Ottobre 14th, 2022 Riccardo Fucile “FRAGILI E ANZIANI HANNO UN SISTEMA IMMUNITARIO MENO FUNZIONANTE E PIÙ A RISCHIO. PER LORO C’È ANCORA UNA MINACCIA”
Alla vigilia del nuovo governo l’immunologo Alberto Mantovani,
professore emerito di Humanitas University e direttore scientifico di Humanitas a Milano, analizza lo stato della pandemia da Londra dove ha una cattedra alla Queen Mary University.
La sensazione è che la quarta dose non interessi. È così?
«L’Italia si è comportata bene nella campagna vaccinale, anche se c’è chi non ha fatto neanche la terza dose. Il mio augurio è che ci sia ancora saggezza. Suggerisco la quarta dose a tutti, in particolare a fragili e over 60, e di farla insieme al vaccino antinfluenzale».
Perché farla dopo tre dosi?
«Protegge poco dall’infezione, ma tanto dalla malattia grave. Inoltre limita la trasmissione, che è leggermente diversa dall’infezione. Chi si ammala di meno sparge attorno a sé in quantità minore e per meno tempo il virus. Gli studi su ospedali e carceri lo dimostrano. Infine, vaccinarsi aiuta il sistema sanitario nazionale».
E perché farla insieme all’antinfluenzale?
«Si può fare prima, insieme o dopo senza pericoli. Nel Regno Unito a fine primavera c’è stata un’ondata di influenza che ha peggiorato la situazione dei malati Covid: due nemici sono peggio di uno».
I guariti cosa possono fare?
«Aspettare almeno quattro mesi, perché sono già protetti».
E se uno si vaccina senza sapere di aver avuto il Covid?
«Non succede niente, semplicemente è inutile vaccinarsi se si è guariti da poco mentre è utile dopo quattro mesi, in particolare se fragili e over 60».
Il Covid è diventato una malattia solo per alcuni?
«Fragili e anziani hanno un sistema immunitario meno funzionante e più a rischio. Le varianti di Omicron sono professioniste della trasmissione, evadono in parte le difese immunitarie e danno quadri meno gravi di malattie. Per i fragili restano però una minaccia».
Nel complesso sono meno patogeniche?
«Sì, ma in larga misura grazie alla vaccinazione. Per la prima volta nella storia si è potuto intervenire con i vaccini durante una pandemia. Il virus è mutato, ma non va sottovalutato il ruolo della vaccinazione».
C’è differenza tra una quarta dose aggiornate a Omicron 1 a una a Omicron 4 e 5?
«Molti fragili hanno fatto la quarta dose ancora precedente, che ha avuto un senso perché potenzia in parte gli anticorpi contro Omicron. L’aggiornamento a Omicron 1 dà un aumento di anticorpi più specificamente utile a tutte le varianti di Omicron. L’aggiornamento a Omicron 4 e 5 è ancora più mirato».
Conviene aspettarlo?
«Entrambe le vaccinazioni danno una risposta anticorpale maggiore verso le varianti di Omicron. È ragionevole pensare che l’ultimo aggiornamento dia un vantaggio superiore, ma non ci sono ancora dati a dimostrarlo. Meglio però una qualunque quarta dose subito che rimandare».
E dopo la quarta dose?
«Il mio augurio è che ci sia un richiamo all’anno come per l’antinfluenzale. Significherebbe una prevedibilità delle varianti, una protezione dei vaccini e una stabilizzazione della pandemia. Questo inverno si annuncia migliore dell’anno scorso. Una variante può sempre scompaginare i piani, anche se è ragionevole pensare che i vaccini tengano come finora».
I bimbi van sempre vaccinati?
«Il suggerimento è di coprirli con due dosi, anche se non c’è stata molta adesione. Sono meno colpiti, ma ci sono preoccupazioni su Mis-C e long Covid. Come indicato dall’Accademia dei Lincei quest’ ultimo è un fenomeno da non sottovalutare per tutti, per il servizio sanitario e per la capacità lavorativa del Paese. Si stima che un guarito su otto dalla forma acuta abbia problemi di concentrazione, di stanchezza, di depressione, di polmoni e di cuore. Negli Usa è stato lanciato un piano da 1,5 miliardi di dollari. Nel Regno Unito da 50 milioni di sterline. Il nuovo governo dovrebbe pensare a un programma che integri ricerca e assistenza. Un motivo in più tra l’altro per sostenere la vaccinazione».
Teme che l’accento sulla campagna vaccinale diminuisca?
«Sono ottimista. Quando si spiega, si pubblicano i dati e si ammette anche ciò che non si sa ancora, il Paese dimostra buon senso. AstraZeneca per esempio ha reso noto il fallimento in fase tre del suo vaccino mucosale. La scienza progredisce con la trasparenza».
Quali priorità suggerisce al nuovo governo?
«Ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno. Le malattie vanno prevenute non solo con i vaccini, ma anche con lo screening e lo stile di vita. Non va dimenticato che il tumore al polmone sarebbe rarissimo se non si fumasse. E poi c’è un problema di obesità dei bambini».
E il sistema sanitario?
«È un bene straordinario, ma può essere anche un luogo dove fare ricerca. L’Inghilterra da questo punto di vista è esemplare».
Si fanno i nomi di tecnici per la Sanità, lei sarebbe disponibile?
«Non è il mio mestiere, ho tante responsabilità in Humanitas e la mia ricerca da seguire».
Si parla dell’immunologo Guido Rasi, che ne pensa?
«Chiunque sia, auguri e ho già fatto le mie proposte».
Al Festival di Salute dal 20 al 22 ottobre all’Ara Pacis di Roma lei interverrà sul Miracolo dell’arte nella verità della scienza. Un’anticipazione?
«Dall’Amorino di Caravaggio, un bimbo morto di artrite reumatoide che ricorda come grazie allo studio del sistema immunitario non se ne muoia più, all’Orchestra dell’Opéra di Degas, che esemplifica il complesso di strumenti che protegge il nostro organismo, sono tanti i collegamenti possibili tra arte e salute».
(da la Stampa)
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Ottobre 14th, 2022 Riccardo Fucile LA VERITÀ È CHE LA MELONI E LA RUSSA SI ERANO PREPARATI, ANDANDO A PESCARE I VOTI TRA TERZO POLO E BASE RIFORMISTA, LA CORRENTE DI EX RENZIANI DECIMATA DA LETTA
Quando Ignazio La Russa in un moto di sincerità ringrazia «anche chi mi ha votato e non fa parte della maggioranza», il transatlantico del Senato, dove stazionano giornalisti e curiosi, esplode in una risata. Mentre la sinistra nell’emiciclo si incupisce.
«Quel disgraziato di Renzi ci ha fregato. …» sibila un senatore di Forza Italia uscendo dall’aula, a dimostrazione di quel che si va dicendo sul «suicidio» degli azzurri nel non votare La Russa. Per loro il disastro è doppio, «perché Renzi dimostra al primo colpo di poter sostituire Forza Italia», commentano i dem.
Infuriati per l’effetto boomerang e tentati di votare oggi alla Camera un candidato di bandiera affinché siano chiare colpe e virtù. «È il solito Renzi spregiudicato, il sequel del ddl Zan…», ricordano dal Nazareno.
Un misfatto, quello su La Russa, che resterà però senza colpevoli, visto che non si saprà mai con certezza matematica chi siano i 17 o 19 franchi tiratori. Per questo, è il Var, ovvero il nastro riavvolto della camera fissa puntata sul «catafalco», da cui entrano ed escono i votanti in aula, che assurge al ruolo di protagonista di questo processo: e la sentenza del Pd è che sono Matteo Renzi e Giuseppe Conte, ad aver salvato la maggioranza. Silvio Berlusconi però si concentra sul suo ex pupillo: «È stato Renzi e i senatori a vita…» , dice convinto.
Parte la querelle, toni acidi e veleni copiosi. I nove voti di Azione e Iv finiscono nel mirino, chi invoca il «Var» giura di aver visto i senatori del Terzo Polo fermarsi a votare nel catafalco senza sfilare via veloci, segno che hanno scritto qualcosa sulla scheda. E in effetti, a guardar bene, sorgono dubbi.
«Ora si capisce meglio il no dei giorni scorsi a siglare un patto delle opposizioni», insinua Andrea Orlando. «Autolesionisti allo sbaraglio, soccorrono la maggioranza alla prima votazione», nota Pierferdinando Casini da ex presidente della Camera. Un j’ accuse, il suo, che fa il paio con l’autodifesa a colpi di Var, dove si vede che si è intrattenuto pochi secondi nella cabina.
I 5stelle sono indignati. «Renzi ci vuole fregare – commenta uno dei big uscendo dall’Aula – ha fatto il patto con Meloni e Salvini per toglierci la presidenza della Vigilanza Rai e darla alla Boschi».
Conte è furioso: «Un accordo contro di noi non ci sorprenderebbe, hanno dato prova di potersi coalizzare, guardate chi ha lanciato il primo sasso e capirete», insinua riferendosi all’accusa di Renzi di inciucio M5s-Pd per spartirsi le commissioni. «In Aula iniziano i primi giochini di palazzo e qualcuno si prepara ad una finta opposizione», sibila Conte. E la teoria del complotto, in serata, si gonfia: «Abbiamo la consapevolezza che c’è stata anche la complicità del Pd», sostengono i vertici grillini, «e questo non farà bene ai rapporti».
Letta è sicuro della disciplina dei dem sulla scheda bianca: «Il voto di oggi certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza. Un comportamento irresponsabile».
Lui, Matteo Renzi il grande accusato, esce dall’aula prima del discorso di La Russa e tiene una lezione di tattica parlamentare agli astanti. Sostiene che non avrebbe alcun interesse a soccorrere la maggioranza, perché per avere qualche carica istituzionale servono un accordo e i voti delle opposizioni, non della maggioranza.
«L’eventuale voto dei nostri franchi tiratori, che non esiste, non inciderebbe per nulla sulle vicepresidenze», spiega il leader di Italia Viva svelando un retroscena: «Ho parlato con Dario Franceschini e con il grillino Stefano Patuanelli», per stoppare la tentata spartizione dei ruoli istituzionali spettanti alle opposizioni.
«A me una vicepresidenza – spiega Renzi – me la possono dare solo Franceschini o Patuanelli, previo accordo. Un concetto che è l’abc delle regole: io come forza di opposizione ho diritto ad una vicepresidenza, loro ci hanno provato a mettersi d’accordo a fare metà e metà, io gli ho detto che non esiste».
Risultato, il Terzo Polo punta ad una vicepresidenza del Senato e in quel caso Renzi e Calenda indicheranno Maria Stella Gelmini. Il Copasir, prevede l’ex premier, andrà al Pd, a Lorenzo Guerini o Enrico Borghi. Il resto si vedrà. In ogni caso, Renzi sostiene che non avrebbe avuto motivo di soccorrere la maggioranza senza alcun tornaconto. In pochi gli credono. E invocano il Var.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2022 Riccardo Fucile “VOTIAMO PER FONTANA PER NON SPRECARE ALTRO TEMPO, MA DA NOI DEVONO PASSARE. GIORGIA MELONI NON PUÒ MICA PENSARE DI ANDARE AVANTI CON I VOTI DELL’OPPOSIZIONE”
“Votiamo per non sprecare altro tempo, ma da noi devono passare.
Giorgia Meloni non può mica pensare di andare avanti con i voti dell’opposizione”. Questa, in sintesi, la posizione che Silvio Berlusconi ha espresso ieri sera, in un incontro con i senatori Forza Italia a Villa Grande.
Con i colleghi di gruppo che hanno tentato invano di far saltare l’elezione di Ignazio La Russa a presidente, il Cavaliere ha difeso la posizione assunta a Palazzo Madama, ribadendo il disagio per i veti imposti dalla futura premier, in particolare su Licia Ronzulli, che non andrà al governo ma farà la capogruppo.
Però già ieri sera, nei conciliaboli con i dirigenti e i deputati – rappresentanti dell’ala più morbida rappresentata da Antonio Tajani, Berlusconi aveva fatto capire che non riteneva opportuno tirare troppo la corda, anche perché Fi avrà nel prossimo governo ministri di peso che risponderanno direttamente alla linea azzurra, a differenza dei tre esponenti del governo Draghi che sono andati via.
L’anziano leader ha anche aggiunto che “Lorenzo Fontana è un amico personale, conosciuto ai tempi in cui faceva l’europarlamentare, che merita sostegno”. In ogni caso, Forza Italia è intenzionata a proseguire la trattativa per il governo: “La fiducia – un’altra delle battute nell’amara giornata di ieri – Meloni non può mica chiederla a Calenda…”.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2022 Riccardo Fucile “HA DATO CARBURANTE AGLI AEREI RUSSI”
Le associazioni Darwin Climax Coalition, francese con sede a Bruxelles, e l’ucraina Razom We Stand hanno presentato una denuncia a Parigi per complicità in crimini di guerra contro TotalEnergies.
L’accusa è di aver continuato a sfruttare un giacimento in Russia e di aver consentito la produzione di carburante che è stato poi utilizzato dagli aerei russi coinvolti nel conflitto in Ucraina.
Una risposta da parte del colosso francese è stata pubblicata dall’agenzia Afp, che definisce le accuse «oltraggiose», «diffamatorie» e «infondate». Già ad agosto il quotidiano francese Le Monde aveva pubblicato un articolo basato su alcuni documenti e un’indagine condotta dall’ong Global Witness.
Entrambe le associazioni hanno ricordato che, fino a settembre TotalEnergies deteneva il 49% della joint venture Terneftegaz, che gestisce il giacimento di Termokarstovoye, nell’estremo nord russo. L’altro 51% è del gruppo russo Novatek, di cui TotalEnergies è anche azionista al 19,4%.
Secondo le accuse, quel giacimento di Termokarstovoye avrebbe fornito condensato di gas a una raffineria vicino a Omsk in Siberia, una di quelle dedicate alla produzione di carburante destinato agli aerei russi impegnati in Ucraina.
Le accuse
TotalEnergies era già stato criticato per il fatto di aver mantenuto quel giacimento in Russia dopo l’invasione del 24 febbraio, ma dopo la pubblicazione dell’articolo di Le Monde ha assicurato di non produrre «cherosene per l’esercito russo».
Due giorni dopo, è stata annunciata la vendita del suo 49% di Terneftegaz a Novatek. Tuttavia, il fatto di aver continuato a sfruttare il giacimento di Termokarstovoye, secondo Darwin Climax Coalition e Razom We Stand «ha contribuito a fornire al governo russo i mezzi necessari per commettere crimini di guerra».
Il carburante, sostengono, è stato «indirettamente utilizzato dalla Russia per perpetrare i bombardamenti contro la popolazione civile che hanno portato alla morte di almeno 5.587 persone».
Inoltre, le associazioni ritengono che TotalEnergies non possa ignorare i forti legami di influenza tra Novatek e il regime russo. Gennady Timchenko, oligarca e amico intimo di Vladimir Putin, ha dovuto lasciare a marzo il consiglio di amministrazione del gruppo perché colpito dalle sanzioni europee. Sotto la scure delle sanzioni anche Leonid Mikhelson, ovvero il Ceo di Novatek.
Tutto «esportato all’estero»
Da parte sua, il colosso francese «confuta categoricamente tutte le accuse infondate di Global Witness», sostenendo che quanto prodotto a Terneftegaz era tutto materiale «esportato all’estero», quindi non usato dall’esercito russo.
Per quanto riguarda l’accusa di complicità di crimini di guerra, TotalEnergies sottolinea che questo vuol dire «fornire un aiuto diretto a uno Stato che è l’autore dei crimini», cosa che sostiene non aver fatto. Darwin Climax Coalition e Razom We Stand hanno fatto notare che il concetto di complicità ha subito un’evoluzione giuridica e che quindi ora comprende anche attori che hanno contribuito in modo indiretto anche senza la prova di aver condiviso «il disegno dell’autore principale».
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2022 Riccardo Fucile IL FOGLIO NELLA CARTELLA CHE DELINEA LA SEDICENTE “PATRIOTA”
Un nuovo dettaglio ancora più esplosivo dei precedenti sugli appunti
che Silvio Berlusconi teneva in aula ieri mentre il suo partito, Forza Italia, sceglieva di non sostenere come presidente il fondatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa.
Come ha rivelato Repubblica oltre ai fogli con la richiesta per i ministri in quota azzurra, il Cavaliere aveva un secondo appunto solo su Giorgia Meloni, con un testo che ora creerà parecchi imbarazzi.
In coda ci sarebbe un’ultima riga, poi cancellata: “Ridicola”, si leggerebbe.
“Giorgia Meloni. Un comportamento supponente, prepotente, arrogante e offensivo. Nessuna disponibilità al cambiamento. E’ una con cui non si può andare d’accordo”
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2022 Riccardo Fucile TERZO POLO VOTA RICHETTI, IL PD LA GUERRI, IL M5S CAFIERO DE RAHO… BERLUSCONI: “OGGI VOTIAMO A FAVORE, MA DA NOI DEVONO PASSARE”
L’applauso (a cui non ha partecipato l’opposizione) ancora a spoglio in corso: il leghista Lorenzo Fontana è stato eletto presidente della Camera dei deputati.
Alla fine, l’accordo nel centrodestra è stato rispettato ma all’appello mancano 15 voti della coalizione (che in totale ha 237 deputati).
Alla quarta votazione il vicesegretario della Lega ed ex ministro, anti Lgbt e antiabortista, ha ricevuto 222 preferenze.
Dopo il colpo di scena per l’elezione di Ignazio La Russa al Senato avvenuta con il sostegno dell’opposizione e con i soli due voti di Forza Italia, quelli di Elisabetta Casellati e Silvio Berlusconi, che oggi ha indirizzato i suoi sul voto da seguire in Aula lanciando però un avvertimento all’alleata e futura premier: “Votiamo Fontana per non sprecare altro tempo, ma da noi devono passare. Giorgia Meloni non può mica pensare di andare avanti con i voti dell’opposizione”.
Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha proposto ai deputati dem di votare il nome di Maria Cecilia Guerra come nome “condiviso” con altri partiti di opposizione. Il Terzo Polo sulla scheda ha scritto invece Matteo Richetti e il M5S Cafiero De Raho.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2022 Riccardo Fucile SE LA RUSSA POTEVA PASSARE COME FOLCLORE, FONTANA RAPPRESENTA FORSE “I PATRIOTI RUSSI”, MA LA MELONI TACE PERCHE’ LE INTERESSA SOLO LA POLTRONA
C’è un politico che da anni va in giro a dire che le sanzioni alla Russia sono sbagliate (chiedendo di toglierle), che la famiglia arcobaleno non esiste e che definisce “amici” quelli di Alba Dorata.
Oggi è stato eletto presidente della Camera dei deputati. Non è una barzelletta, ma sono i primi gemiti del nuovo Parlamento di questa nuova legislatura.
In un video, per esempio, Lorenzo Fontana saluta gli “amici” di Alba Dorata. Si tratta del movimento di estrema destra greco, di ispirazione nazista, che nel 2020 è stato dichiarato dal Tribunale di Atene come una “organizzazione criminale“.
Eppure nel 2016 il numero 2 della Lega era lì a tessere le lodi di quel movimento di estrema destra, difendendone e santificando i loro valori. Ma non c’è solo questo. Perché il suo volto è comparso più volte al centro delle manifestazioni del “Family Day”, quelle in difesa esclusiva della famiglia tradizione. Quelle contro i diritti delle persone LGBTQ+.
Tutto in quegli anni lì. A partire dal 2014, le sue posizioni in favore e sostegno di Vladimir Putin e della Russia sono state decantate ai quattro venti. Prima l’invito ricevuto dal partito “Russia Unita” a partecipare come “osservatore” (insieme ad altri leghisti) al referendum sull’annessione della Crimea. E da lì la sua battaglia contro le sanzioni dell’Europa alla Russia.
Una posizione pro-Russia e pro-Putin certificata dalle scelte “stilistiche”. Perché insieme, tra gli altri, a Matteo Salvini, si presentò al Parlamento Europeo indossando la maglia “No sanzioni alla Russia”.
(da agenzie)
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