Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile IN CAMBIO GRILLO NON RICEVEVA SOLO SOLDI (TRAMITE UN CONTRATTO DI PARTNERSHIP TRA LA MOBY SPA E LA BEPPE GRILLO SRL, DA 240 MILA EURO IN DUE ANNI) MA ANCHE LA PROMESSA DI VOTI E L’ORGANIZZAZIONE DI COMIZI IN GIRO PER IL SUD ITALIA… I MESSAGGI CON TONINELLI E PATUANELLI, LO SBLOCCO DI 62 MILIONI PER ONORATO
Beppe Grillo «sfruttava le relazioni esistenti con pubblici ufficiali, ossia i parlamentari eletti, nominati ministri» per «veicolare» le richieste dell’armatore partenopeo Vincenzo Onorato. In cambio Grillo non riceveva solo soldi, tramite un contratto di partnership tra la Moby spa e la Beppe Grillo srl, da 240 mila euro in due anni. Ma anche la promessa di voti e l’organizzazione di comizi in giro per il sud Italia per gli esponenti del M5s: «Ora sarà battaglia per i voti del Sud». E ancora: «Ti porto la città in piazza … 60 mila persone. Torre del Greco è la capitale del regno dei marittimi disoccupati».
Entrambi sono ora accusati di traffico di influenze illecite, in un’indagine appena conclusa. C’è da dire che il modus operandi di Onorato, secondo quanto ricostruito dai pm Maurizio Romanelli e Cristiana Roveda, era sempre lo stesso, anche con altri «mediatori» che si interfacciavano col mondo politico bipartisan, non solo dell’area dei M5s.
Contratti e contatti sono stati ricostruiti anche per esempio con la Casaleggio Associati. In questi casi però i pm, al termine delle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, non hanno ritenuto ci fossero gli estremi per contestare un reato e hanno avanzato una richiesta di archiviazione
Non solo nel giugno – luglio del 2019, quando il fondatore del M5s chiese al ministro Toninelli di attivarsi davanti alla Commissione europea per dare efficacia agli sgravi fiscali previsti dal decreto Cociancich, «a tutela di Moby e anche a fronte di interessi confliggenti». Grillo scrive a Onorato: «Ho convinto Toninelli a occuparsi della questione a Bruxelles. A sorete!» .
Ma anche tra il luglio e l’agosto del 2019, quando Grillo ha chiesto a Toninelli e all’allora vicepremier Luigi Di Maio di intervenire per ottenere l’immediato pagamento dei 62 milioni di euro che il ministero doveva a Cin, controllata da Moby, per il servizio di collegamento con Sicilia, Sardegna e Tremiti. «Ti devo spiegare – scriveva Onorato – il ministero da gennaio non ci paga più la sovvenzione perché la struttura è di Grimaldi. Sono senza soldi, mi stanno strozzando! Toninelli è circondato da Giuda. Si fermano i collegamenti e la colpa sarà solo sua!». Lo stesso giorno Toninelli rassicura Grillo: «Prima di Ferragosto la mia direzione paga». E così succede. Scrive Onorato: «Caro comandante, grazie di cuore. Senza di te saremo nella m…».
E ancora, tra settembre e novembre del 2019, dopo le istanze di fallimento – Onorato è anche accusato in un’altra indagine di bancarotta fraudolenta – l’armatore si rivolge a Grillo: «Comandante, Unicredit sta impedendo la vendita di due navi, si può fare qualcosa?» . E Grillo: «Contatto Patuanelli» allora ministro dello Sviluppo economico. Che risponde: «Approfondisco la questione». Grillo rassicura l’armatore: «Sei seguito dal suo ufficio e comunque ti chiama. Un abbraccio, fratello!» .
(da La Stampa)
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Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile PER NON PARLARE DELLA MANCATA VISITA AI PARENTI DELLE VITTIME E DELLA PESSIMA PERFORMANCE DEL CAPO UFFICIO STAMPA MARIO SECHI
Il ritorno a Roma dopo il Consiglio dei ministri a Cutro non è stato
facile. La trasferta in Calabria è andata male per molti motivi, politici, di agenda e persino logistici. Così tra molti collaboratori e fedelissimi della premier si è radicata una convinzione: portare il governo nella cittadina in provincia di Crotone, a oltre dieci giorni dal tragico naufragio, è stato un errore. Da quello sbaglio, poi ne sono scaturiti altri, culminati con l’invito ai parenti delle vittime a Palazzo Chigi, un messaggio riparatorio che ha sortito un effetto contrario.
Ma appunto, la catena degli errori è partita molto prima e cioè quando la presidente del Consiglio ha deciso, dopo aver tentennato, di non andare a rendere omaggio alle vittime della strage del mar Ionio così come ha fatto Sergio Mattarella.
Da lì in poi la gestione della vicenda, ora appare chiaro a molti, è sfuggita di mano alla premier. L’aver organizzato in fretta e furia il Consiglio dei ministri a Cutro ha costretto ad anticipare di molto i tempi della scrittura di un decreto che è stato redatto rapidamente.
L’altro punto debole della trasferta in Calabria riguarda la mancata visita ai parenti delle vittime, radunate davanti a un palazzo dello sport a Crotone, né alla spiaggia di Steccato di Cutro dove continuano a approdare i resti umani e materiali di quella strage. Politicamente, poi, questo decreto ha significato un ritorno sulla scena di Matteo Salvini, che in questi primi mesi di governo si era volutamente defilato, con grande soddisfazione degli alleati.
(da La Stampa)
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Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile “VIOLATE LE REGOLE DEL SOCIAL NETWORK”
L’account Twitter di Casapound è stato sospeso per aver violato le regole del social network. Sulla pagina del profilo dell’organizzazione di estrema destra appare infatti la scritta «account sospeso» da oggi 10 marzo.
La decisione di bloccare l’account sarebbe arrivata dopo diverse segnalazioni degli utenti. Tra i primi a segnalare la sospensione è stato l’utente @alekosprete che ha pubblicato uno screenshot della risposta di Twitter dopo l’invio a sua volta di una segnalazione contro Casapound. Nell’immagine si legge che il tweet segnalato «proviene da un account sospeso», spiegando che si tratta di una violazione delle regole del social per incitamento all’odio: «Abbiamo sospeso l’account @casapounditalia – si legge nella nota di Twitter – per infrazione della nostra regola sulla condotta che incita all’odio. Abbiamo constatato tale infrazione attraverso diverse segnalazioni che abbiamo ricevuto a proposito di tale comportamento».
Con la sospensione, Twitter spiega che il titolare di quel profilo «non può create nuovi account. Comunichiamo agli utenti la loro sospensione, le regole di sicurezza che hanno infranto e quali contenuti hanno comportato l’infrazione di tali regole».
(da agenzie)
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Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile CON IL 36% HA SUPERATO CONTE, SALVINI E BERLUSCONI
Elly Schlein corre. I sondaggi di Ipsos illustrati oggi da Nando
Pagnoncelli sul Corriere della Sera dicono che tra chi dice di conoscerla il suo gradimento è a quota 36%. La neosegretaria del Partito Democratico in questa classifica è seconda solo a Giorgia Meloni, che arriva al 52%.
E distanzia sia Giuseppe Conte che Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Schlein per adesso ha un deficit di riconoscibilità: il 30% ancora dichiara di non conoscerla. Mentre il 45% dà nei suoi confronti un giudizio negativo. Ma la prevalenza di giudizi negativi su quelli positivi, avverte il sondaggista, è una costante per tutti i leader tranne la premier.
Le valutazioni più positive invece arrivano dagli elettori con età più elevata, più scolarizzati, più abbienti e residenti nei capoluoghi. La vera sfida per lei adesso sarà conquistare i centri rurali.
Il Pd e le alleanze
Ma il clima del campione nei suoi confronti rimane comunque positivo. Con la sua guida il rilancio del Pd è più probabile per il 32% dell’elettorato, anche se tra gli scettici c’è un gran numero di elettori del Terzo Polo.
Con lei il partito sarà più vicino alle tematiche ambientali, alle istanze dei giovani e dei ceti deboli, e sarà più radicale.
Per quanto riguarda le alleanze il campione di Ipsos vede in arrivo una più stretta alleanza strategica con il M5s. Limitata alle elezioni locali per il 20% o in una coalizione che si candidi a guidare il paese per il 18%. Più bassa la percentuale di collaborazione solo su alcuni temi specifici (16%). Mentre quella con il Terzo Polo è difficile anche per la freddezza del relativo elettorato.
Nel complesso un elettore dem su tre (34%) pensa che a Schlein convenga allearsi con il M5S. L’11% con Azione-Iv, il 23% con entrambi, riportando d’attualità l’ipotesi del «campo largo». Mentre il 18%, probabilmente nostalgico della «vocazione maggioritaria», ritiene sia meglio evitare qualsiasi alleanza.
(da agenzie)
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Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile NON C’E’ LIMITE ALLA (IN)DECENZA: ELIMINATO L’AUDIO CON I CORI DI “ASSASSINI”
Della débâcle calabrese di Giorgia Meloni non resta traccia sulla Rai. Anzi, a giudicare dalla cronaca del Tg1 di giovedì sera, parrebbe che a Cutro è stato un mezzo trionfo.
Tanto per cominciare, abbiamo un efficace decreto: “Fermezza e pene più severe contro i trafficanti di esseri umani. Reati contro gli scafisti perseguibili anche all’estero e prevedono fino a 30 anni di reclusione”. Per Meloni, dice il Tg1, è “la miglior risposta per evitare altre tragedie del mare”.
Come chiedere all’oste se il vino è buono. L’inviato spiega che il Consiglio dei ministri nel luogo della tragedia “è stato voluto fortemente dalla premier, come anche il provvedimento varato per contrastare i trafficanti e disincentivare le partenze illegali”.
Non bastassero le omissioni – gli imbarazzi, le contestazioni, i litigi nella maggioranza – a rubare l’orecchio sono i dettagli: la premier che “ribadisce con forza il messaggio”, i ministri che “restituiscono il segno della compattezza intorno ai provvedimenti decisi dal governo”.
Poi l’afflato retorico dalla viva voce di Giorgia: “Questa gente io la voglio combattere. Questa gente io la voglio sconfiggere”.
Scorre qualche immagine dei peluche lanciati per protesta contro le auto del governo, ma non c’è l’audio, quindi non si possono sentire i cori: “Vergogna” e “assassini”. Il cronista del Tg1, laconico, si limita a una frase: “All’arrivo del corteo del governo sia applausi che contestazioni”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile ABBINATO A UN INDEGNO MESSAGGIO DEL GOVERNO, POI IL DIETROFRONT: “NON LEGGETELO, FATE SOLO IL MINUTO DI SILENZIO”
Brusco dietrofront del Coni sulle disposizioni per commemorare
le vittime del naufragio di Steccato di Cutro su tutti i campi per il weekend. In una prima comunicazione del presidente Giovanni Malagò si invitava le società sportive a rispettare un minuto di silenzio prima delle gare. Momento però che sarebbe stato accompagnato dalla lettura di un testo che sarebbe stato indicato dal ministro dello sport Andrea Abodi.
Le poche righe indicare dal governo così recitano: «L’Italia onora la memoria delle 72 vittime del naufragio di Cutro con un minuto di silenzio, riflessione e preghiera da condividere attraverso la comunità sportiva, e si unisce al dolore delle loro famiglie e dei loro cari. Il governo rinnova il suo massimo impegno per contrastare la tratta di esseri umani, tutelare la dignità delle persone e salvare vite umane». Tanto è bastato però per scatenare la polemica, a cominciare dal responsabile dello sport del Pd, l’ex ct dell’Italvolley e attualmente deputato dem Mauro Berruto: «Sono sbalordito. Lo sport italiano si presta a fare da ufficio stampa al governo, riuscendo perfino a sporcare il minuto di raccoglimento per le 72 vittime del mare e ora anche della propaganda. Non credo ai miei occhi – aveva scritto su Twitter – Ovviamente è doveroso il minuto di raccoglimento, così come la solidarietà alle famiglie delle vittime, ma si tolga quell’ultima frase che suona come una indecorosa propaganda filo governativa».
Visto il polverone, il Coni ha fatto marcia indietro. Ormai però il testo era stato diffuso e indicato alle federazioni sportive, per cui la precisazione arrivata in serata dal presidente Malagò, come riporta l’Ansa, non ha potuto far altro che mettere una pezza: «Si precisa – si legge nella nota del Coni – che il testo del messaggio governativo è di trasmissione e non dovrà essere letto in pubblico ma sarà sufficiente condividerlo facendo osservare il minuto di silenzio. Grazie».
(da agenzie)
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Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile I RESTI DELL’IMBARCAZIONE RECUPERATI DAI VIGILI DEL FUOCO
Erano graffette e chiodi arrugginiti a tenere insieme il fasciame dello scafo del Sammer Love naufragato a Steccato di Cutro. Il legno era marcio e scrostato. I resti del barcone su cui erano i naufraghi sono sulla spiaggia della cittadina in provincia di Crotone.
La foto che oggi pubblica il Corriere della Sera mostra quel che resta dell’imbarcazione recuperata dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco. Con tutte le sue anomalie strutturali. Che possono essere state causate dall’impatto con le rocce presenti nei fondali a poche decine di metri dal naufragio. Ma anche dalle condizioni del peschereccio. Che si è disintegrato nell’impatto causando morti e dispersi: ieri è stato trovato il corpo della 73esima vittima. Una bambina di 6 anni. Con lei sono 29 i minori morti: 20 avevano tra gli 0 e i 12 anni di età. «Dalle foto è difficile stabilire quali parti del barcone siano quelle recuperate e se rappresentano la prua, la poppa o i laterali.
Diventa quindi arduo fare un’analisi tecnica sulle condizioni e, soprattutto, accertare la spugnosità del legno, o, se i chiodi arrugginiti hanno contribuito a staccare i rinforzi dell’intelaiatura del barcone», spiega al quotidiano Marco Ferrando, docente di ingegneria navale all’Università di Genova.
L’imbarcazione ha avuto anche un’avaria al motore: «Una barca con quel mare e con un motore in panne non è governabile. In ogni caso gli scafisti si sono presi un rischio avvicinandosi così tanto alla riva».
(da agenzie)
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Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile “IO HO L’ORRORE DI QUEI CORPI IN TESTA, NON RIESCO A DIMENTICARLI E LORO NON SONO NEPPURE VENUTI A DIRCI UNA PAROLA DI CONFORTO”
È la strage dei bambini quella che si è consumata il 26 febbraio a
Cutro, in provincia di Crotone. A poche ore dalla manifestazione “Fermiamo la strage subito!” il mar Jonio ha restituito il corpo di un’altra bambina, di età compresa presumibilmente tra i quattro e i cinque anni, portando a 74 il numero delle vittime.
E mentre in Calabria ancora si cercavano cadaveri e si soccorrevano centinaia di persone in mare, a Como il ministro dei Trasporti Matteo Salvini festeggiava il cinquantesimo compleanno con un party a sorpresa, nel quale la premier Giorgia Meloni ha cantato insieme a lui “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André, immortalata in un video che è già diventato virale. Un ennesimo schiaffo alle vittime del naufragio, dicono ora a Crotone.
Anche coloro che hanno lasciato la Calabria sono indignati: “Ognuno è libero di fare quello che vuole, tutti vorremmo essere felici e festeggiare qualcosa ma noi oggi siamo in lutto e non abbiamo nulla da festeggiare” ha detto Alidad Shiri, che nel naufragio ha perso il cugino 17enne Atiqullah.
Era stato lui, il 10 marzo a scagliarsi contro la scelta del Governo di non fare visita ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime il giorno in cui è stato convocato il Consiglio dei ministri a Cutro. E, dopo la pubblicazione del video della festa per il compleanno di Salvini, si dice disgustato: “Non voglio fare un commento politico perché non sono un politico, ma è tutto terribilmente triste. Io ho l’orrore di quei corpi nella testa, non riesco a dimenticarli e loro non sono neppure venuti a dirci una parola di conforto”.
Shiri ha lasciato la Calabria per cercare di tornare alla propria vita in una città del nord ma il suo pensiero è costantemente rivolto al cugino: “Ho ancora la speranza che sia vivo, magari che si sia allontanato quella notte stessa dell’arrivo dopo aver raggiunto la riva a nuoto”. Speranza flebile, a dire il vero, perché a parte uno scafista pare che nessun altro si sia staccato dal gruppo delle persone che sono state soccorse in spiaggia. “Mi auguro che le ricerche proseguano” ha detto.
E così, del resto, sta avvenendo. Anche in questa mattinata di vento sferzante, che alza la sabbia sulla spiaggia di Steccato di Cutro in cui si ammassano i rottami dell’imbarcazione e da cui vigili del fuoco, volontari, guardia di finanza e guardia costiera continuano a scrutare il mare incessantemente.
Sono stati proprio i sommozzatori della guardia costiera a trovare il corpo di un’altra bambina, che ha portato a settantaquattro il numero delle vittime, trenta delle quali minorenni e ventuno sotto i 12 anni. La permanenza in acqua di quasi 15 giorni ha reso il cadavere praticamente irriconoscibile cancellando ogni particolare. Sulla spiaggia è arrivato il medico legale con la polizia scientifica per i rilievi e per provare a scorgere dei segni particolari, anche dagli indumenti indossati, per poter effettuare l’identificazione.
Trentadue, invece, le salme che sono rimaste nel palazzetto dello sport di Crotone, davanti al quale i cittadini continuano a portare fiori, lumini e poesie. Da lì anche oggi partiranno altri feretri alla volta dei paesi d’origine dei migranti, quasi tutti diretti in Afghanistan. Entro martedì la struttura dovrebbe essere svuotata.
E mentre il Palamilone si svuota di cadaveri, il centro di accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto si riempie di nuovo. 487 migranti sono sbarcati, dopo la mezzanotte, da un peschereccio malandato scortato dalla guardia costiera fino al porto di Crotone. Il peschereccio è stato intercettato nel pomeriggio di ieri a circa 70 miglia dalla costa calabrese a seguito di una segnalazione di Frontex. Le unità navali della Guardia costiera lo hanno agganciato al largo dalla costa crotonese e, con l’aiuto del rimorchiatore “Alessandro Secondo” sono riusciti a condurlo al sicuro nel porto nonostante le pessime condizioni ed il sovraffollamento dell’imbarcazione. Nei loro volti – hanno detto Carmelo Bossi e Matteo Castellini dell’equipaggio del rimorchiatore Alessandro Secondo – abbiamo visto la paura ed il terrore perché hanno dovuto affrontare questa traversata terribile su quello scafo messo malissimo per scappare dalla loro terra”.
Dai dati raccolti dall’ufficio immigrazione della questura di Crotone tra i migranti soccorsi ci sono 370 pakistani, 85 egiziani, ma anche siriani e afgani. Complessivamente ci sono una quarantina di minori. Dalle nazionalità dei migranti che si trovavano a bordo, si ipotizza che il viaggio sia iniziato dal porto di Tobruk in Libia (punto di incontro tra Pakistan ed Egitto) e non dalla Turchia come avviene di solito. La traversata è durata 5 giorni. Sono in corso le indagini per individuare gli scafisti ed accertare il porto di provenienza della imbarcazione. Tutti, al momento, sono al centro di Isola. Da dove nelle prossime ore dovrebbero ripartire verso altre destinazioni. “In questa struttura c’è un flusso continuo – ha detto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce – lo chiamano dinamico ma spesso porta i numeri delle persone presenti ben oltre la capienza. Adesso c’è l’attenzione dell’Italia rivolta verso questi luoghi a causa della tragedia di Cutro ma qui gli arrivi di migranti avvengono senza soluzione di continuità, come anche i soccorsi. E anche questo dimostra che quella notte qualcosa non ha funzionato”.
(da La Repubblica)
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Marzo 11th, 2023 Riccardo Fucile ADESSO QUELLA RICHIESTA DI AIUTO DIVENTA OGGETTO DELL’INDAGINE: BISOGNERA’ CAPIRE PERCHÉ QUEL SEGNALE, CLASSIFICATO COME “SAR CASE 384”, NON È STATO “ABBINATO” ALLA SEGNALAZIONE DI FRONTEX CHE AVVISTÒ POI IL BARCONE 40 MIGLIA AL LARGO DELLE COSTE CALABRESI
Se n’era parlato pochi giorni dopo il naufragio: un «mayday» lanciato via radio nel mar Jonio, da posizione sconosciuta, circa 24 ore prima che il caicco Summer Love si schiantasse davanti a Steccato di Cutro.
Adesso quel «mayday» diventa oggetto dell’indagine sui mancati soccorsi della notte fra il 25 e il 26 febbraio.
Più precisamente: fra i passaggi dell’inchiesta ci sarà anche un approfondimento sul perché quel «mayday», classificato come «Sar case 384», non è stato «abbinato» (come dicono i tecnici) alla segnalazione di Frontex che avvistò poi il barcone 40 miglia al largo delle coste calabresi.
C’è una richiesta di soccorso, il coordinamento Sar chiede «a tutte le unità navali dello Jonio» di «prestare attenzione» ma nessuno avvista barche in difficoltà. Possibile che 23 ore dopo non scatti il collegamento fra il «mayday» e la segnalazione del caicco, sia pure avvistato in quel momento non in pericolo ma con «possibili persone sotto coperta» (quindi migranti)?
L’informazione del «Sar case 384» è arrivata — da Roma — alle singole capitanerie di porto? A giudicare dalla relazione di servizio della Guardia costiera si direbbe di sì. Ma non tornano né il giorno né gli orari del «Sar case 384» già noto.
Finora si era parlato di una richiesta di soccorso datato 25 febbraio, ore 4.57. L’allegato della Guardia costiera riferisce invece dell’evento 384 datato 24 febbraio e allarme partito alle ore 20.51. Perché lo stesso evento, classificato con lo stesso numero, non coincide nei tempi? Sono stati confusi due eventi diversi?
La Guardia costiera descrive una serie di attività per rintracciare (inutilmente) «il chiamante» del mayday. «Alle 21.01 la Centrale operativa di Roma contatta Roccella e annotando la conversazione scrive: il chiamante parlava in inglese, la comunicazione non sembrava riconducibile al fenomeno migratorio, anche tenuto conto del tono della voce e che non sembrava concitata».
Dunque la chiamata di aiuto non sembra credibile ma la Guardia costiera chiede lo stesso a Frontex un sorvolo di controllo e «chiede di trasmettere in streaming le immagini del pattugliamento nelle acque italiane». Il velivolo «non rileva situazioni di pericolo» e l’intervento si chiude con le «chiamate radio per tutta la notte».
(da Il Corriere della Sera)
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