Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
LO STORICO BOUCHERON CHE HA SCRITTO LO SPETTACOLO SMONTA LE POLEMICHE FOMENTATE DAI SOVRANISTI
La rappresentazione con le drag queen proposta alla cerimonia d’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 fa infuriare i sovranisti e la Chiesa. Il problema è che per molti la performance del banchetto con le drag queen, ribattezzata ‘Festività’, è stata accostata all’Ultima Cena di Cristo, nella famosa rappresentazione di Leonardo da Vinci.
L’opera dipinta tra il 1494 e 1498, una delle testimonianze più celebri del Rinascimento italiano, raffigura Gesù a tavola, al centro del quadro, in compagnia dei 12 apostoli, ritratti in quattro gruppi di tre, in modo simmetrico. Ed è a questo affresco che tutti i detrattori hanno pensato quando hanno visto l’esibizione. La scena è stata vista come un chiaro riferimento all’iconografia dell’Ultima Cena, ed è stata considerata blasfema.
Cosa rappresentava davvero la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024
Nella sequenza dei Giochi Olimpici si vede al centro Barbara Butch, dj e militante per i diritti Lgbtq+, circondata da un gruppo di drag queen. Poi sul tavolo compare anche l’artista Philippe Katerine, con il corpo pitturato di blu. Quest’ultimo per alcuni è un riferimento a Gargantua e Pantagruele, la serie di romanzi scritti da François Rabelais nella prima metà del Cinquecento.
Sulla performance però è intervenuto anche l’account ufficiale dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, che ha chiarito così il significato della scena: “L’interpretazione del dio greco Dioniso ci fa capire l’assurdità della violenza tra esseri umani”. Se non bastasse la presenza del dio del vino Bacco (per i greci appunto Dionisio), a richiamare il soggetto mitologico e pagano, secondo la tradizione rinascimentale e barocca, non proprio quindi l’iconografia cattolica dell’Ultima Cena di Gesù con gli apostoli, bisogna notare almeno un altro dettaglio: nell’Ultima Cena gli apostoli sono ovviamente 12, mentre qui le figure che compongono la scena sono 16.
Secondo qualcuno la sequenza potrebbe essere stata ispirata dal dipinto ‘Le Festin des dieux’, di Jan Harmensz van Bijlert, artista del Seicento, che raffigura un banchetto degli dei sull’Olimpo, in occasione del matrimonio di Teti e Peleo: al centro della scena si vede in questo caso Apollo incoronato, identificabile dalla sua lira (e la corona fa pensare proprio a quella di Barbara Butch). In basso, sdraiato, c’è appunto Bacco.
“Non volevo essere sovversivo, né choccare nessuno. Semplicemente, in Francia abbiamo il diritto di amarci, come vogliamo e con chi vogliamo”. Si è giustificato così Thomas Jolly, ideatore della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024, difendendo le sue scelte dalle critiche di coloro che si sono scagliati contro le rivendicazioni Lgbtq+. “Abbiamo il diritto di credere o di non credere. Ieri sera, abbiamo messo in scena semplicemente le idee repubblicane, di benevolenza e di inclusione”, ha aggiunto, richiamando in pratica il motto della Repubblica francese, Liberté, Égalité, Fraternité.
(da Fanpage)
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Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI SONO LORO A DIRE “LE FARÒ SAPERE” AI COLLOQUI DI LAVORO… CAMBIANO ANCHE LE PRIORITÀ: CONTA PIÙ LA FLESSIBILITA, IL WELFARE AZIENDALE E LE ATTIVITÀ DA SVOLGERE CHE LO STIPENDIO
I colloqui di lavoro sono cambiati, si parla sempre di soldi e di carriere, ma prima ancora di formazione, sostenibilità e welfare. E soprattutto, è cambiato il finale: il vecchio classico «le faremo sapere» si è trasformato in «le farò sapere». E alla fine — riferisce il 70% dei manager — c’è chi dice no.
A tratteggiare i nuovi contorni del lavoro è l’edizione numero 34 dell’indagine realizzata da Gidp (l’associazione che riunisce i direttori delle risorse umane) sui rapporti delle aziende con stagisti e neo laureati, cioè i giovani, i nuovi lavoratori. E la prima risposta che arriva dai capi del personale delle 87 aziende coinvolte (in maggioranza dell’area milanese) oggi sono i giovani a scegliere le aziende e non il contrario.
E scelgono in base a criteri a loro volta cambiati: se dall’indagine del 2023 era emerso che al primo posto c’erano retribuzioni e benefit, nel 2024 i candidati si sono mostrati più interessati al tipo di mansione proposta e alle attività da svolgere. Soltanto dopo si parla di soldi e al terzo posto tra le priorità ci sono questioni come smartworking, conciliazione vita-lavoro, orario flessibile, lavoro per obiettivi.
Tra i giovani lavoratori è molto importante la dimensione ambientale (lo dice il 37,66% dei manager interpellati), come le azioni per la riduzione del consumo di materiali non riciclabili, e a seguire ci sono c’è la dimensione sociale (32,47%) e la governance (29,87%). Dall’altra parte del tavolo, invece, al momento della selezione, una volta accertate le competenze del candidato, le aziende valutano molto anche le cosiddette soft skill, cioè le attitudini le qualità personali.
Ecco la classifica secondo la ricerca: innovazione (28%), creatività e originalità (18%), problem solving (14%), discrezione, umiltà e riservatezza (14%), flessibilità (11%), autonomia (5%), leadership (4%), attitudine prendere decisioni (4%), fedeltà (1,3%).
Intanto, i responsabili del personale confermano le crescenti difficoltà nel reperimento di figure tecniche: il 25% delle aziende assume neolaureati che hanno bisogno di ulteriore formazione, e il 22,66% ha difficoltà a trovare neolaureati per posizioni tecniche (era il 18% lo scorso anno). Scenario analogo per quanto riguarda i neodiplomati. Soltanto il 9,38% delle aziende non rileva difficoltà.
E per quanto riguarda le forme contrattuali, la più utilizzata nell’ultimo anno è l’apprendistato professionalizzante, che sale al 50% rispetto al 29,55% dell’anno precedente, superando il contratto a tempo determinato, che scende dal 32% del 2023 al 20%. Cala anche la percentuale di aziende che ricorre al tempo indeterminato (20%, contro il 29,55% del 2023).
Nel 70% dei casi, ai neoassunti viene offerta la possibilità di ricorrere allo smartworking, con due giorni a settimana o in modalità mista (23,26%). […] Senza questa flessibilità è più difficile attrarre giovani. «La nostra indagine conferma che investire nelle persone e nelle loro competenze non è solo una scelta etica, ma una strategia vincente per il futuro — commenta Marina Verderajme, presidente di Gidp —. Le aziende si trovano di fronte a un cambio di paradigma, in cui le priorità dei giovani stanno ridefinendo il mercato del lavoro. Non è più sufficiente offrire una buona retribuzione; i talenti di oggi cercano crescita professionale, formazione continua e un coinvolgimento attivo nei progetti aziendali».
Quindi sottolinea: «L’adozione crescente del contratto di apprendistato è un segnale positivo, perché è una porta d’ingresso ma anche un percorso di crescita e formazione. Allo stesso modo, l’estensione dello smartworking ai neoassunti riflette una necessità ormai irrinunciabile di flessibilità e work-life balance, aspetti sempre più richiesti dai giovani. Le aziende che sapranno adattarsi a queste dinamiche riusciranno ad attrarre e trattenere i migliori talenti».
/da agenzie)
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Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
L’AVVOCATO ALESSANDRO DAGNINO E’ NELLO STUDIO LEGALE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE CHE POI HA TRASMESSO LA GUIDA AL FIGLIO ROBERTO
Sono uomini di fiducia, scelti dalla politica nei ruoli cardine. Silvio Berlusconi affidò al suo legale Cesare Previti il ministero della difesa. Il governatore siciliano Renato Schifani ha invece scelto, come assessore all’economia, l’avvocato Alessandro Dagnino, già partner dello studio Pinelli-Schifani, fondato nel 1971 da Nunzio Pinelli e proprio dall’ex presidente del Senato che, intrapresa la carriera politica, ha lasciato le redini al figlio Roberto. L’avvocato tributarista palermitano 48enne è stato nominato qualche giorno fa, nel nuovo rimpasto di giunta.
Docente universitario, Dagnino è stato presidente della finanziaria per lo sviluppo della Sicilia Spa (IRFIS) sotto la giunta Nello Musumeci, oltre ad aver avuto numerose consulenze per assessorati, dipartimenti, partecipate e commissioni regionali.
Sul suo sito web risulta che “nel 2008 lo studio legale Dagnino ha stipulato un accordo di alleanza con lo studio legale Pinelli-Schifani, per effetto del quale i due studi, pur mantenendo la loro individualità, hanno condiviso le rispettive risorse ed avviato congiuntamente alcuni progetti di sviluppo e di comunicazione, sotto l’egida Pinelli Schifani & Dagnino – studi legali”.
Nel suo curriculum Dagnino scrive che la partnership sarebbe terminata nel 2014. Eppure nell’elenco della rivista Capital del 2021, in cui sono segnalati i “migliori avvocati e i migliori studi legali dei territori”, Nunzio Pinelli è citato in qualità di componente dello studio “Pinelli Schifani & Dagnino (Palermo)”
La nomina di Dagnino rafforza la posizione del governatore sia dentro Forza Italia, sia con la giunta, considerata l’uscita dell’ex assessore all’economia Marco Falcone, dimessosi dopo l’elezione a Bruxelles. Un peso in meno per Schifani, se si considerano i recenti rapporti non idilliaci con Falcone, tanto che quest’ultimo è persino arrivato a coalizzarsi con il viceré Gianfranco Miccichè, altro nemico giurato di Schifani. Adesso il governatore potrà contare sui fidati shogun Dagnino e Edy Tamajo, assessore alle attività produttive. Quest’ultimo nel capoluogo siciliano ha la sua roccaforte, con il padre Aristide, assessore comunale della giunta di Roberto Lagalla. Tamajo ha aumentato il suo gradimento interno negli azzurri, dopo aver portato migliaia di voti e lasciato lo scranno europeo a Caterina Chinnici, gradita a Tajani. Lo studio Pinelli-Schifani è uno dei più grossi e influenti del paese, ma ci sono altre due curiosità connesse all’isola. Nell’ultimo anno il governatore ha puntato con forza sulla compagnia Aeroitalia, per rompere il cartello Ita e Ryanar, e spingere alla riduzione dei prezzi folli per i biglietti aerei. Aeroitalia, fondata nel 2022, è stata la prima compagnia a firmare un accordo con la Regione per la riduzione dei prezzi dei biglietti acquistati dai residenti nell’isola.
Ma la società è anche finita davanti al tribunale civile di Roma, trascinata da ITA Airways. La compagnia infatti ha un nome e un logo che richiama Alitalia, e per questo ai giudici è stato chiesto di “inibire l’uso del marchio, anche sotto forma di logo per presunta confondibilità” con la vecchia compagnia di bandiera. A chi ha affidato Aeroitalia la sua difesa in giudizio? Allo studio Pinelli-Schifani. Lo scorso febbraio i giudici hanno dato ragione ad Aeroitalia, perché “non esiste una confondibilità tra” i due marchi.
L’altra storia, scritta lo scorso anno dal Fatto e portata in assemblea regionale dal deputato Ismaele La Vardera, è legato a un terreno a Capaci, che la sovrintendenza siciliana ai Beni Culturali e ambientali aveva inizialmente destinato a “verde agricolo”, superando il contenzioso tra il Comune, che voleva farci una scuola, e il privato, l’imprenditore Massimo Romano, titolare della società proprietaria dell’area, che voleva un supermercato. Poche settimane dopo la sovrintendenza fa retromarcia e destina l’area a “uso commerciale”. Forse, negli uffici regionali, temevano che lo studio Pinelli-Schifani, che difende gli interessi di Romano, potesse chiedere un risarcimento milionario.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
“NON FATECI VERGOGNARE DI ESSERE UOMINI DELLO STATO”
“I due assassini del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega hanno ricevuto uno sconto di pena. In particolare, Gabriel Christian Natale Hjorth potrà scontare gli arresti domiciliari in una casa a Fregene e non possiamo escludere, in un futuro prossimo, il trasferimento in Usa e la liberazione dei due assassini. Non vogliamo credere che il rientro in Italia di Chico Forti, considerato un truffatore e un omicida negli Stati Uniti, sia stato barattato, per oscure convenienze politiche con il sangue versato da un servitore dello Stato”.
Lo afferma l’asssociazione sindacale Unarma. “Chiediamo al Governo – aggiunge Unarma – di fare chiarezza su questa vicenda e di smentire qualsiasi ipotesi di scambio di prigionieri che possa macchiare la memoria di un valoroso servitore dello Stato. Non fateci vergognare di essere uomini dello Stato. La giustizia deve prevalere e l’assassinio del vicebrigadiere Cerciello Rega non deve essere dimenticato né sminuito”.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
IL MASSIMO DELLO SQUALLORE: LE CHAT CON LE FOTO DELLE ALLIEVE, ALTRI TRE INDAGATI
È accusato di violenza sessuale e lesioni aggravate il capitano della Guardia di Finanza denunciato da un’allieva 24enne della Scuola sottufficiali di Coppito, vicino L’Aquila. Il 33enne con altri tre colleghi parigrado è stato trasferito subito dopo l’esposto della ragazza. Tutti e quattro sono indagati in concorso anche per maltrattamenti.
Gli ufficiali istruttori di una delle scuole fiore all’occhiello delle Fiamme Gialle avrebbero commentato in una chat su Whatsapp la violenza denunciata dalla ragazza. I messaggi sono stati acquisiti dalla procura di L’Aquila e da quella militare di Roma, con l’obiettivo anche di chiarire quante altre persone fossero a conoscenza dei fatti e non hanno mai denunciato. Si tratterebbe di un gruppo in cui si organizzavano vere e proprie «cacce» alle allieve.
La violenza in casa del capitano
La violenza denunciata dall’allieva finanziere al primo anno risale a qualche settimana fa. La ragazza ha messo a verbale di essere stata violentata dal suo istruttore. Come riporta il Messaggero, la trappola sarebbe scattata con la promessa da parte del capitano di aiuti per il superamento degli esami. A maggio scorso, la ragazza sarebbe andata a casa dell’ufficiale, alla periferia dell’Aquila. È stato lì che il capitano 33enne l’avrebbe aggredita. La ragazza ha raccontato di essere stata presa per i capelli, spinta con la testa sul tavolo del salotto e colpita con forza sui glutei, prima di essere costretta a subire l’atto sessuale, nonostante dice di aver opposto il suo rifiuto. In quella circostanza, continua il Messaggero, l’ufficiale istruttore avrebbe detto all’allieva: «Questo è solo un assaggio di quello che ti farò provare se sabato non ti farai punire». Lei avrebbe risposto: «Non è il contesto quindi non voglio».
Il sospetto di altre molestie in cambio di aiuti
La ragazza potrebbe essere nuovamente ascoltata dagli inquirenti, per ulteriori approfondimenti sulla natura del rapporto con l’istruttore prima della violenza denunciata. Mentre l’inchiesta rischia di allargarsi, con il sospetto che anche gli altri tre capitani, tutti trasferiti senza azioni disciplinari, potrebbero essere a loro volta coinvolti in altri casi simili. I tre istruttori avrebbero cercato di ottenere prestazioni sessuali dalle allieve in cambio di aiuti per sostenere gli esami.
Il gruppo Whatsapp per la «caccia» alle allieve
I quattro istruttori indagati avrebbero creato un gruppo Whatsapp in cui condividevano foto e commenti sulle allieve. Nella chat giravano messaggi del tipo: «È troppo bona, la caccia è aperta per punirla…». Gli smartphone e i computer degli istruttori sono stati sequestri. Mentre sono in corso di identificazione le allieve citate nelle chat e presunte vittime di molestie. Fatti che risalirebbero al periodo tra dicembre 2023 e il giugno scorso. Interrotti solo dopo la denuncia dell’allieva contro il suo istruttore.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
“LE OPPOSIZIONI DEVONO METTERSI INSIEME, MELONI E’ ASSAI PIU’ DEBOLE IN EUROPA”… “I BERLUSCONI SI SONO SCOCCIATI DI DOVER STARE PER FORZA NEL CENTRODESTRA”
È domenica: se avete qualche minuto, potreste leggervi questo colloquio con Massimo Cacciari. Che pensa, come valuta la scena politica italiana così cambiata negli ultimi giorni? (Al telefono risponde, as usual, un filo burbero: «Cosa dovrei commentare? Mhmm… Bah…» — però poi dice un bel po’ di cose interessanti).
«Guardi: la Schlein s’è salvata la pelle alle ultime Europee. Ed è stata abile, nel riuscirci: ha capito che doveva cambiare il racconto del Pd. Fosse rimasta sulle tracce narrative di Renzi, Letta, Zingaretti, avrebbe racimolato un 10%, forse. Invece, ai classici polverosi discorsi dei dem italiani, ha aggiunto temi nuovi, che poi nuovi non dovrebbero essere, ma insomma: le va riconosciuto che s’è messa a parlare di diritti civili e di diritti sociali. Non poco, di questi tempi. Certo adesso deve stare molto attenta a maneggiare le vicende personali di tipi come De Luca ed Emiliano. Quella è gente ambiziosa e tosta. E sono loro che spostano vagoni di voti, non certamente le giovanili e fresche compagnie di cui si è giustamente circondata» (in sottofondo, all’improvviso, le campane della Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari: Cacciari, a Venezia, abita due ponti più in là. «È la chiesa con l’Assunta di Tiziano, un capolavoro assoluto. L’ha mai visto?»).
«Comunque è lei, la Schlein, a questo punto, la naturale candidata premier del centrosinistra. È quella che, all’opposizione, ha la quota di consenso più forte. Se ce la vedo a Palazzo Chigi?» (qui Cacciari sbuffa). «Senta: la Schlein è certamente migliore di tanti incapaci che girano per l’Europa fingendo di governarla. No, il problema non sono le sue capacità, anche perché poi il ruolo ti conferisce, quasi sempre, anche un po’ di autorevolezza. Il problema è che tutti quelli che stanno all’opposizione devono capire urgentemente che l’unica direzione possibile è quella di mettersi insieme. Pure Conte, che non è stupido, lo sa. I 5 Stelle sono in difficoltà e… l’Appendino non è una soluzione, non scherziamo. Resterà Conte. Lui, la Schlein e tutti gli altri devono trovare un accordo e… Se mi piace il termine “campo largo”? Boh, ma che ne so? Lo chiami come preferisce. L’importante è che, dopo essersi compattati, passino dal politichese alla politica: buttando giù un serio programma che fornisca soluzioni ai problemi economici del Paese, indicando, anche e direi soprattutto, una precisa strategia su come posizionarsi nella scena internazionale…» (la linea va via, torna, va via, ritorna: Cacciari bofonchia). «Cosa dice? Vuol sapere di Renzi in tutto questo? Mi è simpatico, è un pazzo sublime, Renzi è quello che ha il biglietto vincente della lotteria e lo butta, però è uno che sa di politica, l’ha fatta… Francamente, è di un’altra categoria. Dopo averle provate tutte, persino di accroccare un centro con quel megalomane di Calenda, ora comprende che l’unica possibilità è di rimettersi con il Pd. Calenda? No, senta, abbia pazienza: non aggiungo mezza parola su Calenda, guardi che io sto lavorando su Kafka…».
(Perché poi quello che parla di politica anche alla tivù — e che ogni tanto s’appassiona e deflagra, e la collera arriva a trasfigurarlo — è un filosofo formatosi con Nietzsche, Heidegger e Wittgenstein, che ha indagato su Dio e sull’Europa, sulla classe operaia e sulla borghesia, autore di libri magnifici — da non perdere, per Einaudi, un saggio sull’Umanesimo: La mente inquieta — deputato del Pci, eurodeputato, tre volte sindaco della sua Venezia, un’allergia al buonismo fru fru, all’ovvio, a 80 anni ancora snob al punto giusto, l’inverno in tweed e l’estate con polo color pastello, erre alla francese, appassionato di tarocchi, leggermente superstizioso, fortemente sospettato di essere un formidabile seduttore).
«Comunque: sa perché l’opposizione deve tenersi pronta? Perché il governo può cadere entro l’anno. E potremmo tornare a votare. È evidente a tutti che la Meloni sia molto, ma molto meno forte. Un po’ per le pressioni di pezzi ottusi del suo partito, un po’ per non darla vinta a Salvini, non se l’è sentita di fare un passo coraggioso e votare per il rinnovo della von der Leyen. Il risultato è che Salvini continua ad azzannarla ogni giorno e lei, intanto, è subito diventata assai più debole in Europa. Non solo. Il governo, che guida con un esecutivo a dir poco imbarazzante, è atteso da appuntamenti drammatici: dovrà scrivere una Finanziaria tra le più difficili degli ultimi decenni, con i conti pubblici che sono per aria, un debito di 3 mila miliardi, una procedura d’infrazione per deficit eccessivo, un Pnrr ancora a capocchia e in più i casini di ordinaria amministrazione come la Rai e via dicendo. A tutto questo, poi, aggiungiamo la posizione della famiglia Berlusconi» (pausa, ancora le campane).
«… Parliamoci chiaro: nessun grande imprenditore può pensare di staccarsi dai poteri forti europei e atlantici. Vuole che Marina e Pier Silvio non si ricordino di come fu mandato a casa il padre? Lo sanno bene come funziona la manopola dello spread. Se i mercati decidono di girarla e alzarlo, in due pomeriggi esci da Palazzo Chigi. È per questo che i Berlusconi non hanno alcuna intenzione di andare dietro a personaggi come quel Vannacci, né di assecondare certi pericolosi rigurgiti sovranisti di Giorgia. E poi, insomma: penso che i Berlusconi si siano anche un po’ scocciati di dover continuare a stare nel centrodestra per forza, per tradizione, perché è lì che vuole ancora rimanere Tajani… La verità è che soffrono. Stanno stretti. E hanno una sola ambizione: far parte di un governo solido, credibile in Europa, ben voluto dai mercati, che pensi al bene dell’Italia e non vada dietro ai capricci di Salvini… Di uno come Salvini, capito?».
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
IN VIAGGIO DA CATANIA A CALTANISSETTA, BRUCIATI GRANO, FIENO E ALBERI DA FRUTTO: “L’AGRICOLTURA STA SPARENDO”
Passate da poco le 14 il cielo sopra Enna e Caltanissetta si fa scuro. Nuvoloni in apparenza pieni di pioggia che però i nisseni neanche guardano. Dal 23 dicembre, giorno dell’ultima acqua caduta dal cielo, anche la speranza è sparita assieme alle illusioni. E, nel giro di qualche ora, l’azzurro torna piatto come i campi senza coltivazioni sotto di sé.
Il business dell’acqua
Quanto è grave la crisi idrica, con la quale da anni, ma questa estate con ancora più sofferenza, convivono i siciliani? Intanto qualche numero: il costo di un approvvigionamento da un’autobotte da 8 mila litri è passato in pochi mesi da 50 a 160 euro. Nel solo mese di maggio la Regione ha finanziato altri 109 mezzi, tra acquisti, conversioni, recuperi di cisterne esistenti, e altrettante richieste sono pendenti. La domanda d’acqua in una regione che consuma 181 litri d’acqua procapite al giorno a fronte dei 215 di media nazionale ma «stressa» all’80% le sue dighe (malmesse) perché sperpera il 51% delle proprie risorse, è enorme. Con il conseguente fiorire dell’illegalità: cisterne di privati che vendono acqua di provenienza incerta e salubrità ancora meno verificata sono all’ordine del giorno.
Centro storico a secco
Ieri a Caltanissetta, secondo il calendario di Caltaqua, era il giorno in cui toccava alle vie Due Fontane, Poggio sant’Elia e Luigi Monaco ricevere l’approvvigionamento che arriva però con cadenza sempre più dilatata e incerta. Dai due giorni di intervallo si è passati a quattro, poi alla settimana e alle volte di più. Gran parte del centro storico, fatto di viuzze assai malmesse e inaccessibili alle pompe, vive di espedienti e precarietà. La differenza tra una settimana «normale» e una di gravi difficoltà a compiere le più banali azioni quotidiane, può farla l’altezza di un tetto o l’ampiezza della vasca di accumulo
Agricoltura in ginocchio
Ma il vero dramma, con conseguenze di lungo periodo, è quello dei campi di tutta l’area centro-orientale dell’isola. In autostrada da Catania verso Palermo il verde è un colore rarissimo e il giallo del grano, una volta abbondante, è quello senza luminosità delle stoppe che si alzano a pochi centimetri dal suolo e che si sbriciolano al primo calpestìo delle pecore. Se in media da un ettaro di terreno si ricavavano 12 balloni di fieno, quest’anno si arriva a poco più di uno. E quelli che ci sono, vanno a ruba. Dal punto più panoramico del Riviera Hotel, sulle sponde del lago di Pergusa, l’invaso d’acqua simbolo di questa crisi è, per dimensioni, poco più di una pozzanghera. Il fiume Salso, che scende dalle Madonie, è talmente fermo ed essiccato che in alcuni tratti tende al colore rosa perché il sale è prevalente sull’acqua.
La diga di Troina, sul lago d’Ancipa, più a nord, dai suoi 80 metri di salto è scesa quasi al livello del suolo. La conseguenza è che le coltivazioni orticole sono sparite, gli alberi da frutto sono morti, il bestiame è in grave sofferenza, tanto che molti ne macellano una parte per abbassare il fabbisogno d’acqua. «L’agricoltura siciliana sta scomparendo», dice senza giri di parole Licia Guccione, vice presidente regionale di Confagricoltura donna e in prima linea con le sperimentazioni nelle sue coltivazioni biologiche. «Stiamo lavorando sul dna delle piante per trovare quelle più resistenti, abbiamo ragionato su programmi di rimboschimento, sperimentiamo nuove colture, ma sono tutti programmi di lungo termine. Nell’immediato, per far rendere i terreni economicamente, bisogna inventarsi percorsi enogastronomici, esperienze per turisti, degustazioni».
Il caso dissalatori
Tra tutti gli interventi possibili, ritardati, se non del tutto mancati, quello sui dodici dissalatori dell’isola è il più emblematico. Poche settimane fa la Regione ha finanziato con 20 milioni di euro i progetti di efficientamento e miglioramento delle infrastrutture idriche. Un milione è destinato al dissalatore di Porto Empedocle, nell’agrigentino, la zona più colpita dalla siccità. Un intervento di grande impatto se non fosse che l’impianto di prelievo e trasformazione dell’acqua marina è fermo da 12 anni per i suoi costi elevati e nel frattempo non è stata fatta nessuna manutenzione, come se le precedenti siccità fossero episodi destinati a non ripetersi.
Quest’anno l’emergenza è stata ufficialmente dichiarata ad aprile, ma da allora gli interventi strutturali portati a termine sono pochi: «Ho trovato una struttura commissariale in cui da 20 anni nessuno si occupa di manutenzione e completamento delle dighe (sono 46 in Sicilia, solo 23 funzionanti, ndr)», dice il governatore Renato Schifani, annunciando ulteriori 70 milioni di fondi contro l’emergenza. Nel piano annunciato rientrano 100 nuovi pozzi, l’approdo (venerdì a Licata) della nave cisterna della Marina Militare “Ticino” e altri due dissalatori, a Gela e Trapani.
(da Open)
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Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
IL BOTTA E RISPOSTA TRA IL FONDATORE E IL LEADER SUL SITO DEL MOVIMENTO
Il botta e risposta tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sul futuro del Movimento 5 Stelle si consuma con due lettere pubblicate sul sito e certifica la distanza tra le parti. Il fondatore del Movimento chiede un confronto prima dell’assemblea costituente, in quanto depositario dei valori del gruppo e non essendo stato informato dall’ex premier delle sue intenzioni. Conte però non è d’accordo e rifiuta l’incontro, affinché il dibattito si consumi tutto internamente all’assemblea per rispetto al progetto di rilancio che ha avviato. «Ha preso più voti Berlusconi da morto che Conte da vivo», aveva sibillato Grillo dopo il deludente risultato delle Europee, e nel suo messaggio critica chi ha decontestualizzato una sua battuta per far emergere un presunto dissidio tra il garante del M5s e il suo presidente.
La lettera di Beppe Grillo
Il fondatore del M5s rimprovera all’ex premier di non essere stato coinvolto e rivendica di essere «il custode dei valori del Movimento»: «Dovremmo quantomeno discuterne prima, nel corso degli incontri che ti avevo chiesto di fare, anche perché ogni decisione non potrà non essere presa nel rispetto dei valori del Movimento». Grillo aveva chiesto a Conte di incontrarsi «con un gruppo ristretto dei nostri, per discutere dei temi su cui rilanciare il Movimento, che è afflitto da un’evidente crisi di consenso. Personalmente ritengo che la nostra crisi di consenso derivi anche e soprattutto da una crisi d’identità».
Grillo si dice convinto che non vi sia alcuna divergenza con Conte, e questi incontri lo certificherebbero. Criticando poi chi ha strumentalizzato le sue parole «decontestualizzate e facendo finta di dimenticare chi sono, pur avendo applaudito a molte altre mie battute e iperboli. Nessuno è più ridicolo di chi prende una battuta sul serio, dunque devo solo ringraziarlo per aver reso alcune mie battute ancora più comiche». Invita quindi Conte a rendere pubblica la lettera per «sfatare le nostre presunte divergenze».
Conte rifiuta la richiesta di incontro di Grillo
L’ex premier risponde di aver informato Grillo della sua volontà di aprire un percorso costituente nel loro ultimo incontro, «un’occasione di vero confronto e partecipazione per rinnovare l’azione politica del Movimento». «Non dobbiamo avere paura di metterci tutti in discussione. Io per primo», aggiunge, «ti anticipo che la gestione delle varie fasi del processo costituente sarà affidato a un gruppo di esperti indipendenti», per difendere la bontà della decisione.
Poi risponde alla richiesta diretta di incontro: «Il tuo apporto è più che benvenuto e ti confermo la piena apertura a discutere con te, come e quando vorrai. Avrai sempre la massima disponibilità, mia e di tutti i referenti dei comitati tematici, a raccogliere i tuoi suggerimenti. Nessuno mette in discussione il tuo ruolo storico di fondatore e la tua funzione attuale di Garante. Io non l’ho fatto. Ma con grande schiettezza, anche alla luce delle responsabilità politiche che mi sono assunto, devo informarti che non posso accogliere la tua proposta di discutere “preventivamente” i temi da sottoporre all’assemblea costituente». Quindi la motivazione del diniego: «È una richiesta diametralmente opposta al progetto che stiamo avviando e allo spirito che mi ha spinto a indire l’assemblea. Immaginare che io e te, da soli o – come pure scrivi – insieme a “un gruppo ristretto dei nostri”, si proceda a individuare e discutere temi da sottoporre all’assemblea, significherebbe arrogarsi la scelta di indicare i temi su cui l’assemblea è legittimata a pronunciarsi, assumendo che rispetto a tutti gli altri essa sia priva di legittimazione». Conte ricorda quindi che è l’intera comunità di iscritti a dovere essere coinvolta e doversi esprimere, organo supremo del Movimento per statuto. «Lasciamo che la discussione si sviluppi libera e non predeterminata», è l’invito di Conte, «è questo il modo migliore per rilanciare lo spirito del Movimento, l’ispirazione che spinge tanti cittadini a impegnarsi nelle istituzioni senza pensare al tornaconto personale, genuinamente animati dalla voglia di cambiare questo nostro Paese contro tutto e tutti».
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2024 Riccardo Fucile
“SISTEMERO’ LE COSE COSI’ BENE CHE NON DOVRETE PIU’ VOTARE”: LA PROMESSA DI UN EVERSORE
“Fatemi tornare alla presidenza, e non dovrete più tornare a votare tra quattro anni”. Sono inquietanti – e stanno facendo il giro del mondo – le parole pronunciate da Donald Trump nel corso di un evento elettorale in Florida, parlando al gruppo ultraconservatore Turning Point Action. “Cristiani uscite e votate! Solo questa volta, poi non dovrete più farlo”, ha detto l’ex presidente repubblicano. “Sapete cosa? Sarà tutto sistemato! Andrà tutto bene. Non dovrete più votare, miei cari cristiani”, ha insistito Trump. A quel punto, scuotendo leggermente la testa e mettendo la mano sul petto, ha ammesso: “Non sono cristiano”. Ma ha poi aggiunto: “Vi amo. Uscite, dovete uscire e votare. Tra quattro anni, non dovrete più votare. Sistemeremo le cose così bene che non dovrete più votare”.
Le dichiarazioni di Trump sono state oggetto di un acceso dibattito negli Stati Uniti (e non solo). Mentre i sostenitori repubblicani ne hanno ridotto la portata, affermando che si trattata solo di “sparate” in campagna elettorale, molti democratici hanno interpretato quelle parole come una minaccia diretta alla democrazia e al diritto di voto, ricordando il ruolo che ha avuto il leader della destra americana nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, non ha chiarito il senso delle dichiarazioni di Trump affermando solo che “stava parlando di unire questo Paese” e attribuendo all'”ambiente politico divisivo” il tentato assassinio del candidato di due settimane fa. In un’intervista rilasciata a Fox News a dicembre, Trump aveva affermato che se avesse vinto le elezioni del 5 novembre sarebbe diventato un dittatore , ma solo il “primo giorno”, per chiudere il confine meridionale con il Messico ed espandere le trivellazioni petrolifere.
James Singer, portavoce della campagna di Harris, ha criticato il leader repubblicano ricordando l’attacco al Campidoglio e accusandolo di aver condotto in quell’occasione un “assalto” alla democrazia. “Dopo la sconfitta alle ultime elezioni Trump ha mandato una folla a ribaltare i risultati”, ha detto il signor Singer. “In questa campagna elettorale, ha minacciato violenze se perderà, la fine delle elezioni se vincerà e la fine della Costituzione per poter attuare come un dittatore la sua pericolosa agenda del Progetto 2025 sull’America”.
(da agenzie)
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