Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile FDI 27,5%, PD 17,9%, M5S 17.7%, LEGA 8,7%, AZIONE 7.6%, FORZA ITALIA 7,4%, VERDI-SINISTRA 3,4%, + EUROPA 2,5%
Fratelli d’Italia resta il primo partito in Italia, ma nell’ultima settimana non guadagna voti. A mostrarlo è il sondaggio politico elettorale di Emg, realizzato per Agorà. Il Partito democratico guadagna lo 0,2%, che basta per superare il Movimento 5 stelle e occupare il ruolo di primo partito dell’opposizione. Mentre il M5s cala, Lega e Forza Italia crescono e il Terzo polo perde terreno.
Fratelli d’Italia resta stabile al 27,5% dei voti. Secondo il sondaggio mandato in onda su Rai 3 nell’ultima settimana FdI non ha perso voti – come è accaduto invece nel mese di gennaio – ma non ne ha neanche guadagnati. Il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha comunque più voti di quanti ne ha presi alle ultime elezioni (26%), ma la crescita sembra essersi fermata.
Restando tra le forze del centrodestra, la Lega stabile all”8,7% dei voti, Il risultato è in linea con il dato delle elezioni del 25 settembre scorso, quando il partito di Matteo Salvini ottenne l’8,9% dei consensi.
Cresce Forza Italia, che passa dal 7,2% al 7,4% delle preferenze. Per Silvio Berlusconi è un +0,2% che tiene comunque FI lontano dall’ultimo risultato elettorale (8,3%), quando i forzisti sembrarono poter superare la Lega e diventare il secondo partito del centrodestra.
Chiude la coalizione Noi moderati, che è stabile all’1,3% dei voti. Nel complesso, la coalizione di centrodestra raccoglie il 44,9% dei consensi elettorali. È un risultato più alto del 44% ottenuto il 25 settembre scorso, ma in calo rispetto ai dati dei sondaggi dei mesi scorsi.
Nell’opposizione, il Partito democratico cresce al 17,9% (+0,2% dall’ultima rilevazione) e riesce a superare virtualmente il Movimento 5 stelle, che perde lo 0,2% e scende al 17,7%. Il Partito democratico, che alle scorse elezioni era stato il secondo partito in Italia con il 19% dei voti, torna così a occupare la posizione alle spalle di Fratelli d’Italia. Si conferma un periodo di crescita per il Partito democratico, forse rafforzato dalle imminenti primarie per scegliere il nuovo segretario o la nuova segretaria, e dalla polemica nata attorno al caso di Alfredo Cospito e agli attacchi di FdI verso il Pd.
Per il M5s di Giuseppe Conte, la flessione significa anche il ritorno al terzo posto tra i partiti italiani. Era stato così anche il 25 settembre scorso, quando il Movimento 5 stelle si era piazzato alle spalle di Fratelli d’Italia e Partito democratico. Oggi, però, con il 17,7% dei voti ha comunque più consensi di quanti ne ha ottenuti alle elezioni.
Il sondaggio Emg mostra che il Terzo polo, composto da Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi, perde lo 0,3% dei voti e si ferma al 7,6%.
Con questo calo, Azione e Italia viva restano in linea con il loro risultato elettorale (7,7%) e si trovano pochi decimi di punto al di sopra di Forza Italia, con il partito di Silvio Berlusconi che potrebbe riuscire nel sorpasso se il Terzo polo continuerà a perdere consensi.
Tra gli altri partiti rilevati ci sono l’Alleanza Verdi-Sinistra, che passa dal 3,6% al 3,4%, e +Europa, che cresce dal 2,4% al 2,5%. Nel complesso la coalizione di centrosinistra prende il 24,7% dei voti, comunque un risultato più basso di quello del 25 settembre scorso, quando i partiti alleati arrivarono al 26%.
Il sondaggio indica anche le preferenze per Unione popolare di Luigi De Magistris (sale dall’1,3% all’1,5%) e per Italexit con Gianluigi Paragone, che scende dal 2,2% al 2%.
Infine, secondo la rilevazione di Emg gli astenuti che non sanno che partito indicare o che dicono esplicitamente che non intendono votare sono il 39,3% degli intervistati. Un dato in crescita rispetto al 36,1% delle elezioni politiche del 25 settembre 2022.
(da Fanpage)
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Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile IL CAPO DI GABINETTO, ALBERTO RIZZO, TRABALLA, MENTRE LA SUA VICE, GIUSI BARTOLOZZI, E LA CAPO SEGRETERIA, GIPPY RUBINETTI, SI DETESTANO… INTANTO NON VENGONO FATTE LE NOMINE E NESSUNO SI PRESENTA A PARIGI PER L’UDIENZA SULL’ESTRADIZIONE DEGLI EX BRIGATISTI
Conflitti, litigi e malumori al ministero della Giustizia sono ormai
all’ordine del giorno.
L’insofferenza per la “brutta china” aumenta, tanto più che il ministro Carlo Nordio “pensa solo a fare comizi”, raccontano nei corridoi di Via Arenula. Non riesce neppure a stoppare il conflitto, misto a “incompetenze”, che contribuisce alla disorganizzazione del ministero: è il tutti contro tutti del capo di Gabinetto Alberto Rizzo, della vice Giusi Bartolozzi e della capo segreteria Gippy Rubinetti.
In questo caos nasce il caso Cospito-Delmastro-Donzelli e accade che non si mandi nessuno a Parigi dove, ieri, all’udienza in Cassazione sul ricorso della Procura generale francese contro la mancata estradizione in Italia di una decina di ex brigatisti, non è andato nemmeno un rappresentante dell’ufficio di Gabinetto o del dipartimento Affari di Giustizia (Dag).
Invece siamo alla distrazione istituzionale per beghe. Il capo di gabinetto Rizzo è continuamente scavalcato (ovviamente la prende malissimo) dalla vice Bartolozzi, magistrata ed ex deputata di FI, passata al Misto. In ottimi rapporti con Cosimo Ferri, magistrato, ex deputato renziano. È vicina anche a Enrico Costa, pure lui ex FI, passato ad Azione di Carlo Calenda, come il marito della Bartolozzi, Gaetano Armao. Ecco perché in tanti notano che in Via Arenula il peso maggiore ce lo abbiano FI, con il viceministro Francesco Paolo Sisto, e il Terzo polo di Renzi, Calenda e Costa, nelle grazie pure della capo segreteria di Nordio, Rubinetti.
Ma anche se le accomuna questo feeling, Bartolozzi e Rubinetti, si dice in tanti corridoi, si “detestano”, “litigano” . Entrambe sono molto ascoltate da Nordio sul da farsi. Avvocata dello studio di Michele Vietti, ex vicepresidente del Csm, Rubinetti è amica dell’ex pm Luca Palamara e pure del sostituto pg della Cassazione Luigi Birritteri, capo Dag in pectore, in attesa del via libera, scontato, del Csm. Della corrente MI, come Ferri, Birritteri è un gran esperto del ministero, era in Via Arenula con Angelino Alfano.
Il conflitto che paralizza il ministero sta facendo “traballare” la poltrona di Rizzo. Il capo di Gabinetto è considerato da diversi dirigenti “inadeguato”. Chi ha a che fare con lui ci dice: “Sarà pure stato un bravo organizzatore come presidente del Tribunale di Vicenza, ma è una realtà piccolissima”. Gli incontri con lui sono “difficili da ottenere e non portano a soluzioni”. Sono stati fatti scadere i contratti dei direttori generali di alcuni dipartimenti.
(da il Fatto Quotidiano)
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Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile PROROGA DI UN ALTRO ANNO DELLA MESSA IN GARA DELLE CONCESSIONI: SIAMO UNA REPUBBLICA DELLE BANANE
La coalizione di governo ha raggiunto l’accordo sull’emendamento di Forza Italia: al Milleproroghe, passato all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio riunite del Senato, sarà inserita la proroga di un anno per le concessioni balneari in essere.
Il governo Draghi, in concerto con le istituzioni europee, aveva stabilito che dal primo gennaio 2024 sarebbero state rimesse a gara le gestioni dei tratti di costa italiane.
La maggioranza capeggiata da Giorgia Meloni, invece, ha deciso di posticipare l’appuntamento con i bandi al primo gennaio 2025. L’emendamento vede come prima firmataria Licia Ronzulli.
In questi mesi, sono state forti le pressioni degli esercenti che operano nel settore. C’è un altro emendamento, questa volta a firma dei relatori, che dovrebbe intervenire sul tema. Pronta a essere vagliata dalle commissioni riunite di Palazzo Madama ci sarebbe anche la proroga per l’esercizio della delega al governo per la mappatura delle concessioni, che altrimenti scadrebbe il 27 febbraio 2023. Inoltre, dovrebbe essere presentato un emendamento della Lega che istituisce un tavolo permanente sulla questione balneari. Per l’emanazione dei decreti delegati, il governo avrà cinque mesi in più di tempo.
Lo strappo contro Ue e Consiglio di Stato
Una decisione che se confermata porterebbe il nostro Paese a disattendere sia le indicazioni europee, sia le prescrizioni del consiglio di Stato, che ha imposto al nostro Paese l’impossibilità di prorogare le concessioni oltre fine 2023.
(da agenzie)
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Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile IL FEDELISSIMO DELLA MELONI NEGA DI AVER PROPOSTO DI INSEGNARE IL TIRO A SEGNO NELLE SCUOLE, MA LE RIVISTE SPECIALISTICHE LO ELOGIANO COME UNO “SCERIFFO” CHE HA DATO LIBERTA’ DI SPARARE A TUTTI… I SUOI RAPPORTI CON LE LOBBY DELLE ARMI
Fazzolari Giovanbattista, 24mo posto in classifica, specialità
Handgun production: percentuale 60.66, punteggio 341.745. È il dicembre del 2021, campo di tiro di Sermoneta, è il terzo Winter Match dell’anno organizzato dalla Federazione italiana tiro dinamico sportivo.
In quei giorni, l’allora senatore semplice di Fratelli d’Italia, già fidatissimo di Giorgia Meloni, celebrava con una gara il successo personale di aver abolito, con un emendamento, il divieto di utilizzo civile delle pistole semiautomatiche di calibro 9×19.
Ecco, basta partire da qui, dai siti specializzati, per contestualizzare la proposta di Fazzolari, ora smentita, sull’insegnamento del tiro a segno nelle scuole. Armi e Tiro gli dedica un pezzo in apertura, in cui insulta La Stampa per l’articolo pubblicato ieri, ma alla fine difende il piano del sottosegretario: «Nel silenzio assordante dei “paladini degli studenti” pochi giorni fa è stato lanciato ufficialmente da parte della Fitav (Federazione italiana Tiro a volo) il progetto “Care” (acronimo di “Cultura, Autocontrollo, Regole, Emozioni”), che si propone proprio di portare lo sport del Tiro a volo negli istituti scolastici di primo e secondo grado (in pratica medie e superiori). Come mai lì nessuno si è scandalizzato? Forse perché in quel caso l’eventuale promotore non è un politico “fascista”?».
Difficile, comunque, che Fazzolari, punto di riferimento di atleti e appassionati, non fosse a conoscenza di questo progetto. Ma ce ne sono anche altri di siti così – Armi Magazine, Softair Dynamics –, in tutti Fazzolari è trattato come una specie di sceriffo che ha concesso le pistole e la libertà di sparare agli altri cowboy.
Racconta con orgoglio di essere un patito e abbonato di Armi e Tiro [
Più che una passione, un amore irrinunciabile. «Preferisco il tiro dinamico sportivo» precisava ancora ieri Fazzolari, riguardo alla disciplina da qualche anno riconosciuta dal Coni. «Mi diverto e mi diletto nel mondo del tiro – raccontava un anno fa intervistato a Verona, alla fiera Eos, dedicata alla caccia – E reputo che i legali possessori di armi meritino maggiore attenzione rispetto a quella che di solito hanno».
Passione, sì ma c’è anche altro. C’è anche un’attenzione così particolare al settore che qualche avversario in Parlamento si è fatto venire il sospetto che dietro possa esserci anche una certa sensibilità alle lobby.
In un video del 2022 preparato da FdI, con tanto di logo di partito, Fazzolari celebra la vittoria sulle armi corte assieme a Guido Crosetto, allora presidente di Aiad, la federazione delle aziende per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza, e assieme a Stefano Fiocchi, presidente della Fiocchi Munizioni, una delle principali aziende che producono cartucce. Domenica 12 febbraio Fazzolari è atteso di nuovo a Verona, a un convegno organizzato da Assoarmieri. È l’associazione che riunisce i commercianti di armi.
Tra i main partners dell’associazione c’è Beretta, eccellenza bresciana che è leader mondiale nella produzione di armi da fuoco, Franchi e Benelli, altre due note aziende di fucili e carabine da caccia.
Ora il settore può contare su un partito, FdI, che ha una maggioranza schiacciante e un sottosegretario a Palazzo Chigi, di fatto il numero due della premier Meloni, che ha un legame fortissimo con le aziende che producono armi. E che ha ipotizzato di introdurre la disciplina olimpica del tiro a segno nelle scuole.
(da La Repubblica)
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Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile IL PRESIDENTE UCRAINO HA VISITATO ANCHE LE TRUPPE UCRAINE ADDESTRATE DAI BRITANNICI
È atterrato nel Regno Unito a bordo di un aereo militare britannico (della Raf) il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Oggi pomeriggio, alle 14 ora italiana, ha parlato a Westmister durante un intervento davanti al Parlamento.
È la prima volta che Zelensky visita un Paese europeo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, quasi un anno fa. Il programma, inoltre, prevede un colloquio con militari di Kiev addestrati nel Regno. Quindi, il saluto al re Carlo III. Dal punto di vista britannico sarà l’occasione per rinnovare l’impegno per l’espansione dei programmi di addestramento a piloti e marines ucraini, oltre alla fornitura di armi a lungo raggio e al rafforzamento delle sanzioni contro persone e società russe.
L’ingresso di Zelensky e il discorso
Il presidente ucraino è stato accolto da una standing ovation dei deputati e dei lord che lo attenendevano nella Westminster Hall del Parlamento britannico. Lo speaker dei Comuni, Sir Lindsay Lohan, nel suo intervento introduttivo ha detto: «State combattendo una guerra che non avete voluto e avete difeso i vostri ideali contro l’aggressore russo».
Poi ha preso parola Zelensky: «Sono venuto qui e sono davanti a voi a nome dei coraggiosi, a nome dei nostri eroi di guerra che ora sono nelle trincee sotto il fuoco dell’artiglieria nemica, a nome dei nostri artiglieri e di ogni addetto alla contraerea che protegge l’Ucraina da aerei e missili nemici, a nome dei nostri carristi che combattono per ripristinare i nostri confini ucraini, a nome dei nostri coscritti che vengono addestrati ora, anche qui in Gran Bretagna. Vi parlo a nome dei coraggiosi che combattono per ripristinare la sovranità dell’Ucraina sul suo territorio. Sappiamo che la libertà vincerà, sappiamo che la Russia perderà e sappiamo che la nostra vittoria cambierà il mondo».
Il leader ucraino ha anche ringraziato in più passaggi gli alleati britannici: «Vi ripagheremo con la vittoria. Grazie per essere al fianco dell’Ucraina dal giorno uno». E ancora, un elogio personale all’ex premier Boris Johnson, presente in sala: Zelensky lo chiama per nome, «Boris», ed esalta il suo «coraggio» e quello dei britannici che hanno deciso di sostenere Kiev.
Zelensky, nel suo discorso, ha accusato la Russia di «atroce occupazione» e di «terrorismo missilistico». Passando alla richiesta di armi, indispensabili «per proteggere la vita di bambini, civili, donne e anziani», il leader Ucraino ha dichiarato: «In Gran Bretagna il re è un pilota dell’aeronautica e in Ucraina, oggi, ogni pilota dell’aeronautica è un re. Abbiamo la libertà, dateci le ali per proteggerla».
Dopo aver donato allo speaker della Camera dei Comuni il casco di un pilota ucraino, Zelensky ha ribadito nuovamente l’appello: «Ci servono gli aerei da combattimento». Ha ringraziato, allora, Sunak per la decisione di inviare 14 carri armati da combattimento Challenger: «Grazie, Rishi, per questo passo difensivo potente. Il mondo aiuta davvero quelli che hanno coraggio per difendere la libertà e aprono la strada a una storia nuova».
Zelensky ha concluso il suo discorso al Parlamento britannico con la frase, ormai iconica, «slava Ukraini», cioè «gloria all’Ucraina». Dopo la sua visita a Londra, il presidente ucraino volerà a Parigi, dove è atteso questa sera, 8 febbraio.
(da agenzie)
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Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile IL MINISTRO LIBICO DEL PETROLIO E DEL GAS, MOHAMED AOUN, HA RESPINTO L’INTESA PERCHÉ NON CI SAREBBE “UGUAGLIANZA” TRA I DUE FIRMATARI (E SE NE ACCORGONO ORA?)
Il Ministero del Petrolio libico ha respinto l’enorme accordo da 8
miliardi di dollari che il colosso energetico italiano ha firmato con la National Oil Corporation (NOC) libica nel fine settimana, affermando che l’accordo viola la legislazione e non è stato approvato dal Ministero prima della firma.
L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, e l’amministratore delegato della National Oil Corporation libica, Farhat Bengdara, si sono accordati sabato sullo sviluppo delle “Strutture A&E”, un progetto strategico volto ad aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico e garantire l’esportazione in Europa. L’accordo è stato firmato alla presenza del Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni, e del Primo Ministro del Governo libico di unità nazionale, Abdul Hamid Al-Dbeibah.
Mohamed Aoun, ministro libico del petrolio e del gas nel governo di Tripoli guidato da Al-Dbeibah, ha respinto l’accordo perché, a suo dire, ha aggirato l’approvazione del suo ministero del petrolio e del gabinetto e ha modificato un precedente accordo firmato nel 2008. […] Secondo Aoun, l’accordo è illegale e manca di uguaglianza tra la Libia e l’Italia, ha dichiarato il ministro del petrolio in una registrazione video vista da Libya Herald.
La lotta politica interna alla Libia potrebbe ritardare l’avvio dei flussi di gas del progetto dalla Libia all’Europa, che ha riposto le sue speranze – soprattutto attraverso l’Italia – in un aumento delle forniture di gas dal Nord Africa e dal Mediterraneo orientale.
(da Scenarieconomici)
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Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile STASERA ALL’ELISEO CI SARÀ UNA CENA A TRE TRA MACRON, SCHOLZ E ZELENSKY. E DONNA GIORGIA SE NE STA A ROMA CON DONZELLI, DELMASTRO E FAZZOLARI
Dopo il viaggio a Londra, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky volerà a Parigi per incontrare il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo quanto riferito da media. Secondo Bfmtv, l’Eliseo ha confermato che questa sera il presidente francese riceverà il presidente ucraino, che arriverà da Londra, senza fornire altri dettagli della visita.
Mentre l’emittente tedesca Ntv ha riportato che il cancelliere tedesco volerà a Parigi per incontrare Zelensky.
Le Parisien riporta che l’Eliseo ha confermato che anche il cancelliere tedesco sarà questa sera a Parigi per l’incontro con Zelensky.
Domani poi il presidente ucraino sarà a Bruxelles.
(da Adnkronos)
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Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile PECCATO CHE IL CANTANTE FOSSE A SANREMO COME OSPITE
La performance di Blanco, che ieri a Sanremo ha distrutto le
decorazioni floreali sul palco dell’Ariston, da oggetto del dibattito del giorno sui social si è trasformata rapidamente in un caso politico.
In giornata, il presidente della regione Liguria Giovanni Toti e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini hanno commentato l’episodio, condannando con toni differenti il gesto sopra le righe di Blanco.
Ad aggiungersi nel pomeriggio è arrivata la voce di Forza Italia, per bocca della presiedente dei senatori azzurri Licia Ronzulli: «Mi auguro che il direttore di RaiUno Coletta o Amadeus dal palco aprano (stasera, ndr) la trasmissione condannando l’inqualificabile scena andata in onda ieri dal cantante Blanco, che deve essere escluso dalla gara».
Peccato, però, che Blanco non faccia parte dei 28 artisti in gara a Sanremo.
La sua esibizione di ieri, infatti, è stata fatta soltanto in veste di ospite.
Un po’ difficile escludere Blanco da una kermesse cui non partecipa.
(da Open)
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Febbraio 8th, 2023 Riccardo Fucile MA PIANTEDOSI NON AVEVA GARANTITO N MESE FA LA MESSA IN SICUREZZA DELLA ZONA?
La stazione Termini è stata nuovamente teatro di una brutale aggressione. Un uomo milanese di 46 anni, residente nella Capitale, è stato avvicinato da tre persone che lo hanno prima derubato e poi accoltellato, sottraendogli venti euro e il telefonino. Attualmente è ricoverato in prognosi riservata al Policlinico Umberto I, le sue condizioni sono molto gravi.
L’aggressione è avvenuta domenica sera, intorno alle 23.30. A derubare e ferire gravemente la vittima sarebbero stati tre uomini di età compresa tra i 19 e i 40 anni, con precedenti penali, che sono stati fermati dalle forze dell’ordine con l’accusa di tentato omicidio
La notte di Capodanno ad essere accoltellata da un 25enne polacco era stata una ragazza israeliana di 24 anni, fortunatamente sopravvissuta alla brutale aggressione.
Roma non si può permettere che Termini, la prima stazione in Italia per traffico passeggeri, sia percepita come un luogo pericoloso per chi ci transita ogni giorno o per chi viene da fuori città.
“La situazione della stazione Termini è fuori controllo da troppo tempo“. Lo scrive su twitter il leader di Azione, Carlo Calenda, commentando l’accoltellamento di un uomo alla stazione Termini durante una rapina.
(da agenzie)
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