Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
A 5 MESI DALLA EUROPEE IN UMBRIA FDI SCENDE DAL 32,6% AL 19,5%, IL PD DI ELLY SCHLEIN SALE DAL 26.4% AL 30,8%
Non c’e’ solo da rimarcare la vittoria a sorpresa di Stefania Proietti su Donatelli Tesei alle Regionali in Umbria con un margine di oltre 5 punti in percentuale, ma vanno studiati anche i voti dei partiti delle due coalizioni.
Iniziamo dal centrodestra. Fratelli d’Italia alle Europee di giugno in Umbria aveva raggiunto il 32,6%, ora il crollo al 19,5%
Forza Italia sale dall’8,4% delle Europee al 9,4%. Le Lega sale di poco, grazie al traino della candidata leghista a Presidente, dal 6,8% al 7,6% ma Salvini puntava al 15%.
Ridimensionato Bandecchi che con Alternativa popolare raggiunge un misero 2,4% e crolla nella sua Terni di cui è sindaco.
Passiamo al Campo largo
Travolgente il Pd di Elly Schlein che passa dal 26,4% al 30,8%, premiata da tutti gli umbri per il suo costante impegno a ricercare l’unità delle opposizioni .
Il M5S scende dall’8,9% delle Europee al 4,8%, Avs dal 5,7% al 4,2%.
Azione e Italia Viva, attraverso liste civiche hanno portato compessivamente circa il 4% di voti.
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Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
MALE LEGA E FORZA ITALIA
Michele De Pascale vince con il 56,8% contro Elena Ugolini con un distacco di quasi 17 punti percentuali, oltre ogni rosea previsione.
Vediamo i risultati dei partiti
Iniziamo dal Centrodestra
Fratelli d’Italia, rispetto alle Europee di giugno, scende dal 28% al 23,8%, la Lega dal 6,5% al 5,3%. Forza Italia dal 6.1% al 5,6%.
Il Centrosinistra
Altro risultato bool del Pd che dal 36,1% delle Europee di giugno arriva alla quota stratosferica del 42,9%
Il M5S scende dal 7,2% al 3,5%, AVS dal 6,5% al 5,3%
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Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
SINDACA DI ASSISI, PACIFISTA E CATTOLICA, È RIUSCITA A METTERE INSIEME PD E M5S… LA BATTAGLIA SULLA SANITA’ PUBBLICA HA GIOCATO UN RUOLO DECISIVO
Stefania Proietti è sindaca di Assisi e presidente della Provincia di Perugia. Una candidata civica, senza tessere di partito
Proietti è riuscita nell’ardua impresa di mettere d’accordo l’intero «campo largo»
«Un’alleanza – spiega Proietti – senza divisioni. Un progetto civico e aperto. Renzi e Calenda? Sono con noi. Il simbolo di Azione è in una delle liste civiche, mentre quello di Italia viva non c’è ma ci sono i suoi candidati».
Nata ad Assisi 49 anni fa, Proietti si è laureata in ingegneria meccanica all’università di Perugia e ha conseguito un dottorato di ricerca in ingegneria industriale e un master di II livello in gestione dei sistemi energetici. È ricercatrice universitaria su temi legati alla sostenibilità e al cambiamento climatico.
Sposata, due figli maschi, nel 2016 approda alla politica da civica e viene eletta sindaca di Assisi – sostenuta dal Partito democratico e due liste civiche. Nel 2021 è stata confermata per un secondo mandato, stavolta anche con l’appoggio del M5S. Nello stesso anno è stata eletta anche presidente della Provincia di Perugia.
Pacifista e cattolica, nel suo programma l’accento è sulla sanità: «C’è stato uno smantellamento graduale di quella pubblica che non riesce più a garantire le prestazioni minime essenziali». Non a caso, per la chiusura della campagna con i big (Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni) ha voluto un presidio di fronte all’ospedale di Terni.
(da agenzie)
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Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
HA 39 ANNI, LA FAMIGLIA AVEVA UN BAGNO A MILANO MARITTIMA DOVE LUI HA FATTO ANCHE IL BAGNINO… LA SUA STORIA PERSONALE E’ SEGNATA DA UN INCIDENTE IN MACCHINA CHE LO LASCIÒ IN FIN DI VITA
Michele de Pascale, 39 anni, è il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna. Candidato dal Pd il 12 luglio è stato sostenuto da cinque liste e da tutti i partiti di centrosinistra, compreso il M5S. De Pascale è nato a Cesena il 20 gennaio 1985 e per molti anni ha vissuto a Cervia, in Romagna, dove ha anche votato ieri, domenica 17 novembre.
Figlio di un repubblicano e nipote di un democristiano e di un comunista, de Pascale inizia a far politica giovanissimo, sin dalle superiori, dove è rappresentante di istituto, il dem si diploma con maturità scientifica e poi si iscrive a medicina, ma non termina gli studi.
Sposato con Laura da 11 anni ha due figli, Giacomo e Gaia. La sua famiglia aveva un bagno, il Marilena, a Milano Marittima, dove de Pascale ha anche fatto il bagnino. Poi è stato ceduto, mantenendo il nome. Tanto che nell’ultima settimana elettorale de Pascale si è anche fatto una foto davanti allo stabilimento per ricordare le sue radici.
La sua vita è segnata da due incidenti. Il primo, di cui è vittima lo stesso de Pascale, risale al 2011, quando è assessore a Cervia e a soli 26 anni viene coinvolto da un incidente stradale che lo lascia in fin di vita per 10 giorni e lo costringe e a un lungo recupero. «Quell’episodio mi cambiò» ha ripetuto spesso parlando di quell’incidente, e di come lo ha aiutato a dare il giusto peso alle cose. Il secondo incidente significativo della sua vita risale invece al 2016, e non lo riguarda direttamente.
All’epoca de Pascale è segretario del Pd di Ravenna e il candidato designato a diventare primo cittadino, Enrico Liverani, resta ucciso sul colpo nella sua auto. E’ lo stesso de Pascale a sostituirlo, venendo eletto al secondo turno con il 53,32%. Cinque anni dopo, nel 2021, viene confermato al secondo mandato senza ballottaggio, con oltre il 59% dei voti. A sostenerlo c’è tutto il centrosinistra, compreso il M5S, prima ancora della creazione del campo largo con Elly Schlein, perché come ha ripetuto Bersani “lui sa legare la sabbia”.
Nel 2018 è stato eletto Presidente dell’Unione delle Province d’Italia e in questa veste prende parte a diversi importanti tavoli di lavoro istituiti dal Governo sull’emergenza Covid-19, i progetti Pnrr e la ricostruzione post alluvione 2023 e 2024 in Romagna. A Ravenna ha inoltre sostenuto insieme al presidente uscente Stefano Bonaccini, il progetto del nuovo rigassificatore. De Pascale ha convissuto con tutte le stagioni del Pd. All’ultimo congresso dem ha votato Stefano Bonaccini, ma non ha mai attaccato la leader eletta Elly Schlein.
(da agenzie)
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Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
“MIO PADRE HA RACCOLTO I PEZZI IN DUE ANNI DI DOLORE, VOI VENITE A FARE PROPAGANDA ALLA PRESENTAZIONE DELLA FONDAZIONE CHE PORTA IL NOME DI MIA SORELLA, UCCISA DA UN RAGAZZO BIANCO E ‘PER BENE'”
«Dico solo che forse» se «invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un bianco italiano e ‘per bene’, si ascoltasse non continuerebbero a morire centinaia» di «donne nel nostro Paese ogni anno». Così in una storia su Instagram Elena Cecchettin, sorella di Giulia Cecchettin.
«Mio padre – scrive ancora Elena Cecchettin – ha raccolto i pezzi di due anni di dolore e ha messo insieme una cosa enorme. Per aiutare le famiglie, le donne a prevenire la violenza di genere e ad aiutare chi è già in situazioni di abuso. Oltre al depliant proposto (che già qua non commentiamo) cos’ha fatto in quest’anno il governo? Perché devono essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e a creare qualcosa di buono per il futuro?»
(da agenzie)
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Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
NON SOLO: CIRCA UN TERZO DEI RAGAZZINI IN ETÀ SCOLASTICA E’ CARENTE ANCHE NELL’INDIVIDUARE LE FAKE NEWS
In Italia un giovane su tre non è in grado di comprendere correttamente se un’informazione online è affidabile. Un fenomeno che si aggrava se si tratta di informazione scientifica, con una diretta correlazione tra una bassa fiducia dei giovani nelle posizioni della scienza e la tendenza a credere nelle teorie del complotto.
È quanto emerge dal report ‘Disinformazione a Scuola’, realizzato da un team di ricerca guidato dal professore Carlo Martini dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e presentato in occasione del 20esimo anniversario di Havas PR, società di consulenza in comunicazione parte di Havas Group. Nell’ambito della presentazione del report è stata annunciata la nascita dell”Osservatorio permanente sulla Disinformazione digitale’, dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
Il report è stato realizzato su un campione di oltre 2.200 studenti di 18 scuole superiori di Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. I dati mostrano come i giovani siano carenti nella corretta identificazione di notizie affidabili (32,8% per il tema ambiente e 36,9% per il tema salute). Allo stesso modo, hanno evidenziato difficoltà nell’individuare notizie non affidabili (41,3% per il tema ambiente e 35,2% per il tema salute).
“L’uso irresponsabile o distorto del digitale e dell’intelligenza artificiale oggi pone grandi minacce specie per i più giovani, profondamente connessi nelle piattaforme digitali e nei social media”, ha dichiarato Caterina Tonini, ceo di Havas Creative Network Italy e cofounder & ceo di Havas PR.
“Ci troviamo in un mondo in cui informazione e disinformazione coesistono e spesso sono assolutamente indistinguibili l’una dall’altra agli occhi delle persone non esperte – commenta Carlo Martini dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Questo crea confusione e spesso danneggia anche la reputazione di chi cerca di fare informazione affdabile”
(da agenzie)
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Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE… I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO
Passano i mesi ma dentro Forza Italia i rapporti tra i “proprietari”, i fratelli Berlusconi, e “l’amministratore delegato”, Antonio Tajani, non si rasserenano.
Nonostante il ministro degli Esteri abbia marcato la distanza in più occasioni, sia da Salvini (su Europa, migranti e ius culturae) che da Calderoli (sull’autonomia), lo scontento di Marina e Pier Silvio, per una gestione del partito considerata troppo prona a Palazzo Chigi, è forte.
A scompaginare i già fragili equilibri interni si inserisce la megalomania di Letizia Moratti, che di Forza Italia è presidente della Consulta nazionale.
La signora Brichetto Arnaboldi, dimenticando i suoi recenti flop (alle Regionali del 2023 in Lombardia, candidata Governatore per il Terzo Polo, non raggiunse il 10% e alle Europee del 2024 si è fermata a 41.930 preferenze, meno della metà di quelle ottenute da Tajani), si è auto-candidata a sindaco di Milano. Peccato che Forza Italia non la voglia rivedere a Palazzo Marino, dove ha già portato la sua cofana tra il 2006 e il 2011.
L’animo prezzemolino ha spinto “Mestizia”, incomprensibilmente, a presenziare alla conferenza stampa della vittoria di Marco Bucci, in Liguria.
Tutti a chiedersi: che c’azzecca la Moratti con il voto locale di una Regione che non è la sua? Dev’essere stata la voglia di telecamera, il bisogno di sentirsi rilevante nel partito, a spingerla tra i caruggetti di Genova e le trofie al pesto.
La smania di centralità pare abbia spinto Letizia Moratti a osare l’inosabile: proporre a Marina e Pier Silvio di rilevare una quota della fideiussione bancaria da più di 90 milioni, sottoscritta da Babbo Silvio per tenere in vita Forza Italia. Sostanzialmente, voleva comprarsi un pezzo del partito.
I figli di primo letto del Cav, che a cedere “quote” non ci pensano nemmeno, hanno risposto: No, grazie. E mentre l’ex presidente della Rai briga per tornare al centro del villaggio, il centrodestra pensa di candidare a sindaco di Milano l’incolore Maurizio Lupi.
(da agenzie)
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Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
PER IL CSM SI RISCHIANO 30 MILA RICORSI E LA PARALISI DELLE CORTI … IL CARICO DI ATTIVITÀ ALLONTANA IL RAGGIUNGIMENTO DEL TARGET IMPOSTO DAL PNRR: RIDURRE DEL 90% LE CAUSE CIVILI PENDENTI ENTRO IL 2026
Non sono state le dichiarazioni di queste settimane (da Meloni a Musk, passando per Salvini, ognuno ha avuto una provocazione). E nemmeno l’aver letto la calendarizzazione dei lavori parlamentari: a fine novembre in quattro sedute consecutive, con tanto di prosecuzione notturna, alla Camera si discuterà della separazione delle carriere
A convincere le toghe che questo muro contro muro scelto dal governo sia inaccettabile perché «per primi punisce i cittadini» sono stati i numeri che l’ufficio statistiche del Consiglio superiore della magistratura ha messo loro a disposizione: la nuova riforma della giustizia in materia di immigrazione paralizzerà le corti di appello italiane.
Proprio quelle che grazie al lavoro dei giudici e alle nuove disposizioni organizzative previste dalla riforma della giustizia, erano riuscite a riportare la discussione dei processi in tempi accettabili. E soprattutto a essere a un passo (in alcuni casi sono stati già raggiunti) dal rispettare i target imposti dal Pnrr.
E invece ora rischia di saltare tutto. Il decreto flussi e il decreto paesi sicuri hanno infatti reinserito la possibilità (abolita nel 2017) per l’avvocatura dello Stato di impugnare gli accoglimenti delle protezioni speciali decise dai giudici di primo grado. È una scelta politica: un tentativo per annacquare le decisioni dei tribunali speciali che, in ogni caso, ora il governo vuole abolire spostando alle corti d’appello l’intera partita sull’immigrazione. In ogni caso, i soli giudizi di secondo grado, sostiene il Csm, aumenterebbero di quasi il 40 per cento il lavoro delle corti.
Secondo i dati dell’ultimo anno « possibile stimare in oltre trentamila i procedimenti che presumibilmente verrebbero impugnati; ovvero tra 30.611 (38 per cento degli iscritti in primo grado) e 34.639 (43 per cento degli iscritti in primo grado)». Tenendo presente che in un anno l’ammontare complessivo dei procedimenti iscritti nelle corti è di 92.514 fascicoli, significa dare il 30 per cento del lavoro in più ai giudici d’appello.
A questo andrebbe ad aggiungersi il tema delle convalide: come in questi giorni hanno spiegato diversi presidenti al ministero, per effettuarle servirebbe organizzare tre turni a settimana da 48 ore.
Dalla metà del prossimo anno non potranno più esserci i «magistrati ausiliari», un esercito di un centinaio di persone che in questi anni ha contribuito a smaltire i procedimenti di secondo grado.
Ecco perché i presidenti di tutti gli appelli italiani hanno chiesto un aiuto a governo e ministero per bloccare la riforma e non perdere il treno del Pnrr. L’Europa aveva imposto all’Italia di ridurre del 90 per cento entro giugno 2026 il numero di cause civili pendenti alla fine del 2022. Un target che sta per essere realizzato ma che ora, dicono le statistiche del Csm, si allontanerebbe. O comunque costringerebbe i tribunali a registrare nuovi arretrati. [
(da La Repubblica)
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Novembre 18th, 2024 Riccardo Fucile
A FINANZIARLO È LA FIGLIA DELL’OLIGARCA RUSSO PLURI-SANZIONATO, LEONID MIKHELSON, PROPRIETARIO DEL COLOSSO ENERGETICO DEL GAS NOVATEK… FEDELISSIMO DI PUTIN, MIKHELSON PAGÒ L’EQUIPAGGIAMENTO DEI MILITARI RUSSI CHE CONDUSSERO LA PRIMA INVASIONE DI CRIMEA NEL 2013 E NEGLI ULTIMI DUE ANNI AVREBBE FORNITO SOLDATI A CONTRATTO PER LA GUERRA IN UCRAINA
Nel cuore della laguna veneziana, in Dorsoduro, aprirà i battenti il prossimo 23 novembre, la Scuola “Piccola Zattere” che come recita il comunicato stampa sarà «uno spazio non-profit per la ricerca e la formazione continua nel campo espanso delle arti contemporanee.
Il programma si sviluppa attraverso progetti espositivi, committenze, residenze e borse di ricerca, laboratori, seminari, eventi discorsivi e performativi, con un approccio metodologico che integra le diverse linee di azione per favorire influenze reciproche tra i formati di studio, produzione e fruizione. Aperto alle ricerche di operator? culturali provenienti da tutto il mondo, Scuola Piccola Zattere rivolge in particolare le sue attività alle comunità artistiche che vivono, studiano e operano nella città di Venezia».
Nonostante lo schwa nel comunicato, e malgrado il progetto di Irene Calderoni, curatrice autorevole già in forze alla prestigiosa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo […] i soldi per questa interessante iniziativa provengono dal portafoglio dell’oligarca russo pluri sanzionato Leonid Mikhelson, proprietario del colosso energetico del gas Novatek (secondo per indotto solo a Gazprom), che già animava con la sua fondazione VAC una istituzione dell’arte contemporanea con sede a Mosca e una filiale italiana, denominata “V-A-C- Zattere”, l’omonimo palazzo, sede della nuova scuola e di molte mostre
Complici le sanzioni su vasta scala che hanno colpito Leonid Mikhelson e le sue società, la fondazione ha congelato le sua attività per lungo tempo, fino a quando anche per effetto dei meccanismo di aggiramento che il Cremlino ha messo in piedi, l’oligarca ha passato quote, soldi e attività alla figlia Victoria Mikhelson, che è sanzionata dall’Ucraina per le attività di sostegno attivo all’invasione.
Leonid Mikhelson non è un’oligarca qualsiasi, è un fedelissimo di Vladimir Putin, tanto da partecipare attivamente col suo patrimonio tramite donazioni all’equipaggiamento dei militari russi che condussero la prima invasione di Crimea tra il 2013 e il 2014.
Inoltre, secondo il Dipartimento di Stato americano, negli ultimi due anni ha attivamente finanziato attraverso la fondazione di beneficenza di Dmitry Medvedev numerosi programmi di propaganda attraverso media non convenzionali. Nello stesso report compaiono anche società a lui intestate che forniscono assistenza finanziaria e militare del Ministero della Difesa.
Secondo l’indagine condotta dai servizi segreti di Kyjiv, Mikhelson dopo la morte di Evgenij Prigozin, avrebbe fornito soldati a contratto per partecipare alle ostilità contro l’Ucraina.
Come dicevamo, nel piano di ricollocamento dei propri beni azionari, Leonid ha trasferito a sua figlia Victoria la società GES-2, proprietaria dell’omonima Casa della Cultura e dell’edificio del cinema Udarnik (di fatto la plancia aziendale che controlla le strutture no-profit), nonché una partecipazione del 2,3% in Novatek. L’anno scorso, Victoria ha ricevuto 6,3 miliardi di rubli di dividendi per questo pacchetto, dividendi che ha deciso di investire nel nostro Paese, tra cui l’attività della Scuola Piccole Zattere.
Questo meraviglioso progetto, inclusivo, aperto e giubilante insomma viene finanziato da rubli sporchi del sangue degli ucraini e di chi in spregio dei fondamentali diritti umani attua assistenza a un regime che si macchia ogni giorno di crimini contro l’umanità.
Interpellata dal nostro giornale, Irene Calderoni ha dichiarato che «la Fondazione è un’organizzazione italiana senza scopo di lucro, supervisionata dalle autorità competenti italiane e dalla Prefettura di Venezia. La Fondazione non ha affiliazioni politiche e sia la fondatrice che il management di Scuola Piccola Zattere si attengono strettamente alle normative correnti e si assicurano che i finanziamenti seguano questi regolamenti.
Victoria Mikhelson è una privata cittadina residente in Europa, non ha ricevuto sanzioni in Europa e non ha alcuna associazione con il governo russo. Le attività della Fondazione sono sostenute dalla Sig.ra Mikhelson utilizzando i propri beni. L’obiettivo di questo progetto è creare una piattaforma culturale dedicata alla città di Venezia e alle giovani generazioni di artisti».
Parole distanti anni luce da quelle dell’ex direttore della V-A-C, Francesco Manacorda, che nel febbraio del 2022 si dimise dopo l’inizio dell’invasione russa
Ignorare invece come fa Irene Calderoni le sanzioni primarie dell’Ucraina e, come previsto dalla normativa europea, quelle secondarie nei confronti di Victoria Mikhelson segna un cambio di paradigma in cui i soldi dell’invasore non sono macchiati dai crimini russi in Ucraina. Insomma i tempi cambiano anche per il mondo dell’arte, nonostante si usi lo schwa nei comunicati stampa.
(da linkiesta)
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