MELONI E SALVINI SONO IN BALIA DI TRUMP. MARCELLO SORGI: “A STARMER E AI ‘VOLENTEROSI’ LA PREMIER HA RIBADITO CHE L’ITALIA NON SCHIERERÀ I SUOI SOLDATI IN UCRAINA SE NON SOTTO L’EGIDA DELL’ONU.nMA CHE SUCCEDEREBBE SE FOSSE PROPRIO TRUMP, UNA VOLTA OTTENUTA LA TREGUA, A SPINGERE ANCHE L’ITALIA AD UNIRSI AI ‘VOLENTEROSI’?
SAREBBE UN BEL DILEMMA PER MELONI, CHE FA MOLTO L’AMICA DEL PRESIDENTE AMERICANO, E PER SALVINI, CHE RECITA LA PARTE DEL TRUMPIANO CHE PIÙ TRUMPIANO NON SI PUÒ. SONO QUESTI, PURTROPPO, GLI INCERTI DEL TEATRINO ITALIANO
Vanno troppo in fretta per i gusti della premier i “volenterosi” guidati da Starmer, mettendo in conto di rivedersi già giovedì prossimo a livello di vertici militari, per poter organizzare una forza multinazionale di pace pronta a muoversi nel caso in cui, come vuole Trump, e come Putin cerca di evitare ponendo paletti e condizioni al negoziato, la trattativa per la tregua sul campo della guerra in Ucraina raggiunga il suo obiettivo.
E così anche ieri Meloni, che fino all’ultimo era stata incerta se partecipare alla call dei capi di governo, più numerosi del previsto, favorevoli all’iniziativa del primo ministro inglese, ha ribadito che l’Italia non schiererà i suoi soldati se non sotto l’egida dell’Onu. Una copertura che potrebbe richiedere più tempo del previsto per concretizzarsi, e perfino non essere ottenuta, dato che la Russia è presente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Meloni è perfettamente consapevole di tutto ciò. Ma dopo quel che è accaduto a Strasburgo, dove Salvini ha votato “no” al piano “ReArm Europe” della Presidente della Commissione Von der Leyen approvato da Fratelli d’Italia, astenutisi invece sulla mozione per l’Ucraina, non vuole ritrovarsi a dover decidere sulla formazione di truppe multinazionali con il contributo anche di militari italiani, a cui il leader della Lega ribadirebbe di sicuro la sua contrarietà, mettendo ulteriormente in difficoltà la premier e il suo partito.
Così Meloni frena rispetto all’interventismo inglese, come se appunto Starmer si muovesse di sua iniziativa e non l’avesse invece in qualche modo concordata con Trump. Dal quale la premier continua ad aspettare un invito alla Casa Bianca, che tarda ad arrivare.
Ma che succederebbe se fosse proprio Trump, una volta ottenuta la tregua, a spingere anche l’Italia ad unirsi ai “volenterosi”? Non è affatto escluso che possa accadere. E sarebbe un bel dilemma per Meloni, che fa molto l’amica del presidente americano, e per Salvini, che recita la parte del trumpiano che più trumpiano non si può. Sono questi, purtroppo, gli incerti del teatrino italiano.
(da agenzie)
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