Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
CI RIVEDIAMO SABATO 9 DICEMBRE
Come avevamo da tempo programmato, ci prendiamo due settimane di vacanze “disintossicanti”: il blog riprenderà le pubblicazioni sabato 9 dicembre.
Un grazie alle centinaia di amici, comunque la pensino, che ogni giorno visitano il nostro sito, anche dall’estero, gratificandoci del loro interesse.
Essere da 17 anni tra i primi blog di area in Italia, basando la nostra attività solo sul volontariato, con un impegno di aggiornamento costante delle notizie (20 articoli al giorno dal mattino a tarda sera, festivi compresi) è una sfida unica nel panorama nazionale che testimonia che non siete in pochi a pensarla come noi.
Orgogliosi di rappresentare una destra diversa, popolare, sociale, nazionale, antirazzista, solidale, legalitaria, attenta ai diritti civili.
Un abbraccio a tutti e a presto.
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
SCONTERA’ IN QUESTO MODO LA CONDANNA A UN ANNO E DIECI MESI INFLITTA, IN VIA DEFINITIVA PER TRAFFICO DI INFLUENZE, IN UNO DEI FILONI DELLA MAXI-INDAGINE “MONDO DI MEZZO”… PER L’EX SINDACO DI ROMA CI SARA’ IL DIVIETO DI USCIRE DOPO LE 22 E DI LASCIARE LA REGIONE SENZA IL NULLAOSTA DEI MAGISTRATI
Affidamento in prova ai servizi sociali per scontare la condanna a un anno e dieci mesi inflitta, in via definitiva, in uno dei filoni della maxi-indagine «Mondo di mezzo». È la pena decisa dai giudici per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, oggi portavoce del Forum dell’Indipendenza italiana che si appresta a presentare la sua nuova formazione politica, sabato 25 e domenica 26 al Midas di Roma con l’assemblea di fondazione in cui verranno annunciati nome e simbolo. Intanto, però, è arrivata la decisione dei giudici.
Nei confronti di Alemanno l’accusa è di traffico di influenze illecite nel quadro dell’inchiesta «Mondo di Mezzo» Nel 2021 Alemanno era stato assolto dall’accusa di corruzione, mentre restava da rideterminare la pena per il reato di traffico di influenze, collegato alle transazioni economiche tra Eur Spa e la cooperativa «29 Giugno» di Salvatore Buzzi, fatto per cui è arrivata la condanna – confermata in Cassazione – della corte d’Appello di Roma. Un anno e dieci mesi che, si scopre ora, l’ex sindaco dovrà scontare affidato ai servizi sociali, una misura alternativa presso la «SoSpe-Solidarietà e Speranza» di suor Paola.
Sul piano pratico, Alemanno dovrà rincasare entro le 22 e non uscire prima delle 7 del mattino per i prossimi 22 mesi. Tra i divieti, anche l’abuso di sostanze alcoliche e quello di allontanarsi dalla Regione senza nullaosta dei magistrati.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
UN NUMERO CHE NON BASTEREBBE NEANCHE A SVUOTARE L’HOTSPOT DI LAMPEDUSA
Dopo il debutto col botto, l’epopea del patto Italo-albanese sull’esternalizzazione della gestione delle richieste d’asilo entra nei dettagli e si scopre che la trama potrebbe non essere così avvincente come il trailer aveva fatto sperare. A difendere l’intesa voluta dal governo Meloni, che prevede l’istituzione di due centri di identificazione in Albania “dove lavorerà solo personale italiano e si seguiranno standard europei di rispetto dei diritti”, ci ha pensato il vicepremier Antonio Tajani venuto martedì alla Camera per le comunicazioni del governo sul tema della riforma migratoria.
“Questo protocollo non è paragonabile all’accordo tra Regno Unito e Ruanda”, ha spiegato Tajani alludendo al progetto voluto dal premier inglese Rishi Sunak che prevedeva il trasferimento di migranti dalla Gran Bretagna al Paese africano in centri gestiti da personale locale. Un piano costato a Londra 140 milioni di sterline finora senza che nessuno sia ancora stato trasferito.
Verrebbe dunque da pensare che si tratti solo di un comodato d’uso di una spiaggia dall’altro lato dell’Adriatico e infatti stando alle carte, l’Albania concederà gratuitamente all’Italia due aree, un punto di arrivo al porto di Shengjin, nella costa settentrionale del paese, e una base militare a Gjader a circa 30 chilometri dal porto.
Sui costi del progetto, che Tajani conferma “saranno tutti a carico dell’Italia”, anche le cifre iniziano ad esser più chiare, si parla di un anticipo iniziale di 16 milioni e mezzo di euro, mentre “i successivi finanziamenti potranno avvenire semestralmente a seguito di rendicontazione”.
Ma sui bonifici Roma-Tirana nel frattempo riesplode una vecchia polemica, quella del caso Agon Channel. L’imprenditore Francesco Becchetti, ex editore del canale televisivo italo-albanese, proprio oggi ha notificato un atto di pignoramento nei confronti della presidenza del Consiglio italiana per avere i 135 milioni di euro promessi dall’Italia alla sua avventura da tycoon dell’informazione oltre adriatico.
Avventura affossata proprio dal premier albanese Rama. Il timing non è casuale e pone il rischio che prima di liquidare Tirana per la gestione delle nostre pratiche d’asilo si debba liquidare Becchetti con una cifra quasi dieci volte maggiore.
Nel frattempo la generosa offerta d’aiuto del premier d’Albania alla sua amica Giorgia non è passata inosservata a casa. Le opposizioni albanesi hanno criticato l’intesa definendola pericolosa per il settore turistico che, dopo la performance da record dell’estate, ha riempito le casse delle città costiere portando migliaia di persone dall’italia, ma questa volta turisti.
Ad attaccare l’interlocutore albanese di Meloni, con tanto di fumogeni in Parlamento per interrompere il voto sulla legge di bilancio ci ha pensato l’opposizione interna guidata dall’ex presidente Sali Berisha, che con la premier italiana però condivide un pessimo trattamento da parte di Antonio Ricci, che nel 1998 gli dedicò il non proprio politically correct sketch di “Striscia la Berisha”, con conseguente crisi diplomatica.
Per sedare la versione albanese della rivolta dei balneari, ma questa volta contro Roma e non contro Bruxelles, è dovuto intervenire lo stesso Rama con un’intervista a France 24 in cui martedì ha confermato che “non si parla di 30.000 persone ma di un numero che va dai mille ai tremila”, ha spiegato il premier albanese, “tremila persone e non una di più. E non credo che una cifra tale possa sconvolgere l’industria del turismo albanese visto abbiamo già avuto più di 4000 afghani nel 2021”.
Con un tetto a 3000 richiedenti asilo però l’intera portata dell’intesa Italia-Albania potrebbe non bastare neanche per svuotare Lampedusa, e se gestita solo da personale italiano pagato dalle casse italiane non è facile trovare né cosa si risparmia né cosa si semplifica.
Ma se i risultati pratici non sono chiari quelli politici sono evidenti e sono sotto gli occhi tutti oggi a Berlino dove Italia e Germania surfano l’onda di una ritrovata intesa che porterà alla firma diversi accordi bilaterali tra cui uno proprio sulla migrazione.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
SI TRATTA SEMPLICEMENTE DI UNA PAROLA “THRASHER” DELL’OMONIMA RIVISTA DELLO SPORT DI SKATE
Mentre proseguono le indagini e vengono raccontati i dettagli di come sarebbe stata uccisa Giulia Cecchettin, l’opinione pubblica si sta spostando dal tema del femminicidio verso altri argomenti, cavalcati in particolar modo da ambienti religiosi come da quelli complottisti, passando per il clickbait di certi ambienti social che sfruttano l’omicidio della ragazza per ottenere un seguito.
Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, è diventata particolarmente nota a seguito delle sue critiche nei confronti del vicepremier Matteo Salvini, contestato nell’essere più severo nei confronti degli immigrati accusati di omicidio piuttosto che di un ragazzo bianco e italiano.
A seguito di un intervento a Dritto e Rovescio (Rete4, Mediaset), in molti si sono soffermati non sulla definizione data a Filippo Turetta («figlio della cultura dello stupro»), ma sulla felpa che indossava: nera con una stella a cinque punte, spacciata per satanista.
«E poi quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto» scrive in un post Facebook del consigliere regionale veneto Stevano Valdegamberi.
Bastava leggere la scritta per comprendere il contesto: si tratta di una felpa riportante la parola “Thrasher” dell’omonima rivista di skate. Troviamo diversi prodotti con lo stesso disegno alla voce “Skategoat”, nome usato anche dallo skateboarder professionista Leandre Sanders
Il capro espiatorio nello skate
Già nove anni fa veniva discusso il significato della presenza di Bafometto, l’idolo pagano con la testa da caprone, e se c’era un collegamento con il satanismo.
Ma basta guardare alla parola per comprendere il motivo della presenza dell’animale. Skategoat è un termine utilizzato nell’ambito dello skateboard per definire una “scusa”, un “capro espiatorio” che si incolpa quando non si riesce in un trick.
Capro espiatorio in inglese si dice scapegoat, da lì il gioco di parole con skate. Si spiega così perché sul logo è presente una capra, ma c’è dell’altro e lo spieghiamo nel capitolo qui sotto
La rivista Thrasher e la “ribellione” Metal
Presso il sito Royal College of Art è presente uno studio sulla rivista americana di skate e sui simboli utilizzati. Il logo viene visto esternamente come promozione del culto satanico, ma l’ideale della rivista è di un «simbolo di sfida» e una «messa in discussione delle regole, delle pressioni della società, della curiosità e dell’accettazione dei valori degli altri». Di fatto, le immagini di Bafometto apparivano negli album dei gruppi Heavy Metal, un genere musicale che è stato spesso associato al satanismo. Artisti come il britannico Ozzy Osbourne, frontman dei Black Sabbath, risultano essere molto trasgressivi suscitando polemiche nei gruppi religiosi, nonostante lui stesso (John Michael Osbourne) fosse un credente praticante della Church of England e che pregasse prima di ogni spettacolo.
Elena e la musica
Scorrendo il profilo Instagram di Elena Cecchettin (@siderealfire), in molti hanno pensato a una “fanatica del culto satanico”. In realtà, gran parte degli abiti che mostra nelle foto riguardano la musica. In un post del 27 giugno 2023 indossa una maglietta con scritto Venezia Hardcore Fest, la stessa che troviamo in un post dell’omonimo account del festival. In un’altra foto mostra una maglietta molto riconoscibile, quella dei Nirvana con la scritta Nevermind. Tra gli abiti che indossa fa una citazione a quello indossato da Kurt Cobain dei Nirvana in un concerto del 1991. Proseguendo troviamo una maglietta della cantante Nicole Dollanganger per la quale pubblica un’altra foto in cui si veste come nella copertina dell’album Natural Born Losers.
(da Open)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
QUALCUNO AVVISI LA MELONI CHE IL SUO AMICO CONSERVATORE SUNAK NON LA PENSA COME LEI
Mentre in Italia tiene banco da mesi il dibattito politico sull’approvazione o meno del salario minimo, nel Regno Unito il governo di Rishi Sunak ha deciso di innalzarlo.
Dopo che a ottobre Jeremy Hunt del Partito Conservatore aveva già annunciato un aumento da 10,42 sterline a 11 all’ora, la novità è che la soglia minima salirà ancora, arrivando a 11,44 sterline.
Dal prossimo aprile, come scrive Repubblica, si parlerà di oltre un pound in più all’ora. E si tratta del più sostanzioso aumento da quando il salario minimo è stato introdotto dal governo laburista di Tony Blair nel 1998. La novità significherà un aumento di circa il 10 per cento in busta paga, pari a 1.800 sterline all’anno (circa 2mila euro) per i lavoratori a tempo pieno che hanno almeno 23 anni.
Nel Regno Unito per loro il salario minimo si chiama “National Living Wage” ed è entrato in vigore nel 2016.
Si abbassa anche l’età minima
Non solo. Hunt e Sunak, come annunceranno oggi, scrive sempre Repubblica, hanno anche deciso di abbassare l’età minima per ricevere il Nlw da 23 a 21 anni. Uno “scatto” che farà sì che i giovani lavoratori di 21 e 22 anni si vedranno aumentare il proprio salario minimo orario complessivamente del 12,4% (da 10,18 sterline all’ora a 11,44). I propri stipendi aumentaranno quindi di circa 2.300 sterline all’anno, pari a oltre 2.500 euro. Nel Paese ne beneficeranno 2,7 milioni di lavoratori in più.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
C’E’ UN ASPETTO DA SOTTOLINEARE: PERCHE’ LOLLOBRIGIDA E’ ANDATO A CAIVANO SOLO PER TAGLIARE UN NASTRO, VISTO CHE LUI E’ MINISTRO DELL’AGRICOLTURA E NON ERA IL MINISTRO PREPOSTO?…. SOLO PER IMMAGINE ELETTORALE, QUINDI NESSUNA URGENZA
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha fatto fermare un treno Frecciarossa in ritardo e ottenuto di scendere in una fermata straordinaria a Ciampino, nei pressi di Roma. La vicenda – ricostruita dal Fatto – è avvenuta nella giornata di ieri che ha visto ritardi a cascata su tutta la rete a causa di un guasto sulla tratta da Roma e Napoli.
Lollobrigida era diretto a Napoli Afragola, da dove poi si sarebbe dovuto recare a Caivano per l’inaugurazione di un nuovo parco urbano.
Dopo l’evento nella cittadina campana il ministro sarebbe dovuto tornare nella capitale per registrare il suo intervento alla trasmissione ‘Avanti Popolo’ di Nunzia De Girolamo.
Il Frecciarossa 9519 su cui si trovava il ministro, partito da Torino alle 7.00 e diretto a Salerno, ha accumulato un ritardo di quasi due ore. Il guasto sulla linea Alta velocità, a sud est di Roma Termini, ha costretto Trenitalia a dirottare tutte le Frecce e gli Intercity sulla vecchia linea Roma-Napoli.
Visti gli ulteriori problemi e i conseguenti ritardi, Rfi ha autorizzato il capotreno a una fermata straordinaria nella cittadina aeroportuale di Ciampino. Dove il ministro, imbarcatosi è sceso col suo staff e ha preso l’auto blu verso Caivano.
Le reazioni
È scontro politico con le opposizioni all’attacco. “Il ministro Lollobrigida non può trasformare i treni italiani nella sua auto blu. La fermata straordinaria imposta da Lollobrigida a Ciampino, come si apprende oggi dalla stampa, è un atto di un’arroganza ingiustificabile, uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini e le cittadine che erano sul suo stesso treno, già in ritardo”. Così il deputato dem Andrea Casu, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare “per fare subito piena luce su questa brutta storia”.
“Se il ministro Lollobrigida ha davvero fermato un treno Alta Velocità in una stazione sul percorso Roma-Napoli ed è sceso proseguendo poi in macchina siamo in presenza di un abuso di potere senza precedenti. I ministri possono usare i mezzi dello Stato ma non possono fermare i treni di tutti i cittadini. Se la notizia sarà confermata chiederemo in Aula le dimissioni di Lollobrigida”. Così Matteo Renzi sui social.
Un gesto, commenta Giuseppe Conte, che “rappresenta un segnale devastante della politica ai cittadini in un momento di tagli e di manovre lacrime e sangue”. Il presidente del M5s non si sbilancia sulla richiesta di dimissioni del ministro: “Ci riserviamo tutte le valutazioni del caso”.
“Dalla sovranità alimentare per l’Italia alla sovranità ferroviaria per se stesso”, ironizza il segretario di Più Europa Riccardo Magi che chiede al ministro di “correre in Parlamento a spiegare”.
Sarcastico anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Gli italiani non hanno bisogno di una versione governativa del Marchese del Grillo. E forse non hanno bisogno neanche di Lollobrigida al governo”.
“L’autorità giudiziaria verifichi se c’è stata interruzione di pubblico servizio e abuso d’ufficio”, chiede il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs Angelo Bonelli.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
I LIBERALI DI RUTTE SCHIERANO LA MINISTRA YESILGOZ-ZEGERIUS, EX RIFUGIATA DURISSIMA CON I MIGRANTI. POI IL SOVRANISTA GEERT WILDERS, CHE RISALE NEI SONDAGGI DELL’ULTIM’ORA. E INFINE, L’ESTREMISTA DI CENTRO, PIETER OMTZIGT, E IL TANDEM LABURISTI-VERDI DI TIMMERMANS
Tra le finestre già addobbate per Natale delle villette di Scheveningen, spiaggia sul Mare del Nord dove veniva a scrivere Marguerite Duras, ne spicca una: è affollata di pupazzetti neri, con la blackface e il cappello di Babbo Natale.
Qualcuno li fotografa: fanno discutere. Da anni in Olanda un movimento antirazzista lotta per cancellare dalla tradizione Zwarte Piet, l’elfo-schiavo di Babbo Natale — qui Sinterklaas — che ricorda il colonialismo. Hanno protestato sabato nel villaggio di De Lier, dove si festeggiava Sinterklaas. E un centinaio di residenti « normaal », cioè olandesi da generazioni, ha difeso la tradizione lanciando agli attivisti uova e fumogeni. Nove arresti.
In questo clima i Paesi Bassi votano per rinnovare la Camera Bassa e dunque il governo. Quello di Mark Rutte, il più longevo della storia recente, è caduto dopo 13 anni proprio sull’immigrazione (cui i Liberali, il partito di Rutte, volevano imporre un giro di vite). E sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione si è svolta la campagna elettorale, segnata negli ultimi giorni da un’impennata nei sondaggi dell’ultrasovranista Geert Wilders, il cui programma è, in sintesi, abolire il Corano.
Negli ultimi sondaggi ben quattro partiti hanno la possibilità di arrivare primi e quindi ricevere l’incarico di formare un governo. Al primo posto i Liberali, il cui timone Mark Rutte ha lasciato alla sua ministra della Giustizia Dilan Yesilgoz-Zegerius: 17-19%. Poi Geert Wilders e i suoi: 16-18,5%.
Gli altri hanno escluso di governare con lui, tranne Yesilgoz-Zegerius. Alla guida dei liberali con la missione di compiere la stretta sull’immigrazione che a Rutte non è riuscita, e nonostante sia figlia di un sindacalista curdo e arrivata in Olanda nel 1980 come richiedente asilo, aveva detto che avrebbe potuto governare con Wilders.
Ieri, al tradizionale dibattito finale in Parlamento, in diretta tv, lo ha parzialmente rinnegato: «Non lo sosterremmo se vincesse». Sottinteso: se vincessero i liberali sarebbe un prezioso alleato a destra. «Wilders deve a lei la sua rimonta», spiega Joost van Spanjen, professore di Scienze politiche alla Royal Holloway University.
Terzo, nei sondaggi, il macilento tandem progressista Laburisti-Verdi, guidato dall’ex commissario Ue Frans Timmermans: 15-17%, con forse qualche slancio dato dagli indecisi che vorranno arginare la destra-destra. E infine il Nuovo contratto sociale di Pieter Omtzigt, formazione «di estremo centro»
(da Il Corriere della Sera)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
“PER ME NON E’ PATRIARCATO, E’ SUPREMAZIA DEL MASCHIO”
La leader di +Europa ed ex ministra Emma Bonino invita i maschi a scendere in piazza per assumersi le proprie responsabilità. E sul dibattito nato dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin dice che quello che si vede «io non lo chiamerei patriarcato. Io la chiamo solo supremazia del maschio che è una cultura persistente secondo la quale le donne in generale sono vittime di qualcuno o comunque proprietà di qualcuno». In un’intervista al Quotidiano Nazionale Bonino aggiunge: «Questo tipo di violenza dei maschi verso le donne attraversa tutti gli strati sociali. Molti sono ‘bravi ragazzi di famiglie perbene’. Insomma è un fenomeno trasversale, ma anche per questo ho molta compassione per la famiglia di Giulia e altrettanta per quella di Filippo. In modi diversi entrambe famiglie distrutte dove adesso partiranno le colpevolizzazioni in un sistema che si avviluppa su se stesso e dove difficilmente se ne uscirà». Infine, la suggestione di una manifestazione «di maschi per i maschi»: «Sarebbe un’assunzione collettiva di responsabilità. Ora si cominciano a formare delle crepe, forse troppo tardi o forse troppo poco, ma sta di fatto che si comincia a riflettere sul fatto, evidentissimo, che le vittime sono quasi tutte femmine e i carnefici sono quasi tutti maschi. Cosa che fino a oggi per lo più si erano rifiutati di vedere e accettare».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 22nd, 2023 Riccardo Fucile
ANCHE PER QUESTO GASPARRI AVEVA CHIESTO DI CONVOCARE SIGFRIDO RANUCCI IN COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI E HA FATTO UNO SHOW IN QUELLA SEDE ATTACCANDO IL GIORNALISTA CON CAROTA E COGNAC PER SCREDITARLO)
Forza Italia cambia volto al Senato: Maurizio Gasparri prende il posto di Licia Ronzulli come capogruppo a Palazzo Madama. La decisione è stata presa negli ultimi giorni ai vertici del partito e ufficializzata ieri sera in una riunione, accesa, di gruppo: la scelta è stata del presidente Antonio Tajani (seppur titubante) su richiesta della famiglia Berlusconi.
In questo modo si completerà il cambio di faccia di Forza Italia che avrà entrambi i gruppi parlamentari vicini alle posizioni di Giorgia Meloni. Già a fine marzo alla Camera era stato sostituito il capogruppo Alessandro Cattaneo, vicino a Ronzulli, con Paolo Barelli, fedelissimo di Tajani. L’unica figura rimasta in Forza Italia che avrebbe potuto mettere in difficoltà Meloni era Ronzulli, che ha rapporti pessimi con la premier da tempo, tanto da aver posto un veto per il suo ingresso nel governo. L’accordo prevede che Ronzulli prenderà il posto di Gasparri come vicepresidente del Senato, ruolo istituzionale ma politicamente più innocuo. Il presidente Ignazio La Russa è stato il garante dell’operazione.
La decisione di sostituire Ronzulli con Gasparri però non è dovuta solo a ragioni politiche. C’è anche una motivazione più pratica: la volontà del senatore e di Forza Italia di mettersi al riparo dall’inchiesta di Report che lo riguarda e di evitare possibili imbarazzi, dicono tre dirigenti di Forza Italia che chiedono l’anonimato per parlare liberamente della questione.
Il servizio giornalistico, insomma, ha accelerato la sostituzione al Senato. Lui ieri, parlando a Un Giorno da Pecora, ha negato: “Resto dove sono”, ha detto. Ma la decisione è stata presa. Da settimane il programma Rai di Sigfrido Ranucci sta preparando una puntata su Gasparri che dovrebbe essere trasmessa in una delle prossime puntate. Il senatore ne è a conoscenza da metà ottobre perché i cronisti di Report gli hanno fatto alcune domande. Anche per questo Gasparri ha chiesto di convocare Ranucci in commissione di Vigilanza Rai dopo l’inchiesta su Forza Italia e martedì 6 novembre ha fatto uno show in quella sede attaccando il giornalista con carota e cognac per screditarlo. La scorsa settimana il senatore ha anche presentato un esposto ai carabinieri del Senato. Ma non basta. La sostituzione ai vertici del gruppo a Palazzo Madama serve proprio per evitare il problema della nuova puntata di Report.
L’inchiesta giornalistica sta preoccupando i vertici di Forza Italia e per questo hanno studiato la soluzione del cambio nel gruppo. Il ragionamento, infatti, è questo: se le accuse del programma coinvolgessero Gasparri da vicepresidente del Senato, la questione diventerebbe istituzionale e si estenderebbe anche alle altre forze di maggioranza (magari anche a Palazzo Chigi o al Quirinale) che dovrebbero prendere in considerazione possibili dimissioni. Situazione che diventerebbe pesante a Palazzo Madama visto che Report si sta occupando da settimane del presidente del Senato La Russa. già colpito dall’inchiesta giudiziaria a Milano che riguarda il figlio Lorenzo Apache. Se invece l’inchiesta giornalistica riguardasse Gasparri come capogruppo, la questione sarebbe più facile da gestire: sarebbe limitata al partito e Forza Italia potrebbe decidere più facilmente di lasciarlo al suo posto.
(da il Fatto Quotidiano
argomento: Politica | Commenta »