LE REAZIONI DELLE ONG: “L’ASSOLUZIONE DI UN POTENTE NON SORPRENDE”
“NON SMETTEREMO DI SALVARE VITE IN MARE”… UN COMANDANTE: “MO HANNO FATTO PASSARE PER UN DELINQUENTE QUANDO HO SOLO SALVATO VITE UMANE”
Tra i banchi degli attivisti dell’organizzazione non governativa spagnola Open Arms gli occhi sono umidi. Scende qualche lacrima. Lacrime composte. È un silenzio quasi surreale quello che segue la lettura della decisione del tribunale dei ministri di Palermo che ha scagionato, con formula piena, l’ex ministro dell’Interno dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. La delusione delle parti civili, però, si avverte.
Al di fuori, sotto il tamburellare della pioggia, il primo a parlare è il fondatore di Open Arms, Oscar Camps. Alla stampa rilascia appena qualche commento: “Il nostro operato è chiaro. Quello che facciamo è legittimo. Continueremo a salvare vite in mare. Nessuna delusione per l’esito”, assicura. Anche se gli occhi lucidi tra gli attivisti e le attiviste dell’ong non sono mancati.
L’avvocato Arturo Salerni, che difende l’organizzazione, dice di non escludere il ricorso. “Ma – precisa – attendiamo le motivazioni della sentenza prima di valutare”.
Motivazioni che dovranno arrivare entro 90 giorni. Per l’avvocato, rimane però un dato di fatto: Open Arms “ha salvato vite umane”. Prima della sentenza, il capitano che era alla guida della nave dell’ong in quell’agosto del 2019 ha raccontato a PalermoToday di aver vissuto giorni drammatici. Si chiama Mar Reig ed è un uomo esile e minuto. Il suo rammarico: “Mi hanno fatto passare per un delinquente, quando ho solo soccorso delle persone”.
Ma dichiarazioni di sostegno verso l’operato di Open Arms sono arrivate da ong e politici. Come Emergency, parte civile del processo, che ha ricordato come “i naufraghi soccorsi dalla Open Arms, già provati dalle violenze in Libia e dalla traversata, sono stati sottoposti a sofferenze inutili. Noi continueremo a prestare assistenza a quanti si trovano in pericolo nel Mediterraneo non solo perché è un obbligo previsto dal diritto internazionale, ma perché è la cosa giusta da fare”.
“Giudici creativi non ne abbiamo”, ha scritto su Facebook Luca Casarini, fondatore di Mediterranea. “Il fatto che non sussiste, che sarà ampiamente e democraticamente motivato in punta di diritto, dal punto di vista sostanziale dice che quelle vite non esistono. Ma questo è il mondo che abbiamo”. Per lui, niente stupore né drammi. “L’assoluzione di un potente non è una notizia che sorprende – prosegue -. Che le sofferenze procurate a innocenti da parte di un potente, non siano considerate un reato, nemmeno. Mi sembra tutto nella norma, niente di così strano. E ora al lavoro e alla lotta”.
ulla vicenda è intervenuto anche Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo, oggi europarlamentare, che ha ricordato come “l’assoluzione non possa prestare il fianco a facili strumentalizzazioni. Questa vicenda non deve e non può rimanere chiusa nelle aule di un tribunale. Richiama a una precisa responsabilità etica e politica: le vite dei migranti si salvano, le ong non si criminalizzano”.
In aula, ad ascoltare la decisione dopo più di otto ore di camera di consiglio, è stato presente anche il capo della procura del capoluogo Maurizio De Lucia che ha così voluto mostrare il proprio supporto alla pubblica accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella, da Calogero Ferrara e Giorgia Righi.
(da agenzie)
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