Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
IL TESTO INTEGRALE DEL SUO INTERVENTO CENSURATO DAL REGIME MELONIANO
«Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana». È un passaggio dell’intervento di Antonio Scurati, la cui partecipazione è stata cancellata questa sera su Rai3. Il testo è disponibile sul sito di Repubblica.
Matteotti e le Fosse Ardeatine, fino alla strage di Marzabotto
«Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole, recita un passaggio dell’intervento. E ancora: In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani».
«Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nel 2022 aveva due strade: ripudiare o riscrivere la storia. Ha imboccato la seconda via»
«Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via», recita.
(da agenzie)
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Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
“QUALCUNO DAVVERO CREDE CHE LA CENSURA POSSA SPOSTARE CONSENSI ALLE PROSSIME ELEZIONI?”
Prima gli emendamenti sulla par condicio, poi la cancellazione improvvisa dell’intervento del premio Strega Antonio Scurati, in mezzo la puntata di Porta a Porta sull’aborto con sette uomini e nessuna donna in studio e l’annullamento parziale delle seguitissime repliche estive di Report i cui contenuti verranno «concordati con l’azienda», tutto condito da addii illustri ultimo dei quali quello di Amadeus. Cosa sta succedendo in Rai? A chiederselo sono in molti e tra loro anche il Comitato di Redazione della Direzione Approfondimento dell’emittente nazionale che commenta «sgomento» le notizie, le queli rimbalzate su quotidiani e social network e hanno contribuito alla pessima fama che la Rai sembra fare di tutto per conquistarsi presso il suo pubblico.
Il caso Ghali
«La stessa Rai – continua la rappresentanza sindacale dei giornalisti Rai – che alcuni mesi fa era finita nell’occhio del ciclone per l’insostenibile reprimenda a un cantante, reo di aver chiesto in diretta la pace in Medio Oriente». E ancora: «Come giornalisti della direzione Approfondimento, impegnati quotidianamente nella realizzazione di programmi storici, che sono il volto dell’informazione della Rai (Agorà, Report, Presa Diretta, Porta a Porta, Chi l’ha visto, Petrolio, Mi manda Rai 3), esprimiamo la nostra preoccupazione su questa deriva. Ci chiediamo chi sia il mandante di questi scivoloni (la politica? il governo? Il cda?). E specialmente che senso abbia questo impeto tafazziano, che sta minando la nostra autorevolezza presso il pubblico».
La Rai non è terreno di conquista
I giornalisti arrivano quindi a una domanda diretta: «Qualcuno davvero crede che tutto ciò possa spostare consensi per le prossime elezioni? Qualcuno pensa davvero che la Rai sia uno strumento per le campagne elettorali o per insignificanti posizionamenti politici? Ancora una volta urliamo: la Rai non è dei governi (questo o quelli precedenti poco cambia), né dei partiti (maggioranza o opposizione, è lo stesso), né dell’attuale (o delle passate) dirigenza aziendale. La Rai è dei telespettatori e dei suoi lavoratori. Non è terreno di conquista, è uno spazio plurale, una babele, che dà voce alla società italiana nelle sue complessità e contraddizioni». Si conclude quindi il comunicato a firma di Filippo Barone e Manuele Bonaccorsi: «Chiederemo al direttore Paolo Corsini – giornalista di lungo corso della Rai che stimiamo professionalmente – un confronto su questi temi, affinché si faccia garante e responsabile presso il corpo redazionale e presso l’editore della correttezza e dell’indipendenza del nostro lavoro».
(da agenzie)
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Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
CORSINI PRLA DI “ACCERTAMENTI DI NATURA CONTRATTUALE” PER GIUSTIFICARE LA CENSURA, MA IL CARTEGGIO INTERNO ALL’AZIENZA LO SMENTISCE: “ANNULLATO PER MOTIVI EDITORIALI”… ABBIAMO PURE UN DIRETTORE CHE MENTE
Niente censura, l’intervento di Antonio Scurati alla trasmissione Rai “Che sarà” è stato annullato per problemi contrattuali economici.
Ma in realtà uno scambio telematico di informazioni fra le strutture Rai – di cui è entrato in possesso il quotidiano Repubblica – si specifica che «la partecipazione dello scrittore in qualità di autore di testi creativi viene annullata per motivi editoriali».
«Nessuna censura. La partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione Che sarà…, condotta da Serena Bortone, non è mai stata messa in discussione», aveva dichiarato il direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, precisando che in corso c’erano accertamenti «di natura economica e contrattuale».
La conduttrice Serena Bortone aveva raccontato su Instagram che l’intervento dello scrittore Antonio Scurati nella puntata di Che Sarà era stato «annullato». Senza saperne, tra l’altro, il motivo. «Come avrete letto nel comunicato stampa, nella puntata di questa sera di “Che sarà” era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili. Ma devo prima di tutto a Scurati, con cui ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori la spiegazione del perché stasera non vedranno lo scrittore in onda sul mio programma su Raitre. Il problema è che questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io», ha scritto la giornalista.
«Casi come quello che coinvolge in queste ore Antonio Scurati rischiano di screditare il servizio pubblico, ne minano la credibilità e gettano un’ombra sulla sua indipendenza. Non è accettabile trattare così una personalità del calibro di Scurati. È necessario che l’azienda dia risposte più dettagliate sulle ragioni che impedirebbero la sua presenza nella trasmissione di Serena Bortone. Mi auguro che non si tratti di una scelta editoriale e che si chiariscano tutti gli aspetti di questa vicenda con una risposta convincente per sgomberare il campo da qualunque sospetto di intento censorio», dice la presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia.
Le proteste
Scurati è professore di letterature comparate all’Università IULM. Nel 2018 ha scritto M. Il figlio del secolo, primo romanzo di una tetralogia dedicata a Benito Mussolini e al fascismo. Il libro ha vinto il premio Strega nel 2019 e presto diventerà una serie televisiva per Sky. La presunta censura di Scurati, oltre alle proteste dei giornalisti Rai, ha scatenato le lamentele del Pd. «Abbiamo il diritto di sapere perché è stato cancellato il monologo di Scurati sul 25 aprile. Monologo che sarebbe dovuto andare in onda stasera nel programma di Serena Bortone su Rai3.
La stessa giornalista non sa perché. Qualcuno spieghi, altrimenti è chiaro che è censura», ha scritto la senatrice Simona Malpezzi su X. Francesco Verducci, componente della commissione di Vigilanza Rai, ha parlato di «un caso gravissimo di censura nei confronti di Scurati. E un caso gravissimo di violazione dell’autonomia editoriale di un programma, oltreché una inquietante intimidazione di fatto nei confronti dell’autrice». Sandro Ruotolo ha invece parlato di censura di Telemeloni: «Chiediamo ai vertici aziendali di fornire immediatamente il perché».
I 5 stelle presentano interrogazione in Commissione vigilanza
«Visto che Serena Bortone non è riuscita ad ottenere alcuna spiegazione plausibile sul perché lo scrittore Antonio Scurati non potrà andare ospite stasera a CheSarà su Rai3, la Rai dovrà rispondere alla nostra interrogazione in commissione di Vigilanza. C’entra qualcosa il fatto che l’autore avrebbe dovuto interpretare un monologo sul 25 aprile? Davvero temi come la cultura e l’antifascismo fanno così paura alla Rai meloniana?». Lo affermano in una nota i componenti del M5s in commissione di Vigilanza Rai Dolores Bevilacqua e Luca Pirondini. «L’azienda sarebbe ancora in tempo per tornare sui suoi passi e rivedere questa decisione assurda, che puzza di censura lontano un miglio, consentendo a Scurati di essere ospite stasera dalla Bortone. Ci auguriamo – concludono Pirondini e Bevilacqua – che questo avvenga per evitare un ulteriore colpo all’immagine della Rai e del nostro Paese sul fronte della libertà di espressione».
(da agenzie)
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Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
LA RAGAZZA DOPO IL BATTESIMO DEL VOLO, SAREBBE STATA FRUSTATA CON RAMOSCELLI DI ALLORO E POI LANCIATA IN PISCINA…MA BASTA CHIAMARLO “RITO”, E’ UNA CAZZATA DA TROGLODITI. IL NONNISMO CURATEVELO DA UNO PSICHIATRA
“Venni a conoscenza della vicenda dai social. Ero ministro della difesa e chiesi informazioni. C’era già un’inchiesta in corso. Nella relazione poi fatta dall’Aeronautica venne descritto un rito goliardico che rientrava nella tradizione, ma dopo scoprii che proprio quel rito non era stato ben descritto”.
Al Tribunale di Latina nel processo sulle violenze che avrebbe subito l’allieva pilota dell’Arma Azzurra, Giulia Schiff, ha testimoniato l’ex ministra della difesa Elisabetta Trenta. E la testimonianza dell’ex esponente del primo Governo Conte è stata oggetto di una serie di contestazioni da parte delle difese, partendo dall’avvocato Michela Scafetta.
L’ex allieva Schiff, originaria di Mira, in provincia di Venezia, secondo gli inquirenti avrebbe subito atti di nonnismo durante il battesimo del volo a Latina. Sarebbe stata frustata con dei ramoscelli di alloro, spinta contro l’ala di un aereo e poi buttata in piscina. Con l’accusa di lesioni sono così imputati otto sergenti del 70esimo Stormo dell’Arma Azzurra
Giulia, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Strampelli, in aula ha già sostenuto che “le frustate erano dolorose” e che sentiva “un fortissimo bruciore” dove era stata colpita. Oggi hanno parlato il padre, che aveva contattato un collega, essendo stato anche lui pilota, lamentando quanto accaduto alla figlia, e una psicologa. L’attenzione si è però concentrata sulla testimonianza di Elisabetta Trenta.
“Avevo preso posizione a favore di Giulia sui social – ha anche ammesso l’ex ministra – ma a titolo personale e poi l’ho incontrata a Roma e in altre occasioni. Ho celebrato anche le sue nozze”. Precisazioni fatte rispondendo alle domande delle difese, che hanno contestato quel rapporto tra l’ex ministra e la parte lesa e anche i dubbi della politica sulla relazione dell’Aeronautica, ritenendo anche che chi ha avuto ruoli di Governo non può testimoniare su fatti di cui è venuta a conoscenza in virtù di quei ruoli, ma il Tribunale ha comunque ammesso la testimonianza.
“La commissione ha comunque concluso sollecitando un ritorno al rito bello delle origini, con un richiamo in tal senso ai comandanti. Quel rito prevedeva solo un tuffo in piscina”, ha insistito la Trenta.
(da agenzie)
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Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
A CUI VANNO AGGIUNTI 2,5 EURO DI TASSA ALL’AEROPORTO, ALTRI 9,50 PER IL VAPORETTO: TOTALE 17 EURO PER METTERE PIEDE IN CITTA’… L’EX SINDACO MASSIMO CACCIARI TUONA: “UNA GABELLA MEDIEVALE”… C’E’ LA SOLUZIONE: NON ANDARCI PER NON ESSERE TAGLIEGGIATI
Il giorno di San Marco, patrono dell’ex Serenissima, omaggia “Grand Hotel Venezia” con un debutto mondiale. Per la prima volta, giovedì 25 aprile e in altre ventotto date del 2024, una città abitata sarà ufficialmente accessibile, in giornata, solo su prenotazione e a pagamento. Residenti, veneti, ospiti in hotel e alloggi turistici, non dovranno registrarsi né pagare i 5 euro del nuovo “contributo d’accesso”. La tassa anti-overtourism stabilita dal sindaco Luigi Brugnaro per “combattere il mordi e fuggi”, spacca però gli stessi veneziani e minaccia di rivelarsi un fallimento.
Favorevole al test, tiepidamente, solo la maggioranza politica di centrodestra. Contrari o scettici opposizione di centrosinistra, cittadini, associazioni, categorie economiche e circoli culturali. Già al debutto, in piazzale Roma, si annuncia una manifestazione a sostegno dei visitatori che non possono permettersi di dormire sulle isole del centro. “Operazione indecente – sintetizza l’ex sindaco Massimo Cacciari – scandalosa, ambigua, discriminante e illegale.
Invito i vertici Ue e i turisti di tutto il mondo a boicottare una gabella medievale che punta, maldestramente, a fare cassa. In Europa la libera circolazione è un diritto: Solo dei dementi possono illudersi di restituire la vita a Venezia tassando chi passa: mentre ogni azione amministrativa punta ad alimentare sempre più l’assalto del turismo di massa al centro storico”
Sotto accusa, causa troppe eccezioni, “la finzione di prenotazione e biglietto”. Chi entrerà in città prima delle 8.30 e dopo le 16, sarà esente dal ticket. Cancellati numero chiuso e tornelli conta-persone. Il controllo dei 150 mila turisti che nei giorni da bollino nero paralizzano le calli, è affidato a 200 tra steward e agenti municipali: poche decine, in qualità di pubblici ufficiali, possono però identificare le persone ed elevare multe fino a 500 euro ai “trasgressori”.
Impossibile, del resto, negare l’emergenza dell’assalto. In centro sono rimasti 48.997 abitanti, in maggioranza over 65: in compenso i posti letto turistici sono oltre 52 mila e nei giorni di punta i visitatori superano quota 170 mila.
Nel 2023 in 38 milioni hanno voluto vedere piazza San Marco: solo il 30% ha dormito in laguna.
I primi a non crederci sono albergatori e commercianti
Alla vigilia del debutto, con 100 mila registrazioni sul portale del Comune e sole 25 mila prenotazioni concluse per l’intero 2024, l’incubo del flop si insinua anche negli uffici di Ca’ Farsetti.
In ansia anche i gondolieri. “Dopo il Covid – dice il presidente Andrea Balbi – i giorni buoni sono diminuiti. Se arrivi a Venezia in aereo paghi una tassa di 2,5 euro, il vaporetto per i turisti ne costa altri 9,50, ora si aggiunge il ticket giornaliero di 5. Fanno 17 euro a testa solo per mettere piede in città. Una famiglia di quattro persone comincia a spendere quasi 70 euro: cercherà di recuperare questi soldi tagliando altre opportunità, dai pasti ai musei. Noi però non bocciamo il test prima del via: tecnici ed esperti avranno studiato, vediamo come va e se emergeranno errori da correggere chiederemo al Comune di farlo”.
(da agenzie)
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Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
IN CALO IL GRADIMENTO PER GOVERNO E PREMIER
Fratelli d’Italia al 28,5. In crescita anche il Partito Democratico, mentre cala il Movimento 5 Stelle. E con l’accordo con Noi Moderati Forza Italia supera la Lega.
I sondaggi di Ipsos illustrati oggi da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera dicono anche che il gradimento nei confronti del governo Meloni e della premier è in calo, mentre tra i leader di partito Antonio Tajani è saldamente in testa dietro Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Subito dopo c’è Matteo Salvini.
Oggi soltanto il 49% degli intervistati è però propenso a recarsi alle urne per le elezioni europee dell’8 e del 9 giugno. Il 51% è invece propenso ad astenersi.
Alle scorse europee astenuti e schede bianche sono arrivati al 48%. L’astensione stimata sale di dieci punti rispetto alle elezioni politiche.
Per quanto riguarda i voti ai partiti, FdI sale di un punto percentuale in un mese, mentre il Pd si attesta al 21,2 in crescita dello 0,7%.
Il Movimento 5 Stelle invece perde lo 0,2% ed è al 15,9%.
Fi e Nm insieme sono all’8,6% mentre la Lega è al 7,4% in calo dello 0,6%.
La prima rilevazione di Stati Uniti d’Europa dà Renzi e Bonino al 4,5% mentre Azione di Carlo Calenda è al 3,8% in crescita dell’1,3%. L’Alleanza Verdi Sinistra, che di recente ha annunciato la candidatura di Ilaria Salis, è al 3,7% e cresce dello 0,4%. Il movimento Libertà di Cateno De Luca è al 2,5% mentre la lista di Michele Santoro Pace Terra Dignità arriva all’1,5 ed è stabile.
(da agenzie)
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Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
ARIANNA, LA CONTROFIGURA DI GIORGIA: CRITICA DRAGHI E FA CAMPAGNA PER LOLLO
La voce è la stessa, il tono identico (“Aho quanti siete…”), pure il ritardo con cui si presenta agli eventi (40 minuti).
I clienti delle Terme dei Papi di Viterbo, che girano in accappatoio e infradito, la confondono: “C’è la Meloni… ah no è la sorella”, dice delusa una signora appena uscita dalla piscina incuriosita dalla strana platea.
Ma quando si accorge che non c’è la premier torna indietro a godersi la tintarella. Perché l’effetto che fa Arianna Meloni al suo primo comizio è quello della controfigura di Giorgia. Uno sdoppiamento utile per la campagna elettorale. La premier guida il Paese da Chigi, Arianna le piazze per le Europee: la prima si candiderà, la seconda farà campagna (sono previsti altri comizi) ma non sarà in lista.
Ma non è la stessa cosa. Perché Arianna Meloni, da agosto capo della segreteria politica di FdI, non è abituata a tutta questa pubblicità, avrebbe evitato volentieri i giornalisti (“vorrei salutare i militanti, ma con voi è difficile”). È timida, quasi in imbarazzo a parlare in pubblico: “Mi avete ravvivato la giornata – dice ironica – non sono per niente intimidita”. Legge un discorso scritto, più volte incespica con tanto di applauso di incoraggiamento. Il contrario della sorella che negli stessi minuti chiude il comizio del centrodestra a Potenza in vista delle Regionali di domenica.
Arianna Meloni arriva alle Terme dei Papi con una 500 bianca, accompagnata dal responsabile del Servizio Studi di FdI Francesco Filini, fedelissimo di Giovanbattista Fazzolari, e dal deputato viterbese Mauro Rotelli. La scelta del posto non è casuale: è qui, a Viterbo, che nel 2004 ebbe inizio la carriera politica di Meloni con la vittoria al congresso contro Carlo Fidanza. Deve annunciare la candidatura di Massimiliano Grasso a sindaco di Civitavecchia e poi di un candidato della Tuscia alle Europee.
La aspettano tutti: una sala – ovattata, piena di dirigenti di FdI – di 250 persone. La capogruppo in Comune Laura Allegrini la definisce una “leader maxima a livello europeo e non solo” e ricorda i “manipoli coraggiosi” di Viterbo. Il moderatore la osserva spiegandole che gli “manca la salivazione”.
Il capogruppo alla Pisana, Daniele Sabbatini, ricorda che Arianna “è disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte”. Applausi. Aspettano tutti lei. È impacciata, le mettono i microfoni sul leggio e chiede aiuto preoccupata. Il discorso è il remix della propaganda meloniana: l’attacco al Reddito di cittadinanza e al Superbonus, Giorgia che ha ridato all’Italia “credibilità internazionale”.
Nomina la sorella due volte: la prima per nome, la seconda usando il maschile per citare “il” premier. Il resto è un discorso da candidatura in prima persona. Attacca l’Europa “dell’ideologia green”, il “mostro che vuole decidere il diametro delle vongole” e fa un riferimento a Mario Draghi attaccandolo indirettamente: “Chi ci diceva che in Ue andava tutto bene, ora dice che va cambiata”.
Eppure Arianna specifica che la sua non è una candidatura: “Non ho cambiato profilo – spiega – non sono qui per fare la leader nazionale o sostituire il premier. Sono qui da militante FdI”. E quindi “in bocca al lupo a tutti, rimbocchiamoci le maniche: ci vediamo nella mischia” conclude tra gli applausi.
Prima di scappare, lo dice en passant: “Non mi candido alle Europee”. E via a Tarquinia dove deve fare la campagna per l’Università Agricola: un ente che conta tantissimo da queste parti perché controlla 8 mila ettari di terreno e dove si sfidano tre candidati di destra. Deve vincere quello di FdI, Alberto Riglietti. Il compagno ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sostiene lui. E lei deve fare lo stesso.
(da ilfattoquotidiano.it)
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Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
LA COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI: “E’ UN CASO GRAVISSIMO DI VIOLAZIONE DELL’AUTONOMIA EDITORIALE DI UN PROGRAMMA”
«Come avrete letto nel comunicato stampa, nella puntata di questa sera di “Che sarà” era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile – scrive sulla sua pagina Facebook Serena Bortone, conduttrice del programma Che sarà in onda su Raitre -. Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili. Ma devo prima di tutto a Scurati, con cui ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori la spiegazione del perché stasera non vedranno lo scrittore in onda sul mio programma su Raitre. Il problema è che questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io».
La commissione di vigilanza Rai: «Violazione dell’autonomia editoriale e inquietante intimidazione»
«Apprendiamo stamattina che dalla puntata di stasera di Che sarà è stato cancellato il previsto monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Tutto questo per un intervento diretto della Dirigenza Rai a poche ore dalla trasmissione, senza nessuna comunicazione all’autrice e conduttrice del programma. Questo è un caso gravissimo di censura nei confronti di Scurati – scrive in una nota il senatore Francesco Verducci, membro della commissione di vigilanza Rai -. È un caso gravissimo di violazione dell’autonomia editoriale di un programma, oltre a un’inquietante intimidazione di fatto nei confronti dell’autrice e conduttrice Serena Bortone, degli autori del programma, e per estensione di tutti gli autori Rai. La presidente Rai intervenga per chiarire questa vicenda. Siamo in presenza di un atto di censura e prevaricazione gravissimo, che non può essere accettato».
Lo scrittore Antonio Scurati è l’autore della trilogia su Benito Mussolini M.. Nel suo ultimo saggio, Fascismo e populismo. Mussolini oggi Scurati allarga il campo, indagando il carattere politico degli italiani e cercando nella psicologia di massa del ventennio i segni di una persistenza, o di un’inclinazione.
Su Venerdì di Repubblica di ieri, venerdì 19 aprile, è uscito l’articolo dal titolo “Il fantasma del fascismo minaccia la democrazia”, dove lo scrittore spiega che cosa l’ha spinto a scrivere una serie di romanzi su Mussolini e perché la destra al potere non ha fatto i conti con l’eredità del Duce.
Nell’articolo, che ricorda anche il centesimo anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, tra i temi del suo intervento in programma questa sera, Scurati scrive che «dopo aver ostinatamente evitato l’argomento in campagna elettorale, il presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura politica neofascista di provenienza», per poi continuare dicendo che «l’esito di questo abuso politico della storia ricorda ciò che Freud definiva denegazione, ossia quel procedimento usato durante la terapia psicoanalitica dal soggetto nevrotico per impedirsi di riconoscere un desiderio che invece prima ha affermato: il giovanile desiderio di fascismo, poi rimosso, ritorna nella riscrittura faziosa della storia nazionale ma camuffato e parziale, senza mai essere riconosciuto apertamente».
Ruotolo, Pd: «Telemeloni questa volta l’ha fatta grossa»
«Telemeloni questa volta l’ha fatta veramente grossa. A cinque giorni dalla festa di Liberazione è una decisione che non possiamo accettare – dichiara Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria Pd -. Chiediamo a tutte le antifasciste e antifascisti di far sentire la loro (nostra) voce. Chiediamo ai vertici aziendali di fornire immediatamente il perché di questa che appare essere una censura insopportabile».
(da La Stampa)
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Aprile 20th, 2024 Riccardo Fucile
DALLA ACCUSE FASULLE DI DUE DETENUTI ALLA SOSPENSIONE DAL SERVIZIO, FINO ALL’ESAME PSICHIATRICO… ORA HA OTTENUTO 10.000 EURO DI RISARCIMENTO DALLO STATO
L’inferno di Paolo (nome di fantasia) comincia con una chiacchierata con un ispettore, un suo collega, e si trasforma in una “caccia all’omosessuale”, in cui viene più volte accusato e invitato a “confessare” la sua omosessualità, a “chiarire con se stesso, perché hai moglie e figlio”. È lui a raccontare a Fanpage.it quello che ha dovuto sopportare per mesi, dopo che il suo caso è diventato noto e lui ha ottenuto un indennizzo di 10 mila euro per “danno morale”.
“Un giorno mentre ero fuori, un ispettore mi chiama per invitarmi a fare una passeggiata insieme a lui e io ho accettato senza problemi. Durante questa passeggiata si parlava del più e del meno, d’un tratto comincia a fare delle domande specifiche, tipo ‘ma a casa tutto bene?’ e io rispondevo che andava tutto bene. Vedendo che non rispondevo come lui voleva, mi chiede se ero omosessuale, se mi piacevano gli uomini. Io rispondo di no e che quella domanda era assurda, perché anche se lo fossi stato non mi sarei vergognato a dirlo in quanto non c’è nessun tipo di problema o quant’altro, e lui lì per lì finisce la conversazione con un sorrisino”, ci racconta.
E ancora: “Il giorno seguente, dopo due giorni, mi chiama infuriato il comandante e mi accompagnano nell’ufficio dell’ispettore, come un criminale. Mi chiudono nell’ufficio dell’ispettore e mi dicono che dei detenuti hanno detto che io gli avevo fatto delle avances, cosa che non ho mai fatto”.
“Ho subito negato perché non ho mai fatto queste cose. Poi iniziano dicendo ‘Dillo, dillo che sei anche omosessuale e attratto dagli uomini’ e io rispondevo ‘ma perché devo dire una cosa non vera?’ e lui insisteva con battutine, con risatine”. Si guardavano tra loro e io ero lì sotto pressione e a un certo punto ho detto ‘Scrivete ciò che volete perché io non reggo questa situazione’. Dopo un po’ vado dal direttore, dove c’era già anche il dottore, e in questa stanza si ripete un altro colloquio in cui insistono per farmi dire che sono omosessuale; io rispondevo sempre che non ero omosessuale, ma che se lo fossi stato non ci sarebbe stato niente di male. E loro mi mandano all’ospedale militare per farmi visitare, io protesto ma loro mi mandano a fare questa ‘serie di colloqui’ come dicevano loro”.
Paolo viene sospeso, in attesa di un parere dalla CMO di Milano, l’ospedale militare che dovrà verificare il suo stato mentale e certificare se è ancora abile al servizio. L’attesa dura due mesi, durante i quali Paolo non può lavorare. Nel frattempo il provvedimento disciplinare per le avances ai carcerati viene archiviato, Paolo non ha mai fatto quelle cose e i detenuti negano di averle mai sentite.
“Io ero demoralizzato – prosegue a Fanpage.it – perché non lavoravo ed ero solo in un posto dove non potevo chiedere aiuto a nessuno. Quando sono stato da solo sono stato emarginato, persone che fino al giorno prima scherzavano con me, da un giorno all’altro non mi guardavano più in faccia. Ero nel gruppo whatsapp dei miei colleghi, ma anche da lì vengo contattato dall’amministratore del gruppo che mi invita ad uscire in quanto persona non più gradita”.
Arriva il giorno dell’ospedale militare, il giorno in cui Paolo va a Milano per farsi visitare. “All’ospedale erano imbarazzati per questa pratica che in tanti anni non avevano mai visto. Nella documentazione allegata all’ospedale militare il comandante scriveva che veniva richiesto di far chiarezza sulla mia personalità”.
Dall’ospedale certificano immediatamente Paolo abile al servizio. Però il clima nel carcere ormai è compromesso. “Non ritornai a fare i servizi che facevo una volta, ma bensì i servizi esterni, non a contatto coi detenuti. Isolato, emarginato. Mi sentivo male, nessuno che mi parlava, mangiavo da solo a lavoro”. Dice di essersi lamentato col comandante “che a voce mi dice che nessuno aveva più voglia di lavorare con me”.
Poi cominciano i bigliettini con su scritto ‘finocchio’, le risatine, gli insulti sottovoce, i colpi di tosse che mascherano la parola ‘frocio’. “Non mi parlavano direttamente capisci?, ma io sono abbastanza maturo, abbastanza forte da sopportare queste cose”.
Adesso Paolo è stato trasferito in un’altra struttura e ha ottenuto 10mila euro di risarcimento per danni morali. “Ringrazio l’amministrazione carceraria che è stata molto attenta alla mia vicenda. Ha archiviato il provvedimento disciplinare assurdo, con quei detenuti che mi avevano accusato, ma non perdono quei funzionari, quegli ispettori, quei dirigenti che lavorano presso l’amministrazione e che hanno causato un grave danno all’immagine dell’amministrazione carceraria”.
“Per fortuna queste persone qua hanno trovato me, che sono una persona forte, che sono riuscito ad andare avanti, metti il caso che incontravano una persona debole. Cosa avrebbe fatto? Come avrebbe risposto a questa azione se questa persona X avrebbe commesso un gesto inconsulto?”
Quindi conclude: “Voglio ringraziare per tutto questo il sindacato OSAPP e Gerardo Romano, che mi ha seguito fin dall’inizio, mi ha supportato e mi ha aiutato a denunciare, trovando poi il supporto dell’avvocato Preve. È stata lunga e molto dura”.
(da Fanpage)
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