Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile “IL SUPERBONUS HA FATTO SALIRE IL PIL DELL’11% IN DUE ANNI E HA CREATO UN MILIONE DI POSTI DI LAVORO”
«Finiamola con le menzogne». Il presidente del Movimento 5
Stelle Giuseppe Conte va all’attacco dell’esecutivo Meloni sul Superbonus in un’intervista al Corriere della Sera. «Quella del governo è una campagna vigliacca per mascherare i propri fallimenti», dice Conte nel colloquio con Monica Guerzoni.
«Non c’è alcun buco nel bilancio dello Stato. Piuttosto c’è nel portafogli degli italiani a causa del caro vita e Meloni fa da spettatrice, aggiunge. Perché il bonus «è stato decisivo per far salire il Pil dell’11% in due anni e ha creato un milione di posti di lavoro».
Mentre la premier «non sapendo come affrontare la manovra e avendo sposato la logica dell’austerità e degli zero virgola, è molto nervosa», rileva il leader pentastellato riferendosi ai dubbi sul commissario Ue Paolo Gentiloni.
Su Caivano, Conte dice che «al disagio sociale si risponde con i servizi e con il lavoro dignitoso per togliere manovalanza alla mafia. Il Reddito di cittadinanza serviva anche a questo».
E conclude: «La stretta contro condotte gravi di minorenni diventa inutile se il governo affama i cittadini delle periferie, regalando terreno a illegalità ed emarginazione».
(da agenzie)
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Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile “SIAMO PREOCCUPATI, ABBIAMO SAPUTO CON DISPIACERE DELL’ASSUNZIONE DI UNA PROPAGANDISTA RUSSA. ADESSO MOLTE ISTITUZIONI, NAZIONALI E INTERNAZIONALI, SI IMPEGNANO NEL DIMINUIRE LA PRESENZA DEI FUNZIONARI RUSSI NELLE PROPRIE STRUTTURE”
L’Ambasciata ucraina a Roma interviene sul caso della russa Irina Osipova assunta al Senato con una dichiarazione all’Adnkronos in cui esprime preoccupazione per la vicenda. “L’Ambasciata d’Ucraina a Roma ha sviluppato rapporti di amicizia con il Senato della Repubblica Italiana.
Dall’inizio della guerra della Federazione Russa contro l’Ucraina -ricorda la rappresentanza di Kiev in Italia- abbiamo sentito il sostegno costante dei parlamentari italiani. Vale solo la pena menzionare la recente decisione del Senato di riconoscere l’Holodomor del 1932-1933 come genocidio del popolo ucraino”.
“Pertanto, l’Ambasciata ha saputo con grande dispiacere dell’assunzione come funzionaria del Senato di una propagandista russa. Adesso molte istituzioni, nazionali e internazionali, si impegnano nel diminuire la presenza dei funzionari russi nelle proprie strutture, visto che -mette in guardia l’ambasciata- l’attività dei rappresentanti del Paese aggressore può costituire i rischi per l’istituzione stessa e il paese in generale”.
(da agenzie)
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Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile “I MURI A SECCO SI SBRICIOLAVANO, LA TERRA SI STAVA SPOSTANDO”
Renata Alami ha 43 anni ed è una fotografa italo-marocchina. Ha
studiato alla Lumsa di Roma, ma ora vive a Marrakech con il marito e i due figli. E ci racconta la sua notte dentro a un terremoto devastante che per fortuna ha risparmiato la sua casa e anche la sua famiglia: «Ma solo perché viviamo lontano dal centro e le case nella nostra zona dopo il terremoto di Agadir del 1960 sono state costruite con criteri antisismici».
Dove si trovava lei al momento della grande scossa?
«La terra ha tremato alle 23.10 ora locale, in Italia era dopo mezzanotte. Il caso ha voluto che in quel momento ci trovassimo tutti in macchina, stavamo tornando da una cena e uscendo dalla vecchia Marrakech. Quando è avvenuta la scossa ho visto le persone che camminavano davanti a me perdere l’equilibrio e cadere, e i muretti a secco lungo la strada sbriciolarsi. Mio marito ha faticato per tenere l’auto diritta ed evitare la caduta delle pietre. Ci siamo spaventati moltissimo e siamo subito corsi a casa dove mancava la luce. Poi sono di nuovo uscita e mi sono precipitata da mia madre che abita nella zona vecchia, lì tutti erano per strada, e c’erano macerie ovunque».
Anche se l’epicentro non è stato a Marrakech la città vecchia ha subito importanti danni o no?
«La cosa più grave è che sono crollati i muri della Medina, che è patrimonio dell’Unesco. È evidente che la tragedia più grande sono i morti, ma quelli purtroppo ci sono stati e in un’ampia zona rurale poco abitata. La grande paura, anche se pure mia padre e tutti i miei parenti sono illesi l’abbiamo provata anche qui. Dove siamo rimasti al buio e nonostante ciò tutti hanno reagito con molta disciplina mentre le sirene delle ambulanze rompevano il silenzio della notte».
E oggi che cosa salta all’occhio?
«Siamo tutti sotto choc, ma solidali come non mai. C’è bisogno di sangue, mio marito è corso a donarlo e si è messo in fila, perché centinaia di persone vogliono fare la stessa cosa. Siamo rimasti senza luce per ore e senza internet, è ancora più dura sentirsi isolati dentro la tragedia».
C’è stato panico, stanotte, fra i cittadini?
«No, ma ci sono state moltissime preghiere per i defunti. È un disastro naturale e noi marocchini sappiamo accettare il destino con serenità. Poi come dicevo tanta solidarietà e un augurio di coraggio e speranza per una ricostruzione rapida di questi meravigliosi villaggi rurali del Marocco e sostegno a chi è stato colpito negli affetti».
(da La Stampa)
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Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile GENTILONI È STATO TRASFORMATO IN CAPRO ESPIATORIO DEL FALLIMENTO DEL GOVERNO MELONI SU PNRR E PATTO DI STABILITÀ (MA IL VERO DISASTRO È AVER STRAPPATO AI FUNZIONARI DEL MEF LA GESTIONE DEL RECOVERY PER AFFIDARLA A UN INCAPACE, TALE FITTO)
La Commissione europea non vuole entrare nella polemica tutta italiana che vede il commissario all’Economia Paolo Gentiloni preso di mira dalla premier Giorgia Meloni e dai vice Matteo Salvini e Antonio Tajani perché non difenderebbe abbastanza gli interessi nazionali.
«Non commentiamo i commenti fatti da partner, interlocutori, portatori di interesse e altri», ha detto la portavoce della Commissione ricordando che «si sa, ovviamente, qual è il ruolo di un commissario europeo e come i commissari europei rappresentano gli interessi europei che portano avanti nei loro portafogli in modo collegiale».
È una questione di grammatica istituzionale: un commissario europeo quando diventa tale deve servire gli interessi dell’Unione. È la base.
È chiaro che il Paese di origine così come la famiglia politica hanno un peso, ma i commissari ci tengono a sottolineare il proprio ruolo europeo. Lo ha fatto anche il commissario al Mercato interno Thierry Breton mercoledì scorso in un briefing rispondendo a una domanda sul perché la Francia non abbia aderito a un progetto per un nuovo carro armato con Germania, Italia, Svezia e Spagna: «Sono commissario europeo, non della Francia», ha tagliato corto passando a spiegare la strategia Ue sulla difesa.
I negoziati sulla riforma del Patto di stabilità entreranno nel vivo sabato prossimo all’Ecofin informale (la riunione dei ministri finanziari dei 27), che si terrà a Santiago de Compostela sotto la presidenza spagnola. Madrid ha il compito di trovare una sintesi tra le diverse posizioni attorno al tavolo. E l’Italia sa che non sarà semplice difendere le proprie richieste.
La Germania fin dall’inizio ha chiesto parametri quantitativi annuali di riduzione del debito, posizione rigorista che piace anche agli altri Paesi nordici. Ma prima c’è un altro appuntamento importante. Lunedì la Commissione presenta le previsioni macroeconomiche su Pil e inflazione. L’aspettativa è di una limatura rispetto alle stime di maggio (Pil Ue +1%, Eurozona +1,1%).
È una settimana densa. Mercoledì la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen pronuncerà a Strasburgo, davanti alla plenaria del Parlamento Ue, il Discorso sullo Stato dell’Unione, l’ultimo di questa legislatura in cui farà il punto sugli obiettivi raggiunti e le nuove sfide. Il giorno prima il commissario Gentiloni presenterà la riforma della tassazione delle imprese, che modificherà la base imponibile, più ci sarà un pacchetto sulle Pmi. Giovedì il board della Bce deciderà se alzare ancora o meno (quest’ultima è l’aspettativa) i tassi di interesse.
(da Il Corriere della Sera)
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Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile RONCONE IRONIZZA SU MARTA FASCINA CHE NON VA (QUASI) MAI ALLA CAMERA: “LA DEPUTATA DI FORZA ITALIA, (QUASI) MOGLIE DI SILVIO BERLUSCONI E ORA (QUASI) VEDOVA, NEGLI ULTIMI NOVE MESI HA INFATTI ESPRESSO 17 VOTI SU UN TOTALE DI 3.032, COLLEZIONANDO UN IMBARAZZANTE 0,56% DI PRESENZE
Sapete chi sono i deputati più assenteisti in questo primo scorcio
di legislatura? Quello che si è visto meno di tutti è Umberto Bossi, ma con la grande scusante di avere ormai quasi 82 anni e di viaggiare su una sedia a rotelle ormai da tempo, il sigaro fisso tra le dita, testimone di una Lega che fu.
Però non è di Bossi che voglio parlarvi. Perché è più interessante l’identità della seconda assenteista della Camera: che è Marta Fascina. La deputata di Forza Italia, quasi moglie di Silvio Berlusconi e ora quasi vedova, negli ultimi nove mesi ha infatti espresso 17 voti su un totale di 3.032, collezionando un imbarazzante 0,56% di presenze. A occhio non sembra possano davvero esserci giustificazioni plausibili per la bionda parlamentare ascesa al ruolo di last lady d’Arcore dopo essere stata eletta grazie al Cavaliere, candidata – o meglio: paracadutata – in un collegio blindato, Marsala-Trapani, dove in campagna elettorale non si fece praticamente mai vedere, mandando però a dire ai suoi elettori che «la Sicilia è una regione meravigliosa».
Sulle assenze dell’onorevole Fascina dai lavori in aula s’è sempre favoleggiato. Argomento spinoso, polemica minata: perché, a chiunque osasse sollevare il problema, veniva subito ricordato che Marta era impegnata a seguire «il tramonto politico e umano di Silvio».
Sì, certo. Il problema è che un po’ tutti abbiamo avuto un parente gravemente malato, però nessuno ha mai potuto permettersi di abbandonare il posto di lavoro, continuando a percepire, regolarmente, lo stipendio. Vediamo ora che succede. Le giornate sono lunghe e all’onorevole Fascina magari è tornata voglia di lavorare. Ma magari no (voi con 100 milioni di eredità mettereste la sveglia al mattino?).
(da Il Corriere della Sera)
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Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile IL PM LIMA: “I COLLETTI BIANCHI SI SALVANO SEMPRE”… “UNA SIGNORA CHE HA RUBATO 3 UOVA DI PASQUA E’ STATA CONDANNATA A 4 ANNI E MEZZO DI CARCERE, CHI EVADE L’IRPEF FINO A 100.000 EURO NON NE RISPONDE PENALMENTE, QUESTA E’ L’ITALIA”
L’ex senatore Denis Verdini, da condannato che sconta la pena ai domiciliari, può circolare per Roma come un turista qualsiasi e incontrare in un ristorante un sottosegretario di governo.
Un tunisino che vende a 20 euro un Rolex patacca al mercato finisce in carcere per due anni e mezzo. È il doppio binario della giustizia italiana. Felice Lima, sostituto procuratore generale a Messina, lo descrive così: “La nostra giustizia penale non è uguale per tutti. È concepita e applicata da decenni come uno strumento di controllo sociale, operato dalle classi dirigenti in danno delle classi più povere ed emarginate”.
L’analisi di Lima prescinde dal caso Verdini: “Non intendo commentare nessun procedimento specifico: trovo deplorevole giudicare processi di cui non si conoscono gli atti”.
E d’altronde il “doppiopesismo” della giustizia italiana non è una scoperta di queste ore. Il pm anticorruzione di Napoli, Henry John Woodcock, affrontò l’argomento in un articolo pubblicato nel 2018 sul Corriere del Mezzogiorno: “Nel nostro sistema opera un doppio binario che rende celerissimi i processi contro la criminalità di strada e molto meno celeri, a volte tartarugheschi, quelli contro i colletti bianchi”.
Nel gennaio 2021, Verdini viene scarcerato, dopo soli 80 giorni di detenzione, per un focolaio Covid nel penitenziario di Rebibbia.
L’altro ieri il ras delle coop del “Mondo di mezzo”, Salvatore Buzzi, è stato scarcerato dopo un anno (la Cassazione ha definito illegittimo l’ordine di esecuzione del suo arresto).
Nelle stesse ore in cui il governo approva il decreto Caivano, che rende più facile il carcere per i minori, la memoria corre a M. M., baby boss delle paranze di Napoli, in carcere da quando ha 16 anni: potrà chiedere i domiciliari nel 2028, quando ne avrà 35.
“Questo governo”, commenta Lima, “aveva promesso rigore ed effettività della pena. In realtà, grazie alle sue leggi, potremo punire i rave party, ma non un funzionario corrotto che sia stato condannato a meno di 4 anni, perché potrà usufruire dell’affidamento al servizio sociale. Del quale, invece, dovrebbe usufruire un ragazzo non scolarizzato, cresciuto ai margini della società, e non un magistrato che si vende una sentenza, per fare un esempio. Ma d’altronde i servizi sociali, come pena alternativa, furono introdotti per il ministro Tanassi durante lo scandalo Lokheed, negli anni ‘70”. Un altro tassello del doppio binario. “Ogni singola violazione del reddito di cittadinanza – continua Lima – finisce con enfasi sui giornali, ma nessuno dice che in Italia evadere l’Irpef fino a 100mila euro l’anno non è reato: possiamo permetterci di non processare chi in 6 anni evade 600mila euro di tasse. Puniamo chi ruba un motorino, chi accoltella una persona per rapina, ma se fai crollare un ponte perché non hai tenuto la manutenzione, e muoiono decine di persone, la punizione sarà più difficile”.
La popolazione carceraria è composta per la stragrande maggioranza da tossicodipendenti ed extracomunitari. “Non è un caso – commenta Lima – Il legislatore ha fatto una scelta. Il nostro sistema penale è classista e razzista: punisce gli emarginati, i poveracci, ma salva quasi sempre i colletti bianchi. Il furto pluriaggravato è punito da 3 a 10 anni, la ricettazione da 2 a 8, la corruzione per l’esercizio della funzione da 1 a 6 anni. Questo dimostra che il legislatore ha fatto una scelta”.
E le conseguenze? “Cito sentenze che ho analizzato per lavoro: un tunisino condannato a due anni e mezzo per ricettazione, perché vendeva Rolex finti a 20 euro al mercato. Un imprenditore, che aveva omesso di versare all’Inps ben 2,9 milioni di contributi, punito con 9 mesi. E pena sospesa, quindi libero. Una signora, per un furto di tre uova di Pasqua in un supermercato è stata condannata a 4 anni e mezzo, ridotti a 3 con l’abbreviato. Un importante bancarottiere, pluricondannato in modo definitivo, tempo fa ha chiesto attraverso il suo avvocato di scontare l’affidamento in prova al servizio sociale in Kenya. Dove s’era trasferito prima della sentenza”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile LA MADRE VA AL LAVORO PER MANTENERE DA SOLA TRE FIGLI, MA E’ UN’AGGRAVANTE DIRE ALLA FIGLIA PIU’ GRANDE DI BADARE AI DUE FRATELLINI PIU’ PICCOLI: SIAMO ALLA FOLLIA
Una donna ha dato uno schiaffo alla figlia di 12 anni che aveva
inviato foto definite come “sexy” su Instagram. La ragazzina ha un graffio sul mento con una leggera perdita di sangue. E B.C., 40 anni, viene condannata a un anno e sette mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia.
La storia la racconta oggi l’edizione romana del Corriere della Sera. A pronunciarsi la prima sezione penale del tribunale della capitale. I giudici hanno sospeso la pena subordinando il tutto a un percorso di recupero da parte della donna.
Il pubblico ministero Eugenio Albamonte aveva chiesto tre anni di carcere. I maltrattamenti sarebbero cominciati nel 2012. All’epoca, durante un controllo dei servizi sociali, la donna accusò la figlia di non aver riordinato la casa. L’episodio dello schiaffo invece risale al 2016. «Ma davvero è possibile giudicare maltrattamento uno schiaffo dato alla figlia perché invia foto osé a uno sconosciuto?» si è domandato, durante l’arringa, il difensore dell’imputata.
Oltre all’episodio alla madre è contestato il peso psicologico addossato alla 12enne sulla necessità di occuparsi dei fratellini e della nonna, visto che l’imputata trascorreva la maggior parte delle giornate al lavoro. L’imputata ha cresciuto i suoi tre figli da sola.
Nel febbraio 2016 ha preso il cellulare della figlia e controllato il profilo Instagram. Scoprendo che aveva inviato numerose foto in pose sexy a un ragazzo. Un giovane mai individuato la cui età era di 19 anni.
(da agenzie)
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Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile IL SONDAGGIO SU GIOVANI E VIOLENZA SESSUALE: UNO SU CINQUE RITIENE CHE LE RAGAZZE LO PROVOCANO CON L’ABBIGLIAMENTO E NON RITIENE VIOLENZA TOCCARE LE PARTI INTIME SENZA CONSENSO
Una ricerca di ActionAid e Ipsos su un campione rappresentativo di 800 giovani tra maschi e femmine dice che per 1 adolescente su 5 le ragazze possono provocare la violenza sessuale con un abbigliamento o un comportamento provocante.
Il sondaggio dice che i giovani sono concordi nell’attribuire ai maschi, giovani (soprattutto in gruppo) e adulti, le responsabilità degli stupri.
Ma uno su cinque non riconosce come violenza toccare parti intime altrui senza consenso.
Pur indicando l’aggressione fisica come atto violento.
Per il 78% anche fare foto e video in situazioni intime e diffonderle è violenza. Secondo i ragazzi censiti non si denuncia per vergogna (62%), paura (55%) o perché lo si ritiene inutile (48%).
Tra i motivi per cui si diventa vittime di violenza, i giovani indicano al primo posto le caratteristiche fisiche (50%), poi l’orientamento sessuale (40%) e l’appartenenza di genere (36%). Secondo il campione quasi 1 rispondente su 3 sostiene che molte persone che si identificano come transgender stanno solo seguendo una moda. Maria Sole Piccioli di ActionAid dice oggi a La Stampa che «i dati confermano la necessità di occuparsi di violenza, non solo di bullismo e cyberbullismo».
(da agenzie)
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Settembre 9th, 2023 Riccardo Fucile ALMENO 632 MORTI E 329 FERITI
È il terremoto più forte che abbia mai colpito il Marocco quello
che si è verificato la scorsa notte nella regione di Marrakesh. Una scossa di terremoto di magnitudo 7 che ha iniziato a scuotere il terreno alle 23.11 di venerdì 8 settembre. I sismografi hanno individuato l’epicentro ai piedi della catena montuosa dell’Atlante nella provincia di Al Haouz, nella cittadina di Ighil, a 70 chilometri dal capoluogo. L’ipocentro è stato localizzato a 18,5 chilometri di profondità. Secondo le prime stime citate dall’emittente televisiva Al Arabiya il terremoto avrebbe provocato 93 morti. Ma il conto è rapidamente salito fino alla stima citata dalla televisione nazionale marocchina, di 632 morti e 329 feriti. Il primo bilancio ufficiale, citato dall’agenzia di stampa Agi, parlava di 293 morti e almeno 153 feriti. Le vittime sarebbero soprattutto nelle province di Al Haouz, Marrakech, Ouarzazate, Azilal, Chichaoua e Taroudant. Secondo quanto riportano i media locali la scossa si sarebbe sentita in tutto il paese, a Safi, Essaouira, Casablanca, Rabat, Sale’, Ke’nitra, Fe’s et Mekne’s. Ma anche nei paesi vicini, come la Mauritania, l’Algeria, Gibilterra. E addirittura fino in Portogallo. Video e filmati mostrano crolli e situazioni di pericolo.
«Le facciate crollavano, la gente dorme in strada»
Scene di paura si sono verificate anche a Rabat, nonostante la città disti 350 chilomentri dall’epicentro del sisma. Le persone sono uscite dalle case e si sono riversate in strada, temendo danni gravi. La terra ha tremato per circa 20 secondi. Le porte si aprivano e si chiudevano da sole mentre correvo giù dalle scale dal secondo piano, ha raccontato Hamid Afkir, insegnante a Taroudant, non lontano dall’epicentro. Ad un certo punto abbiamo sentito delle urla, ha spiegato una residente di Essaouira, 200 chilometri ad ovest di Marrakesh. La gente è in piazza, nei bar. «Tanti hanno preferito dormire all’aperto. Parti delle facciate dei palazzi sono crollate», ha aggiunto. Secondo lo US Geological Survey, la maggior parte della popolazione vive in strutture che sono «molto vulnerabili» ai terremoti. Vaste zone del Paese, compresa quella di Marrakesh, sono rimaste senza connessione internet.
I danni
L’agenzia di stampa Ansa fa sapere che nella medina di Marrakech le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. Hanno ceduto anche alcune abitazioni. Nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino al “Café de France”. Si segnalano danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Crolli di facciate a Essaouira, sull’Oceano atlantico e a Ouarzazate, nel centro Sud. In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa. Al momento gli aeroporti sono chiusi e riapriranno stamattina.
(da Open)
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