Febbraio 26th, 2023 Riccardo Fucile
NELL’ULTIMA LEGGE DI BILANCIO SONO STATE ABROGATE DAL 1° GENNAIO 2024 TUTTE LE NORME CHE REGOLANO IL SUSSIDIO VOLUTO DAL M5S. COMPRESO L’ARTICOLO 7 CHE DEFINISCE IL REATO DI INDEBITA APPROPRIAZIONE DEL REDDITO, E LE RELATIVE PENE
Il governo Meloni, il governo dell’ordine e della legalità come la premier si premura spesso di ricordare, sarebbe artefice di una specie di colpo di spugna.
La sanatoria della Meloni può salvare chi ha incassato il Reddito di cittadinanza senza averne diritto e chi è stato condannato per questo reato finanche con una sentenza ormai definitiva. Ogni colpa, ogni condanna e sentenza: tutto sarebbe cancellato, in nome di un’insperata impunità.
L’atto di accusa è scritto in un’interpellanza che il Pd presenta al ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
L’interpellanza ricorda che la legge di Bilancio per il 2023, la prima del governo Meloni, abroga le norme che regolano il Reddito di cittadinanza. A partire dal primo gennaio 2024, spariranno i primi 13 articoli del decreto legge numero 4 del 2019 che configurano il sussidio riservandolo alle sole persone davvero bisognose.
Piccolo dettaglio: tra i 13 articoli in via di abrogazione, c’è anche il settimo. L’articolo 7 definisce il reato di indebita appropriazione del Reddito, e le relative pene. Chi incassa l’aiuto pubblico sulla base di dichiarazioni o documenti falsi – ad esempio – può essere punito con il carcere da due a sei anni; chi “dimentica” di comunicare che il suo reddito e il patrimonio sono migliorati intanto che riceve il reddito, con il carcere da uno a tre anni. Lo stesso articolo impone la restituzione delle somme incamerate senza averne titolo.
La cancellazione del Reddito di cittadinanza – articolo 7 del decreto incluso – porta con sé una precisa conseguenza giuridica.
In parole più semplici, se cade l’articolo 7 del decreto sul Reddito perché abrogato, spariscono anche i reati di indebita appropriazione che le persone hanno fatto a norma ancora in vigore.
Parliamo di persone non del tutto rispettabili. In campagna elettorale, proprio Giorgia Meloni ha denunciato le «migliaia e migliaia di truffe che il Reddito di cittadinanza ha generato favorendo anche criminali, mafiosi, spacciatori». Gentaglia che ora sarebbe pronta a brindare al colpo di spugna che l’abrogazione dilettantistica delle norme sul reddito avrebbe determinato.
Il Reddito di cittadinanza, anche se limitato a sole sette mensilità nel 2023, resta in piedi. Nuovi truffatori, certi dell’impunità che deriva loro dalla prossima abrogazione dell’articolo 7 del decreto del 2019, sono incoraggiati a presentare domanda negli ultimi mesi di vita del sussidio statale, pur non avendone diritto.
(da La Repubblica)
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Febbraio 26th, 2023 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DEL SEGRETARIO UIL POLIZIA PENITENZIARIA: “MANCANO 50 AGENTI, A NATALE CE NE AVEVANO PROMESSI 8″… MA CHE BEL GOVERNO “DELLA LEGALITA’ E DELLA SICUREZZA”: E NESSUNO SI DIMETTE PER LA VERGOGNA
Nel momento dell’evasione del boss della Sacra Corona Unita Marco
Raduano la sala operativa del carcere di Badu ‘e Carros non era presidiata. Lo dichiara in un comunicato Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria.
Intanto sulla fuga sono state aperte due inchieste. Una dalla Procura di Nuoro e l’altra interna dal ministero della Giustizia. Già ieri il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – attraverso la direzione generale detenuti e trattamento – ha dato mandato al Provveditore regionale della Sardegna di svolgere con urgenza accertamenti e verifiche, «al fine di appurare cause, circostanze e modalità dell’accaduto». «Non basta la videosorveglianza se non supportata da intelligenza artificiale e, soprattutto, se nessuno può badare ai monitor o deve controllarne decine mentre si occupa di innumerevoli altre incombenze», ha detto De Fazio.
«Lo denunciamo da tempo ed è uno dei principali temi che abbiamo posto al neo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, nell’unica occasione di confronto il 26 gennaio scorso. Socraticamente, se sapere di non sapere è sintomo di conoscenza, fingere di non sapere è patologico». Il sindacato Osapp invece chiede di evitare l’individuazione di capri espiatori e sottolinea, ancora una volta, la carenza di agenti della polizia penitenziaria.
«A Nuoro mancano circa 50 agenti penitenziari. In servizio ce ne sono circa 145. Di cui 17 donne senza che ci sia da anni il braccio femminile. A Natale è venuto il capo del Dap e ci ha promesso che sarebbero arrivati 8 colleghi. Ne sono arrivati 2 e sono stati distaccati a Mamone (Lodè-Nuoro, ndr) e a Sassari», fa sapere Giovanni Conteddu dell’Osapp Nuoro.
«Nell’Alta sicurezza c’è solo un collega che magari pagherà per le negligenze dell’amministrazione penitenziaria che non ha mai potenziato l’organico nonostante le richieste e questo non è giusto. Il collega in servizio quel giorno è già stato sentito così come tutti gli altri in servizio quel giorno. Di certo Raduano ha avuto tutto il tempo di organizzare la fuga: ha nascosto le lenzuola che gli hanno fatto da scala, ha studiato gli orari interni al reparto e avrà costruito un ponte esterno che gli ha coperto la fuga».
(da agenzie)
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Febbraio 26th, 2023 Riccardo Fucile
MONS. PEREGO: “DAL GOVERNO SOLO OPERAZIONI IDEOLOGICHE, LA VITA DEGLI ESSERI UMANI VA TUTELATA”
Monsignor Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente di Cemi e Fondazione Migrantes, si esprime sulla strage di Cutro: «Mentre i rami del Parlamento approvano un urgente e straordinario decreto per regolare i flussi migratori, che di urgente e straordinario ha solo l’ennesima operazione ideologica, indebolendo in realtà le azioni di salvataggio in mare delle navi ONG, un barcone spezzato dalla burrasca della notte, che portava almeno 150 migranti, si è inabissato nel Mediterraneo, al largo delle coste calabre crotonesi. Sono 45 i morti accertati, tra cui un neonato, almeno 100 i dispersi, che vanno ad aumentare le migliaia di morti e di tombe anonime nel cimitero del Mediterraneo».
Perego continua: «Un nuovo drammatico segnale sulla disperazione di chi si mette in fuga da situazioni disumane di sfruttamento, violenza, miseria e di chi è indifferente politicamente a questo dramma. Un nuovo drammatico segnale che indebolisce la Democrazia, perché indebolisce la tutela dei diritti umani: dal diritto alla vita al diritto di migrare, al diritto di protezione internazionale. Mentre queste morti non possono che generare vergogna, chiedono un impegno europeo per un’operazione Mare nostrum, che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la società civile europea rappresentata dalle ONG. La collaborazione con i Paesi del Nord Africa non può limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l’Europa».
«Chi arrivando in Europa avrà diritto a una protezione vedrà salvaguardato tale diritto; chi non ne avrà diritto sarà rimpatriato. È chiaro che questo esame, solo nella terra europea, dovrà essere agile, organizzato, alla presenza di diverse figure – dai mediatori, dalle forze di polizia forze internazionali, da osservatori dell’UNHCR, da operatori sociali … – perché il minore non accompagnato sia tutelato come la vittima di tratta, o chi viene da una drammatica situazione sanitaria o da una guerra o disastro ambientale. Le risorse vanno investite nella tutela della vita, nell’accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell’Europa dipende da come si accoglie, tutela, promuove e integra le persone in cammino».
(da Globalist)
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Febbraio 26th, 2023 Riccardo Fucile
SIA OPEN ARMS CHE SAVE THE CHILDER PUNTANO IL DITO CONTRO IL GOVERNO SOVRANISTA
Filippo Ungaro, direttore della Comunicazione di Save the Children
Italia, commenta con un tweet il naufragio accaduto sulle coste di Cutro. «Ancora una volta, l’ennesima, ci troviamo a piangere la morte ingiusta di chi cerca un futuro migliore in fuga da guerre e povertà. Mentre la politica, in Italia e in Europa, pensa di risolvere con muri e restrizioni per le Ong».
Le accuse di Open Arms: “Fermare, bloccare e ostacolare il lavoro delle Ong avrà un solo effetto: la morte di persone vulnerabili lasciate senza soccorsi». Così su Twitter l’ong spagnola Open Arms dopo il naufragio sulle coste calabresi.
L’Ong tedesca Sea-Watch ha pubblicato un tweet a seguito del naufragio sulle coste calabresi di Cutro. Questo il testo: «Ancora una catastrofe nel Mediterraneo. Dolore e sgomento per le vittime che si contano a decine. Uomini, donne e bambini. Intollerabile che l’unica via d’accesso all’Europa sia il mare. L’assenza di missione di ricerca e soccorso europea è un crimine che si ripete ogni giorno».
Il dolore della Croce Rossa – «È un brutto risveglio che deve destare la comunità affinché simili tragedie non accadano». Lo scrive su Twitter il presidente della Croce Rossa Rosario Valastro dopo il naufragio di un barcone con decine di migranti a Cutro, in Calabria. «I nostri volontari – aggiunge Valastro – sono impegnati per soccorrere i superstiti e per recuperare le vittime».
(da agenzie)
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Febbraio 26th, 2023 Riccardo Fucile
“UNA STRAGE DI INNOCENTI EVITABILE SE SI FOSSE INTERVENUTI IN TEMPO”
«Nel Mediterraneo si continua a morire in modo incessante in un desolante vuoto di capacità di soccorso. A poche decine di chilometri dalle coste italiane, quando la meta era davanti agli occhi, è annegato il futuro di decine di persone che cercavano una vita più sicura in Europa. È umanamente inaccettabile e incomprensibile perché siamo sempre qui ad assistere a tragedie evitabili. È un pugno sullo stomaco, non ci sono altre parole. Medici Senza Frontiere ha dato la disponibilità alle autorità per attivare un primo soccorso psicologico per i sopravvissuti».
È il triste commento di Sergio Di Dato, capo progetto «People on the Move», Medici Senza Frontiere. Secondo una prima ricostruzione la barca si sarebbe aperta in due a pochi metri dalla spiaggia, ma i profughi con ogni probabilità non avevano mai visto il mare e quindi molti di loro sono subito affogati.
Di Dato parla mentre il numero dei morti accertati sta drammaticamente crescendo. Fra loro moltissime donne e diversi bambini, fra cui un neonato. Alle 11,30 del mattino della domenica il bilancio (provvisorio) è già gravissimo: 45 morti e 80 sopravvissuti e un numero imprecisato di dispersi. A quanto pare sul barcone di fortuna, un precarissimo guscio di legno, erano saliti in 250, stipati all’inverosimile. Ventuno di loro sono stati ricoverati in ospedale.
Il sindaco di Cutro, tra i primi ad accorrere, ha spiegato: «Erano già arrivati dei migranti, ma non c’era mai stata una tragedia di queste dimensioni».
(da agenzie)
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Febbraio 26th, 2023 Riccardo Fucile
TERZO POLO: “FERMATE GLI SCAFISTI, NON LE ONG”… ELLY SCHLEIN: “COI DECRETI DEL GOVERNO IMPOSSIBILE SALVARE VITE”
«Un’ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno
indifferente». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito il Il naufragio di migranti avvenuto oggi in Calabria nel quale sono morte almeno 43 persone (ma se ne stimano oltre 100) che viaggiavano su un barcone verso l’Italia.
Nell’esprimere il suo dolore il capo dello Stato ha sollecitato un’azione congiunta della comunità internazionale: «Per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico». Mattarella si è poi rivolto all’Ue: «È altrettanto indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive». Nel suo messaggio, prima di lanciare l’appello, il presidente della Repubblica ha ricordato le vittime esprimendo la propria «vicinanza ai naufraghi» e un «ringraziamento ai soccorritori».
Non si è fatta attendere nemmeno la reazione di Elly Schlein, potenziale nuova segretaria del Pd dopo le primarie di oggi. L’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna, dal seggio di Bologna dove ha votato, ha tuonato: «Non è accettabile che il Mediterraneo sia diventato un grande cimitero a cielo aperto: questo fa capire quanto sia disumano e contro ogni diritto fondamentale fare dei decreti che hanno il solo scopo di rendere più difficile salvare le vite in mare».
E ha poi lanciato l’appello all’Ue: «Ci vorrebbe una grande missione europea umanitaria di ricerca e soccorso in mare – prosegue – perché dove non arrivano la guardia costiera e le ong assistiamo a delle tragedie che sono inaccettabili. Dobbiamo continuare a batterci perché non accadano più».
Ancora più duro di Schlein, invece, è stato il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che facendo riferimento alle parole di Piantedosi sui migranti rimasti a bordo della nave Ong Humanity 1 a novembre: «Per ora 50 morti ma potrebbero essere almeno il doppio. Un “carico residuale” vero governo Meloni? Evidentemente se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso potevano forse essere salvati».
Il Terzo Polo: «Fermare gli scafisti, non le Ong»
Posizione intermedia per il leader di Azione Carlo Calenda, che, come la maggioranza si scaglia contro gli scafisti, ma chiede di non ostacolare il lavoro delle Ong. Le persone che sono in mare vanno salvate a tutti i costi, senza penalizzare chi aiuta a farlo.
A Calenda fa eco l’alleato Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ribadisce gli stessi concetti: «Ancora una strage di migranti in mare. E ancora una strage di bambini. Lo abbiamo detto anche questa settimana in Senato: vanno bloccati i trafficanti di uomini, non le ONG e i volontari che provano a salvare vite. Un dolore indicibile».
(da agenzie)
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Febbraio 26th, 2023 Riccardo Fucile
SONO ARRIVATI 12.096 PROFUGHI (IN UN GIORNO ANCHE 2.378) SOLO 955 SALVATI DALLE ONG, GLI ALTRI COB SBARCHI AUTONOMI, MA IL GOVERNO PENSA A FARE LA GUERRA ALLE ONG
Il governo di centrodestra ne ha fatto la punta di diamante della campagna elettorale: stop agli sbarchi incontrollati dei migranti sulle nostre coste. «In Italia, la porta principale del Mediterraneo non si entrerà più come fosse la cosa più facile del mondo» (come da rassicurante e reiterato diktat di Salvini). Poi arrivano i numeri. E la matematica non è un’opinione.
Dai rapporti del Viiminale si apprende che dall’inizio dell’anno, fino al 20 febbraio, sono sbarcati in Italia 12 mila e 96 migranti, quasi il triplo di quelli sbarcati nello stesso periodo dell’anno scorso, quando erano 4 mila 701, oltre il triplo del 2021, quando erano 3 mila 728.
Soltanto il 18 febbraio ne sono sbarcati 2 mila 378, oltre il doppio di quelli soccorsi in questi primi cinquanta giorni dalle Ong, che sono in tutto 955.
Dei migranti sbarcati nel 2023, quelli arrivati con le Ong sono meno dell’8 per cento, il restante 92 è arrivato da solo o con mezzi di soccorso dello Stato italiano. E porti estremi come quello di Lampedusa stanno per esplodere. I dati, dunque, ribaltano le promesse elettorali del centrodestra. Con il governo Meloni si sbarca di più e meglio.
Sbarchi decuplicati nei primi 10 giorni del 2023
Più nel dettaglio sono stati oltre 100 mila i migranti sbarcati in Italia nel 2022. Secondo i dati aggiornati del Viminale, dal primo gennaio al 30 dicembre sono arrivate 104.061 persone, contro le 67.034 del 2021 e le 34 mila del 2022.
Nell’ultimo aggiornamento del ministero dell’interno dell’11 gennaio scopriamo che gli sbarchi sono decuplicati. Nei primi dieci giorni dell’anno 3.673 persone sono sbarcate rispetto alle 378 arrivate alla stessa data dell’anno scorso e alle 287 del 2021. Volendo anche paragonare gli sbarchi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando al governo c’era Mario Draghi ci accorgeremmo che il divario è rilevante (31 mila contro 19 mila). Ma ciò che davvero raccontano questi numeri è che le soluzioni al fenomeno non possono che essere condivise ed «europee».
(da agenzie)
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Febbraio 26th, 2023 Riccardo Fucile
TRA LORO MOLTI BAMBINI E UN NEONATO
Potrebbero essere più di 100 le vittime del naufragio avvenuto questa
mattina a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Alle prime luci dell’alba, un barcone carico di migranti si è spezzato e rovesciato in mare, probabilmente a causa della violenza delle onde. Secondo alcuni superstiti sarebbero state circa 180 le persone a bordo. Per altri, molti di più: almeno 250.
Tutto ciò che resta del barcone è un ammasso di legni, che si è depositato a riva dopo il naufragio.
Secondo le prime ricostruzioni, pare che siano due i fattori che hanno portato al naufragio: da un lato, il sovraccarico del barcone; dall’altro, la violenza del mare – questa mattina piuttosto agitato – che avrebbe spezzato in due l’imbarcazione a una decina di metri dalla riva.
Dalle prime ricostruzioni, sarebbero circa un’ottantina i superstiti che, impossibilitati a chiamare i soccorsi, sono riusciti a sfidare le onde e raggiungere la costa a nuoto.
In tarda mattinata, la Guardia Costiera ha recuperato 45 cadaveri, tra cui molti bambini e un neonato di pochi mesi. Secondo le autorità sono ancora tanti i dispersi.
Per questo, nelle prossime ore, le ricerche continueranno anche con l’impiego di una squadra di sub proveniente da Messina. I soccorritori, però, ritengono improbabile che possano esserci ancora persone in vita disperse in mare. La ricerca, dunque, dovrebbe essere finalizzata più che altro al recupero dei cadaveri.
Le autorità hanno fatto sapere che le vittime del naufragio di questa mattina provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria. La loro imbarcazione – un caicco in legno – ha seguito la cosiddetta «rotta turca», una delle più battute del Mediterraneo.
A far scattare l’allarme per la tragedia è stata una telefonata, arrivata intorno alle 4 di questa mattina, al reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia. A causa di un inglese poco comprensibile, gli agenti non sono riusciti a farsi spiegare i dettagli di ciò che stava avvenendo a bordo dell’imbarcazione. Gli operatori della centrale operativa, però, hanno subito intuito che potesse trattarsi di un naufragio e hanno allertato i soccorsi.
Nella prefettura di Crotone, nel frattempo, è stato attivato il Centro coordinamento dei soccorsi. I superstiti del naufragio, ancora sotto choc, saranno ospitati nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Trenta di loro, però, saranno prima trasferiti in ospedale dove potranno ricevere tutte le cure di cui hanno bisogno.
Ieri sera un aereo di Frontex, in pattugliamento a circa 40 miglia dalle coste italiane, ha individuato il barcone e fatto scattare i soccorsi. Le condizioni proibitive del mare, però, hanno costretto i pattugliatori della guardia di finanza a tornare a riva.
(da agenzie)
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