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NON È CHIARO CHE COSA POTRÀ ACCADERE SE LA LEGA USCIRA’ ULTERIORMENTE RIDIMENSIONATA NEL VOTO LOCALE AL NORD, NÉ CHE EFFETTO AVRÀ IL CONFLITTO CHE STA LACERANDO FORZA ITALIA

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

POI CI SONO QUELLI CHE SI CANDIDANO A SFRUTTARE LA CRISI ALTRUI: CALENDA E CONTE

La diffidenza con la quale i berlusconiani aspettano il prossimo colloquio tra Giorgia Meloni e Carlo Calenda è significativa. Quando il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, di FI, evoca il «cavallo di Troia», additando un leader di Azione pronto a entrare di nascosto nel campo del governo, parla alla premier.
Le dice di non fidarsi. E tradisce la preoccupazione di una porzione della maggioranza, che si sente debole e esposta alle incursioni avversarie. Calenda non fa nulla per attenuare questa impressione. Vede «uno smottamento politico» di qui a marzo. E si candida a sfruttarlo a proprio vantaggio. Ma il tema riguarda forse più le opposizioni che la coalizione di Meloni: almeno nel breve periodo.
La prima incognita, forse la maggiore, è il congresso del Pd in programma tra febbraio e marzo. Pochi prevedono che il partito di Enrico Letta ne riemergerà più unito. Anzi, molti cominciano a pensare che sancirà una divisione in più tronconi, chiunque sia il o la leader.
Basta registrare l’aggressività di un asse Azione-Iv che già si smarca dalla definizione di centrosinistra. E si candida a rifugio degli scontenti di ogni schieramento. E, sul fronte opposto, l’attivismo spregiudicato di Giuseppe Conte e di un M5S che tende a dettare condizioni al Pd anche in Lombardia, dove ha percentuali basse.
Ma l’area dell’incertezza potrebbe allargarsi alla destra, se le elezioni regionali dovessero accentuare lo scarto tra i numeri di FdI e quelli di Lega e FI. Non tanto da far vacillare il governo, ma abbastanza per acuire le tensioni interne. Per questo, in apparenza il 25 settembre ha stabilizzato la situazione.
C’è una maggioranza politica chiara che ha vinto. E c’é una nebulosa sconfitta che promette di sfrangiarsi ulteriormente. Dietro questo simulacro di stabilità, tuttavia, si moltiplicano i segnali che mostrano un sistema in evoluzione; ed equilibri che si stanno ancora assestando, senza avere trovato un assetto definitivo.
Non è chiaro che cosa potrà accadere se la Lega esce ulteriormente ridimensionata nel voto locale a Nord. Né che effetto avrà il conflitto che sta lacerando Forza Italia. Al momento, unica beneficiaria di questa incertezza trasversale appare la premier con il suo partito, che cresce nei sondaggi: sebbene la concentrazione delle decisioni a Palazzo Chigi e la gravità dei problemi alla lunga possano mostrarne i limiti.
Poi ci sono quelli che si candidano a sfruttare la crisi altrui: Calenda e Conte. Ma si tratta di manovre fondate su calcoli tutti da verificare nel medio periodo: la volatilità elettorale è un problema comune. Sono i primi passi della traversata nel deserto di chi, dopo avere perso il potere, non sa né come né quando lo riavrà.
(da Il Corriere della Sera)

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SALVINI DICE CHE L’ITALIA ACCOGLIE TROPPI MIGRANTI? IN GRAN BRETAGNA NE SONO ARRIVATI UN MILIONE IN UN ANNO

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

È IL RECORD DI ARRIVI PER LONDRA: TANTISSIMI VANNO OLTREMANICA PER MOTIVI DI STUDIO O LAVORO

Sono cifre da capogiro, specialmente se viste dall’Italia: in Gran Bretagna in un anno sono arrivati oltre un milione di nuovi immigrati (e pure se si considera che oltre 500 mila persone hanno lasciato il Paese, il saldo netto è comunque di mezzo milione).
È il record di arrivi dal dopoguerra ed è dovuto in buona parte all’afflusso di rifugiati dall’Ucraina (circa 190 mila), da Hong Kong (quasi 150 mila) e dall’Afghanistan (22 mila).
Ma sono tantissimi anche gli ingressi per motivi di studio o di lavoro: solo che la dinamica si è rovesciata rispetto agli anni pre Brexit. Adesso il boom di immigrati è dai Paesi extra europei, mentre i cittadini Ue continuano a tornarsene indietro (il saldo negativo per loro è di oltre 50 mila persone in un anno).
Per fare qualche esempio, gli studenti indiani sono cresciuti del 273% dal 2019, con 128 mila visti, mentre quelli nigeriani sono saliti del 650%, arrivando oltre i 50 mila.
Anche per i visti di lavoro gli indiani sono al primo posto, con 56 mila ingressi, mentre gli immigrati dallo Zimbabwe sono aumentati addirittura del 1.576%. È la conferma che con l’uscita dall’Unione europea la Gran Bretagna non ha affatto alzato il ponte levatoio, ma ha visto solo una mutazione della natura dell’immigrazione: e infatti ormai i visti di lavoro per gli europei rappresentano appena l’11% del totale.
Ma queste cifre sono comunque un problema politico: perché il voto per la Brexit era stato (anche) una richiesta di ridurre il flusso migra-torio, mentre invece sta succedendo il contrario.
E all’immigrazione legale si aggiunge quella illegale degli sbarchi attraverso la Manica, ormai a 40 mila quest’ anno. Il governo di Rishi Sunak cerca di correre ai ripari e annuncia un freno ai visti per gli studenti, che verrebbero limitati alle sole università d’élite: ma nelle preoccupazioni degli elettori l’immigrazione, dopo essere scivolata indietro, è tornata ai primi posti, subito dopo l’economia e l’inflazione.
(da Il Corriere della Sera)

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IL GRUPPO PARAMILITARE WAGNER NEL MIRINO DELL’FBI: RICERCATO L’OLIGARCA RUSSO PRIGHOZIN

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

TAGLIA DI 250.000 DOLLARI PER CHI PUO’ FORNIRE INFORMAZIONI PER IL SUO ARRESTO

Fondati da un nazista con i simboli delle Ss tatuate nel collo e ora nelle mani di un oligarca legatissimo a Putin che fornisce mercenari per operazioni speciali e operazioni sporche.
I vertici Fbi hanno inserito il proprietario del gruppo paramilitare russo Wagner, Evgenij Prighozin, nella lista dei ricercati, offrendo una ricompensa di 250mila dollari per qualsiasi informazione possa contribuire al suo arresto.
L’oligarca russo era balzato nuovamente agli onori delle cronache il 24 novembre per aver pubblicato un video in cui mostra una custodia di violino con tracce di sangue da “regalare” ai deputati europei, in risposta al voto dell’Europarlamento sulla dichiarazione in cui si riconosce la Russia uno Stato terrorista.
(da agenzie)

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI DELLA BIELORUSSIA E’ “MORTO IMPROVVISAMENTE”

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

LUNEDI’ AVREBBE DOVUTO INCONTRARE L’OMOLOGO RUSSO LAVROV

Una morte “improvvisa”, sulla quale non vengono forniti ufficialmente ulteriori dettagli.
Aveva 65 anni Vladimir Makei, ministro degli Esteri della Bielorussia, e da dieci anni ricopriva la carica nel Paese guidato da quasi trenta da Alexander Lukashenko. A dare la notizia della sua scomparsa è stato il portavoce del dicastero Anatoly Glaz.
Quello che colpisce ulteriormente erano i prossimi appuntamenti dell’agenda di Makei: dopo avere visto il nunzio apostolico Ante Jozic, lunedì avrebbe incontrato il suo omologo russo Serghei Lavrov. “Siamo scioccati”, ha scritto suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
Da sempre Minsk è alleato di ferro di Mosca, e il conflitto ucraino non ha incrinato il rapporto di fedeltà. Anzi. La Russia ha infatti deciso lo scorso mese di coinvolgere direttamente la Bielorussia nella guerra, ottenendo da Lukashenko lo schieramento di truppe al fianco di quelle russe nella regione al confine con l’Ucraina.
Una scelta, aveva dichiarato Lukashenko, legata a informazioni in suo possesso che suggerivano la volontà di Kiev di attaccarlo. Ma ad avvertire negli ultimi giorni sulle intenzioni di Lukashenko è stato il presidente lituano, Gitanas Nauseda, che rivolgendosi all’Alleanza atlantica ha dichiarato che “è chiaro” che Minsk partecipa alla guerra mettendosi “a completa disposizione” di Mosca e dei suoi interessi. “Ci sono soldati russi in territorio bielorusso, pronti per partire per le zone di guerra in Ucraina”, aveva detto Nauseda.
E ora, a supportare la tesi di un eventuale intervento diretto – e obbligato – della Bielorussia nel conflitto ucraino è il centro studi statunitense Robert Lansing Institute. Per il think tank, che cita fonti nella leadership militare russa, il Cremlino ha preso una decisione su una “soluzione” radicale al problema di trascinare la Bielorussia nella guerra in Ucraina: eliminare il presidente Alexander Lukashenko, o comunque costringerlo a collaborare con un fallito attentato. “Su istruzioni del presidente russo Vladimir Putin al suo ritorno dall’ultimo vertice CSTO (l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, ndr), l’intelligence militare russa potrebbe tentare nei prossimi giorni di perseguire uno scenario che preveda un attentato al presidente bielorusso Alexander Lukashenko, o una sua imitazione con l’obiettivo di intimidirlo e spingerlo a ordinare finalmente alle sue truppe di impegnarsi direttamente nella guerra contro l’Ucraina, al fianco delle truppe russe”, afferma l’istituto in un articolo pubblicato sul suo sito web. L’intelligence militare russa (GRU) sta esaminando lo scenario che prevede l’uccisione di Lukashenko, a seguito della quale le sue funzioni sarebbero affidate al Segretario Generale del CSTO, Stanislav Zas, uomo fedele alla Russia e sotto il controllo del GRU.
Secondo il complotto, Zas dichiarerebbe poi l’adesione della Bielorussia alla Russia come entità autonoma, presumibilmente per prevenire la minaccia militare dell’Ucraina e della Polonia. Verrebbe quindi “riproposta una narrazione propagandistica secondo cui l’attentato a Lukashenko è stato architettato da Washington“, sottolinea l’istituto. In entrambi gli scenari – sia che si tratti di un attentato, sia di un fallito attentato a Lukashenko – verrebbero presentate “prove” inventate del “coinvolgimento dell’Ucraina e della Polonia sotto la guida dell’intelligence della Nato”, che offrirebbero un pretesto formale per la partecipazione delle truppe bielorusse alle operazioni di combattimento sul territorio ucraino.
«Ci sono voci secondo cui potrebbe essere stato avvelenato», insinua il consigliere del ministro dell’Interno ucraino, «Makei – continua il tweet di Anton Gerashchenko – era considerato un possibile successore di Lukashenko, uno dei pochi a non essere sotto l’influenza russa. Le voci dicono che questo potrebbe essere un avvertimento per Lukashenko».
(da agenzie)

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I BERLUSCONI STANNO PER VENDERE “IL GIORNALE” AGLI ANGELUCCI

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

È RIPRESA LA TRATTATIVA PER IL PASSAGGIO DEL QUOTIDIANO AL GRUPPO CHE PUBBLICA “LIBERO”, “IL TEMPO” E IL “CORRIERE DELL’UMBRIA”: PREVISTO IL RITORNO DI ALESSANDRO SALLUSTI ALLA DIREZIONE DEL QUOTIDIANO

Gli uomini di Paolo Berlusconi e quelli del gruppo Angelucci hanno ripreso le trattative per il passaggio del quotidiano Il Giornale al gruppo editoriale che già pubblica Libero, Il Tempo e Il Corriere dell’Umbria.
I dialoghi tra le parti avevano subito rallentamenti dovuti alla inattesa crisi del governo Draghi, alla campagna elettorale, alle elezioni in settembre, e all’insediamento del nuovo esecutivo Meloni, che hanno consigliato alla See-Società europea di edizioni, di ritardare la cessione del quotidiano, utile a Forza Italia in questi periodi politicamente delicati e di nomine.
Ora che i giochi sono fatti, si può riprendere a discutere, per una vendita che potrebbe chiudersi entro il 2022 (anche se al momento non c’è nessuna intesa già firmata), con il ritorno di Alessandro Sallusti alla direzione del Giornale.
La See è controllata al 71,5% dalla Paolo Berlusconi editore srl, al 18,4% dal gruppo Mondadori, e al 9,99% da Periodica srl, società del gruppo Amodei che, con Sport Network, è concessionaria pubblicitaria del Giornale (come di Libero, Il Tempo e Il Fatto quotidiano). Dopo il rosso oltre gli 8 milioni di euro dell’esercizio 2021, di 8,7 milioni nel 2020, e di 15 milioni di euro nel 2019, la See avrà un altro importante deficit da ripianare pure alla fine del 2022.
(da Italia Oggi)

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LA STRATEGIA DEL FREDDO DI PUTIN CONTRO L’UCRAINA SI STA TRASFORMANDO IN UN CLAMOROSO BOOMERANG: ANCHE I SOLDATI RUSSI VENGONO DECIMATI DALLE RIGIDISSIME TEMPERATURE

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

SE CONTINUA COSÌ, I MILITARI DI “MAD VLAD” FINIRANNO DECIMATI

Un piccolo video dice molto sul perché la Russia sta perdendo questa guerra. Mostra un drone ucraino che sgancia una piccola granata su un gruppo di 11 soldati russi rannicchiati a dormire in una fossa scavata (poco) in difesa, sulla linea del fronte a est di Bakhmut.
Ciò che è sorprendente osservare è la lentezza con cui gli uomini reagiscono, per quanto riescano a farlo.
Un uomo inizia ad alzarsi, ma si limita a farsi strada tra altri militari intontiti, a pochi metri di distanza dal punto in cui la granata ha colpito, e si rimette a dormire. Nessuno cerca di cambiare la propria posizione prima che la granata successiva colpisca. Tre degli uomini non si muovono affatto.
Questi soldati soffrono di ipotermia da moderata a grave, quando il corpo smette di tremare e la mente entra in uno stato di torpore o addirittura si spegne. Probabilmente sono rimasti rannicchiati tutta la notte senza vestiti o sacchi adeguati. Le temperature notturne sono state tra 0 e 4 gradi centigradi.
Sicuramente sono anche privi di sonno. Ma soprattutto sono uomini senza speranza in una situazione senza speranza. Che si tratti di galeotti arruolati in una forza paramilitare o di recenti coscritti nell’esercito regolare, hanno dato il completo controllo del loro destino a persone che li trattano come spazzatura.
Presumibilmente è stato ordinato loro di mantenere la posizione e sono stati minacciati di essere puniti o addirittura uccisi in caso di fallimento. Eppure non hanno ricevuto i beni o l’addestramento per stare al caldo.
La loro situazione non può essere paragonata alla “carne da cannone” sovietica che caricava contro i nazisti, senza speranza per se stessa, ma dando realisticamente un piccolo contributo alla vittoria.
I soldati russi di oggi muoiono come vermi ciechi in una fossa per la pura incompetenza dei loro comandanti e per la loro incapacità di assumersi la responsabilità del proprio destino, senza ottenere assolutamente nulla.
(da agenzie)

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ISCHIA, IL GEOLOGO TOZZI: “C’ENTRA ANCHE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, MA IL RESTO E’ COLPA NOSTRA”

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

“GRAN PARTE DELLE CAUSE SONO DA IMPUTARE A UNA SCARSA CULTURA DEL TERRITORIO”

Parola agli esperti. «Il cambiamento climatico c’entra di sicuro: ci sono piogge piu’ consistenti, ovvero più acqua in meno tempo. E questo è un elemento importante di cui tener conto. Ma non nascondiamoci: tutto il resto è colpa nostra».
Così il noto geologo Mario Tozzi ha spiegato all’Agi cosa c’è dietro la frana di questa mattina, 26 novembre, Casamicciola Terme, sull’isola d’Ischia. «Colpa nostra certo perché c’è degrado, ci si preoccupa del profitto, della stagione turistica e non della cura del territorio», sottolinea l’esperto ribadendo a più riprese come la manutenzione del territorio sia fondamentale nella prevenzione di queste tragedie. Attualmente, la frana di questa mattina ha provocato 12 dispersi, tra cui una famiglia con due bimbi che viveva a monte di Piazza Maio, la zona interessata dalla frana e non ancora raggiungibile dai mezzi di soccorso.
Ingv: «Il rischio di nuove frane c’è»
Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv – Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Mauro di Vito precisa che «il rischio residuo è sempre difficile da valutare, ma esiste». Pertanto, spiega, «il rischio di nuove frane nell’imminente è concreto, soprattutto in concomitanza con nuovi eventi piovosi, nell’area di Casamicciola già colpita stamani dalla forte frana che ha raggiunto il lungomare». Secondo di Vito, fenomeni come quello di oggi a Ischia «sono naturali e si possono sempre verificare in particolari territori», ma «l’uomo può e deve intervenire per mettere in sicurezza le zone abitate e soprattutto puntando sulla prevenzione». Quella dell’esperto dell’Ingv, è la stessa linea di Tozzi perché a suo avviso la prevenzione passa attraverso l’intervento con strutture ad hoc e «imponendo la non urbanizzazione delle aree più a rischio, a partire ad esempio dal divieto di costruzione di strade nelle aree a valle, poiché proprio le strade possono favorire lo scorrimento veloce delle frane con conseguenze disastrose».
«Manca una cultura del territorio»
Secondo quanto riferisce Tozzi, «in passato anche con precedenti governi sono state fatte cose buone, coma quella di recuperare denari come sei o sette miliardi per il dissesto idrogelogico ma poi, tranne che per due opere, i denari non sono stati spesi». Così, il geologo incalza: «Allora di cosa parliamo?». «Manca una cultura del territorio, ci vuole una conoscenza maggiore. Tutte cose che a Ischia, sanno bene ma si dimenticano. La manutenzione non va fatta a primavera o in autunno – ha concluso – ma sempre, tutto l’anno». Tozzi comprende che dietro a queste problematiche c’è anche un’imperante burocrazia. E a tal proposito conclude dicendo: «C’entra, soprattutto quando sappiamo che per abbattere un edificio abusivo e pericoloso ci vogliono anche otto anni. Ma non dimentichiamo che queste cose sono in capo ai sindaci…».
(da agenzie)

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CASAMICCIOLA, IL GEOLOGO: “SI’, A ISCHIA TRAGEDIA ANNUNCIATA”

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

INTERVISTA A ROMEO TOCCACELI: “AREA FORTEMENTE INSTABILE E AD ALTO RISCHIO”

“Sì, si può parlare di una tragedia annunciata. Perché è dai primi anni del secolo scorso che in quella zona dell’isola d’Ischia, il versante settentrionale che insiste sull’abitato di Casamicciola, si verificano fenomeni alluvionali o franosi, per tacere del rischio sismico. E dunque non c’è da sorprendersi”.
Il geologo Romeo Toccaceli conosce a menadito rocce e anfratti di Ischia, che ha studiato per molti suoi anni e, in ultimo, come consulente per il piano di ricostruzione dell’area interessata dal terremoto del 2017.
Un’isola fragile, dunque?
“Su un territorio già predisposto per morfologia delle sue colline, il rischio è ampliato da una urbanizzazione anomala, che vi insiste da tempo: è una situazione complessa, ma direi che il fattore scatenante è un altro”.
Quale, Toccaceli?
“L’evento meteorologico eccezionale. Ho controllato i livelli di precipitazione che hanno interessato Ischia tra la mezzanotte di ieri e le otto di stamattina attraverso i quattro pluviometri diffusi sul territorio (singolarmente Casamicciola, che sarebbe il comune più a rischio, non ne dispone, ndr) e si sono superati i 130 millimetri di pioggia, una quantità che metterebbe in crisi qualsiasi territorio”.
Ma sappiamo di doverci aspettare sempre più fenomeni climatici estremi.
“Questo è vero. Più frequenti e più ripetuti. Quindi la soluzione è implementare il monitoraggio locale del territorio con strutture ad hoc, in grado per esempio di disporre evacuazioni preventive di zone a rischio, in caso di allerta meteo così significative, così come segnalate puntualmente dal centro multifunzionale della Protezione civile regionale”.
Toccaceli, la prevenzione non passa anche per la pulizia del territorio?
“Assolutamente sì. Appena qualche settimana fa ho visto le zone interessate della frana: non c’era adeguata manutenzione dei cosiddetti alvei, vie di fuga naturale per acqua e fango. E con questo regime pluviometrico, che ripeto essere straordinario, ogni ostruzione può essere fatale. La pulizia del territorio aiuta ad abbassare il livello di rischio. Ed è sbagliato ricordarsene ogni dieci anni. Oppure, ancora peggio: dopo ogni singola tragedia”.
(da agenzie)

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TRAGEDIA DI ISCHIA, SALVINI LA COMBINA GROSSA: ANNUNCIA 8 MORTI E PIANTEDOSI E’ COSTRETTO A SMENTIRE

Novembre 26th, 2022 Riccardo Fucile

L’ESIBIZIONISMO DEL LEGHISTA NON HA LIMITI: A RICERCHE ANCORA IN CORSO DEVE FARE IL PRIMO DELLA CLASSE ANCHE QUANDO NON SA UN CAZZO

“Ci sono otto morti nella frana di Ischia”. Così Matteo Salvini, intorno a mezzogiorno, a ricerche ancora in corso, diffonde la tragica notizia, inaugurando la linea M4 della metro di Milano, e sfiora l’incidente nel governo. Prima il prefetto di Napoli, poi il ministro dell’Interno sono costretti a smentirlo.
Il primo a intervenire è il prefetto di Napoli, Claudio Palomba: “Al momento non abbiamo morti accertati”, dichiara alla stampa per fare il punto sulla situazione in corso a Casamicciola.
Anche se è presto per fare un bilancio, la cautela del prefetto è confermata dal ritrovamento di una famiglia con un neonato, data in un primo momento dispersa: tutti salvi ricoreranno alle cure dei medici.
A stretto giro arrivano le parole di Matteo Piantedosi che al Tg2 delle 13 conferma le informazioni della prefettura: “Non ci sono morti accertati”, ribadisce il titolare del Viminale, aggiungendo di essere “in stretto contatto con la presidente Meloni. È una situazione molto grave, in evoluzione e che è da seguire”.
La fuga in avanti del vicepremier arriva anche sui media stranieri, e oltre che sui social, dove si critica la ricerca di visibilità in rapporto a un evento catastrofico, provoca irritazione sul territorio.
Mentre tra i soccorritori si cerca di non alimentare inutili allarmismi. “Non ci sono i nostri numeri o numeri di altri, ci sono i numeri della Prefettura proprio per evitare confusione. – precisa il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio – È il prefetto che definisce i numeri una volta accertate le situazioni. La linea è abbastanza chiara anche perché dietro i numeri ci sono persone e famiglie. Le dichiarazioni sui numeri sono quelle del Prefetto”
(da La Repubblica)

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