PONTE SULLO STRETTO: SOLO LA PARTE FERROVIARIA DELL’OPERA PUÒ OTTENERE I FINANZIAMENTI DA PARTE DI BRUXELLES
LA COMMISSIONE EUROPEA PARLA DELLA PATACCA SOVRANISTA COME SOLO ALLO STADIO DI “STUDIO/IDEA”
La Commissione europea “non è ancora a conoscenza di una decisione definitiva” da parte dell’Italia “per il ponte” sullo stretto di Messina, dunque “le mappe del regolamento Ten-t rivisto mostrano attualmente il progetto allo stadio di studio/idea”. Lo afferma la commissaria europea responsabile per i Trasporti, Adina Valean che spiega come solo la parte ferroviaria del ponte di Messina sarebbe ammissibile al cofinanziamento da parte Ue.
Ponte di Messina, tutto fermo. Dall’Italia non arrivano indicazioni, e la Commissione attende che il Paese sciolga riserve e faccia sapere come intende procedere. Bruxelles è pronta, per quello che può, a sostenere il progetto, al momento quasi senza risorse europee.
Allo stato attuale, spiega la commissaria uscente per i Trasporti, Adina Valean, l’esecutivo comunitario «non è ancora a conoscenza di una decisione definitiva per il ponte», e di conseguenza l’opera non è considerata né nella lista delle infrastrutture né all’interno delle mappe Ten-T, la grande rete strategica europea per mobilità e trasporti.
Quando si parla di Ponte sullo stretto di Messina, a oggi, questo risulta «stadio di “studio/idea”». Al netto di annunci e proclami si muove poco in Italia, troppo poco perché a livello comunitario si possa dare un contributo. La Commissione può cofinanziare studi utili a capire la fattibilità di opere ed, eventualmente, prepararne la costruzione.
Una disponibilità già offerta al governo, che potrebbe beneficiare di un contributo pari al 50% dei costi totali ammissibili per gli studi. Però, allo stato attuale, specifica ancora Valean, «solo la parte ferroviaria del ponte di Messina sarebbe ammissibile al cofinanziamento dell’Ue», e niente di più. Anche perché i fondi strutturali, destinati alle regioni attraverso le politiche per la coesione, sono già destinati per altro
A tutto questo si aggiunge un altro aspetto, tutto giuridico, su cui Valean vuole porre l’accento. L’accordo di partenariato 2021-2027 tra Italia e Unione europea individua come prioritari gli investimenti per la mobilità sostenibile in infrastrutture ferroviarie e limita gli investimenti in infrastrutture stradali alla riqualificazione selettiva delle strade di tipo secondario che collegano le aree interne.
In sintesi: priorità diverse da quelle sbandierate in Italia, fondi europei per le regioni non destinati al ponte, e un Paese che non scioglie le riserve. Tutti ostacoli a un ponte, quello di Messina, che resta sospeso.
(da La Stampa)
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