Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
DALLE TRAME INVENTATE SU SOROS ALLA REALTA’ DI UN FINANZIATORE DEL SOVRANISMO EVERSIVO
Dopo lunghi anni nei quali ci hanno spiegato che il miliardario Soros tramava nell’ombra e spendeva un sacco di soldi per la “sostituzione etnica” (non si capiva bene come e perché; ma così dicevano), ecco finalmente un miliardario che non trama un bel nulla: finanzia alla luce del sole, e in grande allegria, i movimenti sovranisti di mezzo mondo.
È Elon Musk. Ha anche comperato migliaia di voti di povera gente alle recenti elezioni americane, attraverso una lotteria farlocca, un po’ come Achille Lauro (non il rapper, l’armatore) quando regalava alla plebe napoletana una sola scarpa, garantendo la seconda scarpa solo a elezione avvenuta.
A me sembra il classico nemico pubblico, uno che rovescia il tavolo dello scontro politico versandoci sopra una montagna di miliardi: un corruttore della Polis.
E avendo, da singola persona, il bilancio di uno Stato, presto vorrà trattare direttamente con gli Stati (magari batterà moneta in proprio e avrà bandiera, inno e un Parlamento personale formato da una schiera di suoi dipendenti, che approveranno per acclamazione la conquista di Marte e la fondazione dell’Impero Galattico).
Musk è precisamente il contrario della democrazia. È la demagogia dal punto di vista comunicativo; l’autocrazia dal punto di vista pragmatico. La quintessenza della nuova destra populista: una distribuzione di potere, e di ricchezza, da ancien régime, e una facciata da convention tutta baci e abbracci, in maglietta e sneakers. Logico che la destra lo adori. Non è solo il loro finanziatore, è anche il loro leader più rappresentativo e coerente.
(da repubblica.it)
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Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
INSULTATI PER STRADA DALLA FECCIA RAZZISTA, RAGAZZI SCIOCCATI … TERRONI DI MERDA” E “TROIE” ALLE STUDENTESSE…. ZAIA, PERCHE’ NON CHIEDI A PIANTEDOSI DOV’ERA LA POLIZIA CHE DOVREBBE CONTESTARE UN REATO? LA SICUREZZA E’ SOLO IDENTIFICARE GLI IMMIGRATI E LASCIARE IMPUNITI I REATI DEI PRESUNTI ARIANI?
«Insulti razzisti e omofobi contro i miei studenti in gita a Venezia per un ballo storico in abiti d’epoca. Gli hanno detto ‘napoletani e terroni di merda, tornate a casa vostra’. Le ragazzine vestite da dame apostrofate con epiteti volgari: tr*ie, non vi vogliamo. Siamo andati via scioccati. Noi siamo andati a Venezia per fare una esperienza culturale, pagato B&B e consumato nelle pasticcerie e gelaterie locali. I nostri studenti sono tutti bravi ragazzi, perché devono aver vissuto questa esperienza così mortificante? Non ci era mai capitato ai balli precedenti, né a Parigi né Roma e Sicilia».
È l’amaro sfogo a Fanpage.it della professoressa Rori Stanziano, dirigente scolastica dell’Istituto superiore Archimede di Ponticelli, nell’area orientale di Napoli, di cui fanno parte gli studenti insultati. L’ “Archimede” è un istituto tecnico superiore, turistico, geometra, ragioneria, grafica e liceo artistico. È la scuola di Santo Romano, il calciatore di 19 anni barbaramente ucciso con un colpo di pistola al petto la notte tra l’1 e 2 novembre scorsi a San Sebastiano al Vesuvio. «Santo, essendo un calciatore professionista, frequentava da noi le scuole serali – dice la dirigente scolastica –. E la sua morte è stato un momento terribile per tutta la comunità scolastica».
Sull’episodio avvenuto a Venezia, la preside ha pubblicato un post su Facebook e annunciato di voler scrivere una lettera aperta al sindaco di Venezia e al governatore della Regione Veneto per informarli del trattamento ricevuto. Inoltre, ha comunicato l’accaduto all’assessora regionale alla Scuola, Lucia Fortini.
Fortini, sentita da Fanpage.it, spiega: «Mi ha chiamata ieri e mi ha informata. Questi episodi non devono essere percepiti come uno scontro Nord-Sud. Mi dispiace che per alcuni (sempre troppi!) dementi, passi un messaggio di razzismo e che dei ragazzi e ragazze che stavano partecipando a una gita, divertendosi ed emozionandosi, siano stati trattati male, perché in questi casi, rimane il ricordo più brutto e non la bella esperienza. E non se lo meritavano».
Preside, come è nata l’idea dei balli storici per i suoi studenti?
Io dirigo una scuola superiore di periferia est di Ponticelli. I nostri studenti provengono in gran parte dai rioni circostanti, Rione Incis, Casalnuovo, Volla, dove ci sono pochi centri di aggregazione giovanile. La mia scuola è aperta dalle 7,40 alle 22, per il serale. Io spesso mi trattengo, perché amo il mio lavoro e questi ragazzi mi danno di più. Oltre all’attività educativa ordinaria, noi lavoriamo costantemente per il riscatto sociale e per il contrasto alla povertà educativa. Proprio per questo motivo, tra i vari corsi finanziati ne abbiamo fatto nascere uno di avvicinamento alle danze storiche, perché Napoli è stata capitale europea e del Sud, e lo è ancora per la cultura, storia, arte. L’obiettivo è di trasmettere ai ragazzi garbo, educazione e rispetto della danza. Abbiamo già partecipato a balli storici in Sicilia, Roma e Parigi. La settimana scorsa abbiamo deciso di andare a Venezia, per partecipare ad un ballo storico, su invito dell’Associazione “Borboni si nasce”, presieduta da Laura Esposito.
Chi ha partecipato alla gita?
C’erano una ventina di studenti, tra i 14 e i 18 anni. Un gruppo misto, dal primo al quinto anno, di diversi indirizzi. Abbiamo deciso di noleggiare 2 van da 9 posti per il viaggio, per risparmiare e non gravare sulle famiglie. C’erano i ragazzi del liceo turistico e volevo che visitassero Venezia e capissero che significa entrare in un grande hotel, come quello a 5 stelle al centro di Venezia, dove si è tenuto il ballo, con sale affrescate dal Tiepolo. Noi invece abbiamo pernottato in un B&B.
Che è accaduto, poi, il giorno degli insulti?
Attorno alle 17,30, siamo partiti dal B&B già truccati per il ballo. Era l’imbrunire e avevamo in mano delle lanternine a led. La sfilata aperta da due maschietti, accompagnati dalle dame. Uno era vestito da Re Ferdinando di Borbone, con pantaloni bianchi alla zuava negli stivali e giubba rossa con le medaglie. L’altro, un ragazzino di 14 anni, in seconda posizione, aveva un frac. Le ragazze indossavano abiti da dama, con crinolina, coroncina, guantini e ombrellino. Già durante la sfilata sono partiti però cori razzisti da parte di ragazzini della stessa età dei nostri.
Perché siete stati presi di mira, secondo lei?
Probabilmente hanno sentito subito che l’accento era di Napoli e hanno iniziato a prenderci in giro pesantemente.
Cosa vi hanno detto?
Continue battute di questo tenore: ‘Napoletani di m*rda, gay, ma che vogliono questi fr*ci’. Mentre le ragazze vestite da dama, con abiti larghi, sono state insultate con frasi del tipo: ‘Tr*ie, tornate al vostro paese. Io ho detto ai ragazzi fate finta di nulla e sorridete. La scena si è ripetuta all’uscita. Nuovamente fermati sempre con epiteti: ‘terroni di m*rda, tornate a casa vostra, non vi vogliamo’. Noi dicevamo agli studenti non rispondete. Ma siamo rimasti scioccati da questo squallido comportamento. I miei ragazzi sono così bravi, che quando abbiamo lasciato i B&B, hanno lavato e lasciato tutto pulitissimo. Non è giusto essere trattati così.
(da Fanpage)
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Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
TRA I “PRIVILEGI” ANCHE L’ACCESSO VIP AL COSTO DI 10MILA EURO L’ANNO ALL’AEROPORTO DI MONACO. E POI IL DOPPIO STIPENDIO: UNO DA PARLAMENTARE EUROPEO, L’ALTRO DA PRESIDENTE DEL PPE
Lunedì 16 dicembre i media tedeschi hanno denunciato l’eurodeputato tedesco Manfred Weber per le sue generose spesi dei contribuenti europei. Colui che regna sovrano sul Partito popolare europeo, di cui è presidente dal 2022 e di cui presiede il gruppo in Parlamento dal 2014, beneficia di un servizio limousine che costerebbe 100.000 euro all’anno. Pratiche agevolate dalle deboli esigenze del Parlamento Europeo in termini di trasparenza.
I francesi a dieta… ma Manfred Weber no.
L’eurodeputato tedesco è stato messo alla berlina da Media.Briefing per le sue stravaganti spese di viaggio, tra gli altri privilegi a cui i normali eurodeputati non hanno accesso. Il tutto a spese dei contribuenti europei.
Secondo l’inchiesta, Manfred Weber, sia presidente del Partito popolare europeo (PPE) – che riunisce i gruppi conservatori europei – sia presidente del gruppo PPE al Parlamento europeo, beneficia del rimborso da parte dell’istituzione di Strasburgo di un servizio di limousine con autista nella sua città natale di Kelheim in Baviera, dove viene eletto consigliere distrettuale, per una somma di 100.000 euro all’anno. Altro privilegio: l’accesso VIP all’aeroporto di Monaco, al costo di oltre 10.000 euro all’anno. I controlli di sicurezza si svolgono con discrezione, lontano dalla folla, poi viene portato sulla pista, sempre in limousine.
Come è possibile che questo trattamento preferenziale riservato a Manfred Weber, di cui nessun altro deputato e presidente di gruppo gode, sia passato così a lungo inosservato?
Già nel 2020, Spiegel aveva rivelato l’esistenza della limousine immatricolata in Belgio e adornata con le lettere “CD” per Corpo Diplomatico. Il veicolo gli ha poi permesso di spostarsi nel suo cantone, in attesa delle elezioni comunali. «I membri della CSU [partito conservatore bavarese] non sono gli unici ad offendersi per il fatto che il vicepresidente di un partito che si vanta di essere vicino alla gente sia usi una limousine a spese dei contribuenti».
A far discutere è anche il doppio stipendio ricevuto da Manfred Weber. “Manfred Weber inciampa sui soldi?” titolava Spiegel l’11 febbraio 2023, riferendo che lo stipendio dell’onnipotente leader del PPE provocava “grande malcontento anche all’interno del partito”. Questo reddito è giustificato dalla presidenza del PPE, carica ricoperta dal 1 giugno 2022. «Lo stipendio aggiuntivo del leader è insolito: né il leader della CSU Markus Söder né il leader della CDU Friedrich Merz ricevono uno stipendio aggiuntivo per la presidenza del loro partito» spiega Business Insider
Facciamo il punto sui suoi stipendi. Innanzitutto come eurodeputato, visto che il tedesco è stato rieletto il 9 giugno 2024 per un quarto mandato. «Al 1 luglio 2024, l’indennità mensile di un deputato al Parlamento europeo ammontava a 10.802,91 euro lordi, ovvero 8.419,90 euro netti al netto dei contributi previdenziali e delle imposte europe» si apprende dal sito del Parlamento europeo.
Come tutti i suoi colleghi, riceve anche un’indennità generale di 4.950 euro al mese, «destinata a coprire spese come l’affitto di uffici nello Stato membro di elezione, l’acquisto di attrezzature informatiche e forniture per uffici, o anche abbonamenti telefonici o internet», secondo le regole del Parlamento . Un’altra somma forfettaria, questa volta 350 euro, copre le spese di vitto e alloggio. Questa indennità giornaliera riguarda tutti gli eletti.
Il bavarese intasca 170.640 euro all’anno come “Presidente del Partito popolare europeo”. Il che lo rende il quinto eurodeputato più pagato per attività complementari, secondo la classifica stilata dalla ONG Transparency International EU, che si batte contro la corruzione. Se questa decisione è a discrezione del PPE, la pratica è che i presidenti dei partiti prestano servizio a titolo gratuito.
(da agenzie)
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Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
TIPICO PADAGNO CHE NON HA CAPITO UN CAZZO: 1) PAGA L’ASSICURAZIONE 2) HA CEDUTO L’APPOGGIO DEL TERRENO, NESSUNA IMPERIZIA, OTTAVIA E’ UNA SPELEOLOGA DI LIVELLO NAZIONALE
«Una ragazzetta sciagurata alla quale l’esperienza non ha insegnato nulla». Così Massimo Bessone, ex assessore leghista all’edilizia pubblica della provincia di Bolzano definisce la speleologa Ottavia Piana protagonista nei giorni scorsi di un salvataggio grazie al quale è stata estratta dall’Abisso Bueno Fonteno, nel bergamasco, dove era rimasta ferita e intrappolata per la seconda volta nel giro di un anno.
Bessone scrive sui social che «l’Italia esulta giustamente» per il buon esito dell’operazione, e si dice «contento» a sua volta. Ma, aggiunge, «lo sarò anche quando, una volta guarita, se vorrà rientrare nella grotta, troverà una fila di italiani che la prenderanno a “calci nel sedere” per insegnarle a vivere nel rispetto di tanti professionisti che rischiano la vita per salvarla e di chi paga le tasse e attende una visita medica all’ospedale da mesi e vede i soldi utilizzati in questo modo invece che per la sanità».
Chi paga? L’assicurazione
Bessone si unisce così a coloro che si domandano come è stato finanziato il salvataggio della speleologa. Come chiarito dal presidente della Società Speleologica Italiana Sergio Orsini, gli oltre 150 tecnici del Soccorso Alpino impegnati per oltre 14 ore al giorno, per più di tre giorni nel salvataggio sono stati pagati dall’assicurazione che tutti gli speleologi membri della società sottoscrivono. Inoltre, ha chiarito Orsini, le critiche ignorano il valore della speleologia: «Le ricerche nel sottosuolo sono una fonte inesauribile di informazioni che aiuta la nostra società per la mappatura e le analisi dell’acqua che beviamo. Al di là dell’evento sportivo, è la ricerca di queste informazioni che spinge gli speleologi ad approfondire le loro esplorazioni».
Non c’è stata poi imperizia della Piana, semplicemente due casi sfortunati: nel primo caso è stata colpita da un pezzo di roccia caduto dall’alto, nell’ultimo caso ha ceduto l’appoggio su cui aveva un piede. Poteva capitare a chiunque altro della squadra di sette speleologi .
(da agenzie)
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Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
IN MANCANZA DI UNA OPPOSIZIONE PAVIDA, PER FORTUNA CI PENSA UN SACERDOTE: “E’ STATO IL PALCOSCENICO PER UN COMIZIO DEL POLITICO”
Assolto perché il fatto non sussiste: questa la sentenza del giudice del tribunale di Palermo nei confronti di Matteo Salvini sul caso Open Arms. Il vicepremier, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno, era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio, la procura aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione.
Grande soddisfazione nel centrodestra, ma per fortuna c’è chi non ha lesinato giudizi negativi sull’esito del processo.
Tra questi anche l’ex parroco di Lampedusa Carmelo La Magra: “Fa sorridere l’espressione ‘il fatto non sussiste’, perché il fatto sussiste, eccome. E’ accaduto, è passato sulla pelle delle persone che sono rimaste sequestrate e sofferenti in mezzo al mare per diversi giorni. Il fatto sussiste e io e altri insieme a me ne siamo stati testimoni”.
Interpellato dall’Adnkronos, il religioso ha ricordato quei giorni del braccio di ferro tra Viminale e Open Arms con 147 naufraghi bloccati in mezzo al mare in pieno agosto. La Magra è sempre stato in prima linea per i migranti, partecipando alle proteste contro Salvini sia sul caso dell’ong di Oscar Camps, sia per l’episodio precedente con la Sea Watch: “Non una protesta ma un modo per manifestare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle persone a cui era impedito di sbarcare”.
Ieri, complice la sentenza, ha voluto ricordare:”Il fatto sussiste perché li abbiamo visti sbarcare con i nostri occhi e abbiamo festeggiato con loro dopo giorni in balia del mare. Quello che è accaduto in quei giorni è storia, è reale, se le responsabilità non vengono riconosciute i motivi saranno altri ma il fatto è accaduto”.
La nave, ha aggiunto il religioso, fu semplicemente utilizzata come “un palcoscenico per un comizio”.
(da agenzie)
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Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
DOPO LA STRAGE IN CUI SONO MORTE 5 PERSONE, NELLA CITTÀ TEDESCA SFILANO I MILITANTI DEL PARTITO DI ESTREMA DESTRA ANCORA A PIEDE LIBERO
Quando cala la sera, Magdeburgo diventa la città delle due Germanie. Una folla di qualche migliaio di persone forma una catena umana sotto la Iohanniskirche per dire «Don’t give hate a chance», non date un’opportunità all’odio. In tanti portano le candele, poi applaudono i soccorritori: «Queste sono luci — dice uno degli organizzatori, Oliver Wiebe — per una città cosmopolita».
Poco lontano, nell’altro luogo della memoria sotto il duomo, si raccoglie l’AfD, con i suoi capi. La partecipazione è minore, ma sono comunque centinaia di persone. Alice Weidel prende la parola: «Qualcosa deve cambiare finalmente nel nostro Paese, dobbiamo poter vivere di nuovo al sicuro, non dobbiamo mai più piangere per una madre che ha perso suo figlio in modo così brutale e insensato». Il riferimento è ad André Gleissner, 9 anni, una delle cinque vittime. Poi incalza il governo: «Dopo il tempo del lutto arriva il tempo dei fatti. Il tempo per fare domande e pretendere risposte».
Ma soprattutto Weidel prende le distanze dall’attentatore, sebbene Taleb al Abdulmohsen fosse islamofobo, anti-migranti e un aperto sostenitore del suo partito. «Chi disprezza, e persino uccide, i cittadini del Paese che gli ha concesso asilo, chi disprezza tutto ciò che rappresentiamo e amiamo, non appartiene a noi».
Ma questo è il cortocircuito di questo attentato: la personalità contorta, quasi certamente malata e l’ideologia sincretica di Taleb oggi fa dire all’AfD: non era un di noi, ma solo un rifugiato.
L’attentato è stato usato dal primo momento dall’estrema destra per spingere la propria agenda. Ma se 24 ore dopo l’attacco hanno sfilato 2mila neonazisti, questa è una manifestazione istituzionale del partito. Secondo il primo sondaggio post attentato, l’AfD ha recuperato poco (è al 19,5%), mentre hanno perso un punto la Spd (16%) di Olaf Scholz e la Cdu (31%).
(da La Repubblica)
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Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
LA SCOMMESSA È SOPRAVVIVERE, I SOCIALISTI SI SFILANO – “BAYROU E’ SCHIAVO DI LE PEN” …. LA PROFEZIA DI MÉLENCHON: “IL GOVERNO CADRÀ GIÀ A GENNAIO”
Alcuni lo chiamano già «Bayrousina», e l’allusione alla battaglia della Beresina che fu fatale a Napoleone e alla sua armata, non è certo un complimento. François Bayrou ha cominciato male, con l’idea di andare a presiedere il consiglio comunale della sua Pau, la città nei Pirenei, invece di volare a Mayotte, l’arcipelago francese nell’Oceano indiano devastato dal ciclone Chido.
§È proseguita peggio, perché il neo premier ha insistito con l’idea di voler restare sindaco e primo ministro, liquidando quella che da qualche anno è una battaglia contro la «casta» di politici che sommano incarichi. E infine c’è stata la clamorosa gaffe davanti al parlamento quando Bayrou ha provato a dire che non poteva andare a Mayotte perché stava già partendo Emmanuel Macron. «Non è il caso che primo ministro e capo dello Stato siano nello stesso momento fuori dal territorio nazionale» ha spiegato, dimenticando per un attimo che Mayotte è francese, seppure a ottomila chilometri da Parigi.
Una falsa partenza per Bayrou che pure ha fortemente voluto la nomina a premier, tanto da imporsi a Macron in un raro braccio di ferro all’Eliseo.
Alla fine, non avendo la garanzia sulla non sfiducia da parte del partito socialista, il premier ha dovuto coprirsi sui deputati dell’estrema destra, tenendo conto dei veti di Le Pen.
Con un Parlamento paralizzato da tre blocchi antagonisti, il leader centrista è apparso a dicembre, nel mezzo di una crisi politica inedita e inaspettata, come il navigato uomo di stampo democristiano forse capace di tessere sofisticati accordi di desistenza. La sua esperienza quarantennale in politica lasciava presagire un ritorno alle sofisticazioni del «vecchio mondo», quello di una politica più paludata ma più resiliente, che il giovane presidente Macron prometteva di archiviare con la sua elezione sette anni fa.
È ancora presto per dire se le prime gaffe e polemiche siano solo un incidente di percorso nell’obiettivo di scalare «l’Himalaya», come Bayrou ha definito la difficile missione che ha davanti. Di sicuro, Bayrou non ha avuto neppure un accenno di luna di miele con i francesi. Un sondaggio Ifop registra il 66 per cento di pareri sfavorevoli, record di impopolarità rispetto ai suoi ultimi predecessori.
Quando è stato nominato a settembre Michel Barnier era al 55 per cento di insoddisfatti, mentre i due premier prima dello scioglimento del parlamento – Gabriel Attal e Elisabeth Borne – erano al 46 e al 43 per cento. Intanto, la durata dei governi si è clamorosamente accorciata nell’ultimo anno. Barnier ha tenuto tre mesi, record negativo nella Quinta Repubblica. Il nuovo premier deve sperare di non battere un nuovo primato.
«Non è un governo, è una provocazione», commenta il segretario del Ps, Olivier Faure. «È la destra al potere sotto la sorveglianza dell’estrema destra», ha aggiunto.
Sulla carta, il premier non è riuscito ad allargare la base parlamentare rispetto a quella del precedente governo. Bayrou è atteso il 14 gennaio per il suo discorso di politica generale davanti ai deputati. La France Insoumise ha già promesso una mozione di sfiducia immediata. «Bayrou cadrà a gennaio», ha profetizzato Mélenchon. L’ipotesi che socialisti, Verdi e comunisti non seguano più Mélenchon nel voto sembra ormai sfumata ieri nei commenti dei vari leader del Nuovo fronte popolare, tutti contrari al nuovo governo.
L’arbitro quindi rimane Le Pen, con i suoi 140 deputati che, se sommati alla gauche, possono far cadere il governo. La leader di estrema destra gioca su una ambiguità strategica. Al momento non minaccia la sfiducia ma – come ha scoperto Barnier – è capace di cambiare idea molto rapidamente.
(da agenzie)
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Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
SECONDO ZELENSKY SONO TREMILA I MILITARI DI PYONGYANG CADUTI AL FRONTE, UN NUMERO ESORBITANTE VISTO CHE KIM JONG-UN, A FINE OTTOBRE, AVEVA INVIATO 12 MILA UOMINI … I SOLDATI RUSSI SpNO INCARICATI DI BRUCIARE I VOLTI DEI LORO COMPAGNI NORDCOREANI RIMASTI UCCISI, PER EVITARNE L’IDENTIFICAZIONE
«Noi i nordcoreani li mandiamo avanti all’assalto e poi li seguiamo», dice un prigioniero russo agli ufficiali ucraini che lo interrogano. I soldati di Kim Jong Un mandati a combattere a fianco dei militari russi non stanno più nelle retrovie della regione di Kursk, come gli aveva promesso Mosca: vanno all’attacco, nei cosiddetti «assalti al macello», come vengono chiamati nelle trincee russe. E i risultati di questa tattica cominciano a farsi sentire: secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il numero dei militari nordcoreani uccisi o feriti al fronte russo ha superato i 3 mila uomini.
Un numero enorme, considerando che ufficialmente la Corea del Nord avrebbe inviato in soccorso a Vladimir Putin circa 12 mila soldati. Quindi, un quarto di quella forza militare è già stato fatto fuori. Del resto, nelle ultime settimane l’avanzata ordinata dal Cremlino ha portato il numero dei caduti russi a livelli record di 1.500-1.700 uomini al giorno, e a questo ritmo non stupisce che anche i soldati di Kim finiscano nel tritacarne impazzito dell’offensiva che Putin vuole a tutti i costi spingere il più avanti possibile, prima dell’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump
Il Comando unificato della Corea del Sud valuta le perdite del nemico del Nord a un livello più contenuto: più di 1.100 morti e feriti, indica una dichiarazione ufficiale dell’esercito di Seul. Secondo l’intelligence sudcoreana, le perdite tra i soldati di Kim sono particolarmente elevate, non soltanto perché operano su un terreno per loro non familiare e non sono integrati (anche linguisticamente) nella catena di comando russa, ma anche perché hanno difficoltà con i droni ucraini, una tecnologia bellica che non sono mai stati addestrati a fronteggiare.
Fonti sudcoreane hanno riferito al Wall Street Journal che circa 200 fabbriche militari nel Nord stanno “lavorando a pieno regime”, e dalle immagini satellitari sembrano espandere i loro impianti di produzione.
Nessuna di queste armi finora è stata avvistata al fronte, ma Zelensky ieri ha messo in guardia contro «il rischio dell’invio di altri soldati e armamenti nordcoreani», una minaccia confermata anche dagli 007 di Seul
Il numero delle perdite dei soldati di Kim rimane un segreto che sia Mosca che Pyongyang vorrebbero tutelare. Gli ucraini hanno catturato dei militari nordcoreani che avevano documenti russi grossolanamente falsificati, dai quali risultavano appartenere a etnie della Russia asiatica come tuvini e buriati. Zelensky qualche giorno fa aveva riferito anche di casi in cui i soldati russi venivano incaricati di bruciare i volti dei loro compagni nordcoreani caduti per evitarne l’identificazione
Dai racconti dei prigionieri russi, Kim ha inviato al fronte non soltanto una fanteria che «combatte con tattiche di 70 anni fa», ma anche alcune delle sue truppe scelte, che ricevono una razione doppia e sono particolarmente «crudeli e spietati all’assalto».
(da agenzie)
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Dicembre 24th, 2024 Riccardo Fucile
DEPOSITATE IERI PRESSO I CARABINIERI DI POMPEI
Stamattina Maria Rosaria Boccia con il proprio avvocato Francesco Di Deco si è recata presso la Stazione dei Carabinieri di Pompei. Probabilmente è stata ascoltata in merito ad una delle diverse querele sporte dalla stessa nei giorni scorsi.
Dalle notizie in possesso le querele sporte da Boccia sarebbero nei confronti della deputata di Fi Annarita Patriarca, dell’ ordinario di chirurgia plastica ed estetica Università di Napoli Federico II Francesco D’Andrea, di Fabrizio Corona, dell’avvocata Annamaria Bernardini De Pace, di Andrea Petrella, capo uffici stampa ministero della Cultura, di Paolo Mieli, Massimo Magliaro e Davide Maggio, che sarebbero stati querelati per diffamazione aggravata.
Boccia ha anche querelato l’ex ministro Gennaro Sangiuliano, una prima volta per per calunnia ed una seconda sempre per lo stesso reato oltre che per atti persecutori
(da agenzie)
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