UN COLPO AL QUORUM DI BEPPE: PER “DEFENESTRARE” GRILLO, GIUSEPPE CONTE HA BISOGNO CHE ALLA VOTAZIONE IN CORSO SULLO STATUTO PARTECIPI IL 50% PIÙ UNO DEGLI AVENTI DIRITTO – LA CONSULTAZIONE SI CONCLUDERÀ OGGI ALLE 22 E SAREBBE GIA’ STATA OLTREPASSATA LA SOGLIA DEI 40 MILA VOTANTI
MA INCOMBONO QUESTIONI LEGALI CHE GRILLO HA ANNUNCIATO: NON SI FIDA DEL SISTEMA E DELLA CERTIFICAZIONE DEL VOTO, NÉ RICONOSCE L’ATTUALE PLATEA DI VOTANTI…IL NO DI VIRGINIA RAGGI E ALESSANDRO DI BATTISTA ALL’IDEA DI UN NUOVO M5S ANTI-CONTE
«Gli iscritti della nostra comunità hanno votato e deciso, purtroppo per lui, la defenestrazione del garante Beppe Grillo: evidentemente non accettano che ci sia una persona che dica cosa si può fare e cosa no». È l’ultima staffilata che Giuseppe Conte rifila al fondatore. L’ex premier, pur ribattendo (veleno con veleno) a Grillo, non aveva ancora mai usato un termine così duro, specie per il suo lessico compassato: «Defenestrato».
Ma nella telenovela a 5 Stelle, schermaglie a parte, l’unica parola che conta davvero è solo una: «Quorum». Conte, per cacciare davvero di casa Grillo, ha infatti bisogno che alla votazione in corso partecipi il 50% più uno degli aventi diritto. La consultazione si concluderà oggi alle 22 e solo dopo la chiusura delle «urne online» si capirà se Conte avrà sconfitto o meno al secondo round Grillo, il quale, secondo i poteri a lui conferiti dallo statuto del Movimento 5 Stelle, aveva chiesto la ripetizione del voto che due settimane fa lo aveva già messo alla porta.
I fedelissimi di Conte, forti del 61,2% di affluenza raggiunta due settimane fa, danno per scontato che il quorum venga di nuovo superato senza problemi. Già ieri sera, secondo fonti vicine a Conte, era stata oltrepassata la soglia dei 40 mila votanti, quindi a un soffio dai circa 45 mila necessari per «vincere».
Nel frattempo, Conte allontana lo spettro di una scissione di Grillo: «Direi di no perché obiettivamente la situazione è evidente: il garante non riconosce il percorso della comunità degli iscritti, e si è contrapposto a gamba tesa alla sua stessa comunità». Mentre l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, data come regista di uno strappo interno, smentisce le indiscrezioni: «Non esistono mie ipotetiche scalate, cordate, tavolate: è tutto falso».
Ancora più distante il «grande ex» Alessandro Di Battista: «Parlare di questioni interne al Movimento, che ho lasciato quattro anni fa per profondi disaccordi politici, mi annoia. Specie mentre c’è in corso una Terza guerra mondiale».
Oggi dopo le 22 il M5S capirà, e stavolta davvero, se Beppe Grillo è solo un ricordo del passato, perlomeno sul piano statutario. […] incombono questioni legali che Grillo ha ampiamente annunciato. Il fondatore infatti non si fida: del sistema di voto, della certificazione del voto, né riconosce l’attuale platea dei votanti, falcidiata nei mesi scorsi dalla rimozione di coloro che non accedevano più al portale da oltre un anno. Una mossa che secondo il comico è stata decisa a tavolino per rendere più facile il raggiungimento del quorum. Ieri su Whatsapp di chi non aveva ancora votato sono arrivati messaggi personalizzati di SkyVote con l’invito a farlo e il link per accedere alla votazione, la volta scorsa fu invece mandato un semplice messaggio di invito.
Il presidente del M5S, parlando a Sky Tg24 e poi ad Accordi e disaccordi, sul Nove, dice che «il garante sulle battute velenose è imbattibile», come un monarca assoluto non riconosce la comunità degli iscritti, il percorso di persone adulte e mature». E ancora, «se continuano così a Casaleggio e a Grillo verrà offerto un incarico più importante di quello per Di Maio, perché c’è tutto un mondo che in questo momento sta godendo delle ingiurie che ci vengono rivolte».
Infine Conte ha ricordato che se è alla guida del M5S è perché «me lo chiese proprio Grillo, e mi presi 2-3 mesi per decidere». Il fondatore che portò i 5S tra le braccia di Mario Draghi, aggiunge. Per il resto le ore prima dell’esito finale la comunità delle 5 Stelle le passa a suon di hashtag contrapposti. Con una parte della giovanile romana che ad esempio srotola lo striscione con su scritto #iorivoto, mentre i Figli delle stelle (l’ala filo- Grillo) pubblica le foto degli attivisti con la scritta opposta, #iononvoto. In gioco non c’è solo il destino del fondatore, ormai 15 anni fa, del Movimento. Se infatti la consultazione non dovesse andare come confida l’ex presidente del Consiglio, a quel punto sarebbe proprio lui a doverne trarre le conseguenze.
(da agenzie)
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