IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI: MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME “AMICA DEL GIAGUARO” AGLI OCCHI DELL’UE
E’ COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL’EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA.. IL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN
Il famoso camaleontismo di Giorgia Meloni, funzionale in Italia, dove il consenso per il suo partito resta stabile intorno al 30%, non paga quando si mette il nasino fuori dai confini nazionali.
La Ducetta, che si vantava dell’amicizia personale con Elon Musk, ora che il survoltato ketaminico mostra la sua vera natura (tra licenziamenti di massa, sgradite ingerenze in Europa e tweet vari), tace e si nasconde.
Se prima si faceva fotografare con l’hackerino di Tor Pignattara Andrea Stroppa, referente italiano di Musk, ora non proferisce parola di fronte alle sue spacconate, tra intimidazioni ai giornalisti e sondaggi su ministri sgraditi.
Idem con patate, per la sua “special relationship” con Trump: un tempo ostentata come manifestazione di forza e di spericolata ambizione d’essere il “ponte” tra Washington e Bruxelles, ora la passioncella per il Caligola di Mar-a-Lago viene tenuta sott’acqua.
Visti le conseguenze disastrose per l’Europa delle decisioni della Casa bianca, la premier fa pippa e si allinea all’Ue, costretta, suo malgrado, a lasciare a Macron e Starmer il ruolo di punto di riferimento del Vecchio Continente. con il prossimo cancelliere tedesco Merz decisissimo a opporsi al trumputinismo senza limitismo. Ormai il blocco Gran Bretagna-Europa non ha alcun bisogno delle capriole meloniane.
Nel tentativo disperato di non prendere posizione e non inimicarsi né Musk né l’Europa, da un lato ha sponsorizzato il ddl spazio (approvato alla Camera), che sembra scritto su misura per Starlink.
Dall’altro, tramite il ministro per le imprese Adolfo Urso, subito messo nel mirino da Stroppa, il governo ha avviato i contatti con il consorzio Eutelsat, che al momento può contare solo su 650 satelliti a bassa orbita e prevede di lanciarne altri (Musk ne ha più di 7mila).
(da agenzie)
Leave a Reply