girava voce che l’avessero organizzata…» e lascia morire il discorso.
«Gli immigrati? Non hanno intaccato per nulla il turismo, anzi è cresciuto del 10% a luglio rispetto allo scorso anno, lo sa?» spiega un barista.
Lampedusa è un miraggio. «Zero nodi, mare piatto. Sono certa in queste notti che ne arriveranno altri, ma noi li vediamo solo alla tv» prevede Rosa che dalla sua bancarella, in via Roma, riconosce l’accento dei tanti italiani in vacanza.
«Vengono soprattutto dal nord e qui abbandonano il pregiudizio di un’isola invasa di migranti». «I problemi sono anche altri – dice il primo cittadino, in partenza per Roma per incontrare il ministro dell’Economia -. Serve una legge quadro per le isole minori, non si può pensare sempre di agire in forma straordinaria.
Attualmente al centro di accoglienza ci sono 850 immigrati, di cui 150 minorenni. Lo conferma Giovanna Di Benedetto, Save the Children: «Ma qui la struttura si riempie e si svuota continuamente, è un processo continuo». Come l’aeroporto, da cui oggi ripartirà Salvini.
(da Avvenire)

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TRASFORMISTA PER CONVENIENZA: IL “BLOCCO NAVALE” DELLA MELONI HA CAMBIATO VESTE

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

OGGI RISPOLVERA LO SLOGAN MA QUANDO SPIEGA IN COSA CONSISTEREBBE VIENE DA RIDERE RISPETTO A QUANTO DICEVA FINO A POCHI MESI FA

“Il tema degli sbarchi si deve affrontare col blocco navale, che altro non è che una missione europea, da concordare con le istituzioni europee, per trattare insieme alla Libia la possibilità che si fermino i barconi in partenza, l’apertura in Africa degli hotspot, la valutazione in Africa di chi ha diritto a essere rifugiato e di chi è irregolare, la distribuzione dei veri profughi e rispedire indietro gli altri”
Lo ha detto la leader di FdI, Giorgia Meloni, a Studio Aperto, su Italia 1.
Una spiegazione condita da una serie di corbellerie che in ogni caso ribalta il “blocco navale” invocato a suo tempo dalla Meloni.
1) In origine la Meloni voleva schierare la nostra Marina militare per bloccare i barconi appena usciti dalle acque territoriali libiche, rispedendoli indietro. Questo in violazione delle leggi internazionali che vietano i respingimenti verso Paesi come la Libia che non rispettano i diritti umani.
2) Ora il “blocco navale” diventa invece “una missione europea, da concordare con le istituzioni europee, per trattare insieme alla Libia la possibilità che si fermino i barconi in partenza”.
Quindi occorre :
a) che la Ue sia d’accordo e promuova “una missione europea”
b) trattare con la Libia
3) Con quale Libia bisognerebbe trattare? Con quale dei due governi e con quali reali possibilità? O forse con i criminali della Guardia Costiera libica che l’Italia finanzia e che taglieggiano i migranti facendosi pagare per chiudere entrambi gli occhi quando pagano il pizzo?
4) La Meloni propone “l’apertura in Africa e in Libia degli hotspot per valutare chi ha diritto sd essere rifugiato e chi no”.
Ma ha una pallida idea di cosa sta accadendo in Libia? C’è una situazione di tensione che cova da mesi, culminata nell’assalto di venerdì al parlamento di Tobruk, che ha allarmato anche l’Onu. Le immagini del parlamento sventrato da un bulldozer e saccheggiato, con dense colonne di fumo, hanno fatto il giro del mondo. Ma il venerdì nero ha investito le strade di tutto il Paese passando da Tobruk ad al-Baida e Bengasi, culla della rivolta del 2011, e poi a Sebha, nel sud, fin nell’ovest, a Misurata e a Tripoli.
“Vogliamo avere la luce” scandivano i manifestanti riferendosi alle interruzione di energia per molte ore al giorno, aggravate dal blocco di diverse installazioni petrolifere, provocato tra le tensioni tra le fazioni rivali.
L’oggetto della rabbia della gente è la classe politica, giudicata incapace di dare risposte concrete ai problemi quotidiani, e che non è stata nemmeno in grado di convocare nuove elezioni, dopo l’annullamento di quelle previste lo scorso dicembre, visto il fallimento dei negoziati che non sono riusciti a mettere d’accordo il governo di Tripoli con quello rivale dell’altro premier Fathi Bashaga, sostenuto dal generale Khalifa Haftar.
E in questo contesto noi dovremmo creare un hotspot in Libia mentre due governi si sparano a vicenda e la popolazione è in rivolta?
E se poi i barchini arrivano a Lampedusa uno per uno dalla Tunisia che facciamo? Gli diamo il biglietto da visita dell’hotspot più vicino dicendo di rivolgersi prima a loro?
La Meloni parla di “rispedire indietro gli altri”. Indietro dove? Ci vuole l’accordo con i Paesi di origine, qualcuno glielo ha spiegato?
Non una parola poi, da parte della Meloni, sulle prigioni libiche, sulle violenze e sugli stupri, non un cenno al comandante della Guardia costiera di Zawiya, Abd al-Rahman al-Milad, noto anche come al-Bija (1989), militare e criminale libico, a capo dei trafficanti.
Prima di sparare cazzate, la Meloni legga, si informi.
Gli slogan servono solo a nascondere l’ignoranza.

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CROSETTO HA LASCIATO LA POLITICA MA E’ SEMPRE SUI GIORNALI A RASSICURARE I MERCATI SU FRATELLI D’ITALIA, “I NO DI FDI AL PNRR? UN ECCESSO DI PIGNOLERIA”

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

ALLA MELONI SERVIVA UNO CHE RECITASSE LA PARTE DEL BUONO: “IN AUTUNNO AVREMO LA NECESSITÀ DI AFFRONTARE UNA GRANDE EMERGENZA ECONOMICA E SOCIALE. AVREMO NECESSITÀ DI AIUTO DAL CONTESTO EUROPEO E INTERNAZIONALE”

Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia, l’impressione è che l’Europa non si fidi di Giorgia Meloni.
«Guardi che è un’impressione della politica italiana, che gode nello screditare l’avversario all’estero per poi indebolirlo internamente».
Non sono opinioni ma fatti i cinque voti ostili al Recovery e al Pnrr in Parlamento e a Straburgo
«Quelle semmai erano posizioni di eccessiva pignoleria. Non furono voti contrari, ma astensioni. C’era la preoccupazione che gli Stati non riuscissero poi a rispettare i vari parametri europei, non a caso alcuni di quei requisiti sono stati poi corretti.Quando si è passati al merito Fratelli d’Italia ha sempre votato a favore».
E quindi i miliardi che l’Europa ci ha promesso con il Pnrr non corrono rischi?
«Credo che a nessun partito del centrodestra venga in mente di rinunciare ad investire una cifra che vale il 2 per cento annuo del Pil, per 5 anni».
Rimanete partito euroscettico?
«No, ci sono due Europa: quella del Pnrr e quella che strangolò la Grecia. La prima, quella che sa fare comunità, ci piace, la seconda no».
Che approccio avrà Meloni?
«In autunno avremo la necessità di affrontare una grande emergenza economica e sociale. E la barra dritta si tiene anche sapendo che avremo necessità di aiuto dal contesto europeo e internazionale nel quale l’Italia è collocata»
Sui migranti qual è la posizione?
«Smettetela di dire che farebbero morire le persone in mare: saranno sempre salvate».
Fratelli d’Italia ha la classe dirigente per governare?
«Sì, molta, anche se non conosciuta. Ma la potrà arruolare fuori dal partito, tra bravi tecnici».
(da La Repubblica)

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SI SPACCA PURE IL FRONTE NO VAX

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

ALTERNATIVA SI ALLONTANTA DA ITALEXIT: “CI SONO CANDIDATI CHE FANNO PARTE DI GRUPPI NEOFASCISTI”

È durato quanto un battito d’ali, o poco più, il sodalizio tra le liste Alternativa e ItalExit.
I due partiti non correranno insieme alle prossime elezioni politiche per le quali già avevano programmato la raccolta firme nelle piazze italiane. A dare l’annuncio è Alternativa: «Il quadro di possibile accordo elettorale fra Alternativa e ItalExit è sciolto», si legge in una nota: «Nella composizione in dettaglio delle liste presentata da ItalExit abbiamo riscontrato la presenza – anche in ruoli di capolista – di candidati organici a formazioni di ispirazione neofascista».
Il partito del vicepresidente della Commissione affari esteri Pino Cabras decide così di abbandonare Gianluigi Paragone «sebbene nelle piazze le persone di diversa ispirazione abbiano trovato un linguaggio comune». Le due realtà, infatti, hanno trovato corrispondenze sostanziali nelle interpretazioni di molti temi attuali, soprattutto nella lotta alla pandemia da Covid-19.
«In questi mesi abbiamo lottato fianco a fianco contro il Green pass, contro l’obbligo vaccinale, contro le restrizioni e le violazioni della Costituzione», aveva detto Paragone alla presentazione dell’alleanza, «ci siamo schierati con convinzione contro le politiche del governo Draghi e contro il coinvolgimento dell’Italia in guerra». Valori comuni, visioni simili della realtà basata sull’andare contro «il sistema» che aveva reso l’unione tra i due movimenti «naturale».
O almeno così sembrava. Ora Alternativa dovrà provvedere da sola a girare per le piazze per raccogliere le 10 mila firme necessarie alle nuove formazioni politiche per potersi candidare: «C’era spazio per rappresentare tante personalità che hanno dato lustro al dissenso contro una stagione di ingiustizie, ma non per veicolare candidati in cui prevalgano connotazioni personali d’ispirazione fascista militante».
(da agenzie)

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SINISTRA ITALIANA CHIAMA LA BASE AL VOTO PER VALIDARE L’ALLEANZA CON IL PD

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

I VERDI VERSO IL SI’

Sinistra Italiana chiama la base per decidere il da farsi sull’accordo con il Partito Democratico e i centristi, mentre i Verdi confermano la volontà di non allearsi con il M5s e di essere disponibili a un accordo con il centrosinistra.
Dopo l’incontro di ieri che aveva fatto fare «passi avanti» tra il segretario nazionale di SI Nicola Fratoianni, il leader dei Verdi Angelo Bonelli e il segretario del Pd Enrico Letta, in nottata si è riunita la segreteria di SI che ha deciso, sulla base dello statuto, che verrà dato modo ai tesserati del fronte rosso-ecologista di esprimersi sull’alleanza con il Pd e centristi, anche in caso di avvenuto accordo.
La base di Sinistra Italiana, infatti, è da giorni in gran fermento. Questo perché da un lato SI è stata all’opposizione durante il governo Draghi, e l’alleanza con i dem e i centristi avrebbe come perno proprio la cosiddetta “agenda Draghi“.
Un’agenda che però, come spiegato ieri dal presidente Draghi stesso, di fatto non esiste, ma indica invece un approccio, un modo di fare concreto fatto di risposte, interventi e riforme dinanzi a emergenze e bisogni, e che richiede credibilità interna così come internazionale per preservare e implementare via via i risultati raggiunti.
Dall’altro lato i dubbi della base di Si sono motivati dal continuo pressing di Carlo Calenda sul Pd, che ha ripetuto a chiare lettere di non volere in coalizione né Sinistra Italiana, né i Verdi, né Di Maio.
Oltre a ciò, c’è anche la variante M5s, con Giuseppe Conte che tra una stoccata e l’altra, di fatto, non ha completamente escluso una possibile alleanza con Verdi e Sinistra Italiana. E dalla base di SI è proprio divisa tra la possibile alleanza con i dem e centristi e quella con il pentastellati.
Una parte della base di Sinistra Italiana, infatti, ha redatto un documento in cui viene richiesto alla del partito di impegnarsi «a promuovere un confronto pubblico con tutti i soggetti politici nazionali (a partire, ma non solo, dai nostri alleati di Europa Verde e dal M5S) e locali (le tante esperienze civiche e la sinistra sociale), per superare le diffidenze e promuovere un polo effettivamente alternativo alla destre e distinto dal centro liberale».
Al momento non è ancora stata fissata la votazione, ma certamente questo voto potrebbe far tornare in salita, se non rigettarlo in toto, l’accordo con l’alleanza tra Sinistra Italiana, Pd e centristi.
I Verdi: «La Direzione nazionale ritiene non percorribile un’alleanza con il M5S»
I Verdi di Bonelli, invece, dopo aver concluso la direzione nazionale nel pomeriggio, hanno fatto sapere «che l’unica alleanza che possa contrastare efficacemente la destra estrema in Italia sia quella, pur con tutte le differenze che sono note, di un fronte democratico a partire dal Pd». «Per questo motivo – si legge ancora nel comunicato – la Direzione nazionale ritiene non percorribile un’alleanza con il M5S esprimendo, nel contempo, rammarico per il non raggiungimento di un accordo tecnico più ampio che includesse anche il M5S».
(da agenzie)

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BOOM DELL’OCCUPAZIONE NEGLI STATI UNITI: A LUGLIO SONO STATI GUADAGNATI 528MILA POSTI DI LAVORO RISPETTO A GIUGNO, IL DOPPIO RISPETTO ALLE STIME DEGLI ANALISTI

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

LA DISOCCUPAZIONE È SCESA AL 3,5%, IL DATO MIGLIORE DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA, E I SALARI ORARI MEDI SONO AUMENTATI A 32,27 DOLLARI

Rapporto sull’occupazione di luglio migliore del previsto, negli Stati Uniti. Il mese scorso sono stati guadagnati 528mila posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 258mila posti.
La disoccupazione è scesa dal 3,6% di giugno (dato confermato) al 3,5%, il miglior dato dall’inizio della pandemia, contro attese per una conferma del 3,6%.
I salari orari medi sono aumentati di 15 centesimi, lo 0,47%, a 32,27 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 5,22%.
E la partecipazione della forza lavoro è stata pari al 62,1%, a 1,3 punti percentuali di distanza dai livelli del febbraio 2020, prima dell’inizio della pandemia di coronavirus.
(da il Soe24ore)

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SONDAGGIO BIDIMEDIA: LETTA SORPASSA LA MELONI E PASSA IN TESTA, CALANO LEGA, M5S E FORZA ITALIA, SALE AZIONE

Agosto 5th, 2022 Riccardo Fucile

PD 24,5%, FDI 24,3%, LEGA 13,5%, M5S 9,7%, FORZA ITALIA 6,4%, AZIONE+EUROPA 6%, VERDI-SINISTRA 4.1%, ITALEXIT 2,3%, ITALIA VIVA 2%, IMPEGNO CIVICO DI MAIO-TABACCI 1%

Secondo il sondaggio elettorale di BiDiMedia, appena pubblicato – e soprattutto effettuato nei giorni successivi all’accordo tra Letta e Calenda – il centrosinistra sarebbe sensibilmente in crescita, tanto da poter pensare alla rimonta di cui ha parlato il leader del Pd. Per Letta “la partita si è riaperta” e ora forse anche per i sondaggisti, anche se il divario resta ancora ampio e – soprattutto – la chiave per vincere è mettere d’accordo il centrosinistra. L’impresa più dura.
Anche in questo caso, cominciamo dalle percentuali dei singoli partiti. In testa secondo BiDiMedia c’è il Partito Democratico di Letta e Franceschini, che vola al 24,5%, seguito da Fratelli d’Italia di Meloni e La Russa al 24,3%. I sondaggisti suggeriscono una possibile polarizzazione tra i due partiti – vista la crescita rapida e continua – che però andrà verificata nelle prossime settimane.
Staccati e tutti in calo verticale ci sono la Lega di Salvini e Giorgetti al 13,5%, il Movimento 5 Stelle di Conte e Grillo al 9,7% e Forza Italia di Berlusconi e Tajani al 6,4%.
Vola, invece, la federazione Azione e +Europa di Calenda e Bonino al 6,0%.
L’alleanza tra Verdi e Sinistra Italiana di Fratoianni e Bonelli è al 4,1%, seguita da Italexit di Paragone e Cabras al 2,3%, Italia Viva di Renzi e Boschi al 2,0%, Alternativa per l’Italia di Adinolfi e Di Stefano all’1,5%, Impegno Civico di Di Maio e Tabacci all’1,0% e Italia Sovrana e Popolare di Rizzo e Toscano allo 0,7%.
Guardiamo, infine, quanto valgono le coalizioni allo stato attuale: il centrodestra di Meloni, Salvini e Berlusconi otterrebbe il 44%; il centrosinistra di Letta, Speranza, Calenda, Bonino, Fratoianni, Bonelli e Di Maio il 36%. Insomma, la coalizione di Letta – ammesso che sopravviverà ai prossimi giorni e settimane – non sembra avere al momento grosse possibilità di vincere le elezioni.
Certo è che il campo largo è il grande rimpianto del leader dem: con 5 Stelle e Renzi, la coalizione arriverebbe al 48%.
(da agenzie)

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