ROMANIA, È PIÙ DEMOCRATICO ACCETTARE LE INGERENZE DI PUTIN O BANDIRE UN CANDIDATO?
LE INGERENZE DI MOSCA NON SONO UN’INVENZIONE: LA MANIPOLAZIONE ELETTORALE E LE AZIONI IBRIDE DA PARTE DI MOSCA SONO PROVATE… LA CAMPAGNA “ALTAMENTE ORGANIZZATA” SUI SOCIAL E L’INTERESSE DI “MAD VLAD”: LA ROMANIA HA UN CONFINE DI 650 KM CON L’UCRAINA, ED È UN PAESE STRATEGICO PER LA NATO
Un altro colpo di scena ha scosso la già complicata situazione politica della Romania, strattonata da inferenze russe, loschi manipolatori, presunte spie, e, in ultimo, anche dalle pressioni di Elon Musk. Ieri la commissione elettorale centrale di Budapest ha respinto la candidatura di Calin Georgescu, leader filorusso dell’estrema destra, alla corsa per le presidenziali del 4 maggio.
Un “no” al quale, come già in passato, si sono opposti i suoi sostenitori, che subito dopo la decisione sono scesi in piazza affrontando i gas lacrimogeni della polizia al grido di “Libertà, Libertà”. Perfino Elon Musk si è schierato sui social, definendo l’esclusione di Georgescu dalle presidenziali «una follia».
Georgescu aveva presentato la sua candidatura, nonostante dubbi sulla sua idoneità, dopo che la Corte suprema romena aveva annullato le elezioni due giorni prima del secondo turno di dicembre, a causa di un’accusa di ingerenza russa a suo favore.
E se ancora non è chiaro quali siano i motivi per i quali la candidatura è stata respinta è certo che il candidato presidente è sotto inchiesta penale per sei capi d’imputazione, tra cui false informazioni sul finanziamento della campagna elettorale, che sarebbe stata pagata dalla Russia.
Georgescu era arrivato sulla scena politica dal nulla e aveva vinto il primo turno delle presidenziali del 24 novembre scorso, annullate dalla Corte costituzione due giorni prima del ballottaggio dell’8 dicembre per una serie di irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale, con accuse di ingerenze russe a suo favore che hanno portato anche all’allontanamento quale “persona non grata” di alcuni diplomatici.
A fine febbraio Georgescu era stato fermato dalla polizia e interrogato dai giudici che lo avevano messo sotto inchiesta con pesanti accuse, tra l’altro attentato all’ordine costituzionale, false dichiarazioni sul finanziamento della sua campagna elettorale, costituzione di una organizzazione di carattere fascista, razzista e xenofoba. Ciononostante, aveva deciso di ripresentare la sua candidatura.
La vicenda è un caso esemplare in cui si intersecano azioni di guerra ibrida, manipolazione, propaganda, corruzione e un fiume di denaro che ha inondato il Paese per deciderne il futuro. Ma è allo stesso tempo il tentativo di impedire che uno Stato straniero, in questo caso la Russia, si intrometta nelle questioni interne romene.
La decisione dell’annullamento delle elezioni era arrivata dopo la declassificazione di informazioni di intelligence secondo cui la Russia aveva condotto una vasta campagna per promuovere il candidato filo-Putin, anti Ue e anti-Nato, Calin Georgescu.
Nel rapporto dell’intelligence si parla di uno sforzo di manipolazione elettorale «coordinato e sponsorizzato da uno Stato», con la Romania obiettivo delle «azioni ibride» della Russia.
L’improvviso e sorprendente aumento di popolarità di Georgescu sarebbe dovuto quindi a una campagna «altamente organizzata» sui social media, attraverso la condivisione di messaggi identici e l’uso di influencer.
L’interesse russo per la Romania non sorprende, dal momento che condivide un confine di 650 chilometri con l’Ucraina, ed è considerato dagli alleati occidentali Paese strategico, con tre basi militari Nato e circa 5.000 truppe a supporto delle operazioni di difesa congiunta. La Romania, inoltre, fornisce una via di transito vitale per milioni di tonnellate di grano ucraino e ospita 170.000 profughi di guerra.
Dall’invasione su larga scala del 24 febbraio 2022, Bucarest è diventata uno dei principali partner per la sicurezza di Kyiv, con un accordo bilaterale decennale che prevede tra l’altro, un protocollo per la sicurezza del Mar Nero, lo sminamento, l’intelligence e il controspionaggio, sicurezza informatica. Inoltre, finora la Romania ha fornito all’Ucraina veicoli corazzati per il trasporto di personale, lanciarazzi multipli, obici, proiettili di artiglieria, lanciagranate, mitragliatrici e molto altro.
Un candidato come Georgescu, esplicitamente contrario alla Nato e, soprattutto all’invio di aiuti militari all’Ucraina, deve essere parso al Cremlino il cavallo perfetto su cui puntare.
Georgescu ha sempre affermato di aver speso «zero» per la promozione elettorale. Ma i documenti di intelligence identificano un account TikTok che avrebbe effettuato pagamenti per 381.000 dollari in un solo mese dal 24 ottobre, a utenti che promuovevano Georgescu.
Le agenzie di intelligence hanno inoltre segnalato 85.000 tentativi di hacking
Il rapporto afferma che i criminali informatici hanno utilizzato metodi avanzati per rimanere anonimi, lavorando su larga scala e con metodi che ricordano molto da vicino quelli della Russia.
(da agenzie)
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