LIBERA FOGNA
I SOCIAL SONO UNA DISCARICA LEGALE
Finalmente i social sono una discarica legale. Quando si scrivevano certe cose da far accapponare la pelle a un elefante, si era almeno attraversati dal sospetto di compiere un reato. Adesso non più, e lo dobbiamo all’intuizione di un magistrato, Roberto Furlan, che ha chiesto di archiviare la denuncia presentata da Cristina Seymandi, co-protagonista di quel video dell’estate 2023 in cui il promesso sposo la accusava davanti agli amici di averlo tradito.
La donna fu travolta da una tale quantità di commenti sessisti e beceraggini rastrellate nei bassifondi dell’animo umano che al confronto una curva di ultrà sembra una sala da tè.
Coltivando la bizzarra convinzione che ciò che è vietato nel mondo reale dovrebbe esserlo anche in quello virtuale (non foss’altro perché per molti il virtuale è la nuova dimensione del reale), mi sarei aspettato una punizione esemplare.
Invece il pm ha affermato nero su bianco che «il luogo dove le offese sono pronunciate conta eccome» e «non pare più esigibile che la critica ai fatti privati delle persone si esprima sempre con toni misurati ed eleganti».
Tralasciando qualsiasi considerazione sulla resa dello Stato (il pensiero va agli adolescenti vittime di gogne social), mi viene in mente che tra i «toni misurati ed eleganti» e le schifezze vomitate sui profili della signora Seymandi deve pur esserci una via di mezzo. Mi vengono in mente anche tante altre cose, né misurate né eleganti, che mi costerebbero una querela. Le scriverò sui social.
(da corriere.it)
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