RUSSIA, LE ELEZIONI FARSA, IL CORAGGIO DI DISSENTIRE SULLA SCHEDA ELETTORALE: “VI ASPETTIAMO ALL’AJA”
“ASSASSINO, NON VINCERAI MAI, GLORIA ALL’UCRAINA”… NUMEROSI GLI INSULTI E LE FRASI DI PROTESTA SULLE SCHEDE, NONOSTANTE I MILITARI ALLE SPALLE DELLE CABINE ELETTORALI APERTE
«Voto per Ryan Gosling». «Assassino, non vincerai mai. Gloria all’Ucraina! Gloria alle forze armate ucraine!». «Ti aspettiamo a L’Aja». In un Paese in cui dissentire è sempre più pericoloso, spuntano alcune frasi di protesta direttamente sulle schede elettorali. Un atto di coraggio, considerando che i seggi in Russia sono presidiati dalla presenza militare – con diversi livelli di invasività – e in certi casi le cabine non hanno neanche la tendina.
D’altronde ai cittadini russi che vogliono dissentire senza troppi rischi non sono rimaste tante opzioni per farlo. Ci sono stati arresti nei confronti di chi ha manifestato dopo la morte del principale oppositore russo Alexei Navalny, ci sono stati arresti nei confronti di chi si è recato alle urne a mezzogiorno, rispondendo all’appello dell’opposizione lanciato da Yulia Navalnaya.
Di possibilità per dissentire, in modo pacifico e senza rischiare ripercussioni, ne restano poche. Qualche scritta sulla scheda elettorale. «Putin = guerra. Pace nel mondo», «Navalny», «Quand’è che muori e i bambini ucraini smettono di essere uccisi?». A volte, neanche questo è possibile.
«Entro nella cabina elettorale, il poliziotto mi guarda alle spalle. Gli dico qualcosa come “giovanotto, il voto è segreto”. Lui dice “Bene, vota” e non se ne va».
E ancora: «Nel mio seggio la cabina elettorale è aperta, un poliziotto e un vigilante sono letteralmente a un metro di distanza dal tavolo su cui voto». Sono diverse testimonianze anonime raccolte dalla giornalista indipendente Farida Rustamova.
Arrivano da diverse regioni della Russia e sono accompagnate dal codice del seggio, in modo che sia identificabile dai lettori. Scrive Rustamova: «Una tendenza a Mosca: gli elettori di diversi seggi ci hanno scritto che la polizia o i membri della commissione si guardavano alle spalle durante il voto. Segretezza del voto? No, non ci sembra».
Un’altra tendenza riportata dalla giornalista è quella di perquisire gli elettori nei seggi elettorali, come in un aeroporto. «Brateevo, mezzogiorno, coda per le sezioni 1724 e 1729. All’ingresso c’è stata una “perquisizione” senza precedenti con tastamenti di vestiti, svuotamenti di tasche e borse, hanno anche guardato nelle scatole con le cuffie. Tutto era molto “regime”, dentro e fuori».
Qualcuno riesce comunque a scrivere sulle schede. E nell’anonimato, non c’è censura che tenga. «Putin, pezzo di m…! Gloria all’Ucraina». Il voto, ovviamente, va a Navalny.
(da La Stampa)
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