GLI INSULTI DELL’EX ASSESSORE LEGHISTA DI BOLZANO ALLA SPELEOLOGA OTTAVIA PIANA: “SARO’ CONTENTO QUANDO GLI ITALIANI LA PRENDERANNO A CALCI NEL CULO”
TIPICO PADAGNO CHE NON HA CAPITO UN CAZZO: 1) PAGA L’ASSICURAZIONE 2) HA CEDUTO L’APPOGGIO DEL TERRENO, NESSUNA IMPERIZIA, OTTAVIA E’ UNA SPELEOLOGA DI LIVELLO NAZIONALE
«Una ragazzetta sciagurata alla quale l’esperienza non ha insegnato nulla». Così Massimo Bessone, ex assessore leghista all’edilizia pubblica della provincia di Bolzano definisce la speleologa Ottavia Piana protagonista nei giorni scorsi di un salvataggio grazie al quale è stata estratta dall’Abisso Bueno Fonteno, nel bergamasco, dove era rimasta ferita e intrappolata per la seconda volta nel giro di un anno.
Bessone scrive sui social che «l’Italia esulta giustamente» per il buon esito dell’operazione, e si dice «contento» a sua volta. Ma, aggiunge, «lo sarò anche quando, una volta guarita, se vorrà rientrare nella grotta, troverà una fila di italiani che la prenderanno a “calci nel sedere” per insegnarle a vivere nel rispetto di tanti professionisti che rischiano la vita per salvarla e di chi paga le tasse e attende una visita medica all’ospedale da mesi e vede i soldi utilizzati in questo modo invece che per la sanità».
Chi paga? L’assicurazione
Bessone si unisce così a coloro che si domandano come è stato finanziato il salvataggio della speleologa. Come chiarito dal presidente della Società Speleologica Italiana Sergio Orsini, gli oltre 150 tecnici del Soccorso Alpino impegnati per oltre 14 ore al giorno, per più di tre giorni nel salvataggio sono stati pagati dall’assicurazione che tutti gli speleologi membri della società sottoscrivono. Inoltre, ha chiarito Orsini, le critiche ignorano il valore della speleologia: «Le ricerche nel sottosuolo sono una fonte inesauribile di informazioni che aiuta la nostra società per la mappatura e le analisi dell’acqua che beviamo. Al di là dell’evento sportivo, è la ricerca di queste informazioni che spinge gli speleologi ad approfondire le loro esplorazioni».
Non c’è stata poi imperizia della Piana, semplicemente due casi sfortunati: nel primo caso è stata colpita da un pezzo di roccia caduto dall’alto, nell’ultimo caso ha ceduto l’appoggio su cui aveva un piede. Poteva capitare a chiunque altro della squadra di sette speleologi .
(da agenzie)
Leave a Reply