Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile LA RIVELAZIONE DEL WALL STREE JOURNAL
L’attacco con i droni a una base militare nella città di Isfahan sarebbe avvenuto
per mano di Israele, che insieme agli Stati Uniti sta cercando nuovi modi per contenere le ambizioni nucleari e militari di Teheran.
A riferirlo è il Wall Street Journal che cita funzionari statunitensi e fonti a conoscenza dell’operazione.
L’edificio colpito, si troverebbe – riporta il Wsj – proprio accanto all’Iran Space Research Center, sanzionato dagli Usa per la sua attività legata al programma di missili balistici dell’Iran. Si tratterebbe del primo blitz effettuato da Israele sotto il nuovo governo di coalizione di estrema destra guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che avrebbe autorizzato una serie di audaci operazioni all’interno dell’Iran quando ha ricoperto questo ruolo per l’ultima volta dal 2009 al 2021. L’attacco arriva mentre funzionari israeliani e americani stanno discutendo nuovi modi per far fronte alle operazioni militari dell’Iran, come la cooperazione di Teheran con Mosca.
A tal proposito, scrive il quotidiano americano che cita fonti vicino al dossier, il direttore della Cia, William Burns, avrebbe fatto un viaggio in Israele la scorsa settimana proprio per discutere di queste operazioni. Mentre negli ultimi sette giorni, Usa e Israele avrebbero condotto la più grande esercitazione militare congiunta di sempre: più di 7.500 membri del personale di entrambi i Paesi hanno eseguito test per verificare la loro capacità di eliminare i sistemi di difesa aerea e rifornire jet.
Operazione, spiega il Wsj, che potrebbero essere elemento chiave di un ipotetico attacco militare contro l’Iran. Nel frattempo, è attesa per lunedì 30 gennaio la visita proprio in Israele del Segretario di Stato Antony Blinken per consolidare i colloqui Usa-Israele sull’Iran e su altre questioni regionali.
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile “IO NON HO APPROVATO CONDONI EDILIZI O LEGGI CHE NON HANNO RISPETTATO GLI OBIETTIVI CLIMATICI. LUI SÌ, MA ORA…”
-Angelo Bonelli, storico leader dei Verdi italiani, spiega perché il Movimento 5 Stelle non sia stato accolto nella famiglia ecologista in Ue.
In questi giorni lei e Conte non vi state risparmiando…
«La famiglia dei Verdi europei ha dei valori. Mi sono limitato a constatare che in questi anni, brevi, Conte ha governato con Salvini, col Pd e la sinistra, con Draghi, indicando Cingolani. Vogliamo chiamarla contraddizione?».
Poi c’è il tema della politica internazionale.
«I suoi endorsement a Bolsonaro, i reciproci endorsement con Trump e l’equidistanza tra Macron e Le Pen. Io non condivido molte cose di Macron ma in quella campagna elettorale, se fossi stato francese – usando un’espressione di Conte nella mia modestia del mio consenso elettorale -, non avrei avuto dubbi su chi votare. Queste sono le questioni, poi ce ne sono molte altre».
Lei ha una storia di coerenza, Conte è un populista liquido.
«Alcune convergenze ci sono con il M5S. Ma io non ho fatto il presidente del Consiglio, sempre perché la «modestia del mio consenso elettorale» non me l’ha consentito. Ma io non ho approvato condoni edilizi o leggi che non hanno rispettato gli obiettivi climatici, come il piano su Energia e Clima.
Un piano che continua ad essere fuori target. Non ho utilizzato il decreto Morandi per inserire, oltre al condono edilizio di Ischia, anche una norma, che definisco assassina del territorio, e che consente lo spargimento di fanghi di depurazione su suoli agricoli, con livelli alti di diossina e metalli pesanti. Questo è stato fatto durante il governo Conte. Io ho pagato il prezzo della coerenza ambientalista e l’ambientalismo non è un elemento di marketing».
(da Il Giornale)
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Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile IN SICILIA RITROVANO LA MEMORIA: UNA FILA DI TESTIMONI TRA PALERMO, CAMPOBELLO E TRAPANI, SI STA PRESENTANDO AGLI INVESTIGATORI PER RACCONTARE COME ERANO ENTRATI IN CONTATTO CON IL BOSS: «MESSINA DENARO QUELLO? NON LO SAPEVAMO»
Dopo trent’anni di silenzio in tanti hanno ritrovato la memoria. E si sono
presentati agli investigatori a raccontare i loro rapporti, le frequentazioni, gli incontri, a volte occasionali, con il boss Matteo Messina Denaro. Una sfilata di testimoni, tra Palermo, Campobello, Trapani, mossi probabilmente dal timore di finire tra i sospettati di collusioni e connivenze con il padrino di Castelvetrano.
Nell’agenda e soprattutto nei cellulari del capomafia sono stati trovati infatti numeri di telefono e messaggi che provano la rete di relazioni tessuta nel tempo. Identificare chi ne facesse parte non è difficile per i carabinieri. E forse per prevenire conseguenze spiacevoli molti hanno anticipato le mosse degli investigatori e hanno deciso di parlare. Nei covi, inoltre, come già anticipato nei giorni scorsi, sono state rinvenute anche altre carte d’identità intestate a prestanomi, che il boss avrebbe utilizzato per coprire la latitanza: da fonti investigative risulterebbero cinque in tutto.
Una signora è entrata ufficialmente nell’inchiesta da poche ore. Si sarebbe presentata ai carabinieri per dire che si, aveva frequentato “l’uomo visto in tv”, senza la coscienza, la consapevolezza – avrebbe precisato ai militari – che si trattasse dell’ex superlatitante di Cosa Nostra. Versione ovviamente debole se non altro perché ricalca quella di molte altre persone che fino a pochi giorni fa spergiuravano non solo di non averlo conosciuto, ma nemmeno mai visto.
(da La Stampa)
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Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile “PRIMA DEL MALORE, SONO ANDATA PIÙ VOLTE IN BAGNO PER CERCARE UN PO’ DI CALORE NEI DISPOSITIVI PER ASCIUGARE LE MANI. IN QUELL’AULA ERAVAMO VESTITI COME SE DOVESSIMO ANDARE SULLA NEVE”
Nuovo caso di ipotermia a Palermo. Una donna che stava seguendo un corso di formazione all’Università in un’aula non riscaldata si è sentita male ed è stata soccorsa in ospedale. Nei giorni scorsi, sempre nel capoluogo siciliano, una bambina di dieci anni alunna dell’istituto Emanuela Loi è stata colta da un malore dovuto alle basse temperature.
Il caso si è verificato nella Facoltà di Ingegneria, in viale delle Scienze, dove la donna stava seguendo un corso per insegnante di sostegno. «Abbiamo avviato un’indagine interna per appurare quanto sia accaduto e per prendere le dovute e necessarie misure in merito a questa situazione incresciosa ed inaccettabile – dichiara il Direttore Generale dell’Università degli Studi di Palermo, Roberto Agnello – Stabiliremo tutti i livelli di responsabilità e la funzionalità degli spazi sarà ripristinata al più presto. Seguiamo con assoluta attenzione le condizioni di salute della corsista».
Le segnalazioni inascoltate per due settimane
La corsista ha raccontato di avere una cardiopatia, e di soffrire il gelo in aula già da due settimane: «Eravamo vestiti come se dovessimo andare sulla neve», si legge su TgCom. «Me la sono vista brutta – ha spiegato la donna. Avevo le labbra nere e non riuscivo più a muovermi. Ero come paralizzata. Prima del malore (in aula c’erano anche donne incinte), sono andata più volte in bagno per cercare un po’ di calore nei dispositivi per asciugare le mani».
Dopo il malore, gli altri corsisiti sono stati trasferiti in un’altra aula ben riscaldata per proseguire la lezione, ma sono ormai settimane che la situazione era stata segnalata da docenti e studenti.
(da Leggo)
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Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile DAL 3 GENNAIO SONO ARRIVATI IN ITALIA 442 MIGRANTI A BORDO DI NAVI ONG SU UN TOTALE DI 4.452, PARI AD APPENA L’ 11,8%
I 99 migranti ancora a bordo della Geo Barents, arrivata sabato al porto di La
Spezia, sono scesi dalla nave della ong Medici Senza Frontiere nel primo pomeriggio di domenica 29 gennaio, concludendo le operazioni di sbarco. In tre distinte operazioni di salvataggio, la Geo Barents aveva salvato 237 migranti, tra i quali 27 donne e 87 minori – 74 dei quali non accompagnati: 23 di loro resteranno nel capoluogo ligure, gli altri 51 andranno ad Alessandria, Livorno e Foggia.
La Ong rischia il sequestro della nave per due mesi e il capitano una sanzione dai 10 ai 50mila euro per una possibile violazione del decreto Piantedosi per la quale è in corso una verifica. Subito dopo il primo intervento di salvataggio e l’assegnazione dl porto, l’imbarcazione avrebbe dovuto raggiungere la meta indicata ma ha invece effettuato altre due operazioni.
La Ocean Viking è arrivata al porto di Carrara. A bordo della nave della Ong SOS Méditerranée ci sono 95 migranti – tra i quali 15 donne, 38 minori di cui 33 non accompagnati – salvati davanti alle coste della Libia. Sull’imbarcazione sono saliti funzionari della sanità di frontiera, la guardia costiera e la polizia per i primi accertamenti, poi le persone a bordo verranno trasferite per ulteriori esami medici, fra cui i tamponi Covid, in una struttura poco distante.
Gli sbarchi di gennaio
Dall’entrata in vigore del decreto legge Piantedosi lo scorso 3 gennaio, sono arrivati in Italia 442 migranti a bordo di navi Ong. La Geo Barents ha sbarcato 85 migranti a Taranto 85 persone salvate, ma il soccorso era avvenuto quando il provvedimento non era ancora in vigore.
Le navi ong operative in questo momento sono solamente due, la Geo Barents e la Ocean Viking. Gli sbarchi delle ultime quattro settimane sono stati quello della Geo Barents il 12 gennaio ad Ancona con 73 persone e ieri a La Spezia altri 237, poi la Ocean Viking che è arrivata ad Ancona il 10 gennaio con 37 naufraghi ed è attesa a Carrara con altri 95. Complessivamente le navi ong hanno soccorso 527 migranti nel 2023 sui 4.452 approdati nei porti italiani, circa l’11,8 del totale.
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile “NEW YORK TIMES” RIAPRE IL CASO DELLE VISITE DI WILLIAM BARR E JOHN DURHAM A ROMA, NELLA CALDA ESTATE DEL 2019. DAI SERVIZI ITALIANI AVREBBERO RICEVUTO “SOFFIATE” PER SALVARE DA EVENTUALI REATI IL LORO DONALD”
“In uno dei viaggi in Europa del segretario alla Giustizia William Barr e del procuratore John Durham, secondo fonti a conoscenza della vicenda, funzionari italiani – pur negando qualsiasi ruolo nell’avvio dell’indagine sulla Russia – avevano inaspettatamente offerto una soffiata potenzialmente esplosiva che collegava Trump ad alcuni sospetti crimini finanziari”.
Pubblicando questa notizia clamorosa, il New York Times riapre il caso delle due visite fatte a Roma dall’Attorney General americano nell’agosto e settembre del 2019.
Diventa molto difficile per l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex direttore del Dis Gennaro Vecchione non tornare a chiarire i dettagli di quei viaggi, e soprattutto diventa impossibile per il Copasir non riaprire la sua inchiesta
Nel 2019 Trump si era convinto che il “Russiagate” fosse stato confezionato in Italia, dai servizi segreti sotto la guida dell’allora premier Matteo Renzi alleato di Hillary, e dagli agenti ostili dell’Fbi come il capo a Roma Michael Gaeta.
Tutto nasceva dalle accuse dell’ex consigliere George Papadopoulos, secondo cui a passargli la polpetta avvelenata era stato il professore della Link Campus University Joseph Mifsud, durante un incontro a Roma. Perciò il capo della Casa Bianca aveva chiesto a Barr di indagare, e lui aveva nominato il procuratore Durham.
Barr aveva scavalcato tutti, ottenendo l’incontro col capo dell’intelligence Vecchione autorizzato da Conte.
Il 15 agosto 2019 il segretario alla Giustizia era venuto a Roma per incontrare i nostri servizi a Piazza Dante, ma poi la conversazione si era allungata con una cena al ristorante Casa Coppelle. Il 27 agosto, dal G7 di Biarritz, Trump si augurava su Twitter che “Giuseppi” Conte fosse confermato alla presidenza del Consiglio. Il 26 settembre Barr era tornato a Roma . Il 23 ottobre Conte era stato ascoltato dal Copasir sulla vicenda e aveva detto che le visite di Barr erano perfettamente legali, si erano svolte solo nella sede del Dis e i nostri servizi erano estranei al “Russiagate”.
Quindi il quotidiano spiega: “Barr e Durham hanno deciso che la soffiata era troppo seria e credibile per essere ignorata. Ma piuttosto che assegnarla a un altro pubblico ministero, Barr ha chiesto a Durham di indagare lui stesso sulla questione, conferendogli poteri di azione penale per la prima volta, anche se il possibile illecito di Trump non rientrava esattamente nell’incarico di Durham di esaminare le origini dell’inchiesta Russia”.
A Roma invece restano alcuni punti da chiarire. Perché Conte aveva autorizzato le due visite di Barr? Quali potenziali notizie di reato avevano comunicato i servizi italiani ai colleghi americani? Il premier sapeva che il direttore del Dis aveva fatto queste denunce a Barr? Erano state lanciate per indagare Trump, o per avvertirlo del pericolo che correva? Conte e Vecchione avevano poi informato il Copasir di aver dato all’Attorney General le informazioni di cui scrive ora il New York Times?
(da La Repubblica)
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Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile “NON ABBIAMO ABBASTANZA ARMI PER AMMAZZARLI TUTTI”
Oleksii Hodzenko ha ancora negli occhi l’ultima volta che è stato sul campo di
battaglia. «Non si vedeva più un filo d’erba, solo cadaveri di soldati russi. È che loro combattono così, come nel videogioco Starcraft dove nella guerra tra i popoli galattici ci sono zergling che non usano macchine, ma solo i loro corpi. I russi lo stesso: ondate di carne, una dopo l’altra».
Marine, 31 anni, durante la ritirata da Mariupol ha resistito 5 giorni con la sua unità per poi ritirarsi. «Avevamo solo blindati, mentre loro avevano tank, elicotteri, artiglieria, non potevamo farcela e abbiamo ripiegato per non sacrificare le vite. Noi facciamo così. I russi invece hanno lo stesso modello sovietico della Seconda guerra mondiale: ondate di soldati a perdere. Ecco, vi faccio vedere cos’era Vuhledar ieri ser.
Non ha idea di quanti ce ne mandano contro. Davvero una marea, non abbiamo abbastanza armi per ammazzarli tutti».
Servono a questo i Leopard e gli Abrams che vi hanno promesso?
«Anche. Assieme ai blindati, trasportano truppe, cannoni, contraerea, lanciarazzi che stanno già arrivando».
Perché i Leopard?
«Ci andavano bene anche i Leclerc o gli Abrams o i Challenger, qualunque cosa riesca a mettere fuori combattimento i T90 russi. È che i Leopard sono ovunque in Europa, non avremo problemi di munizioni».
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile “COME FINIRÀ IL CONFLITTO? L’UCRAINA SARÀ IL VIETNAM DELLA RUSSIA. GLI USA STANNO FACENDO IL LORO MESTIERE DI IMPERO GLOBALE”
Al solo sentir nominare il Festival di Sanremo, Massimo Cacciari (filosofo, ex sindaco di Venezia e parlamentare, anima perennemente critica della sinistra) si scoccia visibilmente. «Ma dai, ma per l’amor di dio, non ho mai guardato quella roba in vita mia, figurarsi se lo faccio stavolta perché c’è o non c’è Volodymyr Zelensky».
Ma non la stupisce la surreale polemica armata da politici e soi-disant intellettuali filo-russi, ma non solo, contro l’intervento del leader ucraino in quella che da anni è la principale tribuna tv italiana?Ci sono passati tutti, da Gorbaciov alla regina di Giordania ai sindacalisti dell’Italsider, ma il presidente di un paese massacrato no?
«A quella polemica mi son ben guardato dal partecipare, come avrà notato. Anche perché è di una ipocrisia ridicola: è in corso una guerra, e noi siamo parte in causa di quella guerra. Con la decisione di inviare carri armati e sistemi di difesa siamo a tutti gli effetti partecipi: non combattiamo direttamente, ma siamo in guerra. E la propaganda è strumento essenziale di ogni evento bellico, basta ricordare le produzioni cinematografiche di Hollywood durante la Seconda guerra mondiale. Può anche farci schifo la propaganda mischiata alle tragedie, ma in tempi di guerra è inevitabile. Di che ci stupiamo?».
Secondo lei però siamo già al giorno dopo: siamo in guerra, dice. Come finirà questa guerra?
«Malissimo per chi la ha voluta e iniziata, ossia Vladimir Putin. Il capo della Russia ha fatto un errore folle e sciagurato, probabilmente anche indotto da un fallimento disastroso della sua intelligence che non ha capito nulla del nemico. E ha ottenuto esattamente quello che non voleva, ossia un ricompattamento occidentale forzato, sotto l’egemonia Usa. L’Ucraina sarà inevitabilmente il Vietnam del Cremlino».
Non teme dunque quella «terza guerra mondiale», con contorno di bombe atomiche a gogò, che minacciano i russi e che paventano tutti i «pacifisti» più indulgenti col Cremlino?
«Macché. I cosiddetti leader politici pacifisti, da Matteo Salvini a Giuseppe Conte, non sono mai riusciti a spiegarci come, secondo loro, si dovrebbero raggiungere la tregua e il cessate il fuoco».
Lei prevede addirittura un «Vietnam» per Mosca.
«La Russia sarà inevitabilmente sconfitta, non ha alcuna via d’uscita se non cambia la propria leadership. La guerra andrà avanti fino al patatrac della Russia. E gli Usa stanno semplicemente facendo il loro mestiere di impero globale: per loro la sfida decisiva non è certo la Crimea, né l’Ucraina».
E qual è?
«L’appuntamento fatale è nel Pacifico, con la Cina. E devono arrivarci nelle condizioni migliori, con l’Occidente ricompattato e la Russia indebolita dalle sue scelte tragiche e fallimentari».
(da Il Giornale)
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Gennaio 29th, 2023 Riccardo Fucile LA MELONI PRECISI ALLORA SE SI PUO’ FARE SESSO SUI BUS E SE IL DIVIETO RIGUARDA SOLO LE AUTO, COSI’ “LA PUBBLICA MORALE” E’ SALVA
Escort? No, grazie. O, almeno, non in auto. Una bizzarra proposta di Fratelli d’Italia, già depositata alla Camera con Edmondo Cirielli come firmatario, chiede la gattabuia per i clienti delle prostitute.
Se la copula avviene in casa, nessun problema, ma se l’amplesso commerciale ha luogo sui sedili di una macchina, le pene saranno asperrime.
Oggi come oggi, l’articolo 527 del codice penale prevede non solo sanzioni amministrative, ma anche un biglietto d’andata per il gabbio soltanto se gli atti osceni avvengono nelle vicinanze di luoghi frequentati da minori (parchi, scuole e compagnia cantante).
Fratelli D’Italia, però, non ritiene sufficiente il provvedimento attuale e ne auspica di nuovi, più severi, in difesa della “pubblica morale”. Inevitabile chiedersi che fine farebbe il fantasmagorico “pullman di tr0ie” promesso da Silvio Berlusconi ai calciatori del Monza in caso di risultati calcistici perfomanti.
Fratelli d’Italia mira alla repressione. Del degrado urbano, s’intende. “Che lo facciano a casa loro!”, così si potrebbe riassumere il pensiero dei Meloners. Così cara gli è la “pubblica morale” che sarebbero disposti a riempire a oltranza le già affollatissime carceri italiane, ingolfando pure le aule di tribunale di procedimenti contro pistoleri disperati.
Il che sarebbe pure folkloristico se non fosse che l’Italia, stando a un rapporto UE del 2021, si classifichi all’ultimo posto per l’esorbitante numero di processi civili pendenti: già nel 2019, ne risultavano 3,7 ogni 100 abitanti.
Questo in concomitanza con una sconfortante penuria di giudici che fa il paio con una cifra da battaglione di avvocati: 392,6 per ogni 100 mila cittadini dello Stivale. La giustizia tricolore è, anche per queste come per tante altre ragioni, una macchina ingolfata.
Ma, almeno, nella vision di Fratelli d’Italia, non sarà più possibile accoppiarcisi sopra. A riprodursi saranno solo i procedimenti penali, creando una gigantesca dark room nelle aule di tribunale nostrane. Questo ed altro per la “pubblica morale”, anzichenò.
Intanto su Twitter è già polemica. Tale @Hankness, scrive: “Se passa la legge, mi faccio arrestare per aver fatto l’elicottero col cazzo in piazza, incornicio il verbale e lo appendo dietro al letto al posto della Madonna”. Quando si dice cogliere il sentiment del Paese.
Impossibile non fare ironia sui bei (?) tempi della destra che fu. Quella del Bunga Bunga di Silvio Berlusconi, delle “culone inchiavabili”, del “Lei è più bella che intelligente”, del RubyRubacuori Gate.
A quel tempo, nemmeno troppo lontano, il degrado era al potere nel regno del “Papy” popolato da “nipoti di Mubarak”, “sudamericans” e igieniste dentali che siedevano in Regione Lombardia quando, naturalmente, non erano impegnate a “brieffare”. “Brieffare” forte. At the station.
Tra Olgettine e parodie tv, di escort si parlava ogni giorno tra Mediaset (where else?), Rai e La7. Intercettazioni, scoponi scientifici, cene eleganti in quel di Arcore descritte nei più torbidi e farseschi particolari in tutti i Tg nazionali.
Prima di perderla, non sai mai quanto qualcosa potrà venirti a mancare. Per quanto, sul momento, sembrasse al limite del fastidioso. Come ben disse Nicole Minetti in una celebre telefonata diventata virale ancora prima che il concetto stesso di “virale” esistesse: “Ci sono le zoccole e quelle più serie”.
Ecco, Fratelli d’Italia, ci sono questo tipo di proposte e cose più serie. Comunque la vorrete mettere, poi, col pullman di troie promesso da Silvio, sempre lui, ai calciatori del Monza in caso di vittorie sul campo. Pullman sì, macchina no? Come vi pare.
Ma l’inclusione, di questi tempi, è fondamentale…
(da true-news.it)
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