I COMPONENTI TOGATI DEL CSM HANNO CHIESTO DI APRIRE UNA PRATICA “A TUTELA DELL’INDIPENDENZA E DELL’AUTONOMIA” DEI MAGISTRATI DEL TRIBUNALE DI BOLOGNA, CHE HANNO RINVIATO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA IL DECRETO DEL GOVERNO SUI PAESI SICURI
“EMERGONO UNA INACCETTABILE PRESSIONE E UN OBIETTIVO CONDIZIONAMENTO PER QUELLI CHE IN FUTURO SI DOVRANNO OCCUPARE DELLE MEDESIME QUESTIONI”… LA RICHIESTA NON È STATA SOTTOSCRITTA DAI TRE TOGATI SU SETTE DI MAGISTRATURA INDIPENDENTE (DI AREA CENTRODESTRA)
I componenti togati del Csm, esclusi tre membri, hanno depositato la richiesta di apertura di una pratica a tutela dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati del collegio giudicante del tribunale di Bologna che alcuni giorni fa aveva rinviato alla Corte di giustizia europea il decreto del governo sui Paesi sicuri.
Secondo la richiesta quel provvedimento era stato poi “oggetto di dichiarazioni fortemente polemiche di titolari di altissime cariche istituzionali” e la “situazione determina una inaccettabile pressione sui giudici” e “un obiettivo condizionamento per quelli che in futuro si dovranno occupare delle medesime questioni; essa, pertanto, vulnera l’indipendenza dell’intera magistratura”. Su sette togati di Magistratura Indipendente, in tre non hanno aderito alla richiesta.
I tre togati di Magistratura Indipendente che non hanno aderito sono Luisa Mazzola, Vittoria Marchianò e Bernadette Nicotra mentre tutti gli altri togati di MI e delle altre correnti del Csm e anche i tre laici Carbone, Romboli e Papa, hanno firmato.
Nella richiesta di tutela depositata viene fatto riferimento a “dichiarazioni fortemente polemiche di titolari di altissime cariche istituzionali; dichiarazioni in nessun modo correlate al merito delle argomentazioni giuridiche sviluppate nell’ordinanza e gravemente delegittimanti dei magistrati che l’hanno pronunciata e di tutta la magistratura” e si sottolinea che “tali dichiarazioni sono state inoltre accompagnate e seguite, su alcuni organi di stampa, dalla esposizione mediatica di fatti e atti della vita del Presidente del Collegio giudicante, non limitata agli interventi pubblici svolti da quest’ultimo nel corso degli anni ma attinente direttamente alla sfera della sua vita privata e familiare.
Questa situazione – prosegue il documento – determina una inaccettabile pressione sui giudici che hanno emesso l’ordinanza suddetta e un obbiettivo condizionamento per quelli che in futuro si dovranno occupare delle medesime questioni; essa, pertanto, vulnera l’indipendenza dell’intera magistratura. Si impone, quindi, una richiesta urgente di apertura di pratica a tutela della indipendenza e autonomia dei magistrati del Collegio giudicante, e in particolare del suo presidente, e della stessa magistratura”
Inoltre oggi all’assemblea Associazione nazionale dei magistrati che si svolge a Bologna partecipano come consiglieri del Csm gli indipendenti, Roberto Fontana e Andrea Mirenda, la consigliera di Magistratura Democratica Mimma Miele, e quello di Area, Antonello Cosentino.
(da agenzie)
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