Settembre 28th, 2024 Riccardo Fucile
IL DIRITTO UE DEVE PREVALERE SEMPRE SU QUELLO NAZIONALE
Il diritto dell’Unione europea deve sempre prevalere su quello nazionale, anche ove si tratti
di pronunce costituzionali. La questione è stata definitivamente chiarita dalla Corte di giustizia dell’UE, che ha stabilito che un giudice nazionale non è tenuto a rispettare una sentenza della propria Corte costituzionale se essa si pone in contrasto con il diritto comunitario.
Anche le norme costituzionali di più alto rango, secondo la Corte UE, non possono infatti prevalere sulle direttive europee. La sentenza della Corte di Lussemburgo, che si riferisce a un caso sollevato dai tribunali romeni riguardante un incidente mortale sul lavoro, afferma infatti chiaramente che i giudici nazionali possono ignorare una decisione della loro Corte costituzionale, qualora questa violi il diritto europeo, senza incorrere in sanzioni disciplinari.
Il caso concerneva il decesso di un elettricista in Romania per elettrocuzione nel corso di un intervento, da cui è scaturito un procedimento amministrativo contro il suo datore di lavoro. Contestualmente, è stato promosso un procedimento penale per negligenza e omicidio colposo a carico del suo caposquadra. Nel procedimento penale sono intervenuti anche i familiari del lavoratore. Il giudice amministrativo chiamato a decidere sulla controversia ha concluso che, nel caso di specie, non si trattava di un «infortunio sul lavoro», decidendo di annullare le sanzioni amministrative inflitte al datore di lavoro. In base alla legislazione romena, così come interpretata dalla Corte costituzionale, il giudice penale non poteva riesaminare la questione per riconsiderare se l’incidente potesse configurarsi come un infortunio sul lavoro. In questo contesto, la Corte d’appello di Brașov (Romania) ha chiesto alla Corte di giustizia di pronunciarsi in merito alla compatibilità tra tale legge nazionale e l’interpretazione che ne danno la Corte Costituzionale e il diritto dell’Unione in materia di sicurezza dei lavoratori. Così, la Corte di giustizia dell’UE ha dichiarato che ciò contraddice la direttiva europea sulla sicurezza sul lavoro, che garantisce ai familiari il diritto di essere ascoltati. Infatti, come si legge in un comunicato stampa che accompagna la sentenza, «il diritto dell’Unione mira a proteggere la sicurezza dei lavoratori e obbliga il datore di lavoro a garantire un ambiente di lavoro sicuro. Rientra nella competenza nazionale determinare le procedure per far valere la responsabilità del datore di lavoro in caso di inadempimento. Tuttavia, tali procedure non possono ostacolare l’esercizio dei diritti conferiti dal diritto dell’Unione». A questo proposito, ha sancito ancora la Corte, «i giudici nazionali devono potersi astenere dal seguire una decisione della loro Corte costituzionale qualora tale decisione sia in contrasto con il diritto dell’Unione». In questo caso, infatti, «essi non possono essere oggetto di sanzioni disciplinari».
Esaminando il caso da una prospettiva più ampia, questa decisione rappresenta un passaggio delicato nella giurisprudenza europea. Se da un lato può essere sicuramente considerata come un ulteriore passo verso una maggiore integrazione europea, dall’altro pone interrogativi sulle modalità di bilanciamento tra l’efficacia del diritto comunitario e il rispetto delle tradizioni costituzionali dei singoli Paesi. Da una parte, la prevalenza del diritto UE sulle costituzioni nazionali rafforza infatti l’uniformità del quadro giuridico comunitario, tracciando uno scenario più favorevole alla protezione dei diritti fondamentali europei ed evitando rischi di stalli o conflitti giurisdizionali tra le istituzioni giudiziarie nazionali ed europee. Dall’altra, tuttavia, solleva preoccupazioni sulla capacità degli Stati membri – che hanno tra loro tradizioni giuridiche e costituzionali spesso molto diverse – di mantenere il controllo su questioni centrali del proprio ordinamento costituzionale, aprendo al potenziale rischio che le decisioni europee vengano percepite come una violazione dei principi democratici nazionali.
Guardando al caso italiano, all’Art. 11 della Costituzione si stabilisce che l’Italia consente «limitazioni di sovranità» per aderire ad organizzazioni internazionali come l’Unione Europea, ma non abdica completamente alla sovranità nazionale. Il principio del primato del diritto europeo sulla normativa nazionale è infatti stato accolto dalla Corte Costituzionale italiana, ma con alcune riserve. Nella sentenza “Frontini” (1973) e in quella “Granital” (1984), in cui ha riconosciuto il primato del diritto europeo, la Consulta ha affermato che la sovranità nazionale deve essere salvaguardata, specialmente se il diritto europeo violasse i principi fondamentali della Costituzione.
(da lindipendente.online)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
L’EUROPARLAMENTARE DELLA LEGA ERA A LOANO, IN PROVINCIA DI SAVONA, INSIEME AL LEGHISTA RIXI: DOPO L’INCONTRO HA SALUTATO I SUOI SOSTENITORI, E HA MANDATO UN VIDEO-SALUTO A “RENATONE” BOSETTI, ULTRAS INTERISTA CANDIDATO CON I “FASCI DEL TERZO MILLENNIO” NEL 2018
A margine dell’incontro con Edoardo Rixi a Loano, per sostenere la candidatura del candidato del centrodestra di Lega e Fratelli d’Italia Marco Bucci in Liguria, l’ex-generale ed eurodeputato Roberto Vannacci trova il tempo di salutare i suoi sostenitori. Con un “bene, benissimo” che non sembra di circostanza, accoglie e abbraccia un militante di CasaPound che sostiene, (probabilmente sovrastimando il peso elettorale della propria formazione), di aver indirizzato migliaia di voti della destra radicale milanese.
Insieme mandano dalla piazzetta del paese nel ponente ligure un ringraziamento e un saluto a Renato della Curva nord interista. Si tratta di “Renatone” Bosetti, 54 anni, che dopo l’omicidio di Antonio Bellocco e la detenzione del suo assassino Andrea Beretta, è tra i nuovi capi degli ultras nerazzurri, noto alle forze dell’ordine per disordini da stadio, “reati contro la persona e armi”. Nel 2018 è stato candidato di Casapound in Lombardia.
Il supporto esterno di CasaPound alla Lega non è cosa nuova.
È invece la prima volta che l’eurodeputato Roberto Vannacci riconosce e ringrazia pubblicamente l’appoggio alle europee che gli hanno tributato i militanti Casapound, che d’altronde per primi gli hanno con insistenza proposto candidature, ritenute meno dal generale meno attrattive di quanto non sia portare avanti le sue battaglie dentro la Lega e la coalizione di centrodestra.
(da il Fatto Quotidiano)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
ROBA CHE AI VENTENNI VERRÀ VOGLIA CONSEGNARSI AL CAPORALATO CON OTTIME PROBABILITÀ DI RAFFORZARE IL LEGAME TRA GIOVANI E DROGHE PESANTI
Il nostro amato Lollo era stato buono per un po’, non faceva gaffe, niente sparate da
almeno trenta giorni (tanto che io mi cominciavo a preoccupare) e invece va tutto bene: è tornato il genio di sempre. Ha inaugurato il G7 dell’Agricoltura a Siracusa, probabilmente per festeggiare la spumeggiante estate siciliana dell’agricoltura, appunto, tra siccità, razionamenti per i campi, animali che hanno bevuto fango, zolle riarse, pozzi illegali e reti idriche “colabrodo”
Due giorni fa, ha rispolverato la brillante idea della leva agricola. “Il 2 ottobre – ha detto – partirà il servizio civile in agricoltura con la manifestazione d’interesse aperta alle aziende. Per la prima volta i giovani potranno servire la Patria con una attività di valore agricolo”.
Una grande idea quella di “rafforzare il legame tra giovani e territorio” mettendo ai giovani una zappa in mano per 507 euro al mese di rimborsi. Roba che ai ventenni verrà voglia consegnarsi al caporalato con ottime probabilità di rafforzare il legame tra giovani e droghe pesanti.
Ma Lollo ci crede. È convinto che i ragazzi, a cavallo come i pionieri del far west, si riverseranno in massa nei terreni, magari quelli aridi dell’Agrigentino, per cogliere l’impareggiabile opportunità di servire la Patria nei campi.
Sì, qualcuno sente puzza di fascismo, di feste del grano e di propaganda sull’operosità agricola, ma direi che possiamo dormire sereni: non ci sarà alcuna festa del grano, visto che tra un po’ non avremo acqua, grano, manodopera e, vista l’aria che tira in casa Meloni, neppure il ministro della Sovranità alimentare. E poi, diciamolo: “Quando c’era lui si bonificava”, questi desertificano. Non ci sono più i trebbiatori fasci di una volta.
(da il Fatto Quotidiano)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
IL REATO PREVEDE FINO A 10 ANNI DI GALERA, UN MILIONE DI MULTA E 5 ANNI DI INELEGGIBILITA’… LE PROVE SONO SCHIACCIANTI
Marine Le Pen da lunedì, 30 settembre, si gioca praticamente la candidatura all’Eliseo nel 2027: dovrà infatti comparire in tribunale, a Parigi, insieme ad altre 26 persone, nell’ambito del caso detto dei finti assistenti al Parlamento Ue del Front National (FN), il partito dell’estrema destra francese poi diventato Rassemblement National (RN). La patronne del RN deve rendere conto di “appropriazione indebita di fondi europei”, un’accusa per cui rischia fino a dieci anni di prigione e un milione di euro di multa, oltre che fino a cinque anni di ineleggibilità. Abbastanza per compromettere le sue ambizioni presidenziali.
L’inchiesta a carico del partito politico è stata aperta nel 2015, quando è stata scoperta un’enorme frode ai danni del Parlamento di Strasburgo: tra il 2004 e il 2016, i responsabili del FN prima e del RN poi avrebbero usato i fondi europei per assumere e pagare assistenti che in realtà lavoravano per il partito a Parigi su dossier non legati a Strasburgo o Bruxelles. Si parla di quasi 7 milioni di euro.
Marine Le Pen, indagata nel 2017, è accusata di aver partecipato ad un vero e proprio “sistema strutturato e centralizzato”, portato avanti dai “successivi dirigenti del partito”, all’epoca sommerso dai debiti. Oltre a lei compariranno in tribunale anche Louis Aliot, sindaco di Perpignan e attuale vicepresidente del RN (dal 2020), oltre che figura “storica” del partito di estrema destra ed ex compagno di Marine Le Pen, l’ex numero due del FN Bruno Gollnisch e il portavoce del partito Julien Odoul.
In tutto dunque 27 persone. Sfuggirà invece al processo il “patriarca” Jean-Marie Le Pen, l’anziano fondatore del Front National che è stato parlamentare a Strasburgo tra il 1984 e il 2003 e poi di nuovo tra il 2004 e il 2019: a 96 anni, non comparirà in tribunale a causa del suo stato di salute.
Marine Le Pen, anche lei ex eurodeputata, dal 2015 al 2017, ha preso le redini del partito paterno nel 2011 prima di lasciarle al suo delfino, Jordan Bardella, nel settembre del 2021, per presiedere il gruppo RN all’Assemblea nazionale. Bardella, che è stato anche lui assistente di un europarlamentare RN per alcuni mesi nel 2015, non figura tra gli imputati. Ma il giovane dalle grandi ambizioni è stato accusato da Tristan Berteloot, un giornalista di Libération che ha di recente pubblicato il libro La Machine à gagner (Seuil), di aver contribuito a falsificare dei documenti e a fabbricare delle finte prove per dimostrare il suo lavoro a Strasburgo, mentre lavorava a Parigi per il partito, e sfuggire quindi alle indagini. Lui ha smentito e denunciato “un grossolano tentativo di destabilizzazione”.
In questo brutto caso che mina il suo futuro politico, la leader RN si è sempre detta innocente. Ma contro di lei ci sarebbero delle prove schiaccianti. Alcune sono state rese note da una recente inchiesta di France Tv che, per la trasmissione “Complément d’enquête”, i cui reporter si sono procurati diverse mail e documenti del partito che sono nelle mani dei magistrati.
Emerge per esempio che la guardia del corpo della famiglia Le Pen, Thierry Légier, è stata per anni remunerata come assistente parlamentare, quindi con i fondi dell’Ue, via contratti brevi, mentre figurava nell’organigramma del FN. Lo stesso vale per Catherine Griset, oggi eurodeputata, che è stata remunerata come assistente al Parlamento Ue dal 2010 al 2016, mentre era assistente personale e poi direttrice di gabinetto di Marine Le Pen.
Come riporta anche Libération, gli inquirenti sono in possesso di “diverse mail e sms che dimostrano che Marine Le Pen aveva il potere di favorire e decidere le assunzioni, l’assegnazione a un collaboratore di fondi particolari e che lei era in ultima analisi il principale decisore”.
Il giornale riporta le testimonianze di alcuni ex assistenti ed ex deputati al Parlamento Ue che implicano direttamente la responsabilità della leader. Un ex eurodeputato RN riferisce per esempio che, poco dopo il suo arrivo a Strasburgo, in una riunione del giugno 2014, Marine Le Pen lo avrebbe messo rapidamente al corrente del sistema: “Posso dirle che potrà scegliere di assumere lei stesso un assistente – gli avrebbe detto la Le Pen – e che il resto della sua dotazione sarà messo a disposizione del movimento”.
(da agenzie)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
“UN’ASSURDITA’, IL GOVERNO FAVORISCE I RESPINGIMENTI CON LA COMPLICITA’ DEI CRIMINALI DELLA GUARDIA COSTIERA LIBICA”
Hanno fatto un primo salvataggio e, nel giro di poche ore, un secondo lungo la rotta di
sbarco verso il porto di Genova assegnato per lo sbarco dalle autorità competenti.
Così l’equipaggio della nave per la ricerca e soccorso Geo Barents di Medici senza frontiere, dopo essere stato minacciato dalla “guardia costiera” libica e aver effettuato due soccorsi portando in salvo 206 persone, ha subìto martedì un fermo amministrativo ai sensi del decreto Piantedosi per “non aver eseguito gli ordini delle autorità libiche”, quelle armate, equipaggiate e finanziate dall’Italia e dall’Unione europea per pattugliare ed effettuare respingimenti collettivi di richiedenti asilo, pur in aperta violazione del diritto internazionale. A questo primo fermo di 60 giorni si aggiunge un secondo ordine di fermo, esito di una dettagliatissima ispezione del Controllo dello Stato di approdo (PSC) sulla nave alla ricerca di carenze tecniche. “È la quarta volta che la nostra nave di ricerca e soccorso subisce un fermo per aver adempiuto all’obbligo legale di salvare vite in mare – spiega Medici senza frontiere nell’annunciare il ricorso al provvedimento, ritenuto punitivo e illegittimo – Le autorità italiane continuano a dare credibilità alla Guardia Costiera libica, accusata dall’ONU e da altre ONG per i diritti umani di commettere crimini contro l’umanità“.
A bordo della Geo Barents, ormeggiata a Genova, la responsabile ricerca e soccorso di Msf Fulvia Conte ripercorre con ilFattoQuotidiano.it questo ultimo episodio: “È incredibile constatare che chi come noi è in mare per garantire il rispetto del diritto internazionale – spiega – debba costantemente giustificare il proprio operato di fronte a chi, come l’Italia, ha ratificato queste stesse norme di diritto internazionali che ostacola quotidianamente finanziando e alimentando il business dei centri di detenzione in Libia dove vengono riportate le persone respinte in un ciclo continuo di abusi e violenze”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
PECCATO CHE NON CE NE SIA TRACCIA… LA TRISTE PARABOLA DELLA PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Trent’anni fa era la più giovane (e seconda donna dopo Nilde Iotti) presidente della Camera dei Deputati al picco della Lega di Bossi, adesso nell’aula di tribunale Irene Pivetti è una imprenditrice condannata in primo grado a 4 anni e alla confisca di 3,4 milioni per frode al Fisco e autoriciclaggio: la parabola si compie ieri quando le giudici Scalise-Cecchelli-Castellabate le infliggono quei 4 anni dopo il terzo di riduzione della pena di partenza dovuto alla concessione delle attenuanti generiche, mentre il pm chiedeva di calcolare 4 anni di pena finale in forza del proposto diniego delle attenuanti a una donna delle istituzioni «beneficiaria di un assegno vitalizio alimentato dalle imposte dei cittadini, dalla quale pertanto è lecito pretendere una particolare sensibilità agli obblighi di legge tributari».
Pivetti oscilla tra il definire la propria vicenda «un accanimento e una persecuzione giudiziaria, non un errore», e l’assicurare «fiducia nel tempo che è il mio più grande amico. Non sono qua a fare la lagna, sono solo una tra i molti, perché il sistema è fatto così: ogni tanto ha bisogno di prendere dei bersagli, meglio se hanno una certa visibilità. Qui il tema — asserisce — era fare passare la Pivetti come un evasore fiscale, invece si trattò di una normale (per quanto fortunata) transazione commerciale su cui ho pagato le tasse».
Di esse, però, negli atti non c’era traccia e al contrario sulla base di rogatorie in mezzo mondo Pivetti è stata ritenuta responsabile di operazioni soggettivamente simulate nel 2016 nell’aver prima acquistato per 1,2 milioni una scuderia di auto da corsa (tre fuoriserie, un autotreno, il sito Internet, il logo con un cavallino Ferrari, pezzi di ricambio storici) appartenente a due società dell’ex pilota di rally Leonardo Isolani e della moglie Manuela Mascoli, e poi nell’averla rivenduta per 10 milioni alla società cinese More & More Investment del gruppo Dahoe.
Ma per il pm nessuno dei beni, eccetto il marchio, fu davvero trasferito a Pivetti e poi al compratore cinese, il sito Internet era inesistente, le auto rimasero nella disponibilità di Isolani in Spagna, l’autotreno era pignorato.
Scopo dei venditori sarebbe stato «dissimulare la proprietà dei beni e sottrarli» al Fisco che inseguiva la coppia per 3 milioni di debiti tributari; mentre «l’obiettivo di Pivetti» sarebbe stato «acquistare il logo Isolani-Ferrari per cederlo a un prezzo dieci volte superiore al gruppo Dahoe» ma «senza comparire in prima persona», in modo da raggirare il Fisco. Pivetti ha un processo anche a Busto Arsizio per ipotesi di frode in forniture pubbliche sulla compravendita dalla Cina di mascherine per 35 milioni in pandemia Covid.
(da agenzie)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
KLIPPENSTEIN AVREBBE VIOLATO LE REGOLE SULLA PUBBLICAZIONE DI INFORMAZIONI “PERSONALI PRIVATE NON REDATTE”. MA È TUTTA UNA SCUSA: LA VERITÀ È CHE LA NOTIZIA IMBARAZZA IL CANDIDATO VICE DI TRUMP, SOSTENUTO DA ELON
Giovedì X ha sospeso l’account del giornalista indipendente Ken Klippenstein dopo che
quest’ultimo ha condiviso il documento riguardante il senatore JD Vance proveniente dal presunto hackeraggio iraniano della campagna di Donald Trump.
Il quadro generale: Il documento di 271 pagine include una ricerca su Vance che la campagna di Trump ha compilato per valutarlo come potenziale compagno di corsa.
La notizia: poco dopo che Klippenstein ha condiviso il documento, il suo account X è stato sospeso per aver violato la politica sui materiali violati, in vigore prima che Elon Musk acquistasse Twitter per 44 miliardi di dollari nel 2022.
Klippenstein ha pubblicato il documento sulla sua newsletter Substack personale, scrivendo: “Il dossier mi è stato offerto e ho deciso di pubblicarlo perché è di grande interesse pubblico in una stagione elettorale”.
“Per quanto ne so, non è stato alterato, ma anche se lo fosse, il suo contenuto è pubblicamente verificabile. Lascerò che parli da solo”, ha aggiunto.
Il documento includeva il numero di telefono, l’indirizzo di casa e l’indirizzo e-mail di Vance.
Cosa si dice: “Ken Klippenstein è stato temporaneamente sospeso per aver violato le nostre regole sulla pubblicazione di informazioni personali private non redatte, in particolare gli indirizzi fisici del senatore Vance e la maggior parte del suo numero di previdenza sociale”, ha dichiarato ad Axios un portavoce di X. Klippenstein non ha risposto a una richiesta di commento da parte di Axios.
Tra le righe: In passato, sotto la gestione di Musk, X ha sospeso gli account dei giornalisti, nonostante le sue ripetute affermazioni a favore della libertà di parola. Le sue decisioni in materia di moderazione dei contenuti sono state incoerenti e hanno rappresentato un punto di rottura per i media.
Flashback: Nel 2020 i critici conservatori hanno criticato Twitter per aver limitato la diffusione di un articolo del New York Post su Hunter Biden.
In risposta, l’azienda ha apportato due modifiche alla sua politica sui materiali violati nel 2020, come riportato da Sara Fischer di Axios: Twitter non rimuoverà più i contenuti violati a meno che non siano condivisi direttamente dagli hacker o da chi agisce di concerto con loro. Etichetterà i tweet per fornire un contesto invece di bloccare la condivisione dei link su Twitter.
(da agenzie)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
NEL’ORDINE PD, FDI, SINISTRA VERDI, FORZA ITALIA… IN CALO M5S, LEGA AZIONE E ITALIA VIVA
Sono passati due anni dalle elezioni che, il 25 settembre 2022, portarono la vittoria del centrodestra e la nascita del governo Meloni. Nel frattempo, può sembrare che gli equilibri non siano cambiati di molti, ma i numeri dei sondaggi mostrano una storia diversa. La nuova Supermedia dei sondaggi politici realizzata da Youtrend per Agi indica ad esempio che Fratelli d’Italia è cresciuto molto, e ancora di più lo ha fatto il Pd, come la ‘sorpresa’ Verdi-Sinistra. Mentre tra i partiti in difficoltà ci sono soprattutto il Movimento 5 stelle, la Lega e l’ex Terzo polo di Azione e Italia viva.
Fratelli d’Italia è al 29,3% dei consensi. Si tratta di un risultato superiore di ben 3,5 punti rispetto al voto del 2022, che consolida il primato del partito di Giorgia Meloni dopo due anni di governo. Nel complesso, la crescita del centrodestra è quasi tutta dovuta a FdI: gli altri schieramenti, infatti, hanno risultato ben più modesti o addirittura negativi
Forza Italia sale al 9,4%, con un guadagno dell’1,3%. È un dato che molti non avrebbero previsto, considerando che nel 2022 i forzisti erano ancora guidati dal presidente e fondatore Silvio Berlusconi. Oggi però, sotto il segretario e vicepremier Antonio Tajani, FI sembra aver consolidato la sua posizione da partito relativamente moderato della coalizione.
Chi invece ha perso terreno è la Lega: 8,2%, con un calo dello 0,6% rispetto al risultato già piuttosto deludente del settembre 2022. Il Carroccio di Matteo Salvini sembra aver incontrato delle difficoltà con il proprio elettorato, che forse ha preferito spostarsi in parte verso FI e Fratelli d’Italia. Insomma, per il momento la linea del segretario leghista non sembra aver pagato in termini di consensi, tanto che la Lega si ritrova a essere il terzo partito della coalizione.
Nel campo dell’opposizione, il Partito democratico sale al 23,3%, che rispetto alle elezioni del 2022 significa un guadagno di 4,2 punti percentuali, il più ampio tra tutti i partiti. Negli ultimi due anni i sondaggi hanno registrato prima un progressivo calo e poi una ripresa con l’inizio della segreteria di Elly Schlein. Dopo le europee di giugno, il Pd sembra essersi portato stabilmente sopra il 20% dei consensi, e ora ha ridotto leggermente il distacco da Fratelli d’Italia – che comunque resta ampio.
Il Movimento 5 stelle invece crolla all’11,3%. Perde il 4,1%, una percentuale vicina a quella guadagnata dai dem, e anche il calo più netto tra tutti i partiti. A penalizzare il M5s sono state soprattutto le ultime elezioni europee, in cui il partito di Giuseppe Conte si è fermato poco sotto il 10% dei consensi. Nei prossimi mesi, il Movimento affronterà un’Assemblea costituente, segnata però dai contrasti tra Conte e Beppe Grillo.
Alleanza Verdi-Sinistra sale al 6,7%, con una crescita di 3,1 punti che è la più alta in proporzione al risultato di due anni fa: partendo dal 3,4%, Avs ha quasi raddoppiato i propri voti.
Male invece i partiti di centro, Azione e Italia viva: il primo è al 3,1%, il secondo al 2,5%, e anche se due anni fa si erano presentati insieme alle elezioni, il risultato del Terzo polo era stato di 2,2 punti migliore. In calo anche +Europa, all’1,8% con una discesa di un punto.
(da Fanpage)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
I MOTIVI? LA NOIA, IL SOVRAFFOLLAMENTO E LE “TRAPPOLE PER TURISTI”
Secondo un sondaggio sul social media Reddit, Milano, Firenze e Venezia sarebbero tra le
città europee da evitare come tappe di viaggio. Ferie, ponti lunghi, weekend: visitare posti lontani da casa è ormai una delle attività più diffuse. Non conta l’età, la nazionalità o il momento dell’anno. Tra le mete più gettonate al mondo ci sono le grandi città europee, che però negli ultimi anni – soprattutto nell’epoca post Covid – hanno iniziato ad accusare il colpo. Il colpevole è l’overtourism: le strade si riempiono di turisti fino a soffocare il traffico cittadino, i negozi e le botteghe si trasformano in locali fatti apposta per attirare i visitatori. Di questa tendenza, già denunciata innumerevoli volte da chi vive in quelle stesse strade, stanno iniziando ad accorgersi anche i turisti.
Noia, sporcizia e paradisi da pensionati
Una classifica stilata in autonomia dagli utenti: non è certo un metodo nuovo a Reddit. Il social, nei suoi spazi, tende a premiare la possibilità di esprimere le proprie opinioni riguardo ai temi più svariati. In questo caso, riguardo alle città europee da evitare assolutamente durante le vacanze. Tra queste compaiono Bratislava, la capitale della Slovacchia, che secondo molti è «la città più noiosa al mondo». Scarna di monumenti o altre attrazioni, e peggiorata da un atteggiamento dei locali «arrabbiato e spesso troppo depresso». Noiosa è la definizione che va a penalizzare anche Oslo, in Norvegia, che paga dazio soprattutto per quanto riguarda l’assenza di paesaggi naturali spettacolari quanto il resto del Paese.
Ma nella lista compaiono anche città che per la maggior parte dei viaggiatori sono ambitissime. Da Barcellona, che avrebbe troppi ladruncoli per strada, a Bruxelles, «poco suggestiva». Fino a Dublino, ormai tutta palazzoni di multinazionali e uffici, e Atene, «sporca e sovraffollata». Ma anche Basilea, in Svizzera, e Dubrovnik, in Croazia, «luoghi da sogno solo per i pensionati»
Tre italiane tra le peggiori
Nella lista dei peggiori c’è – purtroppo – anche spazio per tre città italiane. Che, paradossalmente, sono tre delle quattro più visitate in termini di numeri. Un’altra vittima della «noia» dei visitatori è proprio Milano, ridotta a una «via di accesso ai laghi». Al capoluogo lombardo si aggiungono due città d’arte per eccellenza come Venezia e Firenze, che secondo gli utenti di Reddit sono diventate «trappole per turisti», perdendo la loro identità.
(da agenzie)
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