2023, FUGA DA GIORGIA, LO SPOILS SYSTEM DELLA MELONI SI È RIBALTATO: ORA SONO I TECNICI DI DRAGHI A VOLER MOLLARE PALAZZO CHIGI
PER LA MELONI È UN BEL GUAIO: È DIFFICILE TROVARE PERSONE ADEGUATE AL RUOLO, CRUCIALE PER LA “MESSA A TERRA” DEL PIANO. MA SE L’È CERCATA: È TUTTA COLPA DELL’ACCENTRAMENTO DEI POTERI ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
L’ultima volta che Carmine Di Nuzzo ha varcato la soglia di Palazzo Chigi è stata la settimana scorsa. Ha portato con sé le carte del monitoraggio del Pnrr, come fa con regolarità da quando, nel 2021, è stato messo da Mario Draghi a capo del Servizio centrale che opera dentro la Ragioneria, al ministero dell’Economia. Potrebbe essere stata una delle ultime volte.
Il condizionale è legato alla nuova governance del Piano, decisa da Giorgia Meloni. Il Servizio centrale resterà al Mef, avrà un altro nome (si chiamerà Ispettorato generale) e soprattutto meno poteri, ma il governo vorrebbe che Di Nuzzo restasse al suo posto.
Al Mef, la sostituzione non è un tema all’ordine del giorno. Solo che è il tecnico che sta valutando se restare. E lo stesso dubbio se l’è posto Chiara Goretti, la coordinatrice della Segreteria tecnica, di stanza a Palazzo Chigi. Il riassetto della cabina di comando ha cancellato la blindatura del governo precedente: la Segreteria non esisterà più; le funzioni finiranno dentro la Struttura di missione presso la presidenza del Consiglio. Goretti può rimanere, seppure con un ruolo secondario, ma ha deciso che la sua esperienza terminerà a breve.
Anche Nicola Lupo, che guida l’Unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione è in fase di riflessione. Un problema non da poco per Meloni. Che ritorna quando si parla di tecnici. Difficile sostituirli, perché è molto più difficile trovarne di nuovi e soprattutto adeguati al ruolo. Per questo non è ancora chiaro chi sarà il nuovo coordinatore della Struttura di missione, la figura tecnica più importante nella nuova architettura del Piano.
Matteo Salvini vuole sostituire Davide Ciferri, il coordinatore dell’Unità di missione al ministero dei Trasporti; più in generale pensa a un riassetto complessivo della struttura, a cui fanno riferimento anche altri dirigenti. Al ministero del Lavoro, la questione «non è all’ordine del giorno», ma una valutazione è comunque in corso. Sono, però, gli unici movimenti che si registrano nelle ultime ore. Molti ministri, infatti, nonostante le critiche di Meloni sui “ritardi” accumulati dal precedente governo, alla fine hanno deciso di confermare i tecnici che hanno trovato al momento dell’insediamento «perché stanno facendo bene», si dice ora. Anche se sono stati scelti da Draghi.
(da la Repubblica)
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