Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
IL NUOVO AUDIO E’ VERAMENTE IMBARAZZANTE…A UNA COLLEGA DI “DIARIO DEL GIORNO”: “STIAMO CERCANDO UNA TERZA PARTECIPANTE, FACCIAMO LE THREESOME. HAI SCOPATO? C’È FICA? ENTRERAI A FAR PARTE DEL NOSTRO GRUPPO DI LAVORO? DEVI DARCI QUALCOSA IN CAMBIO”… “POSSO TOCCARMI IL PACCO? LO SAI CHE IO E ***** ABBIAMO UNA TRESCA? LO SA TUTTA MEDIASET”
Andrea Giambruno è ancora protagonista di Striscia La Notizia. Dopo il filmato del fuorionda nel quale si lascia andare ad alcune considerazioni e si rivolge alla collega, Viviana Guglielmi, con battute allusive, nella puntata di giovedì 19 ottobre, il tg satirico ha trasmesso nuove dichiarazioni del giornalista e conduttore.
Gli audio trasmessi da Striscia La Notizia stasera fanno parte ancora di un fuorionda di Andrea Giambruno. Non è chiaro a chi si rivolga il conduttore e giornalista, ma le dichiarazioni sono ben comprensibili: “Posso toccarmi il pacco mentre vi parlo” dice, “L’hai già fatto” risponde una donna.
Il conduttore continua: “Tu sei fidanzata?”. “Si, te l’ho già detto stamattina, Andrea”, la risposta. Poi ancora: “Sei aperturista? Come ti chiami? Ci siamo già conosciuti io e te?, dove ti ho già vista? Ero ubriaco? Lo sai che io e *****, abbiamo una tresca? Lo sa tutta Mediaset, ora lo sai anche tu”
“Stiamo cercando una terza partecipante, facciamo le threesome. Anche le foursome con **** . Però generalmente va a Madrid a ciu***e. Hai sco*ato? C’è fi*a? Sco**to? Entrerai a far parte del nostro gruppo di lavoro? Ti piacerebbe? Però devi darci qualcosa in cambio”.
E allora che la donna risponde: “La mia competenza”. “Noi facciamo le foursome, si sco*a”, continua Giambruno.
Il conduttore si rivolge poi a qualcun altro raccontando il botta e risposta avuto con quella donna: “Le ho detto devi fare le foursome con noi. Tradotto: si sco*a”. A quel punto interviene un uomo: “Se ti registra Striscia, poi vedi te..”. E allora che Giambruno ironizza: “Ma che ho detto? Dai. Si ride, si scherza. Veniamo dalla pandemia. Manco stessimo parlando dell’Agenzia delle entrate”.
(da Fanpage)
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Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
DATI ONU UFFICIALI: A GAZA 98.000 CASE DISTRUTTE, 3.478 MORTI TRA CUI 853 BAMBINI… COLPITI 59 OSPEDALI E 170 SCUOLE
L’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni
Unite (OCHA) ha dichiarato che più di 98.000 unità residenziali a Gaza sono state distrutte o danneggiate nell’attuale offensiva israeliana contro Hamas.
L’OCHA ha sottolineato che tale stima è conservativa, poiché è impossibile accedere a zone gravemente colpite dai bombardamenti, in particolare nella città di Gaza.
Solo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre è stato distrutto un edificio residenziale ad Al Bureij (Gaza centrale), dove sono morte 25 persone, e diversi altri hanno subito la stessa sorte a Jabalia (nord della striscia), dove ci sono stati 37 morti.
L’OCHA ha anche calcolato 59 attacchi alle strutture sanitarie, con 491 morti (di cui 471 all’ospedale di Al Ahli, colpito martedì da un missile). Sono state danneggiate anche 170 strutture educative, tra cui 20 utilizzate dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), nonché un edificio universitario, sette chiese e undici moschee.
Dopo l’attacco all’ospedale di al-Ahli, uno dei peggiori subiti da una struttura sanitaria nel mondo negli ultimi anni, le Nazioni Unite elevano i morti a Gaza dal 7 ottobre a 3.478, di cui 853 bambini, e i feriti a 12.500.
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Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
LA FOTOGRAFIA DELLA SITUAZIONE DI ACTION AGAINST HUNGER
La mancanza di accesso all’acqua è una delle maggiori sfide a Gaza, secondo l’organizzazione benefica internazionale Action Against Hunger, che mette in guardia da “una crisi sanitaria sull’orlo dell’esplosione”.
Il personale dell’organizzazione di beneficenza afferma che i rifugi per sfollati sovraffollati sono vicini al punto di rottura. Aggiungono che un rifugio a Gaza attualmente accoglie più di 24.000 persone e che il 60% dei bambini soffre di diarrea. Alcune persone ricorrono anche alla defecazione all’aperto.
L’ONU stima che ci siano meno di 3 litri di acqua pro capite ogni giorno per i 2,3 milioni di persone che vivono a Gaza, metà delle quali sono bambini che sono maggiormente a rischio di carenza idrica e infezioni diarroiche – la principale causa di mortalità infantile a livello globale.
E tale quantità è destinata a diminuire di giorno in giorno man mano che le forniture e il carburante utilizzati per rendere l’acqua potabile negli impianti di desalinizzazione vengono ridotti.
Chiara Saccardi, responsabile per il Medio Oriente di Azione contro la Fame, ha dichiarato:
Di fronte a questa situazione impossibile, molte famiglie di Gaza ricorrono a fonti di acqua non potabile, come i pozzi agricoli. Ciò li espone al rischio imminente di disidratazione e persino di un’epidemia di malattie infettive come il colera. Una tale epidemia, se dovesse verificarsi, renderebbe questa grave crisi un problema ancora più grande.
(da Globalist)
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Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
LA RICERCA DI “PAGELLA POLITICA”. IL 59% DELLE SUE DICHIARAZIONI E’ RISULTATO INATTENDIBILE O IMPRECISO
Non ha certo valore statistico ma indica un’innegabile tendenza:
dal 22 ottobre 2022, giorno dell’insediamento dell’esecutivo, ad oggi il 59 per cento delle dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che il sito Pagella politica ha sottoposto a fact-checking, è risultato impreciso o poco o per nulla attendibile.
Pagella Politica ha verificato 200 dichiarazioni della presidente del Consiglio Meloni: a 26 dichiarazioni sono stati dedicati articoli singoli di fact-checking, mentre le altre 174 dichiarazioni rientrano in articoli con più affermazioni verificate, pronunciate per esempio durante i discorsi in Parlamento o in conferenze stampa.
Il sito le ha suddivise in tre categorie: e dichiarazioni “attendibili”, quelle “imprecise” e quelle “poco o per nulla attendibili”.
Le dichiarazioni “attendibili” – scrive Pagella Politica – sono quelle corrette o con lievi omissioni, le dichiarazioni “imprecise” sono quelle in cui Meloni ha commesso alcuni errori o ha omesso alcuni dettagli importanti, mentre le dichiarazioni “poco o per nulla attendibili” sono quelle quasi o del tutto scorrette”.
Fact-checking alla mano, le dichiarazioni “attendibili” sono state 82 (il 41 per cento sul totale), quelle “imprecise” 51 (il 25,5 per cento), mentre quelle “poco o per nulla attendibili” 67 (il 33,5 per cento). Sostanzialmente in più della metà dei casi Meloni non ha detto la verità e forse sarà per questo che nel corso del suo mandato ha sviluppato un evidente fastidio per i giornalisti.
Nel suo libro La versione di Giorgia, scritto con Alessandro Sallusti, Meloni scrive: “Governare dicendo sempre la verità è fondamentale: chi non lo ha fatto, e sono stati tanti, alla fine ha sempre pagato un conto salato. Mentire, o tacere, è un’opzione furba nel breve termine e stupida nel medio periodo”. Ma soltanto in quel libro su 27 dichiarazioni ben 7 sono “poco o per nulla attendibili” mentre 11 sono imprecise.
Ha mentito sul non avere mai rilasciato “un’intervista a un giornale straniero per attaccare il governo italiano in carica” (sono almeno quattro), ha mentito anche quando nega di avere promesso il taglio delle accise, e ha mentito ancora sullo “speronamento”, mai avvento, della capitana della della nave Ong Sea Watch 3 Carola Rackete, solo per citare gli esempi più lampanti.
Nel 2022 nei video della rubrica “Gli appunti di Giorgia”, Meloni è stata più imprecisa e a volte poco attendibile.
Nelle ultime settimane, per esempio, la leader di Fratelli d’Italia ha ripetuto varie volte, in maniera fuorviante, che “la moneta elettronica è una moneta privata” e che nella scorsa legge di Bilancio non c’era un condono fiscale, un’affermazione non supportata dai fatti. Sempre nel corso del 2022, sia prima che dopo aver assunto l’incarico di presidente del Consiglio, nel mese di ottobre, le imprecisioni maggiori di Meloni hanno riguardato, tra le varie cose, anche le regole sul funzionamento del Reddito di cittadinanza e gli effetti di questa misura sul mercato del lavoro.
La maggior parte delle 200 dichiarazioni verificate durante il suo mandato ha riguardato l’economia (88 dichiarazioni, pari al 44 per cento del totale), seguita dall’immigrazione (23 dichiarazioni, 11,5 per cento) e dal lavoro (19 dichiarazioni, 9,5 per cento). Con un particolare: la presidente del Consiglio ha fatto dichiarazioni più attendibili durante i discorsi ufficiali. Per esempio il 25 ottobre 2022, in occasione del discorso alla Camera in cui ha chiesto ai deputati di dare al governo la fiducia, Meloni ha fatto 13 dichiarazioni attendibili sulle 18 che sono state verificate da Pagella Politica. In situazioni di responsabilità la presidente del Consiglio è molto più accorta. Forse anche per questo non ama i giornalisti.
(da La Notizia)
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Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
IN INGHILTERRA IL LEADER LABURISTA, KEIR STARMER, È NEL MIRINO PER LA LINEA PRO-ISRAELE
Un dirigente del Dipartimento di Stato nell’ufficio che sovrintende ai trasferimenti di armi si è dimesso per protestare contro la decisione dell’amministrazione Biden di continuare a inviare armi e munizioni a Israele mentre assedia Gaza nella sua guerra con Hamas.
Nella sua lettera di dimissioni, Josh Paul afferma che il “cieco sostegno a una parte” dell’amministrazione Biden sta portando a decisioni politiche “miopi, distruttive, ingiuste e contraddittorie rispetto agli stessi valori che sosteniamo pubblicamente”.
“La risposta che Israele sta dando, e con essa il sostegno americano sia a quella risposta che allo status quo dell’occupazione, porterà solo a sofferenze maggiori e più profonde sia per il popolo israeliano che per quello palestinese”, ha scritto Paul, che è stato direttore degli affari pubblici e parlamentari per l’ufficio affari politico-militari del Dipartimento di Stato per oltre 11 anni.
“Temo che stiamo ripetendo gli stessi errori commessi negli ultimi decenni e mi rifiuto di farne parte per un periodo più lungo”, ha spiegato. In un’intervista, Paul ha affermato che il taglio da parte di Israele dell’acqua, del cibo, dell’assistenza medica e dell’elettricità a Gaza, un territorio di due milioni di persone, dovrebbe far scattare la protezione prevista da una serie di leggi federali di lunga data intese a tenere le armi americane fuori dalle mani di chi viola i diritti umani.
Ma queste barriere legali stanno fallendo, ha detto. “Il problema con tutte queste disposizioni è che spetta al ramo esecutivo stabilire se si sono verificate violazioni dei diritti umani”, ha proseguito Paul. “La mossa di prendere una decisione non spetta a qualche entità accademica apartitica, e non c’è alcun incentivo affinché il presidente determini effettivamente qualcosa”.
Crescono i malumori nella base del Partito laburista britannico, prima forza d’opposizione del Regno Unito, contro la linea assunta dal leader neomoderato Keir Starmer sulla ri-esplosione del conflitto israelo-palestinese innescata dal sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre.
Linea denunciata da alcuni come indistinguibile su questo dossier da quella del governo conservatore di Rishi Sunak e appiattita sulle ragioni di una parte sola. A protestare sono in particolare – ma non solo – dirigenti e militanti locali con radici familiari musulmane (rappresentanti di comunità sempre più numerose nel Regno e tradizionalmente più favorevoli al Labour): come nel caso di Amna Abdullatif, dimessasi furiosamente da consigliera comunale a Manchester dopo aver accusato lo stesso Starmer di aver “orrendamente” giustificato persino l’iniziale blocco “di combustibili, acqua, cibo ed elettricità” imposto a due milioni di civili palestinesi della Striscia di Gaza, in “aperta violazione” della legge internazionale e delle indicazioni dell’Onu.
Il leader, che nei giorni scorsi aveva fatto circolare sotto traccia fra i deputati laburisti un’intimazione a non partecipare a qualunque manifestazione pro Palestina nel Regno in questa fase (intimazione subito trapelata sui social media), sta ora cercando di correre ai ripari anche nei confronti delle sensibilità dei britannici d’origine araba.
Tanto da aver convocato una riunione urgente a porte chiuse con i capigruppo di tutti i consigli locali affiancato da Sue Gray, capo del suo staff, e dal ministro degli Esteri ombra, David Lammy. Riunione durante la quale, come si è saputo, ha rassicurato che il Labour chiede pure a Israele il rispetto del diritto umanitario internazionale e la ripresa degli aiuti ai civili di Gaza; ma in cui non sono mancate contestazioni e toni accesi, stando a indiscrezioni di stampa.
(da agenzie)
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Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
I MIGRANTI, PER I GIUDICI, ERANO TRATTENUTI IN UNA STRUTTURA SOVRAFFOLLATA, IN CONDIZIONI IGIENICHE CARENTI E SENZA LETTI PER OSPITARE TUTTI I MIGRANTI – L’ITALIA DOVRÀ VERSARE E 5.000 EURO A TESTA PER “DANNI NON PECUNIARI” E ALTRI 4.000 PER LE SPESE LEGALI
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per le
condizioni di vita e la detenzione di tre migranti tunisini nell’hotspot di Lampedusa tra il 2017 e il 2019.
In tre sentenze distinte la Cedu afferma che i migranti sono stati sottoposti a “un trattamento disumano e degradante” a causa delle condizioni di vita nell’hotspot.
Sono stati “arbitrariamente privati della loro libertà”, afferma, perché trattenuti nell’hotspot “senza una base giuridica chiara e accessibile e in assenza di un provvedimento motivato che ne disponesse la detenzione”.
Nella sentenza i togati di Strasburgo evidenziano che i tre migranti sono stati tenuti nell’hotspot per periodi che vanno dai 17 giorni a oltre 2 mesi, anche se il posto era sovraffollato, le condizioni igieniche erano carenti, e mancavano i letti. Uno c’è rimasto anche dopo lo scoppio di un incendio. La Cedu ha stabilito che l’Italia dovrà versare a ciascun migrante, di cui non rivela l’identità, 5mila euro per “danni non pecuniari” e altri 4mila per le spese legali.
(da agenzie)
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Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
NEL 2022 I “NEET”, I GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO, SONO 1,7 MILIONI, QUASI UN QUINTO DELLA POPOLAZIONE TRA I 15 E 29 ANNI. UN TASSO DI 7 PUNTI SUPERIORE A QUELLO DELLA MEDIA EUROPEA
“Quella che stiamo registrando è la mancanza di lavoratori opportunamente formati e dunque competenti. Ormai in tutti i settori, non solo nel terziario, un lavoratore su due non si presenta o comunque non ha le competenze richieste dalle aziende. E questo è evidentemente un problema”. A parlare è Paolo Arena, presidente del fondo For.Te., fondo paritario interprofessionale nazionale per la formazione continua del terziario (che ha come soci fondatori Confcommercio, Confetra, Cgil, Cisl e Uil) che oggi e domani a Sorrento (Napoli) ha promosso il secondo forum sulla formazione continua sul tema “Dare forma al futuro-La centralità delle competenze.
In Europa da protagonisti o da spettatori?” che metterà a confronto diversi esperti e rappresentanti istituzionali. Arena, a margine della presentazione della due giorni, ha posto l’accento sulla centralità della formazione, sottolineando come, pur in presenza di dati Istat riferiti ad agosto che parlano di una disoccupazione scesa al 7,3%, con – 0,2 punti rispetto a luglio (ai minimi da 14 anni), e con l’occupazione salita al 61,5%, con un +0,1% sul mese precedente, permangono diversi elementi critici: “Che sono rappresentati – spiega – soprattutto dalla ancora scarsa partecipazione femminile al mondo del lavoro.
Il 43% delle donne è inattivo, e poi c’è la difficoltà della popolazione giovane ad inserirsi. Nel 2022 i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, sono quasi un quinto della popolazione tra i 15 e 29 anni (circa 1,7 milioni di ragazzi). Un tasso di 7 punti superiore a quello della media europea”.
“Sappiamo – aggiunge – quanto sia straordinario l’apporto delle donne per la crescita di un Paese e nello specifico di un’azienda. Dovremo ragionare sempre di più su quale supporto dare alle donne e alle famiglie”. Arena ha poi fatto riferimento ai dati Eurostat, per i quali l’Italia ha un tasso di partecipazione alle attività formative inferiore di 2,3 punti percentuale rispetto alla media europea. La Svezia è il Paese che registra la percentuale più alta (36,2%), con l’Italia distante oltre 26 punti percentuali da questa best practice, una quota che pone il nostro Paese al di sotto del valore medio europeo (11,9%).
(da agenzie)
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Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
L’AUDIO DIFFUSO DA ISRAELE SULLA CONVERSAZIONE TRA MILITANTI DI HAMAS E’ FALSO… ISRAELE FA SPARIRE IL TWEET DOVE IL TIMESTAMP SULL’ESPLOSIONE E’ STATO TAROCCATO
L’Idf israeliano, per sostenere la sua tesi, aveva diffuso un audio
che riporterebbe una conversazione tra due combattenti di Hamas in cui si parlava di un lancio di razzi da un cimitero vicino all’ospedale.
Secondo una traduzione della conversazione fornita dall’esercito israeliani, uno dei presunti agenti direbbe: “Stanno dicendo che le schegge del missile sono schegge locali e non come le schegge israeliane”.
La CNN non ha potuto verificare l’autenticità delle registrazioni e secondo altre fonti indipendenti addirittura l’audio sarebbe “falso”.
Il video eliminato da Israele
Anche un video pubblicato martedì sera dall’account ufficiale dello Stato di Israele sulla piattaforma X è stato presentato come prova del fatto che l’ospedale è stato colpito dal lancio di razzi dai militanti islamici. Ma il timestamp sul video sembrava non corrispondere all’ora in cui è avvenuta l’esplosione e il tweet è stato successivamente modificato.
Contattato dalla CNN, il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Lior Haiat ha spiegato: “Abbiamo ricevuto il video, pensavamo provenisse da una fonte ufficiale ma quando l’abbiamo contattata ha detto che lo aveva preso da qualche altra parte, quindi lo abbiamo tolto”.
(da agenzie)
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Ottobre 19th, 2023 Riccardo Fucile
UNA MOSSA PER PRENDERSI LA SCENA E CONQUISTARE NUOVO TERRENO A DESTRA… TAJANI SECCO: “NON PARTECIPEREMO AD ALCUN EVENTO DI QUESTO TIPO”. E CROSETTO AVVERTE: “BASTA UNA SCINTILLA, UN AVVENIMENTO, UN’IMMAGINE PER FAR ESPLODERE LE PIAZZE ARABE”
Il 4 novembre si rischia un corto circuito di piazze nella destra. Matteo Salvini scende in piazza «contro il terrorismo, per l’Occidente» e proclama, con tanto di punto esclamativo, che «tacere è una colpa!». Chi è che tace? La lista degli indiziati della Lega è lunga e non è solo nell’opposizione.
Tra i partiti di maggioranza (Carroccio a parte) infatti, il silenzio è un espediente per evitare di dire quello che si pensa: l’iniziativa di Salvini, dedicata a Oriana Fallaci, è una trovata irresponsabile in un momento delicatissimo per la situazione geopolitica e l’allarme terrorismo.
Il 4 novembre è il giorno delle Forza Armate, che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dato l’ordine di celebrare con un profilo basso, per evitare di dare un palcoscenico a eventuali atti di terrorismo. Quindi mentre la Difesa annulla due eventi per motivi pubblici di sicurezza, Salvini ne organizza un altro, non privo di rischi.
Crosetto evita ogni commento diretto, ma intervenendo a Porta a Porta dice: «C’è il timore che basti una scintilla, un avvenimento, un’immagine che faccia esplodere le piazze arabe. Se l’ideologia riparte poi basta poco per un attentato».
L’altro vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo aver risposto a un question time alla Camera, percorre il Transatlantico con una posizione nette: «Forza Italia non parteciperà ad alcuna manifestazione di questo tipo». Il capo della Farnesina, che domani sarà a Tunisi, predica prudenza e non può vedere di buon occhio iniziative di questo tipo.
Lontano dai microfoni, nel partito della premier l’imbarazzo lascia spazio a una certa indignazione. La manifestazione contro l’Islam radicale di Milano lanciata da Salvini appare, infatti, come un ennesimo tentativo di rubare consensi a destra, in un momento molto delicato.
Viene notata infatti, l’enfasi con la quale Salvini ha presentato la sua iniziativa, con una vera e propria offensiva mediatica: prima un’intervista al Tg1, martedì sera, e poi, ieri, con dei colloqui pubblicati da vari giornali: «A Milano – ha spiegato il leader della Lega parlando con Libero – chiameremo a raccolta la maggioranza pacifica silenziosa non più disposta a vivere nella paura. Ci sarà la maggioranza amica della libertà e dei diritti. Indisponibile a cedere altro spazio a fanatici ed estremisti islamici che purtroppo sono presenti in tantissime nostra città». «Ci sarà la maggioranza», ma non quella di governo.
(da agenzie)
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