IL GOVERNO DOVRA’ RISARCIRE I MIGRANTI DELLA DICIOTTI, LA CASSAZIONE: “VIOLATO IL DIRITTO DEL MARE”
MELONI FA L’INDIGNATA: “SOLDI DEI CONTRIBUENTI AI MIGRANTI”… HA RAGIONE, DEVONO PAGARE DI TASCA I MEMBRI DEL GOVERNO NON GLI ITALIANI, DOVREBBERO PIGNORARE I LORO IMMOBILI, COSI’ PASSA LORO LA VOGLIA DI FARE I BULLI SULLA PELLE DEI POVERI CRISTI
Il governo dovrà risarcire i danni ai migranti trattenuti in mare per dieci giorni a bordo della nave Diciotti della Guardia costiera nell’agosto del 2018.
Lo ha deciso oggi la Cassazione accogliendo il ricorso presentato da un gruppo dei migranti stessi. Sarà il giudice di merito, ha indicato la Cassazione, a quantificare i danni che il governo dovrà risarcire. La sentenza smonta fin d’ora però radicalmente l’impianto di difesa – giudiziaria e mediatica – sostenuta per anni dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
«Va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale», scrivono i giudici nella sentenza. «Non si è di fronte, cioè, ad un atto che attiene alla direzione suprema generale dello Stato considerato nella sua unità e nelle sue istituzioni fondamentali. Si è in presenza, piuttosto, di un atto che esprime una funzione amministrativa da svolgere, sia pure in attuazione di un indirizzo politico, al fine di contemperare gli interessi in gioco e che proprio per questo si innesta su una regolamentazione che a vari livelli, internazionale e nazionale, ne segna i confini».
E ancora, segnala la Cassazione, «le motivazioni politiche alla base della condotta non ne snaturano la qualificazione, non rendono, cioè, politico un atto che è, e resta, ontologicamente amministrativo».
Diritto internazionale e scelte politiche
Nessuna discrezionalità politica, dunque: in quella situazione, e in altre analoghe, le autorità devono applicare i princìpi del diritto internazionale, che sulla legge del mare parla chiarissimo.
«L’obbligo del soccorso in mare corrisponde ad una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere per tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità, e come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare». Per questo, nel caso di specie che riguardò i naufraghi soccorsi dalla Diciotti il 16 agosto 2025, «indipendentemente dalle contestazioni sullo Stato competente secondo la ripartizione in zone Sar, le operazioni di soccorso erano state di fatto assunte sotto la responsabilità di una autorità Sar italiana, la quale era tenuta in base alle norme convenzionali a portarle a termine, organizzando lo sbarco, nel più breve tempo ragionevolmente possibile».
La rabbia di Giorgia Meloni
«Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con Ministro dell’Interno Matteo Salvini, non li fece sbarcare immediatamente in Italia. In sostanza, per effetto di questa decisione, il Governo dovrà risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni, e confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante», lamenta Meloni, di rientro a Roma oggi da Bruxelles, dove ieri ha partecipato al vertice Ue straordinario sulla difesa, facendo tappa prima al Cern di Ginevra.
La soluzione? Pagate di tasca vostra le cazzate che avete fatto.
(da agenzie)
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