DEDICATO A CHI SI STRACCIA LE VESTI PER L’ESCLUSIONE DEL FILORUSSO GEORGESCU DALLE ELEZIONI IN ROMANIA: LO PREVEDE LA COSTITUZIONE
RINGRAZINO, PIUTTOSTO, IN ALTRI TEMPI I TRADITORI VENIVANO FUCILATI ALLA SCHIENA
Vedo un po’ di confusione nella stampa italiana riguardo alla mancata candidatura del filorusso Georgescu. Spendiamo quindi due parole in merito
La confusione nasce dal fatto che si tratta di due sistemi elettorali, giuridici e politici diversi.Il presidente della Romania è uno dei garanti della Costituzione, e su questo non ci piove, dato che anche il Quirinale svolge la stessa funzione.
Tuttavia, la Costituzione romena è tutelata anche dalla Corte Costituzionale, che produce giurisprudenza al livello più alto nello Stato e, a differenza del sistema italiano, è considerata “fonte di diritto”. Erga omnes.
Arriviamo al dunque. Tutto ruota attorno a due articoli, il 148 e il 149 della Costituzione, che sanciscono in modo chiaro e inequivocabile l’appartenenza della Romania all’UE e alla NATO. Nella precedente campagna elettorale (quella delle elezioni annullate), un’altra candidata filorussa, la signora Șoșoacă, ha inveito contro questi due articoli, invocando l’uscita della Romania dalle due organizzazioni.
La Corte Costituzionale ha stabilito che chi attenta alla Legge Fondamentale non può esserne un garante. Questa decisione ha prodotto giurisprudenza erga omnes e verrà applicata a tutti i candidati alla più alta carica dello Stato, per sempre.
A questo punto, giustamente, ci si chiede: “Ma come rimane la volontà del popolo?”
Semplice, lo strumento legale si chiama referendum. Quindi, chiunque voglia tirare fuori la Romania dall’UE e dalla NATO può richiedere un plebiscito in tal senso. Ma di sicuro non può arrivare alla più alta carica dello Stato a forza di populismo e false promesse, per poi abolire i partiti politici (non è uno scherzo, Georgescu lo ha dichiarato in più occasioni), mettere alla gogna gli oppositori (con tanto di liste già pubblicate – vi dice qualcosa?) e instaurare un’autocrazia.
Quindi, niente. La democrazia romena (così imperfetta come tutte le altre) funziona. Non si tratta di alcuna dittatura, ma di anticorpi contro la Madre Russia e il populismo sfacciato.
(da Fb)
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