SIENA, SCHLEIN CON GLI OPERAI AI CANCELLI DELLA BEKO IN LOTTA: “IL GOVERNO VI STA MENTENDO, GLI FAREMO RIMANGIARE LA DATA DELLA CHIUSURA AL 31 DICEMBRE”
ELLY ACCANTO AI 299 LAVORATORI DELLA FABBRICA DI FRIGORIFERI: “OGNI VOLTA CHE AVRETE BISOGNO DI NOI, NOI CI SAREMO”
“Ogni volta che avrete bisogno di noi, della nostra presenza fisica, della nostra voce, per difendere questo sito, la sua apertura e il futuro industriale del Paese, ci saremo”. Così il segretario del Pd Elly Schlein si è rivolto ai lavoratori senesi di Beko, davanti allo stabilimento di viale Toselli. Gli operai l’hanno accolta cantando “La gente come noi non molla mai” e gli hanno donato la lettera che l’azienda ha consegnato loro lo scorso 2 aprile, nel giorno in cui è entrata nello stabilimento.
“Questa domani la porti al tavolo” al Ministero, ha detto Schlein, dopo aver ricevuto la missiva, rivolgendosi ad un membro del suo staff. “Siamo arrivati qui ed abbiamo fatto smettere di piovere – è l’incipit del suo discorso -. Non ci sono dubbi che domani riusciremo a fare rimangiare quella data del 31 dicembre 2025” (quando la struttura senese dovrebbe chiudere, ndr.).
Poi il passaggio sul golden power “la questione è semplice: o hanno mentito alle istituzioni – dice il segretario parlando dell’Esecutivo -, in Parlamento e davanti agli italiani, su questa storia che avrebbe dovuto evitare i licenziamenti. Oppure siamo di fronte ad un Governo che si lascia calpestare dalla prima multinazionale che passa. In ogni caso vogliamo un impegno serio da parte di questo Governo, affinché rispetti la parola data: e cioè che non ci sarebbero stati licenziamenti e chiusure”. Per Schlein si avverte “un’assenza di politiche industriali. E dobbiamo fare autocritica, perché è una mancanza che non riguarda solo questo Esecutivo. Ma attenzione: almeno noi – continua – ci siamo battuti per ottenere fondi europei, come quelli del Next Generation EU, che dovrebbero servire proprio a questo scopo: una reindustrializzazione capace di innovare i processi e riprofessionalizzare i lavoratori”. Ed ancora: “Crediamo nel potenziale di questa battaglia – prosegue – che dimostra quanto vale il Paese. Quando mi trovo davanti a voi trovo persone che vogliono lavorare, e non voglio ammortizzatori sociali”
“Quando un’impresa firma un accordo ad aprile e a novembre annuncia la chiusura, significa che quell’accordo è stato stipulato in mala fede. E su questo dovranno rendere conto in ogni sede, perché è inaccettabile che nei mesi successivi un piano concordato venga ribaltato senza giustificazioni. Evidentemente faceva parte di una strategia fin dall’inizio. Per questo ci ribelliamo, e il Governo deve ribellarsi con noi”. Lo dice il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani durante il suo intervento davanti ai cancelli dello stabilimento Beko di Siena. “Siamo di fronte a un’operazione in cui si sottraggono quote di mercato, ma la cattiva fede era chiara fin dall’inizio – dice ancora – . È necessario far valere tutti gli strumenti e le norme previsti da quell’accordo, richiamando le istituzioni pubbliche al loro dovere. Chi ha firmato quell’accordo in cattiva fede deve assumersi le proprie responsabilità. In Italia non può accadere questo, e in Toscana non lo permetteremo”.
E prosegue: “Domani voglio essere a Roma con voi, perché rappresentate molto più di una fabbrica in crisi. Voi siete l’espressione di un sentimento, di un’identità, della forza della Toscana. Tutta la Toscana è con voi”. La vicenda Beko Europe, ha aggiunto, “deve diventare la bandiera di una regione che crede nell’industria, nei suoi operai e nella capacità di affrontare le difficoltà con determinazione. Da questa crisi deve partire una rigenerazione industriale, affinché questo stabilimento torni a vivere e rappresenti il simbolo di nuove prospettive per un’industria sostenibile, ecologicamente compatibile e capace di dare lavoro ai nostri figli”.
(da agenzie)
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