“VI TOGLIAMO LA CORRENTE”: LA RISPOSTA DEL CANADA ALLA MINACCIA DI NUOVI DAZI DA PARTE DI TRUMP
LA PROVINCIA CANADESE FORNISCE ELETTRICITÀ A TRE GRANDI STATI DEGLI USA: NEW YORK, MICHIGAN E MINNESOTA. SE VENISSE STACCATA LA CORRENTE, O VENISSE RINCARATA, SAREBBERO PENALIZZATI CIRCA 1,5 MILIONI DI UTENTI AMERICANI
È uno scontro aspro, come quello che può esplodere tra due vecchi amici che sembravano inseparabili. Donald Trump ieri ha minacciato di portare dal 25 al 50 per cento i dazi sull’import di acciaio e alluminio dal Canada e di far chiudere tutto il settore auto del Paese. Salvo poi ripensarci in serata e tornare al 25 per cento.
Dall’altra parte del confine il nuovo primo ministro Mark Carney, liberale, ex banchiere cosmopolita e il più ruspante premier dell’Ontario, il populista Doug Ford, condividono la stessa rabbiosa risposta: il Canada difenderà la propria economia, la propria identità e la propria indipendenza.
Dall’Ontario, Doug Ford aveva addirittura minacciato di tagliare le forniture di elettricità a tre grandi Stati degli Usa: New York, Michigan e Minnesota, penalizzando circa 1,5 milioni di utenti. O, comunque, di applicare un sovraprezzo del 25%.
In serata, a sorpresa, arriva un comunicato congiunto firmato dallo stesso Ford e dal Segretario al Commercio Howard Lutnick: rincaro delle tariffe sospeso; i due si incontreranno a Washington il 13 marzo.
Ma Trump che cosa cerca, che cosa vuole dal Canada?
Già nel corso del suo primo mandato l’ex costruttore newyorkese non è mai entrato in sintonia con il governo, all’epoca guidato da Justin Trudeau. E per altro nel 1969 il padre di Justin, l’allora premier Pierre Trudeau, in un famoso discorso tenuto a Washington si rivolse così agli americani: «essere vostri vicini è come dormire con un elefante»
I consumatori canadesi iniziano a boicottare i prodotti americani. I tifosi canadesi ormai fischiano regolarmente l’inno americano, quando le loro squadre di basket o di hockey sfidano gli yankee.
Il governo di Ottawa si sta preparando a fronteggiare un’offensiva politica ed economica ancora più dura. Il primo obiettivo trumpiano è evidente: ridurre il deficit commerciale con il Canada, 102,3 miliardi di dollari nel 2024. Ma il premier Carney e i suoi ministri sono convinti che il presidente americano punti a saccheggiare le risorse naturali del Paese
In particolare il pregiato petrolio, necessario per far funzionare al meglio le raffinerie statunitensi. E poi gas, minerali, alluminio, acciaio. Insomma le materie prime di base. Fino ad arrivare alla manifattura. Il caso del settore auto, quello che Trump vorrebbe azzerare, è esemplare. Praticamente tutte le principali case automobilistiche hanno impianti in Canada: Ford, General Motors, Stellantis, Volkswagen, Toyota, Honda
Tutti sfruttano i costi decisamente minori della produzione, sintetizzati dal cambio: un dollaro canadese vale 1,4 dollari americani. Si costruisce a basso costo e si vende a prezzi più alti negli Usa. Non stupisce allora che sempre più imprese americane scelgano di migrare a Nord. Joe Biden aveva cercato di invertire la tendenza, offrendo generosi incentivi alle aziende che investivano negli Usa. Per Trump non basta. Nessuno sa fin dove potrà spingersi.
(da agenzie)
Leave a Reply