MELONI, PERCHE’ STAI TRADENDO I GIOVANI
DAL DISCORSO DI INSEDIAMENTO ALLA CAMERA “SIATE LIBERI ANCHE DI CONTESTARCI” ALLE MANGANELLATE SE DISSENTONO
Oltre un anno e mezzo fa, durante il discorso programmatico alla Camera, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni esordiva così: “Io penso di conoscere abbastanza bene l’universo dell’impegno giovanile, è una palestra di vita meravigliosa, indipendentemente dalle idee politiche che si sceglie di difendere e promuovere. Confesso, che difficilmente riuscirò a non provare simpatia, anche per coloro che scenderanno in piazza per contestare le politiche del nostro governo, perché inevitabilmente tornerà alla mente, una storia che è stata anche la mia. Ho partecipato a molte manifestazioni e ne ho anche organizzate tantissime nella mia vita, e penso che questo mi abbia insegnato molto, anche di più di quanto non mi abbiano insegnato altre cose. Voglio dire a questi ragazzi, che inevitabilmente scenderanno in piazza anche contro di noi, una frase di Steve Jobs, che diceva ‘Siate affamati, siate folli’, io vorrei aggiungere anche ‘Siate liberi’, perché è nel libero arbitrio che risiede la grandezza dell’essere umano”.
Ad un anno e mezzo dall’insediamento dell’esecutivo lo scenario è ben diverso da quello che aveva delineato la premier, vi è infatti una certa insofferenza diffusa verso il dissenso nella maggioranza di governo – in tutte le sue forme – dalle contestazioni di piazza sino alle dimostrazioni pubbliche durante convegni e simili.
L’elemento preoccupante, è la miopia che contraddistingue da diverso tempo buona parte del governo, non si rendono conto, che andando avanti così, andranno a sbattere.
Quando ogni due settimane un quotidiano apre con la notizia di studenti manganellati a destra e manca, è probabile se non addirittura palese, che hai un problema. Il danno d’immagine che notizie come queste, possono causare anche all’estero, non è da sottovalutare.
Eppure la cosa sembra non allarmare nessuno, tanto che dopo le manganellate agli studenti di Pisa, la risposta di FdI è stata emblematica: “La causa è la sinistra che spalleggia i violenti”. Per quanto tempo ancora porteranno avanti questa narrazione?
Nessuno di loro al momento ha ancora assunto la consapevolezza, che prima o poi, questo modo di fare sprezzante e noncurante, causerà diverse crepe alla stabilità del governo.
In questo senso, è curioso l’atteggiamento della ministra Roccella, siamo giunti a quota due, se non addirittura tre volte, che la ministra Roccella contestata, decide di andarsene. Non c’è niente di più comunicativamente sbagliato, oggi come ieri, doveva rimanere al suo posto e argomentare. Non si può parlare di censura, nel momento stesso in cui è la ministra a prendere e andarsene (i filmati sono pubblici e tutti possono facilmente constatare l’accaduto). In questa occasione così come nelle altre, la ministra avrebbe dovuto rimanere seduta, argomentare, e tenere duro. Alzare i tacchi, non è altro che un atto di autocensura.
Ma fa tutto parte del disegno comunicativo del governo: un mix di autocommiserazione, vittimismo e dito puntato alla presunta arroganza della sinistra. È chiaro che non si possa pensare di governare una nazione piangendosi costantemente addosso e negandosi al confronto, in questo Berlusconi era cento anni luce avanti rispetto a questa destra, va detto e riconosciuto.
È bene che i membri del governo facciano pace con il loro ruolo, e che si adattino alle normali prassi di una qualsiasi democrazia
(da Huffingtonpost)
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