Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
“LO LASCINO SCONTARE IN PACE LA SUA CONDANNA” … “NON CAPISCO PERCHÉ MAI IL 41 BIS DEBBA ESSERE APPLICATO SOLO AI TERRORISTI O AI MAFIOSI. SE PARTIAMO DAL PRESUPPOSTO CHE DALLA CELLA STIA INFLUENZANDO I VARI ATTENTATI, CI RENDIAMO SUBITO CONTO CHE IL 41 BIS È INUTILE”
Corrado Pagano, 81 anni, è l’avvocato che ha assistito l’allora amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, gambizzato da Alfredo Cospito a Genova il 7 maggio 2012.
Un attentato gravissimo, ma nonostante ciò il legale oggi si schiera «contro il 41 bis inflitto all’anarchico».
Perché?
«Io sono contrario in termini generali al 41 bis, perché la ritengo una misura inadeguata, che lede i diritti previsti dalla nostra Costituzione».
Ma anche per i terroristi come Cospito?
«Sì, anche perché non capisco perché mai il 41 bis debba essere applicato solo ai terroristi o ai mafiosi. Ci sono altri reati molto gravi, come la violenza sessuale o l’omicidio, che tuttavia non prevedono il 41 bis. È vero, Cospito non si è mai ravveduto ma mi lasci dire che sul pentimento ci sarebbe molto da discutere. Perché molte possono essere le ragioni per cui uno non si pente, a partire dalla paura. E poi ci sono molti pentiti bugiardi, finti pentiti».
E la possibilità di comunicare con complici all’esterno del carcere?
«Qualora emergesse che Cospito mantiene ancora rapporti di questo genere con anarchici all’esterno si potrebbe processarlo per questo reato. Se partiamo dal presupposto che Cospito dalla sua cella stia influenzando i vari attentati di matrice anarchica che si stanno verificando in questi giorni, ci rendiamo subito conto che il 41 bis è inutile. Non serve a fermare il perpetrarsi di reati all’esterno del carcere. Cospito è un simbolo, con o senza il 41 bis. È proprio lo strumento che non serve»
Quindi per Alfredo Cospito lei non ha alcun dubbio?
«No, insisto: se commette dei reati dal carcere va processato, altrimenti non ha senso parlare di lui come di ispiratore dei blitz e lo lascino scontare in pace la sua condanna.”
(da La Stampa)
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Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
LA PREMIER VORREBBE AFFIDARE IL TG1 AL DIRETTORE DELL’ADNKRONOS GIAN MARCO CHIOCCI. MA LEGA E FI S’INCAZZANO: FDI CONTROLLEREBBE INFATTI LE PRIME DUE TESTATE NAZIONALI, ESSENDO IL TG2 GIÀ IN MANO AL FIDATO RAO
La Lega avrebbe voluto votare contro per levarselo subito di torno. Forza Italia era pronta ad accodarsi, almeno fino a domenica sera, quando Gianni Letta ha convinto Silvio Berlusconi a chiamare Giorgia Meloni per siglare una tregua.
Se la manovra fosse andata in porto, sommando il no del M5S e l’astensione del rappresentante dei dipendenti, il vertice Rai nominato dal governo Draghi sarebbe stato di fatto sfiduciato: il budget 2023 presentato in Consiglio di amministrazione non sarebbe passato, configurando un avviso di sfratto per l’ad Carlo Fuortes difficile da ignorare.
La premier ha però deciso di fermare tutto: con le regionali alle porte — è il ragionamento proposto agli alleati — precipitare la Televisione di Stato nell’instabilità rischia di produrre più danni che benefici.
Meglio aspettare giorni migliori, l’arrivo della primavera, quando il centrodestra si spera avrà trovato un accordo sul valzer delle poltrone — nei Tg e alla guida delle direzioni di genere — destinato a stabilire un nuovo assetto di potere e a far nascere il Servizio pubblico della Nazione.
Anche perché fin qui, pur di mantenersi in sella, Fuortes ha assecondato tutti i desiderata di Meloni e lei ne è rimasta piuttosto soddisfatta: non solo ha accelerato la promozione di Nicola Rao sulla tolda del Tg2 lasciata vacante dal neo-ministro Gennaro Sangiuliano, ma ha consentito il dilagare di Fratelli d’Italia in talk e notiziari dove ormai la fanno da padroni
Il rinvio come arma per sedare appetiti e bollenti spiriti della sua coalizione: arte nella quale la presidente del Consiglio sta dimostrando di non avere rivali.
E così, ieri mattina, il leghista Igor De Blasio — che aveva subordinato il suo sì alla nomina di Francesco Pionati al Gr Radio, rispedita al mittente — ha dovuto battere in ritirata. E l’azzurra Simona Agnes, anche grazie ai buoni uffici di Letta zio che di Fuortes è buon amico, ha fatto lo stesso. Il centrodestra non ha partecipato alla votazione. L’unica a dare l’ok, fra i consiglieri indicati dalla politica, è stata la piddina Francesca Bria: insieme all’ad e alla presidente Marinella Soldi, «per senso di responsabilità» hanno salvato il previsionale di quest’anno.
Ma a quale prezzo: il voto ha difatti certificato che i due capitani della Rai non hanno più la maggioranza nell’organo di gestione. Sempre più ostaggio della leader di FdI, adesso persino tentata — visto come Fuortes sa stare ai patti e tenere a bada i partner di governo — di lasciarlo al suo posto per l’anno e mezzo che resta alla fine del mandato. A condizione, naturalmente, che continui a rispettare le indicazioni di Palazzo Chigi.
Sa bene, Meloni, che qualcosa dovrà concedere a Salvini e Berlusconi. E che metter mano al risiko di Viale Mazzini non sarà una passeggiata. Perciò ha bisogno di tempo, di allungare la vita agli inquilini del settimo piano. L’obiettivo principale resta la conquista del Tg1, che la premier vorrebbe affidare a un esterno, il direttore dell’AdnKronos Gian Marco Chiocci, ex del Tempo e storica firma del Giornale, con cui è da tempo in ottimi rapporti: impresa non facile alla luce della lunga lista di pretendenti e della moltitudine di giornalisti interni.
Oltretutto, se dovesse riuscirle, accadrebbe qualcosa di mai visto prima, almeno nella Seconda Repubblica: il partito di maggioranza relativa controllerebbe le prime due testate nazionali, essendo quella cadetta già in mano al fidato Rao. Fra le vive proteste della Lega, che vorrebbe riprendersi il Tg2 – a lungo una sua fortezza – per piazzarvi Angela Mariella.
E pure di Forza Italia, che lì punta invece a sistemare (con qualche chance in più) Antonio Preziosi. Il quale lascerebbe RaiParlamento a Giuseppe Carboni, l’ex direttore del Tg1 in quota M5S fermo da un anno. Un giro che costringerebbe il Carroccio ad accontentarsi del premio di consolazione: la guida del Gr per Pionati. E soprattutto manderebbe a spasso Rao, salvo non venga dirottato sulla direzione degli Approfondimenti che si libererà a marzo, causa pensionamento di Antonio Di Bella.
Postazione però ambita anche dal suo vice, Paolo Corsini, altro uomo di punta di FdI. Come finirà è presto per dirlo. Le fibrillazioni nella maggioranza annunciano tempesta. Non è un segreto che il ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, avrebbe voluto anticipare l’uscita di Fuortes cui addebita una performance sui conti deludente. E c’è pure il contratto di servizio da firmare, oltre al piano industriale da completare: due scogli su cui la Rai rischia ora di infrangersi.
(da la Repubblica)
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Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
NEI MANIFESTI ELETTORALI DI FDI PER LE REGIONALI DEL LAZIO, COMPARE IL NOME DI ROCCA SOTTO LA FOTO DELLA MELONI…HANNO PAURA CHE QUALCUNO LO RICONOSCA?
Una faccia sola con due nomi diversi. Non parliamo di Matteo Messina Denaro, che si spacciava per l’anonimo Andrea Bonafede, ma di Giorgia Meloni, che nei manifesti di Fratelli d’Italia per le elezioni regionali del Lazio sotto la sua foto ha il nome di Francesco Rocca, l’altrettanto anonimo candidato delle destre.
Sull’onda politica del momento, questo signore ha possibilità di vincere, anche se a quel punto non potrà più nascondersi dietro alla premier, soprattutto quando cinque milioni di cittadini laziali gli chiederanno conto delle promesse fatte su sanità, trasporti e ogni altro servizio che spetta alla Regione.
Per questo l’uomo senza volto ha una preoccupazione più del solito: entro venerdì prossimo, e comunque prima del 12 febbraio, il Consiglio dei ministri potrebbe approvare l’Autonomia differenziata tra le Regioni. Si tratta di impegno fondamentale per la Lega di Salvini, e di una merce di scambio con FdI per far partire la riforma presidenzialista del sistema istituzionale.
Il problema è che se passa il progetto del ministro Calderoli, i servizi del Lazio – come di gran parte del Paese – invece di aumentare andranno a diminuire. Al punto che la stessa Meloni ieri ha definito inaccettabile che ci siano italiani di serie A e di serie B.
Peccato che nel frattempo i suoi uffici di Palazzo Chigi stessero lavorando proprio alla riforma che spaccherà il Paese. L’ennesima presa in giro degli elettori, che dimostra ancora una volta come a certa politica interessino solo le poltrone e tirare a campare.
(da lanotiziagiornale.it)
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Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
UN ANARCHICO DI BASSO PROFILO STA PER DIVENTARE UN EROE E UN MARTIRE GRAZIE A CHI INTERPRETA LA LEGGE COME UN PEZZO DI CARTA
Sì. Abbiamo creato noi un eroe. Un anarchico di basso profilo sta per diventare il simbolo degli anarchici della nuova internazionale. Che minacciano di mettere paura all’Europa. E che lo stanno già facendo.
Di chi è la colpa? Di chi interpreta la legge come un pezzo di carta. Ed è lontano nella realtà dal valutare l’unica cosa che conta: la causa e gli effetti delle nostre decisioni.
La straordinaria vaghezza di uno Stato che considera linea dura favorire il suicidio annunciato di un anarchico come Alfredo Cospito è la prima grande vittoria degli anarchici dopo vent’anni di silenzio.
Noi ci troviamo di fronte a un caso di scuola. Il capo di un’organizzazione che ha come finalità stabilire che un potere costituito non è legittimo decide di morire in carcere, perché quella morte di un uomo forte, robusto, capace di sopportare il digiuno per più di 100 giorni assurge a simbolo dentro il mondo anarchico proprio di ciò che lo Stato vuole sconfiggere.
Il potere costituito che lascia morire un uomo, giustamente condannato per dei reati che però non prevedono la sua morte, contribuisce a raggiungere l’obiettivo anarchico per eccellenza, una ragione più larga del proprio pensiero, per attaccare lo Stato.
Nella dimensione internazionale in cui i pensieri politici più estremi ritrovano vigore, a destra come a sinistra, la morte di Cospito non ha soltanto un valore nazionale, portando sullo Stato italiano la critica di qualunque sistema democratico per non aver saputo gestire un’emergenza così grave, anzi per averla favorita interpretando alla lettera le normative che presuppongono la necessità di una reclusione più dura, quella del cosiddetto 41 bis, per chi è capace di intervenire dal carcere nell’organizzazione criminale che sta all’esterno, per un uomo che cerca proprio dallo Stato una ragione di ribellione mettendo a disposizione la propria vita per la causa anarchica.
E’ abbastanza facile prevedere cosa avverrà: Cospito si lascerà morire in carcere, scatenando la reazione dei movimenti anarchici in Italia e nei paesi europei dove essi sono più forti. Sono 100 giorni che nel silenzio generale del Paese, che parla solo di sconti per le pompe di benzina, si è apprezzato il dibattito su come uno Stato non possa considerare dura la linea carceraria che porta a maggiori pericoli.
Il senso più profondo del 41 bis non è impedire ai carcerati pericolosi di parlare con l’esterno per far vedere che lo Stato ha i muscoli, ma è impedire, con dei provvedimenti di gestione penitenziaria, che l’uomo in carcere possa generare all’esterno altri reati.
È evidente a tutti che è avvenuto il contrario. La decisione di chiudere in isolamento Cospito ha generato attentati terroristici di matrice anarchica in tre Paesi dell’Europa in pochi giorni, cosa che sarebbe stata più difficile se non ci fosse di fronte agli occhi del mondo la lenta morte di un carcerato che da questa passione anarchica trae proprio la fonte del suo potere comunicativo verso l’esterno.
Più forte nell’animare lo scontro contro le democrazie in crisi, in ginocchio direi, da morto di quanto sia stato capace in tutta la vita di fare da vivo. Se non è questa una sconfitta dello Stato ne vorrei vedere una. L’unico compito che la democrazia oggi ha per non fare l’ennesima figuraccia, per tutelare la sicurezza della collettività in Italia all’estero, è impedire la morte di Cospito e impedire che il movimento anarchico internazionale possa considerare l’atteggiamento dello Stato italiano come una tortura nei confronti di un detenuto condannato dal tribunale alla galera ma non alla morte.
Se noi non saremo capaci di fare questo sarà la grande vittoria dell’anarchia. L’anarchia di chi professa con la violenza il proprio pensiero contro gli Stati. Ma anche l’anarchia di un Paese dove potere significa uso della forza, e non uso del cervello per ottenere come fine ultimo l’interesse generale.
E non la capacità solo di rivendicare di non avere mai ceduto di un passo. Magari ottenendo l’effetto opposto a quello che ci eravamo prefissi. Mettendo in pericolo le persone. Facendoci forti di un pezzo di carta. Quello che ha disposto il 41 bis. In questo caso un regalo agli anarchici che vogliono spaventare il potere costituito.
Tommaso Cerno
(da lidentita.it)
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Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
CHI E’ PIETRO MARINELLI, IL PROF NEGAZIONISTA CHE HA INTERROTTO LO SPETTACOLO SULLA SHOAH
No-vax, anti-gay, islamofobo e pure filo-russo. Così appare – esplorando il suo profilo Facebook – Pietro Marinelli, il professore di diritto ed economia politica dell’Istituto superiore “Curie-Sraffa” di Milano che il 26 gennaio scorso ha interrotto lo spettacolo Herr Doktor, incentrato sulla figura del ministro della Propaganda del Terzo Reich, urlando il suo dissenso rispetto ai numeri dei morti dell’Olocausto. «Questa è la vostra verità, dite solo quello che vi fa comodo, voi state gonfiando completamente i numeri», ha strillato dalla platea, costringendo l’attrice Beatrice Marzorati a interrompere lo spettacolo e replicare dal palco: «Questa è storia».
«Un cattivo-cattivissimo», si descrive su Facebook, nonché «capo dei vampiri e Re dell’Istituto». Nato a Napoli, ma a Milano dall’età di cinque anni, Marinelli si era già fatto conoscere per le sue posizioni controverse. Nel 2017, come lui stesso racconta in un video postato sui social, era stato sospeso dalla preside dell’Istituto “Falcone-Righi” di Corsico per le sue posizioni anti-Islam che hanno spinto una studentessa islamica a uscire dalla classe. «Io entrai in aula per fare lezione e tutti gli studenti si alzarono in piedi tranne una: l’unica studentessa islamica della classe», racconta Marinelli nel video. «Le chiedo perché non si alza e la ragazza mi risponde che sta facendo il Ramadan. Allora le dico che si deve alzare lo stesso perché da noi è una consuetudine». E poi ancora: «Le domando perché stai facendo il Ramadan? E lei non risponde, quindi le ribadisco la mia posizione: il Ramadan non è umano. E lo stesso fatto che il Corano sia disceso dal cielo a me sembra assurdo. Così la ragazza esce dall’aula senza ascoltare la mia lezione», conclude Marinelli.
Posizione che il professore ha poi ribadito anche in un intervento pubblicato sul canale YouTube del Partito anti-islamizzazione: «Come mai – si chiede Marinelli – un preside di una scuola statale italiana difende a spada tratta una studentessa islamica tenendo conto esclusivamente delle sue ragioni e trattandola in modo diverso dagli altri studenti della classe?».
Scrollando la pagina Facebook del professore è, inoltre, possibile delineare con più chiarezza le posizioni di Marinelli su determinanti argomenti.
Ci si trova di fronte una bacheca tappezzata di post contro le persone LGBTQ+ e il tentativo di rendere più inclusivi i prodotti culturali, come ad esempio i cartoni animati da parte di aziende come Disney. Un tentativo, questo, definito da Marinelli «propaganda che vuole rovinare i giovani!».
Ma ci si imbatte, anche, in contenuti relativi a varie teorie negazioniste: dall’obbligo del Green Pass, osteggiato dalla stesso, perché «discriminatorio»; post su diverse teorie complottiste secondo cui in Italia verrebbero «screditati i partiti antisistema» come Italia Sovrana e Popolare di Rizzo, votata dallo stesso Marinelli nelle ultime elezioni del 25 settembre; e attacchi ripetuti contro la fornitura di armi in Ucraina, seguiti da petizioni per fermarla, e pure per «dire no a Zelensky a Sanremo», come si evince dall’ultimo post pubblicato.
Ed era stato proprio Marinelli a organizzare, inoltre, un incontro tra i suoi studenti e il reporter Giorgio Bianchi, freelance discusso per le sue posizioni considerate filorusse. Ad agosto del 2021 risale invece un articolo scritto dal professore di diritto per il sito Iustitia in veritate in cui il docente si scaglia contro l’obbligo vaccinale nelle scuole, sulla base di «una distinzione – infondata – tra immuni e non immuni in apposite liste».
(da Open)
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Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
“VALUTEREMO CON SEVERITA'”
Il caso del professore negazionista dell’istituto superiore milanese “Curie Sraffa”, Pietro Marinelli, finisce sul tavolo del Provveditorato: «L’Ufficio scolastico territoriale di Milano valuterà con la dovuta attenzione e la necessaria severità e la vicenda non passerà sotto silenzio», ha spiegato a Repubblica il dirigente Yuri Coppi.
Lo scorso 26 gennaio, durante lo spettacolo Herr Doktor allo Spazio Teatro 89 di Milano, il docente ha inveito contro l’attrice Beatrice Marzorati interrompendola mentre elencava gli atroci numeri delle vittime della Shoah. «Questa è la vostra verità, dite solo quello che vi fa comodo, voi state gonfiando completamente i numeri», ha gridato dalla platea.
A prendere subito le distanze da Marinelli la preside dell’istituto scolastico milanese e i colleghi, che in una lettera pubblica di scuse si sono dissociati «come cittadini e come docenti incaricati di educare degli adolescenti» da quanto accaduto.
Ora il comportamento e le idee espresse dal prof. Marinelli sono all’esame del Provveditorato: «Ho già sentito la dirigente scolastica dell’istituto e le ho chiesto di farmi avere in tempi brevi una relazione scritta non solo su quanto accaduto a teatro, ma su tutto l’operato del docente in questione», ha continuato il dirigente Coppi.
«A quanto ho appreso finora, il professor Marinelli sembra non essere nuovo a uscite di questo genere e anzi far parte di una genia di persone particolarmente diffusa negli ultimi anni». Il riferimento è a quanto accaduto sei anni fa, quando il docente insegnava all’istituto tecnico “Falcone-Righi” di Corsico, a Milano: lì fu sospeso per una settimana dopo aver pronunciato frasi anti-islamiche in seguito al rifiuto di una studentessa di alzarsi in piedi al suo ingresso per via del Ramadan. «Come mai un preside di una scuola statale italiana difende a spada tratta una studentessa islamica tenendo conto esclusivamente delle sue ragioni e trattandola in modo diverso dagli altri studenti della classe?», aveva allora detto Marinelli in un video pubblicato sul canale YouTube del Partito Anti islamizzazione.
Negazionista, no Vax, anti-gay, islamofobo e filo-russo, il profilo del prof. Marinelli appare in maniera lampante dai suoi canali social, dove non risparmia post e commenti al veleno sui diversi fatti di attualità. In molti per lui invocano la sospensione, così come è successo nel 2017, e a riguardo Coppi spiega: «Solo una volta che avrò ricevuto la relazione della preside dell’IIS Curie Sraffa potrò valutare il da farsi. Ovviamente seguiremo la regolare procedura e al docente verrà riconosciuto il diritto alla difesa. Poi si potrà decidere quali provvedimenti adottare e parlare di un’eventuale sospensione».
(da agenzie)
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Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
LA POLONIA DIVENTERÀ, OLTRE CHE IL PIÙ ANTI-RUSSO, ANCHE IL PAESE MEGLIO ARMATO D’EUROPA… RIFILANO I VECCHI SCARTI DELL’EPOCA SOVIETICA AGLI UCRAINI, E LORO SI PRENDONO I NUOVI GIOIELLINI AMERICANI
La guerra in Ucraina sta cambiando la mappa politica dell’Europa, spostando il baricentro verso Est con effetti ancora imprevedibili. L’elemento più sorprendente è il riarmo polacco, che mira alla leadership militare non solo nella Ue.
Ieri il primo ministro Mateusz Morawiecki ha annunciato che la spesa per la Difesa aumenterà ulteriormente fino al quattro per cento del Pil, superando il tre per cento già stanziato dal Parlamento: un investimento in sistemi bellici che potrebbe sfiorare 32 miliardi di euro nel solo 2023.
Il programma è impressionante. Gli organici delle forze armate raddoppieranno, arrivando a 300 mila uomini: surclasseranno quelli francesi, i più grandi dell’Unione che ne contano 200 mila. [
In pochi mesi sono stati ordinati oltre 500 tank di ultima generazione tra M1 Abrams e K2 Black Panther, 200 cannoni semoventi, cinquecento lanciarazzi multipli. In pratica, si tratterà della più consistente forza corazzata d’Europa, ma la pianificazione prevede di acquistarne ancora di più.
Tranne che per le unità navali, questo shopping colossale si è rivolto esclusivamente a fabbriche statunitensi e sudcoreane: le uniche che sono in grado di gestire approvvigionamenti celeri.
Allo stesso tempo, la scelta mira a consolidare il rapporto con gli Stati Uniti, nella convinzione che non sia possibile affrontare da soli Mosca.
Il riarmo nasce ovviamente per contrastare la minaccia di Mosca ma si inquadra in un disegno politico, interno ed internazionale. La destra al potere ha rivitalizzato le tradizioni militari, recuperando la celebrazione delle imprese antiche e delle campagne più recenti, come quelle del generale Anders al fianco degli Alleati in Italia.
Grazie ai nuovi armamenti, Varsavia ha potuto girare alla resistenza centinaia di tank e cannoni di progettazione sovietica. In più garantisce la manutenzione per gli equipaggiamenti danneggiati al fronte o per la revisione di quelli logorati dai combattimenti. Insomma, ha un ruolo nella guerra che continua ad allargarsi.
Fino a che punto?
(da La Repubblica)
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Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
SU TELEGRAM “MR E MRS SAXON” (COSÌ SI FACEVANO CHIAMARE I DUE “NAZI-PROF”) DIFFONDEVANO CONTENUTI ANTI-SEMITI, RAZZISTI E OMOFOBI SU UN GRUPPO CHIAMATO “’DISSIDENT HOMESCHOOL”
Shock in Ohio dove una coppia da due anni teneva “lezioni di nazismo” online a oltre 2.400 studenti. Mr e Mrs Saxon, così si facevano chiamare gli insegnanti neonazisti secondo quanto denunciato dal gruppo anti-fascista Anonymous Comrades Collective hanno aperto il loro canale Telegram nell’ottobre del 2021 con il nome ‘Dissident Homeschool. Per due anni, riportano i media americani hanno diffuso indisturbati contenuti razzisti, antisemiti e omofobi, oltre che storicamente imprecisi intrisi di citazioni di Adolf Hitler o del generale confederato Robert E. Lee.
Quando il gruppo ha raggiunto i 1.000 a dicembre 2021, Katja Lawrence, questo il vero nome della signora Saxon, ha pubblicato una foto di bambini che fanno il saluto nazista. “Mi riempie il cuore di gioia sapere che esiste una base così forte di nazionalsocialisti interessati alla nostra vittoria”, ha scritto sotto l’immagine shock. Dopo che la storia è venuta fuori due giorni fa grazie ad un servizio di Vice, il Dipartimento dell’Istruzione dell’Ohio ha dichiarato che sta “esaminando la conformità della scuola ai requisiti legali e normativi”, ma l’indignazione nel settore dell’istruzione e da parte di politici locali è forte con i democratici che hanno attaccato le legge sull’insegnamento da casa perche’ troppo vaghe.
(da agenzie)
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Gennaio 31st, 2023 Riccardo Fucile
“L’ECONOMIA STA PEGGIORANDO E LA GUERRA È PERSA. TEMPO UN ANNO, UN COLPO DI STATO DIVENTA REALE. SENZA VITTORIA SULL’UCRAINA, DOVRÀ AFFRONTARE I RUSSI IN DIFFICOLTÀ. I RUSSI NON HANNO BISOGNO DI LUI SE NON È FORTE”
«In questo momento, penso che un colpo di stato militare possa essere possibile’». Sono le parole di Abbas Gallyamov, l’ex speechwriter del presidente russo Vladimir Putin, che nel corso di una intervista alla Cnn parla del numero dei soldati russi che hanno perso la vita in Ucraina e delle difficili condizioni di vita dovute dalle sanzioni come condizioni favorevoli a un golpe militare. Ora analista politico, Gallyamov ritiene che il colpo di stato potrebbe verificarsi nei prossimi dodici mesi.
«L’economia russa sta peggiorando.. La guerra è persa. Ci sono sempre più cadaveri che tornano in Russia, quindi i russi incontreranno maggiori difficoltà e cercheranno di trovare una spiegazione del perché tutto questo sta accadendo. Si risponderanno da soli: “Beh, questo è perché il nostro paese è governato da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore”», ha detto Gallyamov riferendosi a Putin.
Secondo l’analista, «tempo un anno, un colpo di stato diventa una possibilità reale» perché ‘«c’è un presidente impopolare davvero odiato a capo del paese e la guerra è davvero impopolare, e hanno bisogno di spargere sangue per questo’». Possibile, aggiunge, che Putin annulli le elezioni presidenziali previste per il marzo del prossimo anno.
«A giudicare dalle sue azioni, potrebbe davvero annullare le elezioni. Senza vittoria sull’Ucraina, dovrà affrontare i russi in difficoltà. I russi non hanno bisogno di lui se non è forte. Potrebbe davvero dichiarare la legge marziale e annullare le elezioni», ha detto Gallyamov.
(da agenzie)
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