MAZZETTE PER NON FARE I CONTROLLI: ARRESTATI QUATTRO FORESTALI
UN GRUPPO DI FORESTALI DI BAGHERIA IMPONEVA TANGENTI AGLI IMPRENDITORI: COSI’ EVITAVANO ISPEZIONI PER ABUSI EDILIZI E VIOLAZIONI AMBIENTALI
Con cinquecento euro chiudevano un occhio, e pure l’altro, su costruzioni abusive e maxi discariche.
Dovevano essere i tutori del territorio della provincia di Palermo, e invece erano i principali complici dello scempio.
Nel silenzio generale. Ma, casualmente, qualcosa è emerso nell’ambito di un’inchiesta per mafia e i poliziotti della sezione Criminalità organizzata hanno iniziato a indagare. Così, questa mattina sono stati arrestati quattro agenti della forestale.
In carcere sono finiti Pietro Rammacca, 50 anni, e Rosario Spataro, 49; ai domiciliari, Domenico Bruno, di 49 anni, e Giovanni Fontana, di 52.
Sono tutti appartenenti al distaccamento di Bagheria del corpo forestale della Regione Siciliana. Sono accusati, a vario titolo, di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità , omessa denuncia e abuso d’ufficio. Il provvedimento, emesso dal gip di Palermo Angela Gerardi ha portato agli arresti domiciliari anche un imprenditore di Ventimiglia di Sicilia, Rosario Azzarello, 45 anni.
I poliziotti della Mobile hanno seguito in diretta i ricatti.
Piazzando una microspia nell’auto di un forestale hanno ascoltato anche la pianificazione delle estorsioni e gli accordi per dividersi la tangenti.
I forestali corrotti si muovevano come gli esattori di Cosa nostra, soprattutto alla vigilia delle festività di Pasqua e Natale.
E gli imprenditori pagavano.
Anzi, spesso, erano loro a cercare i forestali, per chiedere protezione e continuare a fare senza problemi abusi edilizi e ambientali.
L’inchiesta della polizia, coordinata dai sostituti procuratori di Palermo Caterina Malagoli e Alessandro Picchi, è appena all’inizio.
Ci sono altri forestali sott’inchiesta. Anche loro appartenenti al distaccamento di Bagheria.
Già nel passato erano emerse irregolarità in quell’ufficio, ed era pure arrivato qualche trasferimento, ma nessuna denuncia alla magistratura.
Salvo Palazzolo
(da “La Repubblica”)
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