Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
SI SCATENA UNA SHITSTORM DELLA FECCIA SOVRANISTA CONTRO L’EX PARLAMENTARE DEL PDL (VICINO A FINI)… IL SINDACATO INTERVIENE PER DIFENDERE PAGLIA: “CONTRO DI LUI COMMENTI INGIUSTI E OFFENSIVI”
La storia è questa: domenica sera Gianfranco Paglia – colonnello medaglia d’oro al valor militare e su una sedia rotelle per tre colpi di proiettile ricevuti in Somalia nel 1993, un combattimento dove salvò la vita di alcuni suoi commilitoni – è ospite di Zona Bianca, su Rete 4. Gli chiedono un parere sul collega (ex?) generale Roberto Vannacci, oggi candidato con la Lega all’europarlamento.
La sua opinione è netta, dice che “Vannacci ha disonorato la divisa, i suoi discorsi sono stati divisivi e per questo è stato sospeso per 11 mesi”. Tra l’altro Paglia è un uomo di destra: fu anche eletto in Parlamento con il Popolo della Libertà nel 2008, vicino a Gianfranco Fini.
Dopo la trasmissione però accade questo. Vannacci gli dedica un post social (“fuoco di PAGLIA”, ironia davvero ricercata, degna di uno scrittore di successo), lo stesso fa il suo braccio destro Fabio Filomeni, ex colonnello della Folgore, anima nera del già bruno vannaccismo: “Farebbe bene a scusarsi pubblicamente per aver oltrepassato il limite”. Risultato finale: Paglia viene ricoperto messaggi rabbiosi sulla propria pagina social, una shitstorm in piena regola, come ai tempi della vecchia Bestia salviniana, quando il metodo era semplice e rodato, cioè prendere di mira un personaggio sgradito e intimidirlo facendogli arrivare una tempesta di cavallette addosso.
Il piccolo particolare della vicenda è che il colonnello medaglia d’oro è suo malgrado un disabile, argomento sul quale Vannacci ha già consegnato alla storia il proprio sfondone discriminatorio. Così il sindacato Aspmi, Associazione Sindacale Professionisti Militari, vista le centinaia di commenti contro Paglia, oggi esprime “la propria totale solidarietà a Paglia, attaccato sui social nelle ultime ore da alcune decine di utenti che hanno formulato commenti ingiusti e gravemente offensivi”.
Il sindacato militare ricorda che “da soldato del ruolo d’onore, Paglia si è battuto per i diritti dei militari, per promuovere lo sport paralimpico e i diritti dei disabili militari e delle loro famiglie
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
“BISOGNA VEDERE LE SCELTE CHE OPERERÀ IL GOVERNATORE, MAGARI PER DIFENDERSI IN MODO PIÙ SERENO PREFERISCE DIMETTERSI E SI VA AL VOTO”… CHE SUCCEDE ADESSO? AL MOMENTO SUBENTRERÀ IL VICE, IL LEGHISTA ALESSANDRO PIANA. SE L’OPPOSIZIONE PRESENTASSE UNA MOZIONE DI SFIDUCIA, E QUALCUNO DAL CENTRODESTRA LA APPOGGIASSE, SAREBBE DEPOSTO. LA PALLA È IN MANO A FDI, CHE HA GIÀ UN CANDIDATO PRONTO
“Il fatto è accaduto poche ore fa, ma non si può escludere nulla. In Liguria le elezioni sono in programma da ottobre del 2025 ma l’ipotesi delle elezioni anticipate in Regione a questo punto non si può escludere. E bisogna anche vedere le scelte che opererà Toti, magari per difendersi in modo più sereno preferisce dimettersi e cade tutto e si va al voto. E’ davvero presto per aggiungere altro. A caldo posso dire solo queste cose”. Lo ha detto Matteo Rosso, parlamentare e coordinatore ligure di Fdi ad Affaritaliani.it.
“Prima di esprimere una valutazione attendo di vedere le carte, leggere bene e capire. Certo è che questa vicenda ci è capitata tra capo e collo, una cosa del genere non ce la saremmo mai aspettata” ha detto ancora Matteo Rosso. “Io sono un garantista sempre e per me fino al terzo grado di giudizio prevale la presunzione di innocenza e, quindi, voglio vedere esattamente che cosa dicono le carte e quali sono le circostanze”.
“Certo è che stamattina per noi è cascato il mondo, non avevamo mai avuto sensazioni di una cosa del genere. Ognuno fa il suo mestiere, la magistratura ha il dovere di indagare e l’indagato il diritto di difendersi” ha detto ancora il coordinatore ligure di Fratelli d’Italia.
§Per quanto riguarda l’attività amministrativa della Regione, Rosso spiega: “Per un certo periodo andrà avanti il vice-presidente Alessandro Piana (Lega) poi si vedrà. Al momento non so davvero che cosa aggiungere, è troppo presto. Dovrò anche consultarmi con i vertici nazionali del mio partito. Ripeto, io sono garantista. Nel passato anche io ho subito un processo e sono stato assolto, pertanto, ho fiducia nella Magistratura e bisogna aspettare le decisioni della stessa. Al momento non so davvero che cosa aggiungere, ora dobbiamo solo leggere e capire. Ci vorranno ore o forse giorni prima di farsi un’idea più precisa”.
“Siamo vicini al nostro presidente Toti, certi che abbia sempre agito nell’esclusivo interesse della Liguria. Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati”. Così il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana e gli assessori della giunta dopo la notizia dell’inchiesta che ha coinvolto il governatore.
Ai sensi dell’articolo 41 dello Statuto, il presidente è sostituito pro tempore in tutte le sue funzioni dal vicepresidente nella pienezza dei poteri. L’attività amministrativa della Regione Liguria prosegue senza soluzione di continuità.
ORLANDO(PD), TOTI? DIFFICILE ESPERIENZA GOVERNO POSSA PROSEGUIRE
“Emerge un quadro desolante ma per la verità non sorprendente. L’eccessiva promiscuità tra funzioni istituzionali e circoli economici era un dato emerso e anche da noi denunciato. Ora bisogna evitare che questo cortocircuito molto grave pregiudichi gli interessi della regione e i grandi investimenti che la riguardano. Al di là dei profili penali, è necessario avviare un forte processo di rigenerazione nell’interesse della regione e dei liguri.
Se servono elezioni anticipate? Se le carte, che non abbiamo avuto ancora la possibilità di leggere, confermassero i titoli dei giornali, a prescindere dalle responsabilità strettamente penali, il vulnus politico sarebbe grande. Mi pare difficile che possa proseguire un esperienza di governo così fortemente colpita”. Lo ha detto in Transatlantico l’ex ministro della Giustizia e parlamentare ligure del Pd Andrea Orlando.
CORRUZIONE, M5S CHIEDE LE DIMISSIONI DELLA GIUNTA LIGURIA
“In base alle notizie apprese il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle chiede le dimissioni della Giunta regionale ligure. In tutti questi anni abbiamo più volte segnalato e denunciato, anche con esposti, diverse operazioni quantomeno discutibili. L’operazione delle Colonie Bergamasche o la vendita dell’ex ospedale di Santa Margherita, oltre alle centinaia di attività inerenti a determinate “sponsorizzazioni” e utilizzo di fondi pubblici. Le notizie non fanno bene alla nostra regione”. Lo dichiara il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi con il collega di Gruppo Paolo Ugolini
Dimissioni, sfiducia, reggenza, elezioni? Cosa accadrà adesso in Regione Liguria, dopo che il presidente della giunta, Giovanni Toti, è stato posto agli arresti domiciliari? Se molta parte del mondo politico si aspetta le dimissioni, i più acuti osservatori sottolineano l’inossidabile garantismo che ha sempre contraddistinto il governatore .
Intanto, la Regione viene affidata al vicepresidente Alessandro Piana, Lega, che ne tiene la reggenza. E infatti il governatore Toti si è “sospeso dalle funzioni”. La reggenza del vicepresidente però, dice lo statuto, deve essere temporanea.
Se Giovanni Toti non si dimetterà potrebbe essere spinto a farlo dalla sua stessa maggioranza, a cominciare da Fratelli d’Italia che ne è il maggior azionista. Se il centrosinistra presentasse una mozione di sfiducia e i banchi del centrodestra la appoggiassero, anche solo in parte, il presidente sarebbe deposto.
La situazione è complicata dal fatto che l’attuale governatore è anche consigliere regionale e per lui, dunque, potrebbe anche scattare la legge Severino. In caso di dimissioni o di sfiducia approvata, in Regione Liguria vale la clausola “simul stabunt, simul cadent”, per cui decadrebbe tutto il consiglio regionale. L’altra ipotesi, ma più remota, è l’applicazione dell’articolo 126 della Costituzione che prevede lo scioglimento di un consiglio regionale da parte del Presidente della Repubblica, nei casi di gravi reati.
Per ora la giunta rimane comunque in funzione. Per la Regione, non è previsto alcun commissariamento, dunque l’esito sempre più probabile di questo terremoto politico e non solo sono le elezioni anticipate, il mandato naturale scadrebbe nel 2025, ultimamente si parlava addirittura di uno slittamento delle elezioni a febbraio o giungo 2026.
Adesso, però, le elezioni anticipate in Liguria potrebbero svolgersi in autunno, anche perché si possono celebrare soltanto la domenica successiva lo scadere dei sessanta giorni dalla cessazione delle funzioni del presidente della Regione, quindi è escluso un accorpamento con le prossime elezioni europee
Da un punto di vista politico, la palla adesso è in mano a Fratelli d’Italia, già imbarazzato per la volontà inossidabile del governatore Toti di presentarsi per un terzo mandato alle prossime elezioni: adesso la situazione cambia radicalmente e, di fatto, entra ad avere la regia politica di un’amministrazione in cui è partito di maggioranza uscito dalle urne, ma condizionato dalla personalità, e dal consenso personale, attraverso la sua lista, del presidente Toti.
E il partito di Giorgia Meloni avrebbe già un candidato presidente a lungo tenuto nelle retrovie, l’ex vicesindaco di Genova, Massimo Nicolò.
Nella storia della Liguria esiste un precedente di arresto del presidente della Regione: nel 1983 accadde al presidente Alberto Teardo, arrestato con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso all’interno di un’inchiesta che coinvolse il gruppo ligure del Psi. E la vicenda è entrata nei libri di storia perché considerata prodromo della successiva stagione di Mani Pulite. Nel 1985 venne arrestato, invece, l’allora vice-presidente della Regione, Giacomo Gualco, Dc, con l’accusa di peculato.
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
CONTESTATI ACCORDI CON CLAN DI RIESI AL COORDINATORE DELLA LISTA “CAMBIAMO PER TOTI PRESIDENTE” E A DUE COORDINATORI DI FORZA ITALIA
A Matteo Cozzani quale coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”, Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, quali rappresentanti della comunità riesina di Genova, coordinatori di Forza Italia in Lombardia, viene contestato (in concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in relazione a questo delitto) il reato di corruzione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020.
«Costoro – scrivono gli investigatori – sono accusati di aver promesso posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente”, nonché verso l’indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della predetta lista, questi ultimi sottoposti ad indagini». «A Italo Cozzani, Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, e non anche al presidente della Regione, non essendo emersi elementi a suo carico, è contestata l’aggravante di cui all’art. 416-bis.1 c.p., per aver commesso il reato di corruzione elettorale al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova».
Analogo reato di corruzione elettorale viene contestato a Italo Maurizio Testa, Arturo Angelo Testa, in concorso con Stefano Anzalone, quale candidato al Consiglio regionale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente” (nei confronti del quale non è stata formulata alcuna richiesta di misura cautelare con riferimento al reato di cui all’art. 86 DPR 570/1960)”.
«In occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020 – viene spiegato – questi promettevano posti di lavoro a più persone per far convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente” e verso il candidato Anzalone Stefano. Anzalone, secondo l’accusa, offriva ai fratelli Testa il sostenimento delle spese di vitto e soggiorno in Genova dei predetti fratelli nel periodo compreso tra il 10 ed il 19 settembre 2020. Il reato è aggravato, per quanto concerne i fratelli Testa, non anche per Anzalone, per essere stato commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova».
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
FORZA ITALIA SOSPENDE DUE SUOI ISCRITTI COINVOLTI NELLE INDAGINI
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è agli arresti domiciliari. L’arresto è scattato nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Genova e della Guardia di Finanza, che vede il presidente di regione accusato di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari a dovere d’ufficio e promesse elettorali. Quello di Toti non è l’unico nome di rilievo iscritto nel registro degli indagati. Tra gli altri “big” finiti nel mirino della Procura di Genova ci sono anche Paolo Emilio Signorini, amministratore delegato di Iren ed ex presidente dell’Autorità Portuale, per cui è stata disposta la misura cautelare in carcere. Ma anche Aldo Spinelli, imprenditore ed ex presidente di Genoa e Livorno, finito ai domiciliari. Quest’ultimo, stando a quanto ricostruito finora dagli inquirenti, avrebbe ottenuto il rinnovo di concessioni portuali in cambio del finanziamento a comitati e fondazioni che hanno sostenuto l’attività politica di Toti, che dal 2015 è alla guida della Regione Liguria.
Le perquisizioni
Sarà il vicepresidente Alessandro Piana il sostituto pro tempore di Toti in tutte le sue funzioni e nella pienezza dei poteri. Lo precisa lo stesso ente regionale, assicurando che «l’attività amministrativa della Regione Liguria prosegue senza soluzione di continuità» e auspicando «che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati». Nel frattempo, oggi la Guardia di Finanza ha perquisito alcune stanze del palazzo della Regione Liguria, contestualmente alla notifica delle ordinanze cautelari. Le Fiamme Gialle, secondo quando riporta l’Ansa, hanno effettuato altre perquisizioni e acquisizioni anche nell’appartamento genovese di Giovanni Toti, in presenza dello stesso governatore.
Le indagini sui porti
Giovanni Toti è accusato, tra le altre cose, di aver accettato ricevuto complessivamente 74.100 euro da Aldo e Roberto Spinelli in cambio di alcuni favori. Tra questi c’era l’impegno a «trovare una soluzione» per trasformare la spiaggia di Punta Dell’Olmo da libera a privata, agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse degli Spinelli. Ma anche velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse, assegnare agli Spinelli gli spazi portuali dell’ex Carbonile e agevolare gli imprenditori nella pratica del «tombamento» di Calata Concenter, approvata nel 2022.
Il coinvolgimento di Esselunga
L’indagine della Procura di Genova riguarda anche un presunto caso di corruzione che coinvolgerebbe Esselunga, che proprio dopo la prima elezione di Toti ha aperto i suoi primi punti vendita in Liguria e ha messo fine allo storico dominio della Coop. Per questo tra gli altri indagati c’è anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga. Per Moncada, accusato di corruzione, è scattato il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Stessa misura per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico e immobiliare, figlio di Aldo Spinelli. E anche per Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova.
Lo spettro della mafia
C’è però anche un ulteriore filone di indagini che rischia di trasformarsi in un terremoto giudiziario per il centrodestra ligure: lo spettro del voto mafioso. Secondo gli inquirenti, quell’inaspettato 22% ottenuto alle regionali del 2020 da Cambiamo – il partito fondato da Giovanni Toti – si spiegherebbe anche con i voti garantiti da persone vicine ad alcuni clan mafiosi. Per questo filone delle indagini è indagato anche Matteo Cozzani, ex sindaco di Porto Venere e attuale capo di gabinetto di Toti. L’accusa nei suoi confronti è di corruzione e «promesse elettorali aggravate dal metodo mafioso», mentre il presidente della Regione Liguria è accusato del solo reato di promesse elettorali. Secondo la procura di Genova, Cozzani – che ora si trova agli arresti domiciliari – avrebbe agevolato l’attività di Cosa Nostra. In particolare, il clan Cammarata del Mandamento di Riesi (Caltanissetta) e la sua proiezione nella città di Genova.
Forza Italia sospende due iscritti
A essere coinvolti nelle indagini sono anche Maurizio Testa e Arturo Testa, accusati – in concorso con il presidente Toti – di corruzione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali regionali del settembre 2020. «A seguito dell’indagine che li ha visti coinvolti, sono stati sospesi gli iscritti Maurizio Testa e Arturo Testa», ha annunciato oggi Forza Italia – il partito a cui i due erano iscritti – in una nota. Forza Italia, prosegue il comunicato, «è totalmente estranea ai fatti, rivendica i suoi valori garantisti e attende la conclusione delle indagini ed eventuali esiti processuali».
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
TUTTI I REATI CONTESTATI
Secondo la prospettazione della Procura della Repubblica, quanto ai reati di corruzione
al Presidente della Regione Liguria si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro (40.000 euro erogati in data 8.12.21 e 9.12.21 al COMITATO GIOVANNI TOTI; ulteriori 15.000 euro erogati in data 25.5.22 sempre al COMITATO GIOVANNI TOTI; ulteriori 15.000 euro erogati in data 8.9.22 sempre al COMITATO GIOVANNI TOTI; e 4.100 euro erogati in data 10.3.23 quale partecipazione alla cena elettorale del 10.3.23 per Giovanni Toti) a fronte dell’impegno
– di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”,
– di agevolare l’ter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali,
– di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla TERMINAL RINFUSE GENOVA S.r.l. (controllata al 55% dalla SPINELLI S.r.l.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021,
– di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22),
– di assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI), 2
– di agevolare l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter (approvata dal Comitato di Gestione in data 29.7.2022).
Al Presidente della Regione Liguria ed a Matteo Cozzani (capo di gabinetto del Presidente della Regione Liguria) viene contestato di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, (consigliere di amministrazione di ESSELUNGA S.p.A.) di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla TERRAZZA COLOMBO per la campagna elettorale comunale del 12.6.2022, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di ESSELUNGA pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.
A Paolo Emilio Signorini, in qualità di Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, viene contestato di avere accettato da Aldo Spinelli utilità ed altre promesse di utilità a fronte dell’impegno
– di accelerare la calendarizzazione della pratica in Comitato di Gestione (da lui presieduto) di rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse alla TERMINAL RINFUSE GENOVA S.r.l. (controllata al 55% dalla SPINELLI S.r.l.) e per aver rinnovato la suddetta concessione per trent’anni, – di favorire Aldo Spinelli nella concessione di ulteriori spazi portuali nei rimanenti tre anni del suo mandato presso l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e in particolare nella concessione delle aree Enel (ex Carbonile) e nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter,
– di consentire ad Aldo Spinelli un’occupazione abusiva dell’area dell’ex Carbonile lato levante Nord e Sud in assenza di un titolo legittimante.
Le utilità sono consistite:
– nella consegna da parte di Aldo Spinelli di 15.000 euro in contanti a Paolo Emilio Signorini in data 14.7.2022, – nell’avere Aldo Spinelli, nel periodo compreso dal 31.12.21 al 12.3.23, procurato a Signorini 22 soggiorni di lusso a Montecarlo presso l’Hotel de Paris di Monte Carlo, per un totale di 42 notti, comprendenti anche giocate al casinò e servizi extra quali servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici, un posto tenda nella spiaggia della struttura alberghiera durante il periodo estivo e la partecipazione ad eventi esclusivi, quali la finale del torneo internazionale di tennis “Rolex Monte Carlo Masters” o serate a tema con annesso spettacolo musicale, riservate ai clienti più importanti del Casinò di Monte Carlo per un valore complessivo superiore a 42.000 euro, nonchè fiches per effettuare puntate alla Casa da Gioco di Montecarlo, una borsa Chanel (regalo destinato a terzi) in data 31.12.2021 un bracciale in oro marca Cartier del valore di 7.200 euro (regalo destinato a terzi) in data 30.7.2022,
– nell’avere l’imprenditore offerto in data 28.1.2022 a Signorini un incarico con retribuzione pari a 300.000 euro all’anno una volta terminato il mandato quale presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale,
– nell’avere l’imprenditore offerto in data 16.12.2022 a Signorini la possibilità di disporre, durante un programmato viaggio a Las Vegas, di un’elevata quantità di denaro, attingendo dalle disponibilità delle carte di credito di Aldo Spinelli. A Paolo Emilio Signorini viene contestato anche di aver ricevuto da Mauro Vianello (titolare del 54,19% delle quote dell’impresa SANTA BARBARA S.r.l., attiva nel settore degli affari concernenti i trasporti e le comunicazioni e specializzata nei servizi di Prevenzione, Vigilanza e Primo Intervento Antincendio nell’ambito del porto di Genova), a fronte di un provvedimento che disponeva l’aumento della tariffa oraria per le prestazioni del servizio integrativo della Società Santa Barbara S.r.l.,
– la disponibilità di un’autovettura di proprietà di Vianello per raggiungere e rientrare da Montecarlo nelle date rispettivamente del 15 e del 18 aprile 2022, – il pagamento della fattura datata 27/06/2022 dell’importo di € 6.600,00 emessa a favore di Paolo Emilio Signorini dall’impresa incaricata dell’organizzazione del banchetto nuziale della figlia di Signorini, – un Apple watch del valore di 439 euro (regalo destinato a terze persone – acquisto effettuato in data prossima al 1.8.2022), – un soggiorno nell’appartamento di proprietà di Vianello dal 3.8.2022 al 10.8.2022, messo a disposizione dall’imprenditore alla moglie e alla figlia di Paolo Emilio Signorini.
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
FICHES A LAS VEGAS, SUITE A MONTECARLO CON SERVIZI EXTRA IN CAMERA E MASSAGGI: ECCO SECONDO I PM IL “PREZZO” DELLE CONCESSIONI IN PORTO PAGATE DA SPINELLI A SIGNORINI
Soggiorni in lussuose suites di Montecarlo, biglietti per tornei di tennis, le fiches per giocare sui tavoli di Las Vegas.
Sembra il luogo comune della corruzione quella che emerge dai dettagli delle contestazioni mosse all’ex presidente del porto di Genova e Savona Paolo Emilio Signorini e al suo benefattore Aldo Spinelli nell’ambito dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Le concessioni milionarie per l’imprenditore valevano la spesa, secondo la procura.
A Signorini viene contestato di aver aiutato Spinelli accelerando le pratiche in comitato portuale che riguardavano “la concessione del Terminal Rinfuse e per aver rinnovato la suddetta concessione per trent’anni, di favorire Aldo Spinelli nella concessione di ulteriori spazi portuali nei rimanenti tre anni del suo mandato presso l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e in particolare nella concessione delle aree Enel (ex Carbonile) e nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter, di consentire ad Aldo Spinelli un’occupazione abusiva dell’area dell’ex Carbonile lato levante Nord e Sud in assenza di un titolo legittimante”.
Ecco, secondo la procura di Genova cosa ci avrebbe guadagnato Signorini: “la consegna da parte di Aldo Spinelli di 15.000 euro in contanti , 22 soggiorni di lusso a Montecarlo presso l’Hotel de Paris di Monte Carlo, per un totale di 42 notti, comprendenti anche giocate al casinò e servizi extra quali servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici; serate a tema con annesso spettacolo musicale, riservate ai clienti più importanti del Casinò di Monte Carlo per un valore complessivo superiore a 42.000 euro, nonchè fiches per effettuare puntate alla Casa da Gioco di Montecarlo; una borsa Chanel (regalo destinato a terzi) in data 31.12.2021 un bracciale in oro marca Cartier del valore di 7.200 euro (regalo destinato a terzi) in data 30.7.2022; nell’avere l’imprenditore offerto in data 28.1.2022 a Signorini un incarico con retribuzione pari a 300.000 euro all’anno una volta terminato il mandato quale presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale; nell’avere l’imprenditore offerto in data 16.12.2022 a Signorini la possibilità di disporre, durante un programmato viaggio a Las Vegas, di un’elevata quantità di denaro, attingendo dalle disponibilità delle carte di credito di Aldo Spinelli”.
(da La Repubblica)
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Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
“ACCORDO CON I CLAN PER DIROTTARE I VOTI”… LA CIMICE SULLO YACTH DI SPINELLI… I GIOIELLI E IL SOGGIORNO PAGATO AL GRAND HOTEL DI MONTECARLO… LA PUBBLICITA’ A TOTI PAGATA DA ESSELUNGA… LE CONCESSIONI PORTUALI AGLI AMICI
Al vertice della consorteria, secondo il tribunale di Genova, c’erano il presidente della Regione Giovanni Toti (rieletto nel 2020 alla guida d’una coalizione di centrodestra), l’ex numero uno dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini (da fine agosto 2023 divenuto amministratore delegato della multiutility Iren) e l’imprenditore Aldo Spinelli.
Sono tutti e tre in arresto con l’accusa di corruzione, su ordine del giudice dell’indagine preliminare Paola Faggioni: il gip ha disposto il carcere per Signorini, mentre per Toti e Spinelli sono scattati i domiciliari.
Una misura interdittiva è stata invece emessa per il manager Esselunga Francesco Moncada, marito di Marina Caprotti (non inquisita e figlia di Bernardo, il creatore dell’impero dei supermercati morto nel 2016), accusato d’aver pagato tangenti sempre a Toti.
“Accordo con i clan per dirottare i voti”
Nell’inchiesta coordinata in più fasi da cinque pm (il procuratore capo di Genova Nicola Piacente, gli aggiunti Vittorio Ranieri Miniati e Francesco Pinto, i sostituti Federico Manotti e Luca Monteverde) ci sono numerose persone iscritte sul registro degli indagati, nei confronti delle quali sono scattate in vari frangenti misure cautelari. Tra i principali inquisiti, oltre a Toti, Signorini e Spinelli, figura l’attuale capo di Gabinetto della Regione Matteo Cozzani, ai domiciliari per corruzione e sospetto voto di scambio con aggravante mafiosa, addebito mosso anche nei confronti del governatore e di Stefano Anzalone (ai due politici non è contestata l’aggravante mafiosa). È, Anzalone, un consigliere regionale tuttora in carica ed eletto nella lista civica creata da Toti per le elezioni del 2020.
Si sono accordati con gli esponenti di famiglie vicine alla criminalità organizzata della Valpolcevera, hinterland genovese, per ottenere un significativo pacchetto di preferenze. I referenti sono stati Arturo e Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, destinatari dell’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere (Bergamo): la Procura li considera i terminali locali del clan Cammarata, appartenente al mandamento di Riesi. Legato ai Testa, e ai Cammarata, è ritenuto inoltre Venanzio Maurici, altro interlocutore di Anzalone, che ha da oggi l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria
Ombre sul Nautico: “Più fondi dalla Regione in cambio di un appalto”
Non solo. Contestualmente al blitz di Genova è in corso un intervento analogo in provincia della Spezia, dove gli inquirenti hanno messo nel mirino gli affari a loro parere fuorilegge proprio di Matteo Cozzani. Prima di diventare uno dei principali dirigenti regionali è stato infatti sindaco di Porto Venere e, insistono i pubblici ministeri, ha favorito in più circostanze i familiari, in particolare il fratello Filippo, finito a sua volta ai domiciliari. Lo stesso provvedimento ha colpito gli imprenditori Raffaele e Mirko Paletti, beneficiari dell’aiuto di Cozzani in svariate partite immobiliari nella zona. Nel filone spezzino risultano poi inquisiti due personaggi di primo piano negli ambienti del business marittimo: Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica e vertice della società che organizza il Salone Nautico internazionale di Genova, e Alessandro Campagna, direttore commerciale della kermesse.
A parere dell’accusa hanno favorito Filippo Cozzani in un appalto del Salone (la fornitura di acqua in brick da parte della sua azienda “Bevilà”) dopo che il fratello Matteo, in qualità di manager regionale, aveva aumentato il contributo pubblico alla manifestazione, facendolo lievitare da circa 350 mila a 800 mila euro.
Le concessioni e gli incontri in barca registrati dalle cimici: “Dobbiamo trovare una soluzione”
Il segmento d’indagine più rilevante, per il valore della posta in gioco, è quello sulla presunta corruzione di Toti e Signorini compiuta da Spinelli. I pagamenti di quest’ultimo al governatore sono transitati attraverso il Comitato Giovanni Toti, collettore di finanziamenti sulla cui provenienza lo stesso Toti non ha mai voluto fornire troppe delucidazioni. E però non si tratta di sostegni “in chiaro”, come quelli che le legge italiana consente entro precisi argini normativi.
Una serie d’intercettazioni, compiute dalle Fiamme Gialle spesso sullo yacht di Spinelli e nel corso delle quali quest’ultimo chiede di “trovare una soluzione” su vari fronti per lui fondamentali ripromettendosi di “fare bei regali”, dimostrano secondo la Procura che quegli stanziamenti erano legati a specifici interventi del politico per favorire l’impresario. In particolare alle pressioni (dirette e indirette) esercitate affinché il Comitato portuale votasse, nel dicembre 2021, la proroga d’un trentennio della concessione per gestire il Terminal Rinfuse, rinnovata alla società composta da Gruppo Spinelli (55%) e da Msc (45%).
I passaggi di denaro da Spinelli a Toti
Le date sono a questo proposito molto importanti: la delibera che ratifica l’ok a Spinelli è del 2 dicembre 2021, e a distanza di pochi giorni, l’8 e il 9, l’imprenditore accredita sui depositi totiani 40.000 euro. Altri trasferimenti avvengono il 25 maggio 2022 (15.000 euro), l’8 settembre 2022 (15.000 euro), oltre a 4.100 euro il 10 marzo 2023 “quale partecipazione a una cena elettorale”.
Le tangenti di Spinelli, oltre che a spianare la strada sull’affaire Rinfuse, gli sono servite all’imprenditore a sbloccare altre partite: “La concessione delle aree Enel (ex Carbonile) – scrivono i pm – e la pratica del tombamento di Calata Concenter, oltre all’occupazione abusiva dello stesso ex Carbonile lato Levante Nord e Sud in assenza d’un titolo legittimante e dell’assegnazione a Spinelli di un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade”.
“Per Signorini gioielli, decine di soggiorni de luxe, mazzette in contanti e le fiches del casinò”
Simbiotico era inevitabilmente il rapporto con l’ex presidente del porto Signorini, che nell’opinione di chi indaga è stato corrotto con ricorrenti pagamenti di gioielli per persone a lui vicine, oltre che di weekend e soggiorni trascorsi in lussuose suite.
“Le utilità dello stesso Signorini – si legge nelle carte dell’inchiesta – sono consistite nella consegna da parte di Aldo Spinelli di 15 mila euro in contanti, nel pagamento di 42 notti all’Hotel de Paris di Montecarlo, nella partecipazione a eventi esclusivi come la finale del torneo internazionale di tennis “Rolex Monte Carlo Masters”, nelle fiches per effettuare putate alla Casa da gioco di Montecarlo, oltre che nell’offerta di una consulenza da 300 mila euro quando avesse terminato il mandato in porto”. Spinelli ha inoltre “dato libero accesso alle sue carte di credito durante un viaggio sempre di Signorini a Las Vegas”.
Un’interdizione dalla carica, essendogli mosso l’addebito di corruzione, è arrivata in questo filone per Mauro Vianello: è il presidente dell’Ente Bacini – società pubblica delle riparazioni navali che opera nello scalo genovese – e di Santabarbara srl, che si occupa della prevenzione incendi. Ha fornito a Signorini la disponibilità di un’auto, di un Apple Watch da 439 euro e un soggiorno nel suo appartamento in cambio dell’aumento della tariffa oraria, disposta con il placet dell’ex numero dell’Authority, “per le prestazioni del servizio integrativo della Società Santa Barbara srl”. L’ex presidente del porto, non va dimenticato, appena insediatosi a Iren si era prodigato per far avere al medesimo Vianello una consulenza da quasi 200 mila euro.
La spiaggia delle ex Colonie
Come premesso, un’altra partita cruciale ha riguardato l’intervento della Regione per favorire Aldo Spinelli e il figlio Roberto (indagato e destinatario d’una misura interdittiva) nell’operazione immobiliare compiuta alle ex Colonie bergamasche nel Comune di Celle Ligure (Savona) attraverso la società Punta dell’Olmo, che ha lì realizzato una residenza di lusso entrata a un certo punto pure nei radar del calciatore Cristiano Ronaldo. L’intervento è un tormentone che, con vari stop and go e un batti e ribatti di ricorsi amministrativi, va avanti da anni. L’interessamento di Toti, secondo i pm, è stato determinate su un punto preciso: ha permesso che una parte di spiaggia, sotto il controllo del Demanio regionale, fosse concessa in via esclusiva al residence realizzato da Spinelli.
“Esselunga pagò la pubblicità politica per le Comunali”
Nelle carte dell’inchiesta un ampio capitolo è dedicato ai favori di Esselunga a Toti. L’obiettivo della società, in base alla ricostruzione dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria guidati dal generale Andrea Fiducia, era quello di consolidare l’espansione a Genova: dopo il supermercato nel quartiere di Albaro, inaugurato nel dicembre 2020, è stato battezzato quello di San Benigno nel maggio dello scorso anno, mentre altri due sono in fase di costruzione a Sestri Ponente e a Savona. Le tangenti, sempre nella tesi dell’accusa oggi accreditata dal giudice, si sono materializzate talora sotto forma di campagne di pubblicità politica, fatturate come ordinarie inserzioni commerciali perlopiù dall’emittente televisiva Primocanale, il cui editore Maurizio Rossi risulta indagato.
“Il presidente della Regione Giovani Toti e il capo di Gabinetto Matteo Cozzani – rimarcano gli inquirenti – hanno accettato la promessa di Francesco Moncada (manager Esselunga) d’un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del 12 giugno 2022, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche Esselunga pendenti in Regione relative all’apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona”.
Gli affari sull’isola Palmaria e gli amici gratis al Grand Hotel
La maxi-inchiesta, lo abbiamo specificato in apertura, poggia su un segmento che porta dritto nell’estremo levante. Il procuratore capo della Spezia Antonio Patrono e la sostituta Elisa Loris hanno messo da tempo nel mirino le collusioni della famiglia Cozzani con gli imprenditori Raffaele e Mirko Paletti. Questi ultimi hanno diversi interessi nell’abitato di Porto Venere: nel 2014 rilevarono il Grand Hotel, ma più di recente hanno avviato la costruzione d’uno stabilimento sull’Isola Palmaria – non ancora terminato e ora finito sotto sequestro – e acquisito la gestione dell’ex scuola comunale, per ricavarvi camere di lusso.
L’accusa è netta: i pm ritengono che Matteo Cozzani abbia agevolato la realizzazione della struttura alla Palmaria, in cambio del coinvolgimento del fratello Filippo nella futura direzione, e fatto in modo che i Paletti si aggiudicassero la gara per controllare l’ex istituto Ravecca. Di nuovo i fratelli Paletti, rimarcano i magistrati, hanno ospitato nei loro alberghi l’ex primo cittadino e altre persone (politici e vari componenti dell’entourage totiano con famiglia al seguito), e l’obiettivo era vedersi poi spianata la strada nelle partite amministrative cruciali.
(da Il Secolo XIX)
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Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
LE PATTUGLIE DELLA GUARDIA DI FINANZA SONO ARRIVATE ALLE TRE DI NOTTE
Il presidente della Liguria Giovanni Toti è stato arrestato in un hotel in centro a Sanremo.
Aveva raggiunto la città dei fiori in vista di una conferenza stampa fissata con l’amico Flavio Briatore questa mattina a Ventimiglia e per l’inaugurazione del pronto soccorso dell’ospedale di Bordighera nel primo pomeriggio.
Le pattuglie della Guardia di Finanza sono entrate in azione alle tre di notte. Toti si trovava all’Hotel Lolli, storica struttura ricettiva a quattro stelle sulla passeggiata Imperatrice di Sanremo e a poche decine di metri dal casinò.
L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari gli è stata notificata dai finanzieri nella camera d’albergo e poi sono iniziate le procedure per il rientro nel capoluogo secondo le disposizioni dell’autorità giudiziaria.
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2024 Riccardo Fucile
IL GIP: “IL GOVERNATORE CORROTTO ANCHE DA ESSELUNGA”… UN FILONE RIGUARDA ANCHE UN SOSPETTO VOTO DI SCAMBIO
Secondo i magistrati un sistema di potere ha indirizzato per anni, con responsabilità e azioni diversificate in un cronico intreccio di tangenti e favori, alcune delle operazioni politico-amministrative più importanti avvenute in Liguria: in primis la maxi-concessione per gestire fino al 2051 il Terminal Rinfuse, uno dei principali del porto genovese, e poi il via libera all’espansione dei supermercati Esselunga nel capoluogo ligure e la riconversione d’un pezzo di litorale nel Savonese, le ex Colonie bergamasche di Celle.
Al vertice di questa consorteria, secondo il tribunale di Genova, c’erano il presidente della Regione Giovanni Toti (rieletto nel 2020 alla guida d’una coalizione di centrodestra), l’ex numero uno dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini (da fine agosto 2023 divenuto amministratore delegato della multiutility Iren) e l’imprenditore Aldo Spinelli.
Sono tutti e tre in arresto con l’accusa di corruzione. Il magistrato fissa per loro l’addebito di “corruzione ambientale”, ritenendoli in sostanza un comitato d’affari permanente.
I militari del nucleo di polizia economico-finanziaria hanno avviato dalla prima mattina una vasta operazione con perquisizioni e sequestri tra Genova, dove una squadra d’investigatori è entrata negli uffici della Regione, La Spezia e Sanremo. L’intervento nel Ponente si è reso necessario perché qui si trovava Toti, dovendo partecipare a un evento pubblico in mattinata a Ventimiglia.
Tra i principali inquisiti, oltre a Toti, Signorini e Spinelli, figura l’attuale capo di Gabinetto della Regione, ed sindaco di Porto Venere , Matteo Cozzani, ai domiciliari per corruzione e sospetto voto di scambio, addebito mosso anche nei confronti del governatore.
(da La Stampa)
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