RECOVERY PLAN: FERME 4 GARE SU 5, L’ITALIA OTTIENE IL RECORD DI CONTRIBUTI (102,5 MILIARDI DI EURO) MA IL TASSO DI AVANZAMENTO DELLE PROCEDURE SI FERMA AL 21%
VANNO A RILENTO ANCHE I RIACCREDITI AI COMUNI DELLE SOMME GIA’ SPESE PER LA DIGITALIZZAZIONE, CON IL RISCHIO CRAC PER MOLTI ENTI LOCALI … A PAGARE IL CONTO SONO ANCHE LE FERROVIE DELLO STATO, CHE NON RIESCONO A SMAZZARE RAPIDAMENTE I LAVORI PREVISTI
Con la richiesta di pagamento della sesta rata, presentata il 28 giugno scorso, l’Italia ha registrato il raggiungimento di traguardi ai quali è connesso il 63% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Quelle sinora ricevute ammontano a 102,5 miliardi di euro, corrispondenti al 53% della dotazione complessiva del Piano stesso: un dato che supera la media europea.
E che salirà a 113,5 miliardi di euro, oltre il 58% delle risorse totali, a seguito del pagamento della quinta rata, già approvato dalla Commissione europea il 2 luglio 2024 e dal Comitato economico e finanziario il successivo 18 luglio.
Recita così la quinta relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, approvata in consiglio dei ministri e […] resa pubblica solo in sintesi Dalle 18 pagine della sintesi è possibile farsi un’idea degli avanzamenti e dei problemi presenti e futuri che la programmazione racchiude. La questione dirimente resta quella della spesa, finora sostenuta grazie soprattutto all’elargizione dei bonus alle imprese. Come i crediti d’imposta che costituiscono la spesa più consistente dei 51,36 miliardi sborsati fino al primo semestre e che, per un terzo, sono stati già elargiti. Al contrario, quando si tratta di attivare procedure e gare, il tasso di avanzamento si ferma al 21%.
I numeri descrivono bene lo stato reale: al 30 giugno sono stati spesi oltre 28 miliardi in crediti d’imposta e 23 miliardi nelle gare, a valere su progetti attivati per 122 miliardi.
I colli di bottiglia sono tanti quando si tratta di espletare le procedure. Per risolverli, si legge nella sintesi della relazione, un decreto legge del marzo scorso ha istituito Cabine di coordinamento presso le prefetture per monitorare e supportare l’attuazione dei progetti del Pnrr a livello territoriale.
Le Cabine di coordinamento, presiedute dai prefetti, hanno il compito di rilevare tempestivamente le criticità, individuare soluzioni con i soggetti istituzionali coinvolti e contribuire a implementare i piani d’azione dedicati.
Inoltre è partito un meccanismo di monitoraggio rafforzato per garantire il raggiungimento degli obiettivi. I soggetti attuatori, in virtù della nuova disciplina, sono obbligati ad aggiornare tempestivamente i cronoprogrammi procedurali e finanziari sulla piattaforma informatica ReGiS. Un obbligo cui i Municipi, ad esempio, si sono attenuti, ma c’è anche il rovescio della medaglia: «La gran parte dei Comuni ha già caricato quasi tutte le rendicontazioni sulla piattaforma ReGis del ministero dell’Economia per la convalida della spesa.
Un passaggio necessario per ottenere i rimborsi. Ma i riaccrediti stanno arrivando col contagocce», denuncia Andrea Marrucci, sindaco di San Gimignano e presidente toscano di Ali Toscana (Autonomie locali italiane). I Comuni ancora non hanno ricevuto dallo Stato rimborsi per l’85% degli oltre tre miliardi spesi in progetti di digitalizzazione legati al Pnrr. Si tratta di oltre tremila realtà, molte tra Umbria, Toscana, Abruzzo e Lazio.
In attesa di un rimborso statale che ritarda, corrono il concreto rischio di crisi finanziaria.
A pagare il conto della difficoltà di spesa sono anche i grandi soggetti attuatori che sono stati sovraccaricati di lavoro perché ritenuti più capaci di spendere in velocità. Tra questi, le Ferrovie dello Stato[…] Ma il problema riguarda anche chi, sui binari, ci fa passare le merci.
«I lavori del Pnrr previsti sull’infrastruttura ferroviaria — ha spiegato con una certa preoccupazione Clemente Carta, presidente dell’associazione Fermerci — produrranno interruzioni fino al 60%. Nel 2027 la rete sarà certamente potenziata e adeguata agli standard europei ed è un bene, ma nel frattempo è necessario che prosegua il dialogo tra imprese e decisori per individuare un sostegno concreto al trasporto ferroviario delle merci» Intanto il governo pensa già a portare a casa la sesta rata, per ottenere la quale sta completando il conseguimento di 37 obiettivi, suddivisi in 27 milestone e dieci target, per un importo complessivo pari a 8,5 miliardi di euro, gestito da 17 Amministrazioni.
Tra i risultati da raggiungere c’è l’avanzamento della Linea adriatica per il potenziamento del trasporto del gas ma, come sempre, la parte del leone la faranno i crediti d’imposta di Transizione 4.0 e 5.0.
(da Corriere della Sera)
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