AVESSI UNA FIONDA
IL PAZZO MEGALOMANE E I SUOI SATELLITI
Di che cosa avremmo dovuto parlare, più di ogni altra, in questi ultimi anni, se non di Starlink? Eppure non lo abbiamo fatto se non distrattamente, come se lo strapotere di un solo soggetto privato nelle comunicazioni e nel controllo dei dati non fosse uno scandalo in termini di democrazia e di libertà, e un arretramento storico impensabile, catastrofico, rispetto a più di un secolo di battaglia antitrust (quando l’America era l’America).
Ora che questo signore si è definitivamente manifestato come un mattoide megalomane, finanziatore di neonazisti, spregiatore del Welfare, licenziatore seriale, lo spavento aumenta. Le sue flottiglie di satelliti ci sembrano il disegno celeste del controllo totale, per giunta spacciato, come in Orwell, per libertà.
Ma anche se Musk fosse un illuminato democratico, e il meglio intenzionato degli esseri umani, rimarrebbe ugualmente incredibile l’inerzia suicida con la quale il sedicente Occidente gli ha permesso di considerare il cielo sopra la terra come sua proprietà privata.
Vi avessero detto, solo un paio di decenni fa, che sarebbe venuta un’epoca nella quale le Nazioni e gli Stati avrebbero contato, nell’architettare il futuro, meno di un singolo essere umano, ci avreste creduto? E avreste creduto che il potere di un solo uomo, con l’interruttore di mezzo mondo nelle sue mani, avrebbe potuto isolare Nazioni, e decidere guerre?
Io no. Invece succede. E la vera differenza tra democrazia e tirannide, di qui in poi, sarà quasi tutta misurabile sul terreno della lotta al dominio di pochissimi, e all’assoggettamento dei moltissimi.
Avessi una fionda, la punterei contro il passaggio dei satelliti di Musk nel cielo sopra la mia casa. Avendo cura di non intercettare il passaggio delle gru e delle oche selvatiche.
(da repubblica.it)
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