Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
“NON ANDRÒ ALL’INAUGURAZIONE. IL FUTURISMO SERVE A UNA LEADERSHIP (NEO)FASCISTA PER ACCRESCERE LE PROPRIE CREDENZIALI E PROMUOVERE LA SUA IMMAGINE NAZIONALISTA”… “ALLA BUCHMESSE IL VOSTRO PAESE È ORMAI DIVENTATO UN ‘OSPITE DEL DISONORE’. TUTTI I GIORNALI, ANCHE QUELLI CONSERVATORI, CRITICANO L’ESCLUSIONE DA PARTE DI GIORGIA MELONI DEGLI SCRITTORI CONTRARI AL SUO GOVERNO”
Günter Berghaus, tra i massimi studiosi del Futurismo a livello internazionale, interviene sul dibattito intorno alla mostra «Il tempo del Futurismo», voluta dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano e curata da Gabriele Simongini, che si inaugurerà il 2 dicembre nella Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma.
Professor Berghaus, lei ha collaborato alla mostra «Futurism & Europe», curata da Fabio Benzi al Museo Kröller-Müller di Otterlo, nei Paesi Bassi. La mostra, pronta per essere trasferita al MaXXI di Roma, con il benestare dell’allora presidente del MaXXI Alessandro Giuli, fu bloccata dal ministro della Cultura Sangiuliano, perché secondo lui una mostra sul Futurismo italiano dovrebbe essere fatta dagli «italiani».
Mi dispiace che la mostra non sia stata trasferita al MaXXI, poiché è stata una delle migliori sul Futurismo che ho visto da molti anni, grazie all’esperienza di Benzi e al supporto altamente professionale del Kröller-Müller.
Mostrava l’influenza del Futurismo in molti campi artistici e su vari movimenti appartenenti alle avanguardie storiche. Non ero a conoscenza del fatto che il trasferimento fosse stato annullato a causa dell’interferenza del Governo.
Mi sembra che dietro questo stratagemma ci sia la stessa cricca politica che poche settimane fa ha pasticciato sulla rappresentanza italiana alla Buchmesse, la Fiera del libro di Francoforte, di cui il vostro Paese è ormai diventato un «ospite del disonore» (proprio nell’anno in cui è stato indicato come «Paese ospite», Ndr).
Tutti i giornali, anche quelli conservatori, criticano l’esclusione da parte di Giorgia Meloni degli scrittori contrari al suo Governo di destra. Che non pochi studiosi italiani del Futurismo siano inclini all’estrema destra è cosa nota. All’inizio, però, non sembrava che la mostra della Gnam potesse subire interferenze da parte dei seguaci della presidente del Consiglio dei ministri.
Com’è stato coinvolto nella mostra dalla Gnam?
Nell’ottobre del 2023 sono stato invitato da Giancarlo Carpi a far parte del comitato scientifico e Alberto Dambruoso mi ha inviato un concept all’apparenza molto promettente: sembrava una mostra che avrebbe dovuto essere allestita in occasione del centenario del Futurismo nel 2009. Il 20 ottobre 2023 ho suggerito a Gabriele Simongini, curatore della mostra, di istituire un simile forum online, dove tutti i membri del comitato potessero dare suggerimenti e commentare le sezioni chiave della mostra. Ma nulla del genere è mai stato istituito.
Era previsto invece un incontro personale a Roma, ma per mesi non si riuscì a concordare una data. Ho quindi messo per iscritto la mia proposta per una sezione dedicata alle scenografie e ai costumi e ho suggerito cosa inserirvi. Il teatro è davvero la mia area di competenza, ma sono anche un grande esperto della dimensione globale del Futurismo.
La mia domanda su come tutto questo impegno internazionale potesse essere incorporato nello spettacolo è rimasta senza risposta; allo stesso modo, i miei suggerimenti di opere da inserire in una sezione teatrale non hanno mai ricevuto risposta. Né il teatro né il Futurismo al di fuori dell’Italia avranno più che una rappresentazione simbolica nella mostra di dicembre.
I tagli sono avvenuti per ragioni di budget…
Il fatto che l’elenco iniziale degli oggetti da inserire nella mostra sia stato successivamente ridotto non mi ha sorpreso molto (dopotutto non si ottiene mai tutto quello che si vuole). Ma mi ha stupito la sostanziale riduzione della mostra, per la quale non è stata data alcuna spiegazione. A quel punto mi era diventato chiaro che il mio nome non sarebbe stato altro che una foglia di fico su un imbarazzante disastro che vedevo profilarsi all’orizzonte.
Le è stato chiesto di contribuire con un lungo saggio anche per il catalogo, vero?
Il 9 maggio 2024 mi è stato chiesto di scrivere la voce di catalogo sul teatro e la danza con una lunghezza di 30mila battute. Dato che scrivo sempre i miei saggi accademici in inglese, ho presentato alla Gnam una bozza finale in anticipo, il 9 luglio, per dare al museo tempo sufficiente per tradurla in italiano. Ma nelle settimane successive non ho ricevuto alcun commento sul mio testo, né alcuna informazione su chi lo avrebbe tradotto. Il 7 agosto mi arrivò una lettera di Treccani che mi chiedeva un saggio sulle serate futuriste, non superiore a 8 pagine (16mila battute, spazi compresi). Chiaramente nessuno aveva letto il mio saggio, precedentemente inviato. Non sapevano nemmeno che esistesse.
Dissi a Treccani senza mezzi termini che non avrei risposto alla loro assurda richiesta di un nuovo saggio. Il loro compito era tradurre ciò che avevo scritto sull’argomento specificato (teatro e danza futurista), con la lunghezza richiesta (30mila battute), nella forma che avevo presentato nel luglio 2024.
Come è andata a finire?
Nel frattempo avevo prenotato volo e alloggio per l’inaugurazione del 30 ottobre, quando il 7 ottobre mi è stato comunicato che «la mostra aprirà il 2 dicembre, per celebrare l’ottantesimo anniversario della morte di Marinetti (2 dicembre 1944)». Ma questa non era più la mostra che progettavamo da un anno.
Il nuovo elenco delle opere che mi è arrivato conteneva solo il cinquanta per cento di quanto era stato previsto per il 2023, e al posto dei capolavori futuristi il pubblico ora avrebbe visto automobili d’epoca, aeroplani, motociclette e apparecchiature a raggi X. Simongini si scusò profondamente e si rammaricò che tutto «è stato cambiato pochissimi giorni fa dal mnistro per celebrare Marinetti. Scusate!!».
Sembra che queste decisioni fondamentali non siano state prese dal comitato scientifico della mostra, successivamente peraltro rimosso.
Per quanto mi riguarda, non sono mai stato formalmente nominato membro di un comitato scientifico per le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della morte di Filippo Tommaso Marinetti. L’invito di Carpi a collaborare a una mostra intitolata «Il tempo del Futurismo 1909-2024» è stato informale. I miei suggerimenti per la mostra non sono mai stati discussi né accettati. Il modo in cui è stato gestito il mio saggio per il catalogo è stato poco professionale.
Solo insistendo nel parlare direttamente con il traduttore potevo assicurarmi che il mio testo non fosse distorto o frainteso. Ma ancora non ho visto alcuna bozza né ho ricevuto informazioni sulle immagini per illustrare il mio testo. E invece di un contratto mi è stata inviata un’offerta di un compenso che ammonta a meno del 15% dell’attuale prezzo di mercato per questo tipo di saggi di catalogo.
Verrà all’inaugurazione del 2 dicembre?
No. Terrò invece un discorso programmatico nel convegno «Les futuristes et le fascisme», in cui evidenzierò come una continuazione di quella fatidica alleanza possa essere osservata nell’Italia di oggi: basta guardare il padiglione italiano alla Fiera del libro di Francoforte e l’attuale mostra alla Gnam e capisci che il Futurismo serve a una leadership (neo)fascista per accrescere le proprie credenziali «moderniste» e promuovere la sua immagine nazionalista di sé, presentando il Futurismo come un dono di Dio al mondo dell’arte.
(da IlGiornaledell’arte)
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Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
PARE CHE DA TEMPO AVESSE RELAZIONI OMOSESSUALI TENUTE DEBITAMENTE NASCOSTE PER POI POTERSI PROCLAMARSI IN PUBBLICO DIFENSORE DEI VALORI CRISTIANI
Avrebbe partecipato a orge gay e i suoi video sarebbero finiti su alcuni siti web porno. Nulla di male, sia chiaro, se non fosse che il protagonista non solo è un prete, ma è anche una delle figure religiose di spicco del fronte anti-Lgbt in Ungheria, nonché sostenitore senza se e senza ma di Fidezs, il partito del premier Viktor Orban
Lui è Gergo Bese, e dopo che lo scandalo, sollevato dal media ungherese Válasz Online, è divenuto pubblico, è stato immediatamente sospeso dal suo incarico di sacerdote dell’arcidiocesi di Kalocsa-Kecskemét.
Un caso che ricorda da vicino quello di un altro sodale di Orban ed ideologo anti-Lgbt, l’ex eurodeputato József Szájer, dimessosi dopo essere stato scoperto dalla polizia mentre fuggiva da un festino gay a base di droga a Bruxelles in barba alle restrizioni Covid.
Bese è stato ‘beccato’ in seguito alla pubblicazione su siti porno di una serie di video e foto che lo ritraggono mentre intrattiene rapporti sessuali con altri uomini, anche nell’ambito di vere e proprie orge.
Inoltre, sarebbe emerso che il prete aveva da tempo relazioni omosessuali tenute debitamente nascoste. I video sarebbero arrivati non solo ai vertici della Chiesa ungherese, ma anche sul tavolo del governo di Orban, noto per essersi autointestato il ruolo di difensore dei valori cristiani della famiglia in Europa e per le invettive contro le cosiddette teorie gender, l’aborto e i diritti degli omosessuali. Nonostante ciò, Bese sarebbe rimasto al suo posto. Solo in seguito allo scoop di Válasz, il prete è stato rimosso dall’incarico.
Del resto, Bese non è un sacerdote qualunque: molto attivo sui social e sui media più vicini alla propaganda di Orban, questo parroco trentenne è diventato una star dei movimenti pro-vita ungherese, oltre a venire promosso a guida spirituale di Fidezs.
Bese sarebbe stato molto abile anche a ottenere fondi per le sue ong, gestite ufficialmente da membri della sua famiglia: secondo i media locali, avrebbe ricevuto circa 250mila euro negli ultimi anni direttamente dal governo di Budapest.
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
NON SIA MAI CHE LE CHIEDANO DI RENDERE CONTO SEI SOLDI SPUTTANATI IN ALBANIA… C’È PREOCCUPAZIONE TRA I MAGISTRATI DELLA CORTE PER LA RIFORMA CHE PASSA CON IL NOME DI DDL FOTI, CHE SVUOTA LE FUNZIONI DELLA CORTE
Viva il popolo, a morte i Conti! Il governo Ducioni, nel suo continuo tentativo di stravolgere l’assetto costituzionale, ha puntato ora la Corte dei Conti, ovvero i magistrati che hanno come compito primario il controllo dei conti del paese, un organo previsto dagli articoli 100 e 103 della costituzione.
La riforma che passa con il nome ddl Foti è stata calendarizzata per il 29 Novembre, e sono stati ammessi tutti gli emendamenti, anche quelli per esempio che prevedono la chiusura delle sedi regionali.
Grandissima preoccupazione per i magistrati della Corte, che hanno indetto lo stato di agitazione. L’’Associazione Magistrati Corte conti parla di “netta contrarietà al progetto di riforma, perché la proposta di legge Foti svuota di sostanza le funzioni della Corte”.
Un appello al Parlamento per riaprire la discussione e per una riforma condivisa. L’Assemblea, convocata in modo permanente, proclama lo stato di agitazione dei magistrati. È una proposta che “svuota di sostanza le funzioni della Corte dei conti, che la Costituzione individua come garante del bilancio pubblico al servizio dei cittadini, senza, per altro, raggiungere l’obiettivo prefissato”.
Ma la Ducetta, nella sua convinzione che tutti i giudici siano comunisti e che la Corte quando blocca i provvedimenti senza copertura lo faccia per posizione politica, non si ferma. E inizia un altro attacco alla magistratura. Che cosa farà il presidente Mattarella?
(da Dagoreport)
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Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
INCOMMENTABILE UN SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE (FDI) CHE HA LA DELEGA ALLE FARMACIE PUR POSSEDENDONE UNA IN PUGLIA ED E’ PURE SOCIO IN UNA CLINICA PRIVATA… SIAMO OLTRE IL NORMALE CONFLITTO DI INTERESSI… SCHLEIN: “SMANTELLANO LA SANITA’ PUBBLICA PER FAVORIRE QUELLA PRIVATA, DEI LORO AMICI”
L’inchiesta del Fatto Quotidiano sul sottosegretario alla Salute del governo Meloni, Marcello Gemmato, ha scatenato le reazioni delle opposizioni. Ex-Msi, oggi FdI, il braccio destro di Orazio Schillaci sarebbe anche socio al 10% di Therapia Srl, una società che gestisce tre poliambulatori a Bitonto, in provincia di Bari. La promessa di Therapia è una, forse ironica vista l’aria che tira attorno al tema sanità nelle ultime settimane: garantire visite ed esami «senza i lunghi tempi del servizio pubblico», così recita il nuovo spot della società. Proprio quei tempi che da sottosegretario Gemmato dovrebbe impegnarsi a ridurre con il decreto liste d’attesa, emanato lo scorso 7 giugno. La società ha registrato un fatturato di 1,5 milioni nel 2023, in crescita, e 7mila euro di utili. Il suo staff ha rivelato al Fatto Quotidiano che Gemmato sarebbe entrato nella società nel 2013, quando «era impegnato nell’attività professionale». Durante gli ultimi dieci anni, però, non avrebbe mai percepito utili né ricoperto incarichi gestionali. Gemmato ha risposto dicendosi pronto a lasciare la società, ma per le opposizioni non basta.
Le proteste del Pd: «È un preciso disegno della destra»
Alla pubblicazione dell’inchiesta ha fatto eco l’inevitabile coro di indignazione, in particolar modo proveniente dal Partito Democratico. «Lo abbiamo sempre detto. La destra non sta smantellando la sanità pubblica per sciatteria, ma per un preciso disegno. E chi ci guadagna? Solo loro, la destra», così la segretaria del Pd Elly Schlein sui social media. «Lo spot della clinica privata è un insulto ai quei 4,5 milioni di italiani che hanno già rinunciato a curarsi proprio causa di quelle liste d’attesa che la clinica promette di far saltare». Diventa così, secondo Schlein, «evidente che un sottosegretario alla Salute con un palese conflitto di interessi non possa rimanere un minuto di più in quel ruolo».
Le parole fanno eco alla nota di Ilenia Malavasi, deputata dem della Commissione affari sociali, che poche ore prima aveva annunciato un’interrogazione parlamentare. «Chiediamo al Ministro Schillaci – aveva scritto Malavasi – se ritenga legittimo che il suo vice faccia gli affari suoi e non quelli dei cittadini alle prese con la crisi del Sistema sanitario nazionale. Se trovi accettabile che nelle comunicazioni dei poliambulatori di cui Gemmato è socio, si irrida il servizio sanitario pubblico, di cui Gemmato è sottosegretario». Per Marco Furfaro, capogruppo del Pd in Commissione affari sociali, il caso è «uno schiaffo in faccia alle persone», che farebbe parte del progetto del governo Meloni di «distruggere la sanità pubblica per favorire quella privata. Ancora meglio se quella di proprietà degli amici».
Le promesse di Therapia e l’altro conflitto di interessi
Sul sito di Therapia si legge: «Noi ci prendiamo cura di voi. È possibile effettuare in loco accertamenti diagnostici ed avere così un quadro completo della situazione clinica. Senza i lunghi tempi del servizio sanitario pubblico». Quello che c’è scritto sul sito, spiega lo staff, non è in alcun modo ascrivibile alla volontà di Gemmato. Per mere ragioni d’opportunità, però, il sottosegretario avrebbe «da tempo messo a disposizione degli altri soci le sue quote». Gemmato, responsabile sanità di FdI, nel governo ha la delega alle farmacie. Un punto su cui, per Malavasi, si sarebbe creato un altro conflitto di interessi essendo Gemmato proprietario di una farmacia a Terlizzi, gestita dai fratelli. Ma non ha rapporti agevoli con il suo ministro Orazio Schillaci. Nella dirigenza del ministero lavora invece con un ruolo chiave Mara Campitello, compagna del viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, leader di FdI in Campania. Le quotazioni di Gemmato e Ciriello presso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, fa sapere il quotidiano, sembrano in declino.
(da Open)
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Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
LA PROCURA DI PERUGIA HA ARCHIVIATO L’INDAGINE SU DONATELLA TESEI, PRESIDENTE DELLA REGIONE UMBRIA – TESEI: ERA INDAGATA PER L’ASSEGNAZIONE DI ALCUNI FONDI ALL’AZIENDA DOVE LAVORA IL FIGLIO. L’IPOTESI ERA ABUSO D’UFFICIO, REATO ABROGATO CON LA RIFORMA NORDIO
L’abuso d’ufficio non è più reato. Per questo motivo la procura di Perugia ha chiesto l’archiviazione dell’indagine su Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria. Esponente della Lega,
Nell’inchiesta per abuso d’ufficio è indagata anche la sua assessora alla Programmazione europea e al Bilancio, Paola Agabiti, esponente di Fratelli d’Italia. Le due politche erano indagate con l’ipotesi di abuso d’ufficio in un’indagine sull’utilizzo dei fondi europei per lo sviluppo rurale.
L’inchiesta riguardava un bando per lo sviluppo di filiere agricole emesso dalla Regione Umbria dopo la pandemia. Gli accertamenti erano stati delegati alla Guardia di Finanza di Perugia. La richiesta della procura al gip è arrivata in seguito all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio.
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
LA LEGA PROPONE DI RIVEDERE LA GERARCHIA DELLE LEGGI, PER SANCIRE LA SUPERIORITÀ DI QUELLE ITALIANE SUL DIRITTO EUROPEO. MA FORZA ITALIA FRENA: ALLORA USCITE DALL’EUROPA
Mentre Giorgia Meloni difende a spada tratta il protocollo con l’Albania,, il suo governo e le truppe parlamentari sono in grande agitazione. Il decreto approvato una settimana fa, con cui veniva data forza di legge alla lista dei Paesi sicuri, è stato trasformato ieri in un emendamento al decreto Flussi, ora in discussione alla Camera.
Un blitz che taglia i tempi dell’approvazione e scatena la protesta delle opposizioni, già in agitazione per l’iniziativa annunciata dalla Lega, che vorrebbe «mettere ordine alla gerarchia delle leggi» e limitare, così, le fonti di diritto europee.
Il centrodestra vuole dare a quella lista la forza di una legge per evitare che dai tribunali arrivino nuove sentenze con cui si annullano le procedure di rimpatrio accelerato dei migranti. E con questa trasformazione in emendamento il governo taglia soprattutto i tempi, perché non poteva permettersi di inserire un altro decreto all’interno del calendario dei lavori d’Aula, già sufficientemente congestionato.
Per le opposizioni, però, «così si umiliano le Camere», come sostiene la presidente dei deputati del Pd, Chiara Braga. E le fa eco il capogruppo Dem in Senato, Francesco Boccia, che ritiene le spiegazioni di Ciriani «una presa in giro: in questo modo la destra e il governo mettono la museruola al Parlamento, dopo aver provato a metterla anche ai giudici».
Il clima all’interno del Parlamento era teso fin dalla mattina. Già nelle prime ore Matteo Salvini aveva iniziato ad alzare il tiro contro «i giudici con la bandiera rossa», i magistrati che «fanno politica in tribunale», il tribunale di Bologna che prende «una decisione anti-italiana».
Quando poi il senatore della Lega Claudio Borghi ha proposto di rivedere la gerarchia delle leggi, il centrosinistra ha iniziato a suonare l’allarme. Il partito di Salvini vorrebbe evitare che si ripetano episodi come quello della recente sentenza della Corte di giustizia europea sui Paesi sicuri, attraverso la quale i giudici italiani hanno potuto disapplicare una legge nazionale e annullare il rimpatrio di alcuni migranti, prima a Roma, poi a Bologna (dove si è chiesto di nuovo alla Corte Ue di intervenire). Ma quello del Carroccio è un tentativo «pericoloso» – sottolineano nel centrosinistra – perché «mina l’indipendenza dei poteri».
L’idea, per ora, è di andare verso un «modello tedesco rafforzato», inserendo una clausola che permette di sancire la superiorità della Costituzione su alcune fonti del diritto europeo. Prima ancora delle opposizioni, però, sono gli alleati quelli meno entusiasti. Per Forza Italia, secca: «Tanto vale chiedere l’uscita dall’Europa».
E anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, di Fratelli d’Italia, fatica a nascondere le sue perplessità: «Non dobbiamo finire come i Galli di Asterix, impegnati a difendersi da un assedio – dice a La Stampa –. È nello spazio europeo che si afferma il diritto giurisprudenziale italiano. Siamo uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea».
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
SPAGNA E FRANCIA FANNO MEGLIO DEL NOSTRO PAESE… LE PREVISIONI AL RIBASSO RISCHIANO DI COMPROMETTERE IL PIANO DI RIENTRO SUL DEFICIT CONCORDATO CON LA COMMISSIONE UE
L’Italia si è fermata. Nel terzo trimestre del 2024 l’Istat stima che il prodotto interno lordo sia rimasto invariato rispetto al trimestre precedente e sia cresciuto dello 0,4% su base annua. La crescita acquisita per il 2024 è proprio lo 0,4%, quindi l’obiettivo di arrivare all’1% come ribadito dal governo nei documenti di finanza pubblica resta lontanissimo.
Se le previsioni al ribasso andranno a compromettere il piano di rientro sul deficit concordato con la Commissione europea sarà il tempo a dirlo, sicuramente la retorica del governo sulla crescita italiana «record», e sui dati migliori rispetto agli altri Paesi dell’Unione, si sta scontrando con la realtà dei numeri.
L’Istat spiega queste stime del Pil come la sintesi di una crescita del settore terziario, di una lieve contrazione dell’agricoltura e una forte riduzione dell’industria.
Nel resto dell’Europa la situazione è diversa. L’Italia è l’unico Paese che registra un terzo trimestre nullo: per Lituania e Spagna (+0,8%) gli incrementi maggiori, negativi Ungheria, Lettonia e Svezia. A sorpresa il Pil della Germania risale dello 0,2%, la Francia cresce dello 0,4% e nell’Eurozona il Pil del terzo trimestre aumenta dello 0,4%, dello 0, 9% su base annua.
Intanto, a Roma, il governo è alle prese con la manovra. La possibilità che il concordato registri una bassa adesione da parte delle Partite Iva è un rischio che al Mef hanno deciso di correre quando è stata confermata la scadenza di oggi.
«Avremmo voluto dare più tempo ai contribuenti, ma il nostro obiettivo era vedere quali risorse abbiamo per lavorare sull’Irpef adesso e abbassare l’aliquota del 35% al ceto medio che si sta impoverendo», ribadisce il vice ministro delle Finanze Maurizio Leo che mette le mani avanti: «Ci sarà necessariamente un aumento di gettito perché non abbiamo stimato entrate, quello che viene è tutto ben accetto, tra una decina di giorni sapremo i risultati».
La platea potenziale delle Partite Iva che potranno mettersi in regola a prezzo di saldo è di quasi 5 milioni di soggetti, ieri c’è stato un boom di adesioni ma sembra molto difficile che l’Agenzia delle entrate possa incassare 2 miliardi, come spera l’esecutivo per tagliare di due punti lo scaglione Irpef al 35%.
Al di là del concordato, tra le misure che con tutta probabilità potrebbero cambiare c’è quella che prevede l’ingresso di componenti del Mef nei collegi sindacali delle imprese partecipate. Il principio del controllo dovrebbe essere salvaguardato, ma potrebbe saltare la norma transitoria che impone una soglia a 100 mila euro annui del contributo statale oltre il quale scatta l’ingresso di un ispettore ministeriale negli organismi di controllo.
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
DOPO L’ESORDIO CHE AVEVA PORTATO RAI2 ALL’1,8%, A NULLA È SERVITO LO SPOSTAMENTO AL MARTEDÌ: LA SECONDA PUNTATA AVEVA RACIMOLATO L’1.96%… UNA DÉBÂCLE, DOPO QUELLA FIRMATA DA MONTELEONE
Se mi lasci non vale termina anzitempo la sua ‘corsa’. Il reality à la Temptation Island di Rai 2, condotto da Luca Barbareschi, saluterà con due settimane di anticipo.
Dopo il flop dell’esordio di lunedì 21 ottobre (1.8% di share), a nulla è servito lo spostamento al martedì: la seconda puntata ha registrato un risicato 2%, con appena 293.000 spettatori.
Da qui la decisione, inevitabile, della Rai di accorpare i tre appuntamenti mancanti in un’unica serata, in programma martedì 5 novembre, archiviando così la pratica.
Se mi lasci non vale è il secondo flop in stagione di Rai 2 che va incontro alla chiusura anticipata: stasera sarà la volta de L’Altra Italia di Antonino Monteleone.
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2024 Riccardo Fucile
DA GENOVA I FEDELISSIMI NON FANNO FILTRARE NULLA, MA NEANCHE SMENTISCONO L’IPOTESI. E C’È CHI RICORDA LE INCURSIONI-SHOW DI GRILLO ALLE ASSEMBLEE DI TELECOM E DI ENI… IL PALCO È L’HABITAT NATURALE DEL COMICO, DOVE DA SEMPRE RIESCE A TIRARE FUORI IL MEGLIO (O IL PEGGIO) DI SÉ
Chi se lo ricorda il Beppe Grillo che, forte di una percentuale minima di azioni, quel che bastava per essere lì, faceva i suoi show “antisistema” alle assemblee degli azionisti di Telecom o Eni? Sulle facce dei manager di allora, vedendolo arrivare e poi iniziare a parlare, calava il terrore. «Oggi sono venuto a celebrare i funerali di Telecom Italia. Ho il lutto al braccio», esordì così nel 2010, secco.
Ecco, rischia di accadere un qualcosa di simile, anche nelle parole, all’assemblea costituente del M5S, fissata a Roma il 23 e 24 novembre.
Il fondatore non ha bisogno di azioni per partecipare, stavolta: è tuttora il garante e come tale arriverà al congresso, avendo quindi uno spazio di diritto. Da Genova i fedelissimi non fanno filtrare nulla, ma neanche smentiscono l’ipotesi.
Del resto, il palco è l’habitat naturale del comico, dove da sempre riesce a tirare fuori il meglio (o il peggio, dipende dai punti vista) di sé. A Grillo poi sparare a zero è sempre riuscito molto meglio che mediare o ricucire. In questo senso il suo ultimo post sul proprio sito intitolato “Movimento compostabile” è una traccia potenzialmente perfetta per un ultimo “spettacolo”, quello che vorrebbe calare il sipario sulla storia, 15 anni dopo la fondazione: «Io rivendico, da creatore del movimento, il mio diritto all’estinzione del movimento. Io quando vedo questa bandiera dei 5 Stelle, con davanti il mago di Oz, che parla di democrazia diretta, mi viene un buco nello stomaco».
Oltretutto, ad aggiungere preoccupazione, ieri è iniziato a circolare un sondaggio di Swg sull’Umbria. Il centrosinistra viene dato avanti di un punto percentuale, quindi buona notizia, ma il M5S è inchiodato ad un drammatico 4 per cento. Ancora meno della Liguria.
(da La Repubblica)
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