Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK)… L’ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E’ STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL’AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE)
Giorgia Meloni oggi era a Torino, in visita allo Space Park di Argotec, una delle più avanzate
fabbriche di satelliti di piccole dimensioni in Europa. Ha
preferito mettere il cappello in Piemonte, disertando l’evento sull’industria della moda a Milano.
Un segnale che serve a fissare le priorità del suo governo: il messaggio è che l’esecutivo dei sovranisti è più attento agli armamenti che a gonne, lustrini e pallettes.
La Ducetta, dopo il voto favorevole espresso da Fratelli d’Italia al piano “Rearm Europe”, temeva contraccolpi nei rapporti con la Casa Bianca. Ma Trump, da istrione cacciaballe, ha completamente ignorato la mossa della sua amica Giorgia a favore di Ursula von der Leyen.
”King Donald”, che spara una cazzata al giorno per poi smentirla un’ora dopo, tra guerra in Ucraina, rapporti con Putin, annessione della Groenlandia, inferno a Gaza, è talmente distratto dalle tante partite che sta giocando che se fotte delle piccole mosse di cabotaggio del partito della camaleontica premier italiana.
Per far vedere al mondo che conta ancora qualcosa, ormai ridotta all’irrilevanza dall’entrata in scena di Macron e Starmer (subito ricevuti da Trump), Giorgia Meloni ha una fretta del diavolo di organizzare un faccia a faccia con il Caligola di Mar-a-Lago. Termine ultitimo è il 2 aprile prossimo quando entreranno in vigore i dazi Usa sui prodotti europei:
Non solo. La Statista di Colle Oppio vuole ostentare l’eventuale incontro con Trump per dimostrare al mondo di essere una “vera amica” dell’uomo più potente del mondo. La photo opportunity allo studio ovale punta anche a portare a casa uno “sconto” sulle tariffe: sarebbe il modo migliore per convincere Bruxelles di essere davvero il ponte tra Usa e Ue.
Ma la Sora Giorgia non gode più dell’ottimo rapporto con il miliardario imbottito di ketamina. Elon Musk e il suo referente italiano Stroppa sono incazzati per via della mancata firma del contratto da 1,5 miliardi, da parte del governo italiano, per il servizio Starlink
D’altro canto, quando la premier volò a sorpresa a Mar-a-Lago incontrando The Donald per discutere del caso Cecilia Sala, c’era stata la mediazione di Elon Musk. Ora lo scenario è cambiato ed è stata costretta ad attivare l’ambasciatore negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, per sollecitare lo staff della Casda Bianca per raccattare un vis-a-vis entro la fine di marzo. La ragione principale di questa fretta è legata alla necessità di scongiurare l’entrata in vigore, il 2 aprile, dei dazi sulle merci europee (e quindi italiane).
Peccato che Trump, anche davanti alle sollecitazioni della diplomazia italiana, è sembrato sordo. D’altronde, ai suoi occhi il lavoro di ambasciatori e sherpa è residuale, nel suo approccio alla politica internazionale contano davvero solo due aspetti:
1.La legge del più forte
2.La legge del poker: hai rilevanza soltanto se disponi di buone carte da giocare. Non a caso al povero Zelensky, bullizzato alla Casa Bianca, il presidente ha rinfacciato proprio di “non avere carte in mano”.
(da Dagoreport)
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Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
SI TRATTA PER OTTENERE LA MODIFICA DELL’ORDINE DEL GIORNO E IL RINVIO DEL PUNTO SUL PIANO MILITARE. STASERA LA DECISIONE FINALE
“Il no dei giorni scorsi sta diventando sì”, dicono fonti di governo di primissimo piano al Foglio per motivare una svolta che si sta consumando in queste ore a Palazzo Chigi: la premier Giorgia Meloni è intenzionata a partecipare alla video call di domani con “i volenterosi” sulla guerra in Ucraina.
Si tratta dell’iniziativa organizzata dal premier brittanico Keir Starmer prevista per domani alle 9. E’ un appuntamento, che all’inizio la presidente del Consiglio voleva declinare poco convinta dal formato e da una possibile spinta sulle truppe europee. Tuttavia ora le cose stanno cambiando.
L’odg della riunione sarebbe stato modificato, secondo le richieste di Roma, e inoltre il punto sul military planning sarà scorporato e rinviato alla prossima settimana.
Elementi al vaglio della presidente del Consiglio e del suo staff diplomatico che stanno spingendo l’Italia a non tirarsi fuori, fermo restando alcune differenze di vedute e di azione con i “volenterosi”, a partire dal presidente francese Emmanuel Macron.
La decisione di partecipare alla call di domani si porta dietro un altro
elemento: svaniscono le possibilità di un blitz negli Usa dal presidente Donald Trump, ipotesi circolata nelle ultime ore che però non è mai stata sostenuta da conferme ufficiali.
Per la premier la settimana che entra resta cruciale: deve trovare una mediazione con la Lega sulla risoluzione da approvare martedì e mercoledì prossimi in Parlamento (dopo lo scontro con Giancarlo Giorgetti a margine del Cdm rivelato dal Foglio) e poi volerà a Bruxelles per il Consiglio europeo che si svolgerà probabilmente in due giorni, giovedì e venerdì.
Stasera la decisione finale sulla partecipazione all’evento di domani
(da Dagoreport)
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Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
AGLI AMERICANI NON FREGA NIENTE DEL PIANO DI “THE DONALD” DI ANNETTERE PANAMA, GROENLANDIA E CANADA (SOLO L’1% CREDE CHE SIA UNA PRIORITÀ), AL 61% INTERESSA CHE IL PRESIDENTE ABBASSI L’INFLAZIONE
Oltre la metà degli americani, tra cui uno su quattro si dichiara repubblicano, ritiene che Donald
Trump sia “troppo allineato” con la Russia.
Lo rivela un nuovo sondaggio Reuters/Ipsos di due giorni fa che mette in evidenza che il popolo statunitense non è molto convinto neanche delle mire espansionistiche del presidente. Nel dettaglio, circa il 56% degli intervistati, tra cui l’89% dei democratici e il 27% dei repubblicani, concorda con un’affermazione secondo cui “Trump è troppo vicino a Mosca”.
Quasi la metà, ovvero il 44% dichiara di sostenere il piano del commander-in-chief di “condizionare il sostegno militare degli Stati Uniti all’Ucraina all’ottenimento di una quota dei minerali rari del Paese”.
Due terzi dei repubblicani sostengono l’idea, così come uno su cinque dei democratici. Nel complesso, il tasso di approvazione di Trump è rimasto stabile nelle ultime settimane al 44%, più alto di quello di cui hanno goduto lui o Joe Biden durante la maggior parte dei loro ultimi mandati. Quanto alla conquista di Panama, Groenlandia e Canada, solo l’1% degli intervistati ritiene che l’espansione del territorio americano sia una priorità, rispetto al 61% che invece vorrebbe che il presidente si concentrasse sulla lotta all’inflazione.
(da agenzie)
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Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
QUELLA “TESLA DI MINCHIA” HA ANCHE POSTATO LA FOTO DELLA BANDIERA DELL’UE CON FALCE E MARTELLO COME SE A BRUXELLES GOVERNASSERO DEGLI EURO-BUROCRATI COMUNISTI
L’Unione Europea? Una dittatura comunista. L’Olocausto? Non fu Hitler a perpetrarlo, bensì “i dipendenti pubblici”. Gli orrori commessi da Stalin e Mao? Idem, anche quelli tutta colpa della burocrazia statale, non di due dei peggiori tiranni della Storia. Sono le ultime sparate di Elon Musk, affidate a X
L’imprenditore multimiliardario della Tesla e di Space X, oltre che ministro dell’Efficienza Governativa nell’amministrazione di Donald Trump, continua a postare messaggi e immagini estremamente controversi. Fra gli ultimi spiccano i due che ha ritwittato stamani. Destinati a suscitare altre polemiche.
Uno riproduce la bandiera della Ue, con l’aggiunta, al centro del cerchio di stelle che la contraddistingue, di una falce e martello, i simboli del comunismo. “Immaginate che vi piace così tanto essere governati da volere un governo per il vostro governo”, afferma la frase che la accompagna.Di suo Musk ha aggiunto soltanto: “L’Unione Europea”. Fa parte della sua campagna per descrivere l’Europa unita come un nemico da distruggere, un supergoverno tentacolare, oppressivo e antidemocratico. Il tycoon di origine sudafricana non sopporta la Ue perché Bruxelles ha osato mettere regole e limiti alle sue imprese digitali.
Ancora peggiore è il suo messaggio precedente, in cui ha condiviso un post secondo cui furono i dipendenti del settore pubblico, non Adolf Hitler, Stalin e Mao a massacrare milioni di persone: “Sono stati i loro dipendenti pubblici”. Il post ha avuto più di un milione di visualizzazioni e 14 mila “mi piace” nel giro di poche ore.
Ritwittato da Musk, che ha 219 milioni di follower su X, potrebbe raggiungere un pubblico ancora più grande. Non è la prima volta che l’imprenditore miliardario allude provocatoriamente al nazismo. In gennaio aveva evocato due dei principali ideologi del Terzo Reich: Joseph Goebbels e Rudolf Hess, dopo essere stato criticato per un gesto a un evento di Trump che è stato paragonato a un saluto nazista.
Musk affronta accuse di antisemitismo dal 2023, quando si disse d’accordo con un post in cui si affermava che “le comunità ebraiche hanno spinto all’odio contro i bianchi”. Negli ultimi mesi ha espresso il suo sostegno all’Afd, il partito di estrema destra tedesco, affermando che “ci si concentra troppo” sulle colpe del passato della Germania.
(da Dagoreport)
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Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
PRIMA, IN UN’INTERVISTA AL “FOGLIO”, STRONCA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DEL SUO COLLEGA DI PARTITO, CARLO NORDIO. POI PRECISA: “L’IMPIANTO DELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA È OTTIMO, C’È CONDIVISIONE. OGNI ALTRA RICOSTRUZIONE È UNA FORZATA DISTORSIONE DELLA REALTÀ”. MA IL QUOTIDIANO DIRETTO DA CLAUDIO CERASA PUBBLICA L’AUDIO… IL PD: NON CI SONO PIÙ SCUSE, SUBITO LE DIMISSIONI
“L’impianto della riforma è ottimo, ribadisco che nella maggioranza c’è assoluta condivisione delle
misure messe in campo e proseguiremo speditamente per approvare la riforma il prima possibile.
Ribadisco che grazie al sorteggio e all’Alta Corte disciplinare ci sarà una vera indipendenza della magistratura dalla politica, perché questa ne rimarrà finalmente fuori.
Ho argomentato che in fase di stesura della riforma c’era un confronto fra due opzioni, quella con un Csm unico e quella con due, ognuna delle due con vantaggi e svantaggi. La soluzione di approdo, pur nei diversi percorsi argomentativi e nelle sfumature interpretative, è assolutamente condivisa e sostenuta senza tentennamenti da tutto il centrodestra. Ogni altra ricostruzione è una forzata distorsione della realtà”. Così in una nota il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove in merito alle sue dichiarazioni riportate dal Foglio.
“L’articolo di giornale ha esasperato il significato dei ragionamenti che ho fatto, nel corso di un colloquio informale, sulla riforma della giustizia”. È quanto precisa in una nota il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove in merito alle sue dichiarazioni riportate dal Foglio, secondo cui per il sottosegretario nella riforma Nordio l’unica misura a lui gradita sarebbe il sorteggio.
‘Delmastro smentisce. Il Foglio conferma tutto. Ecco l’audio con le parole (clamorose) di Delmastro sulla riforma Nordio’. Così il direttore del Foglio Claudio Cerasa replica in un post su X alla precisazione del sottosegretario alla Giustizia sull’intervista pubblicata dal giornale, che ha provocato la reazione dell’Anm e la richiesta di dimissioni delle opposizioni
“Adesso basta. Per la dignità e l’onore delle istituzioni il sottosegretario Delmastro delle Vedove si dimetta. Apprendiamo infatti che l’intervista su Il Foglio, esiste, c’è ed è pure registrata! Per questo non poteva essere smentita. Se il ministro Nordio ha anch’egli un minimo di personale e politica dignità chieda al sottosegretario di fare un passo indietro.
Evidente in ogni caso che il sottosegretario ha perso, ma non avevamo necessità di ulteriori prove, ogni credibilità. Come fa la Presidente del consiglio a continuare a sostenerlo? Difende la presenza al governo di chi pensa che la riforma fa schifo? E con quale faccia la difenderanno in senato, alla camera e davanti al paese nel referendum?”
Così la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
“Delmastro e’ un sottosegretario incapace e sadico. Da oggi e’ anche bugiardo”, scrive su X il leader di Italia viva, Matteo Renzi, dopo che il giornalista de “Il Foglio” che ha intervistato il sottosegretario alla Giustizia ha pubblicato l’audio della loro conversazione che di fatto conferma il contenuto dell’articolo. “Se avesse un minimo di dignita’ dovrebbe dimettersi. Lo fara’ secondo voi?”, aggiunge Renzi
(da agenzie)
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Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
MARTEDÌ E MERCOLEDÌ LA MAGGIORANZA DOVRÀ APPROVARE UNA RISOLUZIONE IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DI GIOVEDÌ. CI SONO DUE OPZIONI: UNA PILATESCA E VAGA, UN’ALTRA PIÙ DI MERITO (DIFFICILE, CONSIDERANDO IL NO DEL CARROCCIO AL PIANO EUROPEO DI RIARMO)
I distinguo della Lega sul piano di riarmo presentato dalla Commissione europea. E, a cascata, la risoluzione che martedì e mercoledì dovrà votare la maggioranza hanno avuto un punto di caduta intenso, per così dire, a margine del Consiglio dei ministri. Quando la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si sono confrontati in maniera “franca”.
L’episodio è avvenuto nella stanza che fa da anticamera alla sala dove si svolgono le riunioni del governo. La presidente del Consiglio ha spiegato in maniera spiccia al titolare di Via XX Settembre che occorre trovare una sintesi anche perché l’Italia si è già esposta sul piano in Consiglio europeo.
Diversi ministri non hanno problemi a descrivere il faccia a faccia come “molto acceso” all’insegna di decibel non proprio da cinema muto. Forse Giorgetti in qualche modo “ha pagato” le scelte del Carroccio che per tutta la giornata con una serie di note e off ha voluto segnare la differenza con il resto della maggioranza sul piano europeo di riarmo.
Mentre era in corso il Cdm il partito di Salvini si riuniva infatti per un consiglio federale incentrato sì sul congresso, ma anche sulle vicende legate alla guerra in Ucraina.
Questo il suggerimento vergato dalla Lega a proposito della situazione internazionale: “Invito alla prudenza, no a deleghe in bianco su imprecisati eserciti europei, disponibilità a investire in sicurezza nazionale premiando le imprese italiane, priorità alla pace sostenendo gli sforzi sollecitati dagli Stati Uniti”.
Insomma, per il consiglio federale “l’Europa non ha bisogno di ulteriori debiti, di riarmo nucleare o di ulteriori cessioni di sovranità bensì di sostegno a famiglie, sanità e lavoro”.
Parole che sembrano porre Fratelli d’Italia e dunque la presidente del Consiglio diametralmente dalla parte opposta. Si spiega anche così la tensione verbale scoppiata a margine del Consiglio dei ministri, al quale Salvini ha partecipato per una manciata di minuti, prima di correre a gestire la riunione del suo partito.
Ora però occorre prendere una decisione e soprattutto metterla nero su bianco in vista del testo che la coalizione dovrà approvare in Parlamento martedì (in Senato) e mercoledì (alla Camera) per dare mandato pieno alla premier al Consiglio europeo di giovedì. Una decisione su cosa scrivere ancora non è stata presa. Sarà oggetto di un vertice fra i capigruppo lunedì.
Due opzioni. Quella pilatesca e vaga si limiterebbe a dire “che la maggioranza prende atto delle comunicazioni della premier e approva”.
Quella più articolata, e di merito, entrerebbe nei dossier che saranno discussi a Bruxelles. Sicuramente ci sarà l’immigrazione, certo. Ma poi non mancherà la guerra in Ucraina e la risposta della Commissione con il piano ReArm.
La formula magica su cui si sta cercando di trovare un compromesso è questa: “colonna europea della Nato”.
Una frase inserita nel programma di governo con il quale il centrodestra ha vinto le elezioni nel 2022.
Senza entrare in particolari, “si tratterà si sottolineare l’esigenza dell’Europa di essere se non autosufficiente, ma di sicuro un po’ indipendente dall’America”.
Questo non vuol dire, mettono ancora le mani avanti dal partito della premier, “che siamo a favore di un esercito europeo a guida francese o tedesca, come d’altronde abbiamo sempre ripetuto pubblicamente”.
Meloni da leader della coalizione si trova però alle prese con una mediazione che contempli gli impegni presi con von der Leyen, ma anche con i rapporti con Trump
Un’evidenza che l’ha portata a far astenere a Strasburgo la delegazione di FdI sulla risoluzione sull’Ucraina. Considerata contro Trump.
(da il Foglio)
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Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
LA PORTAVOCE DELLA PROPAGANDA RUSSA VIENE SMENTITA DALLE AFFERMAZIONI DI PUTIN E MEDVEDEV
“Zakharova ha definito menzogne le parole di Mattarella sulla minaccia nucleare russa per
l’Europa”, titola l’agenzia stampa ufficiale russa TASS in un articolo che riporta l’ennesimo attacco della portavoce del Ministero degli Esteri russo contro il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’attacco di Maria Zakharova è stato scatenato dalla convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore russo in Italia, in seguito ai precedenti attacchi rivolti contro il Capo dello Stato. Di fatto, con questa dichiarazione, il Ministero degli Esteri russo accusa Mattarella di diffondere fake news sull’ipotesi che Mosca minacci l’Europa con le armi nucleari. Tuttavia, Maria Zakharova, con queste parole, fa semplicemente finta di dimenticare, da propagandista e istigatrice, le dichiarazioni dello scorso anno di Vladimir Putin e di Dmitry Medvedev contro l’Unione europea.
Le dichiarazioni di Putin
«Hai detto che il presidente italiano ha affermato che la Russia presumibilmente minaccia l’Europa con armi nucleari? Questa è una bugia, questa è una bugia, questo non è vero, questo è falso, questa è disinformazione. Ti ho dato tutte le parole. Scegli quella che ritieni più descrittiva, o usale tutte». Queste sono le parole di Maria Zakharova rivolte contro Sergio Mattarella riportate da TASS. La vera fake news, tuttavia, è proprio quella diffusa dalla portavoce della propaganda russa, soprattutto se confrontata con le dichiarazioni di Vladimir Putin e di dello scorso novembre 2024, riportate dalla stessa TASS in merito ai missili Oreshnik.
Nel discorso del 21 novembre 2024, trasmesso dal Cremlino e ripreso da TASS, Vladimir Putin afferma pubblicamente che la Russia sta «sviluppando missili a raggio intermedio e corto in risposta ai piani degli Stati Uniti di produrre e distribuire missili a raggio intermedio e corto in Europa». Accusando gli americani di aver commesso un grande errore, il leader russo ribadiva che «gli attuali sistemi di difesa aerea nel mondo e i sistemi di difesa missilistica creati dagli americani in Europa non intercettano» i nuovi missili russi. «Stanno spingendo il mondo intero verso un conflitto globale» aggiunge Putin, concludendo con un evidente avvertimento: «Siamo anchepronti a qualsiasi sviluppo degli eventi. Se qualcuno ne dubita ancora, è inutile: la risposta sarà sempre lì».
TASS, il 22 novembre 2024, pubblica un ulteriore articolo sul discorso di Putin, in cui affermano che gli “esperti” «ritengono che le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin sull’impiego dell’ultimo missile balistico a medio raggio russo “Oreshnik” siano diventate un serio avvertimento per l’Occidente» e che il leader russo «ha sottolineato che la politica provocatoria dell’Occidente potrebbe comportare gravi conseguenze per lui in caso di ulteriore escalation del conflitto».
La minaccia di Dmitry Medvedev
Pochi giorni dopo, Dmitry Medvedev, vicecapo del Consiglio di sicurezza di Mosca, compie un vero e proprio atto di escalation contro l’Europa, “consigliando” vivamente agli alleati di Kiev di abbandonare il conflitto proprio a causa dei nuovi missili russi. Le minacce di Medvedev vengono pubblicate sul suo canale Telegram e poi riprese ancora una volta da TASS: «L’Europa si domanda quale danno potrebbe causare il sistema nel caso ci fossero testate nucleari, se è possibile abbattere questi missili e quanto velocemente potrebbero raggiungere le capitali del Vecchio Mondo. La risposta è: il rischio è inaccettabile, è impossibile abbatterli con mezzi moderni e stiamo parlando di minuti. I rifugi antiaerei non aiuteranno, quindi l’unica speranza è che la gentile Russia avverta in anticipo dei lanci. Pertanto, è meglio smettere di sostenere la guerra».
Zakharova mente e nega l’evidenza per amor di propaganda
Bastano questi due autorevoli interventi per capire quanto Maria Zakharova stia mentendo nel suo ruolo di portavoce del Ministero degli Esteri russo, accusando ingiustamente il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Pur di sostenere la propaganda del Cremlino, nega e nasconde le stesse minacce che il suo leader e il suo compare Medvedev hanno pubblicamente diffuso contro l’Europa per spingerla ad abbandonare l’alleato ucraino.
(da Open)
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Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
TAJANI CONTINUA NELLA LITANIA: “TRATTATIVA PER LIBERAZIONE COMPLICATA”… BASTA CHIEDERE A MADURO COSA VUOLE PER LIBERARE UN INNOCENTE
Il cooperante italiano Alberto Trentini è attualmente detenuto nel carcere El Rodeo I, situato nello Stato di Miranda, a circa 30 chilometri dalla capitale Caracas, nella località di Guatire. La notizia è stata confermata da fonti raccolte dall’ANSA in Venezuela.
Trentini, giunto nel Paese sudamericano lo scorso 17 ottobre per coordinare sul campo le attività della ONG Humanity & Inclusion, è stato arrestato il 15 novembre. Secondo le informazioni disponibili, sarebbe attualmente in regime di isolamento.
Il caso di Trentini si inserisce in un più ampio quadro di detenzioni che coinvolgono anche otto italo-venezuelani, tra cui ex deputati e dirigenti politici. Su questi prigionieri, il governo italiano ha ripetutamente chiesto chiarimenti e avanzato richieste di rilascio alle autorità venezuelane.
L’appello è stato rinnovato anche oggi dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che, a margine del G7 Esteri in corso a Charlevoix, ha dichiarato: “Al G7 parleremo anche della questione Venezuela. Noi abbiamo alcuni italiani che sono detenuti ingiustamente, un giovane anche, Trentini. Da ieri sono di nuovo in contatto con la mamma. Chiederemo la liberazione immediata di tutti i detenuti politici, di tutti i detenuti ingiustamente e senza motivazione nelle carceri del Venezuela”, ha affermato in un punto stampa al G7 Esteri in Quebec.
Nei giorni scorsi Tajani aveva nuovamente ribadito che la Farnesina stava seguendo la situazione del cooperante, valutata come “difficile”. “Sappiamo che è detenuto, che è in buone condizioni, ma la trattativa per farlo uscire dal carcere è molto, molto, molto complicata. La stiamo seguendo ogni giorno – ha proseguito Tajani – come tutti gli altri 2.500 italiani detenuti nel mondo, non abbiamo mai sottovalutato i pericoli e fatto sempre tutto quanto possibile ma non dipende da noi, sapendo bene la situazione in Venezuela. Ci rendiamo conto di quanto complicata sia qualsiasi trattativa per farlo uscire dal carcere”.
(da agenzie)
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Marzo 14th, 2025 Riccardo Fucile
I SOLDATI DELLO STATO EBRAICO HANNO USATO LA VIOLENZA SESSUALE CONTRO I PALESTINESI PER TERRORIZZARLI
Sistematica distruzione di ospedali e centri per la salute riproduttiva delle donne. Ma anche
stupri, abusi, minacce sessuali e umiliazioni, come far spogliare uomini e donne in pubblico. Sono solo alcune delle pratiche documentate tra gli “atti di genocidio” e “violenze sessuali” come strategia di guerra condotta dallo stato di Israele, secondo un’inchiesta delle Nazioni
Unite pubblicata ieri. Le gravissime violazioni sono state effettuate nell’ambito delle offensive militari condotte nella Striscia di Gaza e nei Territori palestinesi occupati dopo il 7 ottobre 2023.
Il report – intitolato “More than a human can bear” (“Più di quanto un essere umano possa sopportare”) – è stato realizzato dalla Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, tra cui Gerusalemme Est, e Israele, ed è stato reso pubblico dall’Alto commissariato Onu per i diritti umani presso la sede di Ginevra, dove in settimana sono state ascoltate anche le testimonianze di diverse vittime direttamente coinvolte.
Il report inizia documentando “un’ampia gamma di violazioni perpetrate contro donne, uomini, ragazze e ragazzi palestinesi nei Territori palestinesi occupati dal 7 ottobre 2023, che costituiscono un elemento importante del maltrattamento dei palestinesi e sono parte dell’occupazione illegale e della persecuzione dei palestinesi come gruppo”.
“Procedure operative standard delle forze di sicurezza israeliane”
Nel dettaglio, tra le forme di violenza sessuale e di genere rilevate, i ricercatori citano “l’obbligo di togliersi i vestiti in pubblico e il restare nudi, le molestie sessuali – comprese le minacce di stupro – e le aggressioni sessuali”. Tutte pratiche che, come scrivono ancora i ricercatori, “fanno parte delle procedure operative standard delle forze di sicurezza israeliane nei confronti dei palestinesi”, ma sono perpetrate anche dai “coloni israeliani in Cisgiordania, con l’obiettivo di incutere paura nelle comunità ed espellerle”. Lo studio sostiene che “altre forme di violenza sessuale e di genere, tra cui lo stupro e le violenze commesse sui genitali” delle vittime sarebbero state commesse “dietro ordine esplicito, o attraverso l’incoraggiamento implicito, dei massimi vertici civili e militari di Israele”.
Il rapporto dell’ONU continua affermando inoltre che nelle sue operazioni militari, “le autorità israeliane hanno sistematicamente distrutto strutture sanitarie sessuali e riproduttive in tutta Gaza. Hanno simultaneamente imposto un assedio e impedito l’assistenza umanitaria, inclusa la fornitura di farmaci e attrezzature necessarie per garantire gravidanze, parti e cure post-partum e neonatali sicure”. Così, secondo i ricercatori, “donne e ragazze sono morte per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, dovute alle condizioni imposte dalle autorità israeliane che hanno negato l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva: atti che costituiscono un crimine contro l’umanità di sterminio
In parte distrutta la capacità riproduttiva dei palestinesi
Quanto a Gaza, la Commissione “ha scoperto che le autorità israeliane hanno distrutto in parte la capacità riproduttiva dei palestinesi di Gaza come gruppo attraverso la sistematica distruzione dell’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, che costituisce due categorie di atti genocidi nello Statuto di Roma e nella Convenzione sul genocidio, tra cui l’imposizione deliberata di condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica dei palestinesi e l’imposizione di misure volte a impedire le nascite”.
Navi Pillay, presidente della Commissione, ha commentato così il rapporto: “Le prove raccolte dalla Commissione rivelano un deplorevole aumento della violenza sessuale e di genere. Non si può non concludere che Israele abbia impiegato la violenza sessuale e di genere contro i palestinesi per terrorizzarli e realizzare un sistema di oppressione che mina il loro diritto all’autodeterminazione”. Atti intorno ai quali, come evidenziano i ricercatori, sussisterebbe “un clima di impunità”.
Pillay aggiunge: “Le dichiarazioni e le azioni discolpanti dei leader israeliani e la mancanza di efficacia dimostrata dal sistema giudiziario militare nel perseguire i casi e condannare i colpevoli inviano un messaggio chiaro ai membri delle Forze di sicurezza israeliane che possono continuare a commettere tali atti senza timore di responsabilità”. Secondo l’esperta, “in questo contesto è essenziale un’azione di responsabilità attraverso la Corte penale internazionale e i tribunali nazionali, attraverso il loro diritto interno o esercitando la giurisdizione universale, se si vuole che lo stato di diritto sia sostenuto e che alle vittime venga riconosciuta giustizia”.
(da Fanpage)
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