Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
DOPO LA VITTORIA LA PUGILE ALGERINA IN LACRIME: “SUL RING PER LA DIGNITA’ DI TUTTE LE DONNE”
All’Arena Paris Nord tutto il pubblico è per Imane Khelif, ci sono tante bandiere algerine e i cori One, two, three, vive l’Algérie! cominciano ben prima che l’atleta si presenti sul ring, ma è quasi tutto il palazzetto di seimila spettatori che grida «Imane, Imane» appena la pugile 25enne esce dagli spogliatoi, vestita di rosso.
Prima dell’incontro, l’avversaria ungherese 23enne Anna Luca Hamori ha dato il suo contributo per spostare definitivamente il pubblico dalla parte di Imane, con una serie di cattiverie sui social: «Mi toccherà combattere con un uomo, pazienza, la mia vittoria sarà ancora più grande», «Forse è più giusto che sul ring salga il mio compagno (anche lui pugile, ndr)», fino alla pubblicazione di un’immagine che raffigura Imane Khelif come una specie di creatura mostruosa con le corna, un demonio gigantesco.
Quando la pugile ungherese si fa vedere nell’arena, con un vezzoso fazzoletto in testa, le lunghe trecce e un atteggiamento spavaldo più da match professionistico che da spirito olimpico, dalle tribune partono inesorabili i «buu».
Tutti guardano Imane Khelif, sarà davvero così più forte dell’avversaria? Si rivelerà pericoloso farla combattere, così alta e agile? Il match comincia, e in realtà è simile a quelli che lo hanno preceduto: tutte le pugili sono in effetti atlete, dalle braccia evidentemente muscolose, e non sono vestite da sera; siamo alle Olimpiadi.
Imane Khelif sembra più tecnica e scattante, in altre parole più brava dell’ungherese, la potenza qui non sembra l’unico parametro. I tre round si susseguono senza drammi né colpi di scena, la pugile algerina prende sicurezza e assesta qualche colpo notevole. Alla fine il verdetto è unanime, 5 a 0 e qualificazione di Khelif per la semifinale.
Le due ragazze si abbracciano rapidamente, come per togliersi il pensiero, poi salutano il pubblico, e Khelif torna nell’angolo a stringersi ai suoi, che saltano di gioia.
A quel punto la pugile scoppia in lacrime, e ci vorrà qualche minuto prima che riesca a riprendersi. Si ferma una prima volta davanti ai microfoni, vorrebbe parlare ma l’emozione è troppo forte, non ce la fa. Qualche altro metro, e ci riprova ma niente. Molta gioia, soprattutto molto dispiacere da buttar fuori dopo essere diventata in pochi giorni una specie di fenomeno da circo.
«Ringrazio il mio allenatore Mohammed Chaaoua e il coach cubano Pedro Luis Diaz. Sono felice e orgogliosa per questa medaglia (almeno il bronzo è assicurato, ndr) dopo tanti anni di lavoro. È in gioco l’onore e la dignità di tutte le donne. La federazione internazionale mi ha fatto un torto, ma io ho Allah con me».
(da Il Corriere della Sera)
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Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
STORIA DI UNA FIGURACCIA DIPLOMATICA: INGRESSO SBARRATO A PALAZZO MADAMA PER IL VICEPRESIDENTE DI TAIPEI, IN MISSIONE A ROMA PER ORDINE DEI MELONIANI DI NON IRRITARE LA CINA
Lo scorso martedì, attorno a Palazzo Madama, s’è verificato un fenomeno anomalo. Forse paranormale. Una strana e certamente preoccupante «sparizione di senatori», soprattutto di centrodestra, in particolare di Fratelli d’Italia. Conviene essere prudenti, attenersi ai fatti, prima di rivolgersi a David Copperfield (va bene pure il protagonista dell’omonimo romanzo) oppure, più laicamente, a Giucas Casella.
I fatti, allora. Come ampiamente previsto. Come ufficialmente annunciato. Il politico Chiang Chin-Chen, vicepresidente del Parlamento di Taiwan, è arrivato di buon mattino per incontrare diversi senatori della Repubblica. La visita romana era l’ultima tappa di un giro in Europa che ha attraversato Praga, Madrid e pure Milano.
All’improvviso, e per questo parliamo di fenomeno anomalo, forse paranormale, ma cerchiamo di essere calmi e lucidi, molti senatori e alcuni deputati sono spariti (si vede che era qualcosa di contagioso): un onorevole è rimasto col telefono senza batteria, un altro non è riuscito a lasciare l’ufficio per il troppo lavoro, un altro ancora s’è beccato il treno in ritardo, un irrimediabile ritardo.
A quel punto, contattati i pochi senatori superstiti, il vicepresidente Chiang Chin-Chen con la delegazione di Taiwan ha tentato di entrare a Palazzo Madama per svolgere un colloquio con una senatrice leghista e si presume, arsi dal sole di Roma, per godersi un po’ di refrigerio.
Un cavillo troppo cavilloso del comma del regolamento lo ha impedito: «In quel momento la senatrice non era in Senato e dunque non era consentito l’accesso», fa sapere, immolandosi, il senatore Gaetano Nastri, quattro legislature, due con Fratelli d’Italia.
Nastri è anche Questore di Palazzo Madama, per la precisione «anziano» perché il più votato dai colleghi, perciò Nastri ha la facoltà di accogliere o respingere gli ospiti consultando il presidente del Senato o il Collegio dei Questori. In questa occasione, Nastri spiega di aver agito da solo, addirittura senza informare il presidente Ignazio La Russa.
Chiang Chin-Chen ha salutato la senatrice leghista in un bar in zona Palazzo Madama, mentre i «senatori spariti» camminavano radenti al muro per non farsi vedere. Nel pomeriggio la situazione è tornata sotto controllo, nessun fenomeno anomalo e forse paranormale: la presidente Giorgia Meloni era nel pieno della ossequiosa trasferta in Cina e nel partito è scattato l’ordine di evitare contatti con i ribelli/nemici cinesi di Taiwan. La linea va sempre seguita. Anche se contraddittoria. Anche se il Senato della Repubblica non è la sede di Fratelli d’Italia.
Durante la campagna elettorale, appena due anni fa, la candidata Meloni fu l’unica a rilasciare una intervista a Central news agency, un media di Taipei, definendo «inaccettabile» il comportamento cinese: «È certo che Taiwan con un governo di centrodestra sarà una questione fondamentale per l’Italia. Ho seguito con disagio quello che sta succedendo». Certo, no? Oggi chi lo ricorda a Pechino che vuole riannettere Taiwan entro il 2049 per onorare il centenario dalla fondazione della Repubblica popolare e assumere il dominio mondiale?
Tornando al malinconico martedì 30 luglio di Chiang Chin-Chen: da segnalare gli appuntamenti saltati col leghista Gian Marco Centinaio («Impegni familiari»), vicepresidente del Senato che tre mesi fa guidò il gruppo italiano a Taipei e col meloniano Lucio Malan, presidente dell’intergruppo parlamentare di amicizia («Non ho potuto»).
La sera la delegazione di Taiwan ha invitato a cena gli onorevoli superstiti in un ristorante accanto a Palazzo Madama. I meloniani hanno declinato, specialmente per la paura delle foto. «Chi lo dice a Giorgia?» C’era soltanto un esponente di Fratelli d’Italia, forse non avvisato per tempo, si scherza, il deputato Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze nonché genero di Romano La Russa, il fratello di Ignazio. Per sua fortuna, Osnato ha raggiunto la comitiva dopo la foto di rito che una senatrice Pd ha pubblicato su Instagram. Si scherza ancora.
(da lespresso.it)
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Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
“CI PUÒ FAR PIACERE CRESCERE PIÙ DELLA GERMANIA MA DEVE PREOCCUPARCI IL FATTO CHE IL NOSTRO PRINCIPALE PARTNER INDUSTRIALE RALLENTI”… “LA SPINTA ARRIVA SOLO DAL TURISMO. È VERO CHE L’OCCUPAZIONE È A LIVELLI RECORD. MA DOBBIAMO CHIEDERCI SE E QUANTO SIA DI QUALITÀ”
Ce ne sarebbero di motivi per esercitarsi nel facile ruolo di Cassandre. Se non altro per prepararsi a quella che l’ Economist chiama un’altra «estate pazza». Fatta di spread che si allargano, Borse che cadono spinte giù dai signori dei profitti: i grandi dell’hi-tech. E poi, l’incertezza sul taglio dei tassi, timori per una nuova recessione negli Stati Uniti, una Cina che rallenta assieme al nostro partner per eccellenza: la Germania.
Ma sarebbe altrettanto superficiale ignorare o sottovalutare i campanelli d’allarme che valgono per l’Occidente e segnatamente per il nostro Paese. Superficiale quanto rischioso.
Con troppa esultanza si sono accolti gli ultimi dati italiani sul prodotto interno lordo, la misura al momento più attendibile sulla crescita di un Paese. Abbiamo un aumento già acquisito dello 0,7% del Pil e a fine anno potremmo salire fino all’un per cento e oltre. Ci può far piacere crescere più della Germania ma deve preoccuparci il fatto che il nostro principale partner industriale rallenti. Non è un caso che la crescita aumenti mentre la nostra industria da oltre un anno (16 mesi) registra un rallentamento.
La spinta arriva dal turismo. Uno spostamento verso i servizi che un tempo si sarebbe detto più che virtuoso. Purché si fosse trattato di servizi nel segno della modernità. E quindi ad alta intensità tecnologica […]. Di sicuro c’è stato un aumento del 14% delle presenze nel turismo. Dati che ci fanno sicuramente piacere ma che dovrebbero entrare a far parte di una strategia.
Sull’accoglienza andrebbe strutturata un’offerta che sia sostenibile nel tempo e non basata semplicemente sul fatto che disponiamo di buona parte del patrimonio culturale e storico a livello mondiale. Non basta allargare le braccia e accogliere i visitatori in strutture improvvisate e poco efficienti, e con lavoratori mal pagati e precari.
È vero che l’occupazione è così a livelli record in Italia. Ma responsabilmente dobbiamo chiederci se e quanto sia di qualità. Il «pittoresco» può aiutare una volta, ma non può essere la caratteristica principale di chi ambisce a essere una delle destinazioni più ricercate al mondo.
Non si costruisce un’infrastruttura turistica al pari di altri Paesi come la Spagna e la Francia dando l’impressione di voler badare solo agli interessi delle categorie che devono offrire servizi (leggi taxi e balneari) e non a quelli che devono usufruire di quei servizi, siano essi cittadini o turisti.
La globalizzazione economica è in arretramento o perlomeno si sta modificando. Al contrario però, la globalizzazione dell’informazione marcia grazie ai social a ritmi forzati. E oltre alle persone anche i Paesi sono sotto gli occhi di tutti. Si è visto ieri come un dato relativamente negativo come i posti di lavoro creati negli Stati Uniti (non all’altezza delle aspettative) abbia innescato paure più o meno razionali sulle Borse mondiali.
Gli esperti di mercati economici e finanziari usano una definizione azzeccata di momenti come questo: «volatili». […] Quando i mercati sono volatili si innesca una sorta di fuggi fuggi generale. Una «fuga dal rischio», si mettono in vendita i titoli azionari o di Stato in portafoglio. È così che cadono le Borse. Gli operatori cercano liquidità. Né più né meno come noi piccoli risparmiatori quando vediamo una situazione di rischio e corriamo a vendere preferendo avere in banca denaro liquido.
A questo è dovuto l’allargamento dello spread, della differenza tra quanto paghiamo noi italiani di interesse a chi ci presta soldi, rispetto ai tedeschi. Siamo alle soglie dei 150 punti, non elevatissimo, ma cresciuto di quasi il 10% nell’ultimo mese. Questo significa che i nostri titoli vengono acquistati meno o posti in vendita, e dobbiamo pagare tassi di interesse più alti.
Un segnale minimo. Ma che va colto. Il debito pubblico ormai veleggia attorno ai 3 mila miliardi. In rapporto al Pil: il 137,3% nel 2023, mentre nel 2019 (pre Covid) era il 134,8%
L’azione della Banca centrale europea, da Mario Draghi in poi, ha fatto capire ai mercati che l’euro e i Paesi che lo compongono, sono ben difesi. E, sinora, le leggi di Bilancio hanno tenuto la barra dritta sul rigore; senza contare quegli oltre 24 miliardi di maggiori entrate che forniscono al ministero dell’Economia un confortevole cuscinetto per la finanziaria del 2025.
Dovremo avere però la capacità di mostrare agli investitori e ai risparmiatori italiani e non che comprano i nostri titoli o che mettono soldi nelle nostre aziende e sul nostro territorio, che abbiamo ben chiaro un sentiero di crescita sostenibile. Con chiare direzioni di marcia (dove sono finite la transizione digitale ed ecologica?). Il mese di agosto spesso in passato si è incaricato di riportare l’attenzione su questioni concrete. Sperando che non si tratti di bruschi risvegli.
(da Corriere della Sera)
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Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
COME HA USATO LO SPORT PER AIUTARE POLITICAMENTE MOSCA… NON E’ RICONOSCIITA DALLA FEDERAZIONE PUGILATO ITALIANA E DAL CIO
Non è una scelta priva di implicazioni politiche, quella di assegnare ad Angela Carini il premio in denaro pensato dall’International Boxing Association per l’oro nella disciplina, in seguito al colpo di Imane Khelif che ha visto l’azzurra ritirarsi dopo 46 secondi dall’inizio del match.
E questo perché l’ente che gestisce il pugilato Elite (ex dilettantistico) è presieduto dal russo Umar Kremlev, oligarca vicino a Vladimir Putin, e nemico giurato del Cio (che ha dato il via libera alla partecipazione di Khelif alle Olimpiadi di Parigi, nonostante le accese polemiche riguardanti l’iperandrogenismo femminile di cui soffre l’atleta).
Gli attriti con il Cio
L’Iba non è infatti più affiliata al Comitato Olimpico Internazionale dal 2019, anno in cui fu sospesa per scandali amministrativi e di corruzione. Da allora, la sede dell’Organizzazione, il cui sponsor principale è la società petrolifera statale russa Gazprom (colosso dei gas naturali che sostiene la guerra contro l’Ucraina), si è trasferita in Russia.
L’Iba si è duramente scagliata contro il Cio. Anche in occasioni delle Olimpiadi: «I Giochi di Parigi rappresentano una sodomia, sono la distruzione dei valori tradizionali in tutto il mondo e Thomas Bach (presidente del Cio, ndr) ne è responsabile», ha dichiarato Kremlev.
Uno scontro politico
Il Cio nel frattempo punta a riempire il vuoto lasciato dall’Iba con una nuova organizzazione, la World Boxing (alla quale anche la federazione italiana ha scelto di aderire, qualche giorno fa).
Ma l’International Boxing Association risponde ai colpi attraverso il denaro, forte dei finanziamenti milionari della multinazionale russa. Nell’ultimo mondiale maschile, per esempio, ha premiato il vincitore con 200.000 dollari. Una linea aggressiva, soprattutto dopo l’elezione di Kremlev nel 2020. L’oligarca ha presto adottato scelte discusse, che paiono strumentali a legittimare politicamente Mosca attraverso lo sport. Come quella di autorizzare la partecipazione di russi e bielorussi ai Mondiali, con tanto di inno e bandiera.
Umar Kremlev: chi è
Umar Kremlev ha 40 anni, ed è appassionato di boxe sin da giovanissimo. Ha anche combattuto sul ring, ma ha abbandonato la disciplina a soli 19 anni. Per costruire la sua fortuna nei settori dell’edilizia e della sicurezza, nonché nella gestione di un’attività di taxi. Inoltre è membro dell’ordine di San Giorgio, la più alta onorificenza militare della Federazione Russa. Kremlev è stato anche tra i primi a sollevare polemiche sulla partecipazione di Khelif.
Parole fuorvianti ma efficaci, che hanno presto infiammato le polemiche non solo nello sport, ma anche nella politica internazionale.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
MA C’E’ ANCHE UN VENTO DEL NORD CHE SOFFIA A FAVORE DEL REFERENDUM
Il vento del Sud a sostegno della campagna referendaria per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata spira forte. Eccome. Ma questo, a ben pensare, poteva essere finanche scontato. Come era prevedibile che la Campania, terra più popolosa del Mezzogiorno, dove peraltro il centrosinistra governa quasi dappertutto, risultasse (saldamente) in testa nella classifica delle regioni in cui ad oggi sono state raccolte più firme
Quello che, forse, nessuno tra gli stessi promotori poteva immaginare (o sperare) era la portata dei riscontri finora messi in cascina per la campagna avviata con l’obiettivo dichiarato di cancellare un provvedimento — la legge 26 giugno 2024, n. 86: “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” — voluta fortemente dalla Lega di Salvini e Calderoli e appoggiata non senza qualche maldipancia meridionale dalle altre forze della coalizione di maggioranza. Un testo, per dirla con chi ha lanciato la rincorsa al referendum, che «divide l’Italia e danneggia sia il Sud che il Nord». Proprio dal Settentrione, infatti, e qui sta la vera novità, da qualche giorno ha cominciato a soffiare una brezza, via via più insistente, pro-consultazione abrogativa.
I numeri nazionali
Fatto sta che opposizioni parlamentari e sindacati hanno annunciato di aver praticamente già raggiunto, più o meno in una settimana, quota cinquecentomila firme nell’intera Penisola tra «digitali» e ai banchetti.
Il boom
La Campania, dal canto suo, come spiegano al Corriere del Mezzogiorno i segretari generali di Cgil e Uil, Nicola Ricci e Giovanni Sgambati, particolarmente attivi nel promuovere il sostegno al quesito anti-autonomia, «ha ormai superato quota centomila adesioni»: quasi 88 mila, a ieri pomeriggio, soltanto quelle affidate alla piattaforma online attivata dal 26 luglio.
Nel Settentrione
Ma torniamo al caso Nord. La Lombardia, sempre a ieri, e sempre stando ai numeri forniti dal comitato promotore, viaggiava sopra le 45 mila firme online, l’Emilia intorno alle 25 mila, il Piemonte a quota 20 mila, il Veneto poco sotto le 15 mila e la Liguria poco sopra le 7 mila. Centomila e passa totali, dato peraltro in continua evoluzione, al quale bisogna aggiungere quelli di Friuli, Valle d’Aosta e Trentino e le adesioni racimolate nei punti raccolta «fisici». Numeri che probabilmente devono iniziare a far riflettere (anche politicamente) chi aveva dato per scontato che l’argomento fosse troppo ostico per incontrare l’interesse e l’attenzione dei cittadini da un capo all’altro della Penisola. Tanto più visto che i dati appena citati sono da inquadrare in un contesto aggiornato a circa 420 mila firme digitali.
Il Centro
Il Lazio, con le sue quasi 49 mila firme (sempre online, dato aggiornato al pomeriggio di ieri) guida il gruppo delle regioni del Centro Italia. Seguito da Toscana (23.500 circa), Marche (7 mila) e Umbria (oltre 5 mila).
Mezzogiorno di fuoco
Nel Sud, dopo la Campania, stando ancora ai numeri forniti dai promotori del referendum, ci sono le 37 mila firme digitali raccolte in Puglia, le 22.500 circa della Calabria, le oltre 8 mila dell’Abruzzo e le 6 mila della Basilicata.
Le Isole
Tra Sicilia e Sardegna, a ieri pomeriggio, la raccolta digitale faceva segnare oltre 50 mila adesioni.
Governatori contro
«Si sono raggiunte 500.000 firme, siccome questa è una materia complicata io credo che si stia esprimendo, in questa valanga di cittadini che sono andati a firmare, un doppio sentimento. Uno è un inizio di critica politica seria al governo nazionale. E, poi, credo anche che sia vero che probabilmente questa riforma arriva fuori tempo massimo». Lo ha detto, intervenendo l’altra sera alla Festa dell’Unità di Mantova, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, affrontando il tema del referendum sull’autonomia differenziata. Il collega Vito Bardi, che guida la coalizione di centrodestra in Basilicata, la pensa diversamente: «L’attuale modello di distribuzione delle funzioni decisionali della Repubblica — ha detto durante un intervento in consiglio regionale — non riesce a produrre che risultati insufficienti per superare i divari territoriali e unificare l’Italia anche dal punto di vista economico». E ancora: «Come tutte le riforme, anche questa ha necessità di essere monitorata con continuità per verificarne la coerenza, per analizzare nel concreto costi-opportunità, per discernere su quali materie è opportuno o meno avvalersene. È di questo che dovremmo occuparci, con serenità, rigore e passione, accettando la sfida del cambiamento».
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
INCREDIBILE, ERA GIA’ STATO CONDANNATO A 3 ANNI, MA ERA AL LAVORO PERCHE’ NESSUNO AVEVA RINNOVATO LA MISURA INTERDITTIVA
Un medico di base di 59 anni è stato arrestato venerdì, su ordine della gip Sara Cipolla, con le accuse di violenza sessuale aggravata ai danni di un paziente di 22 anni. Gli abusi denunciati dal giovane sarebbero stati commessi durante una visita agli inizi di luglio per un certificato di idoneità sportiva non agonistica.
Le indagini della pm Alessia Menegazzo, coordinate dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, sono state condotte dalla sezione di pg della polizia di Stato della procura di Milano. Dopo la denuncia il ragazzo è stato risentito dagli inquirenti una decina di giorni fa. Dalle indagini inoltre è emerso che il professionista con lo studio in un Comune dell’hinterland lo scorso 16 aprile era stato condannato dal Tribunale milanese a 3 anni di reclusione per un episodio analogo ai danni di un altro ragazzo di 20 anni. Prima del processo aveva ricevuto solo una misura interdittiva di divieto temporaneo dell’esercizio della professione nel frattempo scaduta. L’uomo dopo le formalità di rito è stato portato al carcere di San Vittore.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
L’ITALIA TORNA SUL PODIO ALTO DELLA SPECIALITA’ 24 ANNI DOPO ALESSANDRA SENSINI
Sesta medaglia d’oro per l’Italia. Arriva nella nuova categoria olimpica del windsurf,la classe iQFOil nella quale le tavole a vela si sollevano sull’acqua grazie agli hydrofoil, e a Marta Maggetti, 28 anni, cagliaritana, campionessa del mondo nel 2022 a Brest (evidentemente la Francia le porta bene).
Ventiquattro anni dopo Alessandra Sensini l’Italia torna a far festa in questa disciplina e per Marta è una rivincita rispetto al quarto posto di Tokyo. Dopo essere entrata in finale con il secondo posto in semifinale, Marta ha fatto un capolavoro di tattica che l’ha portata ad approfittare di un errore di Emma Wilson, la favorita che era stata la migliore nelle regate opening series di qualificazione. Ma l’inglese ha sbagliato la valutazione su un lato di bolina l’azzurra l’ha capito scegliendo un’altra traiettoria. Così da terza si è ritrovata prima, con la Kantor che ha provato a seguirla e a insidiarla.
Ma Marta ha tenuto duro e il suo vantaggio nel lato conclusivo non è mai stato in discussione. Oro davanti all’israeliana e alla Wilson, disperata per l’errore che l’ha relegata al bronzo.
Per Maggetti è il coronamento di un sogno iniziato davanti al mare, lei che è nata e cresciuta a Cagliari. È da sempre una ragazza sportiva e, prima di bordeggiare nel golfo, si cimenta nella pallacanestro, nel minivolley e nella ginnastica artistica. Poi, all’età di otto anni, sboccia la sua passione per la tavola a vela seguendo quella del papà, che con gli amici è solito frequentare il Windsurfing Club Cagliari. Impressionante talento da subito, vince tutto nelle categorie giovanili. Ma non basta. Per sostenere la campagna di qualificazione a Tokyo cerca sponsor e appoggi in Sardegna in un progetto chiamato «Ajò to Tokyo2020».
Le regate di avvicinamento a Parigi 2024 sono partite da lontano, il pass lo aveva ha ottenuto nelle fredde acque olandesi. Regina in Francia, aveva preparato la sua seconda Olimpiade con enorme determinazione, allenandosi anche sul Lago di Garda. Orgogliosamente sarda, ama la fotografia: foto paesaggistiche di coste e spiagge, panorami. E dipingere: quadri dai colori accessi. Oltre il windsurf pratica yoga e ciclismo.
(da Il Corriere della Sera)
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Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
LA SENSAZIONE NEI PALAZZI ROMANI E’ FORTE: STA SUCCEDENDO QUALCOSA
Intorno a Pier Silvio Berlusconi sta succedendo qualcosa di importante. E inatteso. Ci sono segnali, sensazioni, atmosfere. Per capirci: l’altro pomeriggio, aperitivo a Capalbio, con le cicale che cantano tra gli ulivi e calici di vermentino ben freddo, il padrone di casa che affetta un salame e le sue ospiti abbronzate e sinistrorse (non radical chic: i radical chic a Capalbio si sono estinti almeno vent’anni fa) che sono tutte un Pier Silvio di qua, Pier Silvio di là, tutte entusiaste nel riconoscere al secondogenito del Cavaliere, qui a lungo particolarmente detestato, il rango del leader politico nascente o forse addirittura già al comando d’una Forza Italia nuova e, di colpo, affascinante.
A qualche settimana dall’intervista rilasciata al Corriere dalla sorella maggiore Marina, che ha ammesso di preferire la sinistra sui diritti civili ignorati dalla maggioranza di governo, Pier Silvio ha scatenato l’immaginario collettivo, quando – alla presentazione dei palinsesti Mediaset – parla da erede al trono politico del padre: dicendo che il partito di famiglia dovrebbe essere capace di attrarre meglio e di più i “moderati”, che avrebbe bisogno di facce giovani e credibili, e lasciando poi intendere che è troppo subalterno a Giorgia Meloni e che è persino incapace di contenere Matteo Salvini, il quale s’è mosso per intitolare l’aeroporto di Malpensa al Cavaliere senza nemmeno avere il garbo di avvertire preventivamente loro, i figli.
Parole da capo. Rivoluzione annunciata. Titoloni, editoriali, retroscena. Con domande tipo: siete sicuri che uno come Pier Silvio possa andare d’accordo, in futuro, con tipi alla Vannacci? Riflessioni: la verità è che una famiglia di grandi imprenditori vuole un governo solido e non litigioso, europeista, non anti-sistema, ben visto dai mercati. Scenari: FI può, prima o poi, lasciare la destra al suo meloniano destino sovranista? I palazzi romani della politica e del potere hanno sensori sensibili: sì, sta davvero succedendo qualcosa. Perciò è chiaro che passeremo l’estate a valutare pure un mezzo sospiro di Pier Silvio, mentre ai tramonti capalbiesi, intanto, alla terza bottiglia, arriva pure il momento dell’autocritica: «E comunque dobbiamo ammetterlo: anche il padre, il nostro vecchio Caimano, non è mai stato fascista».
(da corriere.it)
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Agosto 3rd, 2024 Riccardo Fucile
VENGONO IMPOSTE LE REPLICHE DELLE TRASMISSIONI FLOP, DAL “CANTANTE MASCHERATO” A “BOOMERISSIMA”, TALMENTE INGUARDABILE CHE PURE ADESSO È STATO SOSPESO PER BASSI ASCOLTI
Salvati in corner dai Giochi. E con «salvati» non ci riferiamo solo alle reti Rai, che nella Senna hanno trovato il loro bagno di ascolti, ma soprattutto ai telespettatori: gli irriducibili del divano che, a torto o a ragione, sperano ancora di trovare qualcosa di interessante in onda d’estate. Invece si trovano a scegliere tra la milionesima replica e la differita di un qualche Premio Tv. Finché appunto non sono arrivati i Giochi Olimpici
Per tutte le 15 ore di trasmissione garantite da Rai2, lo share è sempre a doppia cifra, con punte superiori ai 3,5 milioni di spettatori. Il che dovrebbe fare riflettere sul potere della tv: se in onda c’è qualcosa di interessante, la gente prende il telecomando. Lo abbiamo toccato con mano anche con Temptation Island: un appuntamento che non ha certo la potenza di fuoco delle Olimpiadi ma che, nonostante ciò, è volato oltre i 3,5 milioni di spettatori, superando il 30% di share. Numeri da stagione autunnale avviata, non da luglio inoltrato.
Gli share possono dunque salire: basta volerlo. O meglio, basta programmare.
Calma piatta anche per i programmi di approfondimento giornalistico: sebbene tra guerre ed elezioni americane gli spunti abbondino, le uniche novità sono il programma crossmediale Newsroom, condotto da Monica Maggioni, e Filorosso Revolution, affidato all’ex inviato di Report Federico Ruffo.
Magra anche l’offerta di intrattenimento leggero: le due grosse novità sono targate Mediaset, il già citato Temptation Island e il gioco musicale Tilt – tieni il tempo, la cui seconda puntata, in onda il 28 luglio, è crollata al 5% di share, fermandosi a 525mila spettatori. Pollice verso per le trasmissioni musicali: tutte versioni rivisitate del Festivalbar.
Il resto è una gigantesca replica, sia di fiction che di show. Con un’importante differenza. Se per le serie tv si tendono a schierare i successi di stagione (Mina Settembre2, Alfredino – una storia italiana, Nero a metà 3), per l’intrattenimento si prova a dare una seconda chance ai format meno riusciti. Tra giugno e agosto in Rai sono rispuntati Il cantante Mascherato, Forte e Chiara e Boomerissima: quest’ultima però ha fatto flop pure adesso, la Rai ne ha sospeso le repliche per i bassi ascolti.
Sulle reti Mediaset ridanno Michelle Impossible & Friends, Lo show dei record, Ciao Darwin. Quanto alla serialità, Canale 5 va sul sicuro con le dizi turche mentre a sorpresa quest’anno Montalbano salta il turno su Rai1
(da agenzie)
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